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Talent Show Valdarno 2018

Si è conclusa la prima edizione del

Talent show Valdarno 2018

“Talent Show Valdarno 2018” musica e pittura al Giardino delle Rose di Piandiscò gran finale il 16 dicembre.

A Piandiscò, al Giardino delle Rose di piazza Europa, il Team 1.2.3 ha organizzato la prima edizione del “Talent Show Valdarno”, che abbina la musica alla pittura. Con l’allestimento di una mostra di pittura moderna basata sui temi o i testi delle canzoni partecipanti allo show.

Nel video del canale  Valdarno 24  l’organizzatore Roberto Stellato descrive le regole del talent.

Alla manifestazione era abbinata anche una mostra collettiva di arte moderna realizzata presso “La Filanda”, il polo espositivo di Loro Ciuffenna.

Alla fine di due gironi di eliminazione una giuria ha valutato le performance canore dei cantanti ed un’altra quelle dei pittori. Sono stati giudicati anche i quadri esposti a La Filanda.

Alla resa dei conti sono andati meglio i cantanti od i pittori ?

Non saprei dirlo, a detta di molti, il livello canoro era molto alto e la giuria a dovuto lavorare molto per riuscire nel suo giudizio.

Per la giuriail giudizio non deve essere stato facile,neppure sui pittori, vedrete voi stessi che potenza di fuoco è stata espressa.

L’organizzazione si è prodigata molto per realizzare l’evento e la riuscita è stata completa, tra presentazione, due semifinali e finale sono state brillantemente risolte le piccole problematiche, fino portare il livello organizzativo della finale quasi a perfezione.

Il principale inconveniente nel bel mezzo della serata è stato l’inizio di una nevicata, che appariva importante,  che ha costretto qualche partecipante al ritorno a casa anticipato e rischiato di far interrompere la serata. In seguito, fortunatamente, la neve si è tramutata in pioggia e tutto è potuto finire nel meglio dei modi.

Segue il reportage visuale delle opere:

Ecco le foto (comprese le opere già esposte alla filanda).

Talent Show Valdarno 2018 Talent Show Valdarno 2018

L’ordine di arrivo al Talent Show Valdarno 2018:

Primo

secondo

Terzo

Primo alla Filanda

Grazie

Giancarlo

CIVITELLA 2018

Bella mostra concorso nella ridente cittadina Aretina.

CIVITELLA 2018

Lo scorso Ottobre, dal sei al ventotto, si è svolta a Civitella in Valdichiana una pregevole mostra concorso denominata: “XXV edizione del Premio Nazionale di Pittura Città di Civitella”.

E’ un premio a valenza nazionale, riferimento artistico per molti pittori, professionisti e non. Dino Tiezzi, della locale pro-loco, anche quest’anno ha curato la mostra in maniera esemplare.

Durante la presentazione il sindaco Ginetta Menchetti ha detto:

“E’ un premio che nasce nel 1966 per volontà della Pro loco di Civitella. Mantenuto in seguito con la collaborazione dell’amministrazione comunale. La quale ha da sempre investito in tale iniziativa ritenendola un’importante opportunità di crescita culturale per la propria comunità. Ma anche preziosa occasione di promozione e valorizzazione del nostro territorio, raccogliendo opere dei pittori più quotati e conosciuti del panorama nazionale”.

I quadri che ricevono i primi premi sono in seguito acquistati dal Comune e vanno ad implementare la Galleria di arte contemporanea di Civitella, che vi invito caldamente a visitare. Galleria che non ha nulla da invidiare ai più affermati musei di arte moderna sparsi per la penisola.

Ecco le opere esposte a CIVITELLA 2018

Alcune sono veramente belle, vi consiglio di guardarle bene tutte, ingranditele cliccandoci sopra e, in funzione del vostro video, cliccandoci ancora una volta.

Civitella 2018Di seguito aggiungo alcune immagini del borgo di Civitella.

