Pittura figurativa, la mia pittura viene da lontano…

La mia pittura figurativa

Pittura figurativa, è arte che racconta le storie, idee materializzate in disegni, dipinti, momenti di vita vissuta.

Pittura figurativa
io con una mia amica, per augurarle buon compleanno (1977)
Pittura figurativa
I volti mi hanno sempre affascinato, anche se non sono mai riuscito a renderli come volevo (1978)
Pittura figurativa
Angelo Branduardi, in una sua epica canzone (1979). Inizio di una mia storia a fumetti.
Pittura figurativa
Un’amica, di cui non ricordo più il nome (1980)
Pittura figurativa
Collosecco ed io che la guardo compiaciuto (1981)
Pittura figurativa
Il giovane vecchio, quando ti rendi conto del tempo che passa (1982)
Pittura figurativa
Quando sei incazzato e non sai che fare, ti senti come ti dipingi (1983)
Pittura figurativa
Quando la bellezza si esprime anche con pochi tratti e qualche punto (1984)
Pittura figurativa
Sempre la bellezza, la musa che guida l’uomo (1985)
Pittura figurativa
Uno sguardo che sfugge, che ti evita (1987)
Pittura figurativa
La composizione, l’equilibrio delle suddivisioni, delle linee, delle forme (1990)
Pittura figurativa
Insieme ma distanti
Pittura figurativa
Natale (1997)
Pittura figurativa
Come esprimere pietà, amarezza e amore? (2008)
Pittura figurativa
Drappeggi e trasparenze velano e svelano (2009)
Potenza e protezione del padre con il figlio (2010)
Pittura figurativa
I figli… le figlie, la figlia (2011)
Pittura figurativa
Per fare qualcosa di più sofisticato, occorre inventare la materia, un volto, una forma. (2012)
Pittura figurativa
Due ragazzi bellissimi i fratelli Bartoli (2013)
Pittura figurativa
L’essenza dell’Eros (2014)
Pittura figurativa
Una famiglia (2015)
Pittura figurativa
Un’amica, una bella ragazza, un selfie di Gaia Morici (2016d)
Pittura figurativa
Silvia Bocci e Livia Agueci
Pittura figurativa
Caterina Picchioni
Pittura figurativa
Ylenia Artini
Pittura figurativa
Un bellissimo pastore Belga, dal nome impronunciabile, ma molto molto elegante.
Pittura figurativa
Elliott Sailor
Elliott era una bellissima modella bionda, testimonial Bacardi in tutto il mondo e in forza a una rinomata agenzia. Passati i trent’anni, però, le sue occasioni di lavoro si erano ridotte di molto, così ha pensato di riciclarsi come modello. Io l’ho dipinta com’era.

Pittura figurativa

Pittura figurativa
Ad un’estemporanea a Bastia, non sapevo che fare, Franco Taccogna mi disse fai un cavallo…
Pittura figurativa
Una mia amica e una matita. Rosalia Zito.
Pittura figurativa
Peter Shilling, marito di Rosalia
Pittura figurativa
Gianni Arrigucci e Ylenia Artini.
Pittura figurativa
La famiglia di Maurizio Pigozzi
Pittura figurativa
Natura morta con Caberlot e Adoreo
Pittura figurativa
Michela Leprai, la mia adorata moglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Insomma

Le mie performance figurative partono da autoritratti a penna o a china, fatti tanti anni fa, fino ad arrivare agli ultimi ritratti ad olio. Spero siano di vostro gradimento.

Giancarlo

 

Cliccate sulle foto per ingrandirle, cliccate accora per vederle esagerate.

A fuoco. Perché torna il fuoco nei nostri boschi?

L’Italia va a fuoco

A fuoco, ma che succede, come può accadere?

a fuocoGli incedi non sono spontanei, si sa, anche l’uomo preistorico ha avuto enormi difficoltà ad accendere il fuoco, poi ha imparato. Basta una tanichetta di benzina, ma meglio un mix 1:1 col gasolio, prende meglio.

Ma perché si appiccano gli incendi?

Beh, c’è gente malata, gli piace vedere ardere qualcosa, specie se non è suo, gli piace distruggere. E’ una forma di potere.

Poi ci sono gli interessi, gli interessati, gli interessanti racconti di fuoco.

Anni fa si diceva che fossero i forestali Calabri ad appiccare gli incendi. Si diceva che venissero pagati per ripiantare il bosco bruciato e tanto gli bastasse per cercare di procurarsi e mantenersi il lavoro.
Oggi c’è chi collega il fuoco improvviso di questi mesi con la forestale smantellata, non che siano loro a rivolere il lavoro, ma non ci sarebbe più chi controlla.

