Il mucchio. Parti di noi che vanno e che vengono

Mucchio

Il Mucchio. Oggi mi è caduto un pezzo di pelle. Sotto mi ero fatto una vescica qualche tempo fa, poi si è rotta ed asciugata, ora la pelle, ormai disseccata e non più unita allo strato inferiore si è staccata, è caduta per terra, dondolando un po per un po, poi, quando si è fermata, l’ho raccolta e gettata nel secchio, con la spazzatura.

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Una scultura di Carmelo Librizzi Parco d’arte Bum Bum Gà Montevarchi

Ma era una parte di me, certo, non troppo definita, forse irriconoscibile, ma pur sempre mia. Quanti pezzi avrò perso nella mia vita? Unghie, capelli, pelle, cellule, molecole ed atomi. E quanti pezzi avrò messo nel mio mucchio? Tutti i chili che mi son preso. E prima ancora, crescendo, tutte le volte che son raddoppiato. Di peso, di altezza e, poi, anche di larghezza. Mi chiedo se sono sempre io? Si sono io, ma potrei essere un altro. Se lo fossi, un altro io intendo, quando sarei passato da essere me a essere me 2.0. Non me ne sono accorto, neanche i miei amici, mia moglie e i miei figli, tutti continuano a chiamarmi Giancarlo o babbo, solo la macchina fotografica e lo specchio hanno intuito qualcosa, infatti mi vedono simile a prima ma diverso, a volte molto diverso.

Il mucchio finisce.

E quando sarò morto forse non sarò io a morire ma solo il me secondario.

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Quindi o vado via per l’immortalità o sono già morto e vivo in un avatar nemmeno troppo somigliante.

Pezzo dopo pezzo, ho rimpiazzato me stesso nel mucchio, negli anni ed ora sono un altro mucchio o, chissà, addirittura potrei essere già un terzo.

Però questa è la vita, che scorre come il tempo, togliendo un granello ad ogni attimo, mettendolo altrove, sostituendolo con altri o meno, finché il mio mucchio non è più ed un altro si forma da qualche altra parte nell’universo.

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Un mucchio di bottiglie di Carmelo Librizzi Parco d’arte Bum Bum Gà Montevarchi

Ma allora la morte è solo un mucchio disfatto, che non cambia più, qualcosa come un paradiso, luogo utopico e sereno e non soggetto al trascorrere del tempo, o un inferno, luogo di “punizione” e di “disperazione” per l’eternità. Ma senza mucchio, senza cambiamenti, la morte non sarà più “viva”, non sarà nulla. Forse sarà  il nirvana statico, con la sua imperturbabile consapevolezza ed immobilità, ad interpretare meglio la fine del mucchio.

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Un mucchio di Carmelo Librizzi Parco d’arte Bum Bum Gà Montevarchi

 

 

 

 

1 il mucchioCome in un’auto o in una barca sostituiamo i pezzi rovinati così facciamo con noi e a forza di cambiare restiamo vivi anche se siamo diversi. E quando non ci sono più cambiamenti? Quando non c’è più mucchio?

E’ la fine della vita.

La morte arriva quando il mucchio a cui togli un granello non è più mucchio.

Giancarlo

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