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Tasse

Tasse: la costituzione non ne parla, se non indirettamente negli articoli:
Articolo 2 e 53.

TASSE e COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 53.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività

Questo sembra tutto, a parte altri cenni sul pareggio di bilancio, nessuna menzione a tasse e gabelle.

Quindi contribuire economicamente alle spese della Repubblica è richiesto inderogabilmente a tutti in ragione della capacità contributiva (della disponibilità personale).

Bene, bene, bene.

Si devono pagare le tasse, o almeno si deve contribuire alla ricchezza pubblica e deve concorrere di più chi ha di più.

Ma chi paga le tasse?

Sicuramente i cosiddetti “consumatori”. Sono i migliori pagatori. Ci sono tasse come l’IVA che non sono “evitabili”, loro le devono pagare. In molti casi il balzello è del 22% del valore della merce, non poco direi, ma accettabile se tutto gira bene donare un quinto del valore acquistato è ragionevole e possibile.

Però questa è una tassa ingiusta, colpisce allo stesso modo, per lo stesso importo, sia chi ha tanto che chi ha poco. Qualcuno cerca una giustificazione nel fatto che il ricco spenderà molto ed il povero meno, il che riequilibra la tassa ma non le differenze sociali. Differenze, d’altronde, che non mi sembra vogliano essere riequilibrate da nessuno, ma forse sbagliamo.

Le tasse più giuste, anche se molto salate, sembrano essere quelle sul reddito, se tutti lavorano (sic), tutti contribuiscono, ed in proporzione al guadagno.

Peccato che non tutti paghino: Qualcuno legalmente con gli sgravi fiscali, che altri invece non hanno. Qualche “contribuente” non paga perché non è conosciuto o si nasconde al fisco. Questi “non contribuenti”, confidiamo, saranno ricercati, trovati e perseguiti. Ricercati sicuramente. Trovati raramente. Perseguiti mai.

Questa sembra una forte sperequazione. Ma non è la sola. Abbiamo tasse sugli immobili, sulle automobili, sui mobili, sui fermi e sugli infermi e chi più ne ha più ne metta, che anche loro non sono ne eque ne solidali. Per questo… possiamo dire che…

Le tasse ci sono.

Ma a pagare sembrano sempre i soliti, soprattutto senza proporzionalità.

E’ una questione di cultura, di etica: si cerca di pagar meno nascondendo l’importo versato e, contemporaneamente, si sfoggia ricchezza mostrando di avere più di quanto sia possegga veramente.

Dovremmo insegnare ai nostri giovani ad essere orgogliosi di contribuire più di altri alla vita comune, orgogliosi di mostrare non quello che si ha ma quello che si paga di tasse.

Questo non precluderebbe di possedere più di altri, perché ci verrebbe chiesto in proporzione a quanto abbiamo, a tutti.

Ma prima dovremmo far piazza pulita dei ladri, dei corrotti e di tutti gli approfittatori che girano intorno a noi. Non sarà facile ma possiamo vincerli se non li invidiamo, se non li consideriamo furbi, se non lo faremmo anche noi se potessimo. La sfida è solo culturale. L’etica si insegna, prima, in famiglia con l’esempio e poi a scuola con le parole.

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Invertiamo la rotta.

Insegniamo ai nostri figli.

Pretendiamo una scuola migliore.

Denunciamo pubblicamente che imbroglia.

E speriamo bene perché la vedo dura.

Ceppoduro

 

 

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