Per me son tutte bufale, il bosco ricresce anche se non lo pianti, anzi francamente ho visto tanti boschi bruciati ma mai qualcuno che li ripiantava. Lasciate fare, ci pensa la natura. Il danno è grosso, flora e fauna distrutta, ma, lasciandolo fare, il bosco, piano piano, magari in più di vent’anni, si riforma, la vita ritorna sia quella vegetale che quella animale.

Di protezione, di guardie, il bosco non ha bisogno, casomai ha bisogno di esser coltivato.

Le piante più vecchie ogni dodici anni possono esser tagliate, lasciando le salve, piante più giovani, vigorose, che in altri dodici anni saranno pronte per il taglio. Magari si può tagliare con regolarità una parte del sottobosco, l’erica per esempio. Magari l’erba tutt’intorno. Nella stagione secca, facile preda di fiamme “accidentali”. Ma magari no, non si deve fare nulla. Meno che meno incendiarlo. Ma forse è meglio non dare fuoco alle sterpaglie, ai greppi, ai resti di battitura, specie se non siamo capaci e, forse, anche se lo siamo. Il fuoco non si controlla, il fuoco divampa, e non servono secchi, scope o Canadair.

a fuoco

Ah, dimenticavo, in Italia non abbiamo un catasto dei boschi, aiuterebbe a non dimenticarci che quello era un bosco, ma non serve contro gli incendi. Basterebbe ragionare.

a fuocoPurtroppo l’uomo, animale tra gli animali, è l’unico a saper ragionare ma anche a saper usare l’accendino.

Ceppoduro

 

fonte:

ilfattoquotidiano.it

V EDIZIONE DI ” PENNELLATE D’ARTE” A CITTA’ di CASTELLO

Ieri, 15 Luglio 2017, si è svolta la V EDIZIONE DI ” PENNELLATE D’ARTE” A CITTA’ di CASTELLO ( PG)

Sponsor il bar di fronte.

IV EDIZIONEDonatella Masciarri, organizzatrice, ha scritto per la IV EDIZIONE:

Grande successo per ” PENNELLATE D’ARTE”… oltre 40 artisti so sono cimentati in un estemporanea e mostra concorso oggi a di Castello. Vincono le rispettive sezioni Annamaria Veccia e Alvaro Vicaroni. Bravissimi e un plauso gigante a tutti quanti… Grandi maestri e anche giovanissime leve. Un ringraziamento particolare al BA. CI. bar e Lucrezia che ci hanno ospitato.

Gjergj Kola ha scritto:

Queste sono performance artistiche tramite le quali l’arte della pittura mostra l’energia e la magia dei colori, dei contrasti e dello spazio è più vicina alle persone. In qualche modo questa bellissima arte tende a penetrare nel pubblico direttamente. Ringrazio l’assessore alla cultura di Sansepolcro Gabriele Marconcini per l’invito che mi ha fatto una settimana fa. E per la performance a Città di Castello. Ringrazio il presidente dell’associazione “Amici del arte “di Bastia Marco Giacchetti e i suoi colleghi. Un ringraziamento per la signora artista Donatella Masciarri per l’invito per una performance dei ritratti a Città di Castello per il 7 -08-2017.

Annamaria Veccia, che ha vinto, ha scritto per la V EDIZIONE:

– Citta’ di Castello -( PG)

GRANDE SODDISFAZIONE PER AVER VINTO CON LA MIA OPERA : ” IL SENTIERO DELLA VITA” SEZ. ESTEMPORE, LA QUINTA EDIZIONE DI ” PENNELLATE D’ARTE” , CHE SI È’ SVOLTA SABATO 15 LUGLIO 2017 A CITTA’ DI CASTELLO ( PG), ED ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE ARTISTICA ” AMICI DELL’ARTE E CIAO UMBRIA”.

Io, che non ho vinto,  non potevo essere da meno e mi sono rifatto a lei per i commenti:

GRANDE SODDISFAZIONE!!!!!

L’OPERA NON VINCE IL PRIMO PREMIO DELLA V EDIZIONE DI ” PENNELLATE D’ARTE” A CITTA’ di CASTELLO ( PG)
Ma a me piace tanto cosiccome spero a voi.
L’abbiamo fatta dalle 14 alle 18, non mi sembra male.

CLICCATE SULLE IMMAGINI SE VOLETE INGRANDIRLE

Poi abbiamo anche realizzato dei piattini che sono stati dati in premio:

GRANDE SODDISFAZIONE!!!!!

