Io sono il gatto
Scappo di casa
Scappo veloce; sono il gatto.
Non puoi tenermi e non puoi legarmi. Non funziona.
Se ti voglio vicino, vengo io da te, non provarci tu. Non sono una bestia, no! Non dire così.
Sono libero e libero voglio restare. Io posso scappare, voglio scappare, devo scappare, ma ritorno.
Non essere banale, un finto affetto ruffiano posso dartelo per qualche crocchetta.
L’amore vero non è banale, non si compra con così poco. Bisogna meritarlo.
Sono caro, sono il gatto, non sono mica matto. Mi batto, mi sbatto ma non mi arrabatto, devi avere più tatto.
Fuggire lontano non è necessario, mi allontano quel tanto che basta, se ti duole il costato mi affaccio, mi intravedi, mi senti come il pugnale affilato. Che penetra dentro ma non arriva mai in fondo. Non scappo. Ritorno.
Io sono il gatto
Lo devo ammettere mi hai sempre accudito, cullato, amato. Mi piace, mi fai sentir bene. Mi gratti, mi lisci, mi ami. Ti amo anch’io per questo, ma non sono tuo, sono mio.
Un giorno capirai l’importanza, il valore che ho per te. Fai che non sia troppo tardi, lasciami andare, molla il guinzaglio, tanto ritorno.
Da giovani non si comprendono queste cose, l’importanza del gatto si apprezza col tempo. Se scappa e rientra, ogni volta che torna, un pegno d’amore. Da giovani siamo stretti tra il nostro ego e le nostre incertezze. Possiamo salire o franare. Possiamo fare come lui. Io sono così, sono lui, ed ho stima di me e di te.
Padrone della mia vita
Posso decidere della mia vita perché faccio come se avessi un gatto. Lo stimo, lo libero, mi sento libero della sua libertà.
I gatti possono volare, chi ha un gatto può volare con loro (o cadere miseramente). Il gatto non ha padroni ed io sono il gatto.
Con le gatte le cose possono complicarsi, le dobbiamo pelare.
Ceppoduro