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Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti.

Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti. TTIP

Transatlantic Trade and Investment Partnership. TTIP

Cos’è? E’ un trattato che ha lo scopo di creare una zona di libero scambio tra USA ed Europa. Abbattendo barriere doganali ed uniformando regolamenti e legislazioni si creerebbe un’area commerciale, probabilmente, la più grane del mondo. Vasta e libera. Libera di esportare, senza controlli senza divieti.

Si stima che il pil mondiale aumenterà entro il 2030 di mezzo punto percentuale, se il trattato verrà fatto.

Sarà possibile esportare i nostri formaggi i America senza dazi, finalmente uno sfogo commerciale alla stagnazione di mercato per i pastori Italiani.

Insomma sembra bello, almeno stando a chi è favorevole.

Non è che finora fosse facile giudicarne gli scopi, il trattato è stato ufficialmente desecretato nel 2014 ma solo oggi i deputati Italiani hanno la possibilità di leggerlo, in un’apposita sala di lettura in parlamento. In realtà ci sono alcune limitazioni, ma  altrimenti si può cercare on-line, dove si trova tutto e di tutto.

C’è chi è favorevole, dicevo, ma c’è chi è contrario, come Greenpeace e l’associazione campagna stop TTIP.

Ci sono molte ragioni per condividere le preoccupazioni dei contrari.

In primo luogo la segretezza: non è bello far le cose di nascosto.

In secondo luogo la vaghezza degli scopi dei promotori e dei vantaggi per la comunità.

Terzo la perdita di etica. Non si vive di sola etica ma della sua mancanza si muore.

Aumentare il profitto a scapito della qualità offerta, non è etico. Imporre regole meno stringenti sui controlli e sui limiti accettabili non è etico, è criminale.

Abbiamo veramente bisogno di questo trattato?

Forse che non riusciamo a trovare uno smart-phone americano in vendita nei nostri negozi? O forse ci vorrebbe una maggiore disponibilità hamburger ad un prezzo migliore, si forse sarebbe meglio trovare del vero Gallo Nero Californiano negli scaffali delle nostre enoteche e non quell’insulso Chianti che abbiamo.

Siamo sicuri che i pastori Sardi Toscani riusciranno ad esportare il pecorino o il marzolino in Alabama? O non dovranno chiudere bottega perché non potranno competere con il formaggio della North Carolina, fatto con latte ormonale di mucche ormonate che  producono “latte” a fiumi, come piovesse in Ambrella.

I nostri agricoltori saranno in competizione con i Rancheros, finalmente, era ora che aziende di pochi ettari si confrontassero con altre che coltivano aree più grandi delle nostre ex province. OGM, pesticidi polli al cloro, ci dovremo adattare al loro stile di vita, uno stile “Awuanagana” mentre il “made in Italy” sarà sempre più made e meno in Italy, ma la cola non ci mancherà, colà.

Insomma il TTIP non ci piace.

NHJ
Bigmac_McDonald’s・Tokyo,_Japan photography day, 2006/10/24 photography person kici ja:日本マクドナルド Nessun autore leggibile automaticamente. Kici presunto (secondo quanto affermano i diritti d’autore). – Nessuna fonte
Ci piacciono le cose semplici, Italiane, verdure, salumi, carni fresche o secche, pesci , uova, pasta e riso, ma tutto fatto come sappiamo farlo noi, con i nostri metodi e le nostre regole. Non abbiamo bisogno di altro.
Cheeseburger
A cheeseburger. Renee Comet (photographer) – This image was released by the National Cancer Institute, an agency part of the National Institutes of Health, with the ID 2652 (image) (next). Questo tag non indica lo status del copyright dell’opera ad esso associato. È quindi richiesto un normale tag di copyright. Vedi Commons:Licenze per maggiori informazioni. English | Français | +/− Dettagli dell’autorizzazione This image is a work of the National Institutes of Health, part of the United States Department of Health and Human Services. As a work of the U.S. federal government, the image is in the public domain. Mostra altro Pubblico dominiovedi termini File:Cheeseburger.jpg Creato: 1 January 1994

Guardatevi una di quelle oscene trasmissioni sui cibi americani, Chili con carne o carne (ribs) coperta con salsa barbecue, oppure solo carne tritata e formaggio Cheddar, il tutto addolcito con un mare di sciroppo d’acero è quello che troveremo nelle nostre tavole. Solo quello.