IV EDIZIONE DI ” PENNELLATE D’ARTE” A CITTA’ di CASTELLO ( PG) ho fatto anche due piattini che sono andati in premio a qualche pittore. Cissà a chi?

A me hanno dato il piatto fatto da Annamaria Veccia

Nessun testo alternativo automatico disponibile. V EDIZIONEGRANDE SODDISFAZIONE!!!!!

L’OPERA VINCE IL PRIMO PREMIO DELLA IV EDIZIONE DI ” PENNELLATE D’ARTE” A CITTA’ di CASTELLO ( PG)

 

Scritti contro la Guerra, contro la guerra scritti.

Scritti contro la Guerra

Scritti contro la Guerra dal profilo FB di Santino Gallorini, copio un suo post, dove spiega:

“Pubblico un altro drammatico racconto di Romano Salvi, che da bambino fu testimone dei ‘GIORNI DELLA CHIASSA’ e di altre tragiche storie.
GRAZIE Romano, per la condivisione. (Pubblicali questi tuoi ricordi!)”

.LE SCARPE DI CAMOSCIO…………..
….Sullo stradone che scorre in fondo alla collina del casolare, passano sempre più spesso motociclette a tre ruote con a bordo due tedeschi. Uno è alla guida, un altro è seduto su una carrozzina. In testa hanno un elmetto e a tracolla un grosso fucile. Un giorno una di quelle moto a tre ruote si ferma. I tedeschi scendono e sparano. Dalla finestra del casolare si sentono gli spari. Si vedono solo i tedeschi che ripartono con la motocicletta.

Bruno si riaffaccia alla finestra e vede il babbo e gli zii che scendono verso lo stradone.

Laggiù, proprio dove si erano fermati i tedeschi, c’è tanta gente. Anche Bruno segue, senza raggiungerli, il babbo e gli zii. Arriva fino alla strada e s’infila in mezzo a un gruppo di persone in silenzio. Davanti al fossetto che delimita la strada c’è un mucchio di ghiaia. Uno dei tanti disseminati lungo la strada, che gli stradini spargono ad ogni stagione sul tracciato per tenerlo ben livellato.

Bruno si fa largo.

Nessuno lo ferma, neppure il babbo e gli zii, tutti in silenzio. Si affaccia sul fossetto e ci vede disteso un uomo, molto giovane e ben vestito. Ha le scarpe di camoscio, sembra che dorma. Ma le formiche gli scorrono sul viso e sugli occhi aperti. Lui non si muove. Sulla fronte ha un rivolo di sangue secco che parte da due piccoli fori. È a lui che i tedeschi hanno sparato dopo averlo messo in piedi sopra il mucchio di ghiaia.

Lo capisce anche Bruno. Anche se non sa che il ragazzo è un partigiano sceso dalla montagna. Le Ss lo sapevano. L’hanno catturato e ucciso sul posto. Anche se era disarmato e ben vestito per non essere riconosciuto. Dal paese dove Bruno la domenica va a messa con la mamma. Arriva un uomo che spinge un carretto. Altri uomini sollevano il ragazzo e lo adagiano sul carro. Lo porteranno al cimitero per seppellirlo.

Al ragazzo con le scarpe di camoscio le Ss hanno almeno risparmiato le torture.

le Ss hanno almeno risparmiato le torture, non il massacro dei suoi cinque compagni. Tutti partigiani non ancora ventenni. Tutti dello stesso paese. Quando Bruno sarà grande leggerà i loro nomi su una lapide che ricorda il massacro. Affissa davanti al cancello di una villa, lungo la salita di una collina, da dove era riuscito a fuggire a piedi. Il ragazzo ucciso sopra il mucchio di ghiaia.

Gli altri cinque erano già stati catturati e trascinati contro il muro della villa, dai tedeschi che stavano saccheggiando le case dei contadini. Non li avevano uccisi fucilandoli, li avevano impiccati al cancello della villa. Uno per volta. Infierendo sul corpo di ogni vittima con colpi di pistola. Ai parenti fu impedita perfino la sepoltura dei corpi, massacrati con ferocia disumana. Forse avevano finito di sfogarla quando hanno ucciso il ragazzo con le scarpe di camoscio. Lasciando, almeno, ai contadini la pietà di seppellirlo.

Scritti contro la Guerra

Scritti contro la Guerra.

Ricordate di non farlo più.

Erano uomini, erano così giovani.
Non attendete un Dio misericordioso.
Siatelo voi.
Siamolo noi.
Viviamo in pace, con noi e con gli altri.
Giancarlo