Il programma di Sviluppo rurale 2014-2020

Programma di Sviluppo rurale 2014-2020

“Cos’è

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Toscana consente di sostenere lo sviluppo delle aree rurali e il sistema agricolo regionale, attivando risorse pubbliche per 961 milioni di euro.

Il programma individua 6 priorità:

  1. Promuovere il trasferimento di conoscenze nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali;
  2. Potenziare la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e la2. redditività delle aziende agricole;
  3. Incentivare l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
  4. Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalla silvicoltura;
  5. Incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale;
  6. Promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali;

La realizzazione delle priorità avviene attraverso l’attivazione di un mix di misure e interventi rivolti al raggiungimento degli obiettivi regionali, ovvero:  crescita della competitività del settore agricolo

  • sviluppo delle zone rurali
  • salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio”

Questo, e molto altro ancora, si legge nel sito della regione Toscana.

Il programma è interessante ci sono un sacco di idee, più o meno buone, su come gestire 961 milioni di euro per aiutare l’agricoltura regionale.

Bello, direte, finalmente si fa qualcosa, si, ho visto un sacco di bandi aperti, un sacco di idee. Ma sapete come ho iniziato ad interessarmi alla cosa? Non perché sono giovane, ne agricoltore, ne perché ci siano in ballo un sacco di soldi, l’ho fatto per la pubblicità alla radio, ho cercato con Google il programma di sviluppo rurale 2014 2020, ed ho trovato il sito della regione Toscana che ne parla.

Ma la pubblicità cosa dice?

Parla ai coltivatori, ai forestali ai giovani imprenditori agricoli che dovrebbero continuare a salvare l’Italia dale frane, dagli smottamenti, dalle slavine e dalla desertificazione?

Nooo!

Consigliava di bere il Chianti, di cercare la “C” del Chianti e berlo fresco a 16 gradi circa, ma con moderazione.

Ma a che cazzo serve?

Chi l’ha pagata ‘sta cosa?

E chi l’ha pensata? Soprattutto.

Tutte le belle parole scritte sul sito della regione si trasformano, miracolosamente, in uno spot radiofonico. Speriamo non vadano a finire tutti li i soldi del piano.

Non è che altre regioni non abbiano fatto lo stesso, mi ricordo altri spot radiofonici simili.

Ora, per la verità mi ricordo poco lo spot, magari invitava a cercare in negozio la S di Sagrantino, ma insomma, non sono andato nelle marche o negli Abruzzi per quelli spot, ne mi ricorderò di comprare il Rosso Piceno al Lidl o la Passerina al Penny Market.

Sicuramente non lo ricorderà nessuno per comprare il Chianti alla Coop.

Ma dai almeno per quanto possano aver speso è tutto speso bene, nessun trattore è stato maltrattato per realizzarlo e neppure è servito un abuso di fitofarmaco. Insomma uno spot green G di Green, G di Ghiandi, bevete il Ghiandi, ma con moderazione.

Mentre i fossi si riempono, le rane ed i rospi muoiono la radio continua a gracidare parole su parole, su parole, soltanto parole parole parole, parole per te.

Ringraziamo, in stretto ordine alfabetico, tutti quanti hanno contribuito alla riuscita del programma:

Italiani

Italiani.

e

Italiani!

o

Italiani?

Ceppoduro