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Titti

Titti non è il nome di un famoso canarino animato.

Si! Titti è il mio cane!

Un cane bastardo, come tutti i cani che ho avuto, come tutti i cani che avrò.

Nella conformazione assomiglia ad un alano anche se leggermente più basso.

Si muove ondeggiando, sempre con la coda allungata all’indietro e con alla bocca un filo di bava. Come tutti i bastardi è molto intelligente, ma anche un po scemo. Sicuramente curioso, non perde occasione di esplorare il mondo.

Non è un cane da caccia ma gli piace ormare e seguire i pulcini dei fagiani, per poi farsi fregare, perché non può entrare e seguirli, nella fitta macchia della lama del borro.

Con i ricci ha smesso di giocare, sono ispidi e non si riescono a rosicchiare come gli ossi di prosciutto che ogni tanto gli getto.

titti

Gli animali

Gli animali gli fanno tutti. Amico dei i gatti e avversario dei cani, quelli maschi, specie nella competizione per quella cagnetta in calore. Una femmina che, pur mezzo metro più bassa di lui, trova così irresistibile da volerla ad ogni costo. Perdendo, regolarmente il duello, con quei maschi più bassi che ci arrivano prima, sempre prima di lui.

Non è che abbia più fortuna con le gatte, almeno le neo mamme. Quella volta che la gatta aveva figliato dietro la stufa nella loggia, lui era così eccitato nel vedere i gattini che li annusava come fossero suoi. Come fossero ossi, avrà pensato la mamma che dopo qualche “FFFHHHFFF” con tutti i peli e i baffi ritti gli ha rifilato due unghiate sul naso da fargli uscire il sangue a fiotti.

O come con la chioccia che, pur avendo covato uova di tacchino, considerava i piccoli tacchini come figli suoi, ed a ragione direi. E che quando lui gli si avvicinava curioso gli dava dietro ad ali basse ed aperte, rincorrendolo per tutta l’aia assolata, spolverando come un trattore al lavoro nei campi.

Le macchine

Quello che lo eccitava di più però, era l’agguato all’automobile.

In campagna ne passano poche ma fanno un gran rumore per via delle buche sulla strada a sterro.

Il rombo del motore lo sente da lontano. Quando lo sente si prepara, sul margine della via, dietro la curva della stradella che viene a casa. Poi parte all’assalto della diligenza e abbaia. Se riesce tenta di mordere l’auto al fianco. Cerca di superarla, ma l’auto è di solito più veloce, nemmeno con le sue leve lunghe riesce a passarla.

Non c’è mai riuscito.

Non c’è mai riuscito, ma ieri sera si. Forse l’auto era più vecchia e lenta od il guidatore era anziano, non lo so.

Ma ieri Titti ha coronato il suo sogno ed ha superato la macchina.

Chissà che gioia, che emozione.

Quale orgoglio avrà provato? Che gli avrà voluto dire abbaiando? Schermirla perché lui aveva vinto e lei perso la corsa?

Che voleva fare quando le si è fermato davanti e l’auto lo ha travolto?

L’ho trovato stamani, nel fosso, al lato della strada, ed ho pianto.

Ceppoduro

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