Civitella 2018

Spero che vi piacciano e vi invito ad andare personalmente. Così potrete vedere anche il vasto panorama sulla valdambra e sulla valdichiana. Potrete visitare il museo, la sala della memoria e tutti gli altri monumenti di Civitella:

  • Il borgo storico di Civitella.
  • Il castello, eretto nel 1048 e circondato da un’imponente cerchia muraria. Il castello, trasformato dalla Wehrmacht in quartier generale durante l’occupazione nazista, fu semidistrutto durante un bombardamento alleato nel 1944 e mai ricostruito.
  • Il palazzo pretorio (XIV secolo).
  • L’antica cisterna, che sorge al centro del paese.
  • Villa Oliveto, situata in località Oliveto e antica dimora dei conti Barbolani di Montauto.

Un quadro del museo:

Civitella 2018Il mio premio

Civitella 2018

 

Giancarlo

fonte: Valdichiana oggi

Lavori nella variante della provinciale del Valdarno

Lavori

Lavori nella variante della provinciale del Valdarno, strada inaugurata da pochi mesi non senza intoppi vari e polemiche.

lavori La variante da Levane fin oltre l'autostrada, che poi prosegue parallela all'A1 fino al casello e dovrebbe proseguire per arrivare a Figline e Incisa
La variante da Levane fin oltre l’autostrada, che poi prosegue parallela all’A1 fino al casello e dovrebbe proseguire per arrivare a Figline e Incisa

Sono alcuni giorni che stanno riasfaltando (il tratto in giallo).

Valdarno1 lavori
Lavori, nuova asfaltatura nella parte gialla. Per ora è stato fatto il tratto tra le due rotonde

Ma il fondo precedente era buono e senza buche.

Passando sembra stiano aggiungendo uno strato di asfalto al precedente e dalla terra presente sul vecchio asfalto sembra che debbano rialzare il manto per permettere all’acqua piovana di defluire dai canali laterali.

Sotto i guard-rail infatti il terreno è rialzato e l’acqua non può uscire che dagli appositi canaletti in cemento.

Naturalmente le ragioni possono essere altre e ben valide, ma stupisce che una strada nuova ed in buone condizioni debba essere riasfaltata.

A noi sembra uno spreco.

Se poi avessimo ragione, si trattasse di livelli sbagliati; chi ha sbagliato, chi pagherà per il nuovo manto?

Sarebbe interessante saperlo.

Giancarlo

PS:

Parlando, in seguito, con alcuni addetti ai lavori, sembra che la riasfaltatura sia regolare e prevista nei lavori.
Sembra sia un metodo per ottenere un superficie finale migliore.

Ma forse andava fatto prima che crescesse cosi tanto l’erba laterale, forse, chissa?

Source

ArezzoWeb.it

ValdarnoPost.it

ArezzoNotizie.it

Monumenti, due esempi di benvenuto esemplari, nel Valdarno.

Monumenti

Credo sia previsto, quando si realizzano opere pubbliche, di spendere un certo importo percentuale al costo dell’opera, in opere d’arte. In valdarno a seguito delle opere di viabilità, rotatorie e strade, per l’ospedale si son fatti due monumenti. Fortunatamente, adesso, con la crisi ed il taglio alle spese, i monumenti non si fanno più.

Comunque ritengo sia questa la ragione per cui, anni fa, hanno realizzato due opere piazzate all’ingresso di Montevarchi e di San Giovanni, due ridenti cittadine del nostro Valdarno superiore sud.

Grazie alla crisi, fortunatamente, dopo di queste non ne hanno installate più.

Monumenti a San Giovanni

Arrivando a San Giovanni, dalla statale 69 provenienti da Montevarchi ci imbattiamo nella statua a figura femminile meno bella che abbia mai visto.

