Il signor Piantagliagli

Un bel nome sincero per una persona speciale.

Il signor Piantagliagli.

Nomen omen, il signor Piantaglialgi era un coltivatore, un contadino si direbbe. Ma, in realtà, non era un contadino vero e proprio: lui era un coltivatore diretto.

il signor piantagliagli

Aveva ereditato un piccolo appezzamento di terreno, alla morte del padre. La madre non l’aveva mai conosciuta, era deceduta dandolo alla luce. Aveva deciso di continuare il mestiere del genitore. Fino a quel giorno era stato un rappresentante di commercio. Una brava persona, di quelli che non ti fregano mai, piuttosto rinunciano alla vendita. Ma il “business” non era più lo stesso di quando aveva iniziato. Adesso occorre vendere, vendere, vendere. Raggiungere “budget” sempre maggiori. Ottenere margini sempre più alti. Meglio l’agricoltura.

In fondo un trattore ce lo aveva, con una serie di attrezzi utili a dissodare la terra, coltivare viti e olivi ed a vinificare l’uva raccolta. Qualcuno doveva pur usarli, qualcuno che sapesse cosa fare.

Non aveva mai guidato un trattore.

Ma lui non lo sapeva, non aveva mai guidato un trattore, un attrezzo del trattore, preso in mano una forbice o una zappa.

Per prima cosa si comprò il Sesto Cajo Baccelli, tanto per cominciare a capirci qualcosa.

Poi cominciò a chiedere ai vicini che, stranamente, lo aiutarono in tutto e per tutto, a volte andando da lui a fare i lavori assieme.

Cominciò col potare le viti, in realtà le potò tutte Gino, lui proprio non capiva quali rami si dovessero tagliare e perché. Comunque alla fine aveva capito che, male che vada, se mette tutti i tralci “in tre occhi” non sbaglia sicuro.

Poi preparò la terra per fare l’orto e cominciò a fare il semenzaio, mettendo presto a dimora le prime piantine.

La cosa che non piaceva fare a il signor Piantagliagli era dare l’acquetta alle viti, ma purtroppo, andava data, prima più frequentemente poi più di rado.

I pochi olivi che aveva li aveva lasciati senza potare, che gli hanno detto poteva farlo senza problemi.

Le prime verdure non tardarono ad essere pronte, ma l’orto, è vero, vuole l’uomo morto.
Si doveva continuamente zappare, trapiantare o seminare, annaffiare e via dicendo, ma  la roba…

La migliore estate della sua vita

Quella fu l’estate in cui mangiò più verdura di sempre, la roba dell’orto cresceva a velocità spaventosa. Insalata, cetrioli, zucchine, pomodori, melanzane, peperoni e via mangiando.

Avrebbe potuto diventare, senza accorgersene, vegetariano.
A Ottobre, quando l’orto era quasi sparito del tutto, vendemmiò.

Fece la vendemmia tardiva, voleva che il suo primo vino fosse speciale, ed il tempo lo aiutò, fu un settembre magnifico.

Dopo vendemmia raccolse le olive, ma sempre con l’aiuto dei vicini che erano andati anche a cogliere l’uva con lui.

L’olio non fu tanto, doveva dividerlo con gli aiutanti, ma buonissimo, almeno così gli sembrava.

Buon Natale a il signor Piantagliagli

Per Natale era solo, si accorse dopo quasi un anno di essere rimasto solo, il padre non c’era più, i colleghi scordati del tutto, i vicini a casa loro, con i loro famigliari.

Era stato un anno incredibile, il tempo era volato.

Si ricordò di una collega, ancora signorina, prese il cellulare e chiamò…

Ceppoduro

 

Arte in bottega a Corciano

Si è svolta domenica

26 Agosto 2018 la  quarta edizione dell’estemporanea a Corciano organizzata da Arte in Bottega.

Tema proposto: Sguardi, persone… un borgo, un tema non propriamente semplice dati i tempi stretti di una manifestazione del genere, che deve essere iniziata e completata in giornata.

Comunque i risultati sono stati molto positivi, ecco gli otto vincitori della “estemporanea Corciano 26 Agosto 2018” sono:
Primo premio MICHELE INNO, secondo premio ANTONIO MAZZIALE, terzo premio FRANCO SUSTA, quarto premio FRANCESCO COSTANZO, quinto premio MAURO DEL VESCOVO, sesto premio ILARIO FRATINI, settimo premio RAFFAELE TARPANI, ottavo premio TERESA CHIARALUCE. Io sono arrivato, più che giustamente, esimo. Ma ho fatto un grande quadro che sto rimettendo a posto.

Ho dipinto un quadro…

Ho dipinto un quadro nel quadro, lo sguardo che chiedeva il tema era quello di chi ammira il borgo, rappresentato dalla porta murata della sede dei sarti. E lo sguardo guarda come il borgo è stato rappresentato, durante l’estemporanea, da un altro pittore, il cui quadro è appeso al muro che chiude l’arco di quello che fu un portone. Muro che simbolicamente chiude la visuale, visuale che si recupera nel quadro appeso, che rompe il muro e permette di oltrepassarlo con l’immaginazione.

L’arco di pietra che apriva sulla sede dei sarti è inchiavardato con una pietra che porta scolpito il bassorilievo del simbolo dei sarti: Un giglio con le forbici. Il quadro appeso è quello di Antonio Civitarese, che lavorava vicino a me.
La tecnica usata per entrambi i dipinti è la tempera d’uovo grassa, una tecnica antica, dei tempi di Corciano, splendido borgo medioevale.

Eccovi qui il quadro in estempore, come l’ho ripreso a casa e quello di Civitarese.

Arte in bottega Arte in bottega

Ecco i quadri realizzati in estemporanea:

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La premiazione (arte in bottega):

Altre foto di Arte in bottega

ltre foto della manifestazione  e dei pittori partecipanti.

Tanti e tutti bravissimi.

Chi volesse ampliare le conoscenze su Corciano può consultare questo link.

Giancarlo