Gli intellettuali

Gli intellettuali

Quando ero giovane, mi domandavo chi fossero gli intellettuali, poi più tardi ho capito che erano persone che usavano le loro conoscenze per fare dei ragionamenti, specifici o di ordine generale, che spiegavano il mondo e cercavano di indirizzarlo nella giusta via.

Avrei voluto essere un intellettuale anch’io.

Conoscenze ne ho acquisite tante, anche se molte le ho perse in seguito, per mancanza di esercizio intellettuale.

Ma le conoscenze da sole non bastano, bisogna saper ragionare, ragionarci sopra. Ho cercato, trovato e provato tanti modelli, ma avevo sempre l’impressione che qualcosa mi sfuggisse e non riuscissi a cagliare.

Insomma invece di arrivare a certezze, finivo nel dubbio, la domanda era sempre la stessa quale analisi e, soprattutto, quale sintesi sarà giusta? Siccome non riesco mai a distinguere il falso dal vero, senza ideologizzare, come discriminare tra bianco e nero?

Piazza del comune ucine_lzn

Con il tempo

Con il tempo sono passato da una fase intransigente, di sole certezze ad una fase più misurata in cui ho accettato anche idee diverse, prima inaccettabili.

Nonostante questo enorme miglioramento sono giunto comunque alla fase finale della mia ricerca intellettuale personale, profondamente deluso, da me e dagli altri. Potremmo dire con questo risultato: “Tanto non serve a niente”. Gli sforzi, i ragionamenti, i compromessi, non cambiano la realtà, l’amara realtà, dove tutti fanno cose senza senso, cose che vanno contro il buon senso e che invece di migliorare le nostre condizioni generali ed avvicinarci alla felicità, creano barriere, distanze, ostacoli, ci mettono l’uno contro l’altro, peggiorando la vita, la nostra, della nostra famiglia e di quasi tutti gli altri intorno a noi.

Chi dovrebbe decidere

Coloro che dovrebbero decidere sul bene comune, in democrazia i politici, fanno a gara a chi fa peggio, chi dovrebbe bacchettarli perché non lo fanno (il bene comune) cioè gli intellettuali, non lo fanno. Non fa un cazzo nessuno! Ma non c’è nemmeno nessuno che protesti, nessuno che si indigni e dica: “No! Così non va. Voglio qualcosa di meglio, qualcosa di più per me, per noi noi, per i nostri amici ed i nostri figli”.

Ma, d’altronde, è anche comprensibile perché evitiamo di alzare la voce, siamo condizionati da mille lacci e laccioli (il classico “tengo famiglia”), siamo bombardati da troppe informazioni (tra cui è quasi impossibile distinguere quelle vere dalle false) e poi, infine, non abbiamo voglia di romperci i coglioni per cambiare il mondo (fatelo voi se volete).

Ma allora

Si ma allora più che un intellettuale, potrei dire di essere diventato un “omm ‘e mmerda”. A cosa è servito leggere, informarsi, ragionare sulle cose, studiare chimica,. Leggere di filosofia, di teologia (che avesse ragione Hans Kung: affermando che “Dio c’è”? Dio che, in barba a tutti i filosofi del mondo, ha già deciso tutto percui non possiamo autodeterminarci, a meno di fare i furbi o i disonesti, o forse entrambi: i politici.

Politici, persone che durano poco, ma ce ne sono sempre di nuovi e continua una rovinosa discesa verso il basso, forse non arriveremo mai al vertice, per risalire verso il cielo.

Non sarò un intellettuale ma nemmeno un “omm’e m…” e allora mi indigno.

Basta.

I politici devono agire nell’interesse generale. Per portarci vicino alla felicità e gli intellettuali devono dirci come stanno le cose, devono dire la VERITA’. La verità, eh si, la verità.

Giancarlo

 

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