Monumenti Panorama 1
Panorama 1
Monumenti Da dietro 2
Da dietro 2
Monumenti 3
3
Monumenti 4
4
Monumenti 5
5
Monumenti 6
6
Monumenti Panorama 7
Panorama 7
Monumenti Di davanti 8
Di davanti 8
Monumenti 9
9
Monumenti Di fianco 10
Di fianco 10
Monumenti 11
11

Non lo dico con soddisfazione, lo dico perché mi spiace che abbiano buttato i nostri soldi così male e inutilmente.

Monumenti

La statua saluta le genti del Valdarno che arrivano a San Giovanni, è posizionata in una bella e ampia  rotonda. Peccato che il muretto di contenimento della collinetta fiorita su cui è posta la statua si siano disgregati al primo gelo. Ma oramai quei mattoni porosi erano stati utilizzati. Che dovessero resistere al gelo, ne al progettista, ne ai muratori, era venuto in mente. La statua dicevo si erge al culmine di questo dosso artificiale, è alta e imponente. Ma informe, anoressica, senza culo, senza tette, con un gran capoccione e in una posa innaturale.

La miglior posa è da dietro, la numero 2, si vede un accenno di glutei, un bel polpaccio, peccato manchino le spalle e i fianchi e anche dei bracci se ne veda uno solo.

Nemmeno vista davanti, dal suo lato destro, è poi così male. Peccato che questo lato si possa vedere solo affrontando la rotonda verso Montevarchi e girandosi indietro. Un po pericoloso direi. Comunque anche qui, nonostante l’accenno di fianco destro e di poppe, il braccio si posa a lato del ventre come steccato. Seguito da una manona a paletta, con l’avambraccio girato al contrario. Più sopra, un naso Etrusco, esageratamente evidente.

I peggiori profili sono i due di fianco, si vede bene che il blocco di marmo, è dritto come un palo. Non è stato che appena appena abbozzato. Era un parallelepipedo quando fu estratto estratto dai cavatori, e un parallelepipedo è rimasto. Comunque il peggio riguarda le sproporzioni anatomiche, il braccio è scimmiesco e l’altezza è esagerata, più consona a modelle scandinave che a bellezze locali.

E poi la testa è enorme, pesante, speriamo almeno sia pensante; certo che di pensieri deve averne, eccome, grande com’è.

Epperò la testa, che di fronte o didietro sembra così maestosa di fianco perde volume nella calotta cranica, didietro, dove potrebbe stare la maggior parte dei neuroni. Come a dir che non v’è scienza, o forse che il sassotto s’è rovinato nel trasporto perdendo una scheggia, che era troppo sforzo riattaccarla.

Ma tant’è, quel che manca di dietro non è tolto di lato e la testa sembra enorme o carente. Peccato, l’idea era buona, arrivi a San Giovanni e trovi il bello di fronte a te, e cosa c’è di più bello di una bellezza locale? A saperla fare, nulla!

Monumenti a Montevarchi

A Montevarchi non volevano essere da meno. Anche loro un bel monumento nella rotonda a salutar coloro che vengon via da San Giovanni. Che se uno vien da Laterina, non ci vogliono aver niente a che vedere, e men che meno fargli trovare una statua di benvenuto sul cmmino.

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Beh, loro sono stati più onesti, forse d’arte non capivano e d’arte nulla hanno fatto. Poi non volevano distrarre troppo il guidatore, di lato due paletti di ferro lisci lisci, come i paletti di marmo della statua del paese vicino, di fronte un  pezzo di ferro ammiccante ad un possibile monte di varchi o di archi, che non si sa se abbia niente a che fare con il logo del Monte dei Paschi. Monumento spartano, iconografico e crittografico. Forse un po pesante con quei pieni laterali alti che sembrano indebolire la struttura di base. Forse è per questo che le torri, che in cima devono essere più leggere per evidenti ragioni statiche, non le costruisce più nessuno. Torri e campanili forse sono troppo banali. Come il monumento di San Giovanni anche questo ha da avere la tesa grossa e pesante. Sarà campanilismo?

Verdetto finale

Giudicate voi ma, a mio parere, vince Montevarchi.

Tra tutti e due i monumenti chissà i soldi che ci son costati.

Io, allo scultore dei Sangiovannesi, i soldi del compenso li richiederei indietro e, sempre io, se fossi quello scultore i soldi li renderei tutti per non farmi infamare e per non sentirmi chiedere anche i danni.

Non me ne vogliate o genti del Valdarno, ma quel che va detto va detto e, giuro, avrei preferito tesser le lodi di quel che c’è.

Giancarlo

 

Abitanti, parliamo degli abitanti del valdarno.

Parliamo degli abitanti del Valdarno.

Abitanti

In particolare mi vorrei soffermare sugli abitanti di Bucine e su quelli di Levane.

I primi sono detti Bucinesi ed i secondi Levanesi.

Nei secoli non è mai corso buon sangue tra le due comunità, a causa di certi scherzi e sfottò che si sono sempre scambiati.

Comunque sia, oggi le due comunità vivono in quiete tra loro, tra l’altro sempre meno Bucinesi e Levanesi vivono nei rispettivi paesi, la globalizzazione ha portato genti di tutto il mondo a diluire le specificità.

Ma noi, per la nostra trattazione assumeremo che a Bucine vivano tutti Bucinesi ed a Levane vivano tutti Levanesi. ogni comunità con le sue specificità distinte tra loro ed indistinte tra compaesani.

Inoltre vorrei dirvi che dovrete credermi per forza anche quando le mie affermazioni vi parranno assurde o paradossali e per questo mi guarderò bene dall’affermare che tutti i Bucinesi sono bugiardi, vi dirò invece che gli uomini di Bucine  dicono sempre il vero mentre le donne di Bucine dicono solo falsità. I Levanesi, stranamente si comportano esattamente al contrario. E quando parlo di donne ed uomini mi riferisco al sesso degli individui di tutte le età, bambini o centenari che siano.

Abitanti

Chiaramente sapere queste cose aiuta molto chi volesse sapere se un abitante qualunque dei due paesi è uomo o donna, è sufficiente chiedergli  “Sei di Bucine ?”  e sentire se risponde si o no. Possiamo anche domandargli se è di Levane con le risposte invertite. Poi per sapere di dov’è, di Bucine o di Levane si chiede “Sei un uomo? e risponderà si o no. Al contrario si può chiedere se è donna con le risposte al contrario. Se qualcuno ti dice “sono un uomo di Levane”, allora significa che è una donna di Bucine. Se dice “o sono una donna o sono di Levane”, allora significa che è una donna di Levane. E via andando.

Vi ho raccontato come vanno le cose in Valdarno,

Abitanti

ma in realtà sia Levane che Bucine oltre che trovarsi in Valdarno si trovano ancorché in Valdambra dal torrente Ambra, affluente di sinistra dell’Arno, che da il nome anche ad Ambra una ridente cittadina nel comune di Bucine i cui abitanti sono detti Valdambrini.

I Valdambrini maschi si dedicano tradizionalmente all’edilizia e sono sostanzialmente o muratori o manovali. i muratori dicono sempre il vero e i manovali sempre il falso. Ad Ambra nessuno può dire «sono un manovale». Se di due Valdambrini uno dice “siamo entrambi manovali”, allora lui è un manovale, ma l’altro no. Se dice “almeno uno di noi è un manovale”, allora lui è un muratore, ma l’altro no. Se invece dice “o sono un manovale o siamo entrambi muratori”, allora entrambi sono muratori. E con la banda andando.

Credo che ora, sarete in grado di praticare la zona senza sorprese e fraintendimenti.

Se, paradossalmente, la lettura di questo post vi ha resi ebrefenici, paranoici o catatonici io posso solo aggiungere che, con John Cage, “Non ho niente da dire, e lo sto dicendo”.

Giancarlo

Abitanti