No!

Il TTIP No.

Ceppoduro

fonti:

Campagna stop TTIP

Wikipedia

Commissione Europea

ANSA

Greenpeace

Greenpeace 2

 

 

 

 

 

TTIP

TTIP!

Ho ascoltato una trasmissione di RAI 3:

RADIO 3 EUROPA

Il mondo visto da Bruxelles.

Raccontava che all’EXPO, sarà presente il padiglione Europa. Tra l’altro posto di fronte a quello Italia, ma non per fronteggiarsi, no, solo a significare l’importanza dell’Italia per l’Europa,…

…bah!

Comunque, a parte questi francesismi, mi ha incuriosito che il padiglione Europa avrebbe aperto l’otto Maggio- Non oggi, il primo Maggio, il giorno di apertura dell’evento.

In ritardo anche l’Europa, mi son detto, oppure vuole farci un dispetto, e n’avrebbe ben donde, se diamo retta a quel che dicono su quelli che abbiamo fatto noi a Lei.

…Bah, bah, bah!

Fortunatamente ho scoperto che non è così, niente ripicche, ne riquadri, ne rifiori, insomma non è un azzardo. Il nove Maggio è l’anniversario dell’Europa, quindi apriranno l’otto. Beh, ma allora potevano aprire anche il primo, no?

Mi sa che è una ripicca davvero, vogliono far passare male il Tramaglini, porello.

Comunque abbiamo sentito lo spot dell’Europa sulla sua partecipazione all’EXPO e la rassicurazione, della conduttrice che l’Europa c’è! Anche se ufficialmente solo dall’otto. Ma se c’è perché non apre? Insomma un’Europa contraddittoria, che non sa quel che vuole, ne quel che fa, ma lo fa e lo vuole. Comincio ad innervosirmi, davvero).

E l’Europa c’è perché… come ha tentato di spiegare un dirigente di padiglione Europa Matteo Fornara, perché è presente nonostante la pioggia. Se pioveva stava a casa sua l’Europa. Meno male che al sud fa sempre bello!

Intanto Fornara ci ha detto che la posizione (del padiglione) vicino all’Italia è strategica, perché l’Europa conta e deve contare per tutti i paesi dell’unione, ma allora doveva averceli tutti intorno in cerchio (i padiglioni), non solo quello dell’Italia. Ma forse allora quelli dietro si sarebbero offesi, chissà? Questo aspetto non siamo riusciti a coglierlo. Comunque oltre al padiglione Italia c’è, vicino all’Europa, l’albero della vita. A dimostrare la faccia amichevole e serena dell’Europa, in momenti, come l’attuale, in cui questo rasserenamento non viene colto dai cittadini. Forse nemmeno l’amicizia.

La conduttrice, che sinceramente non sembrava averci capito molto, ha chiesto infine se questo  significasse che l’Italia è “cool”, Nonostante tutto? Ripetendo la domanda ripetutamente. Ora io non credo che si possa dare del “cool” all’Italia? Non mi sembra corretto! Poi mi chiedo perché “cool” e non “ganza”, “figa” o “simpaticona”?

Anche per voi è meglio il “cool”?

E lui prontamente ha detto che hanno dei personaggi divertenti. (Chi???)

Hanno però uno “show” (Cosa?) molto divertente (???).

Poi si è capito, hanno fatto un cartone animato con dei personaggi che spiegano tante cose. Anche usando effetti speciali tipo “Disney”, per esempio”.

Insomma ci sono due personaggi, con dei cani, che iniziano male e finiscono bene. Nonostante i cambiamenti climatici, lavorando insieme, lavorando insieme tramite gli effetti speciali, effetti speciali che “vorrebbero essere visti anche dai cittadini”, chioccia la conduttrice. Lavorano con i numeri, i numeri che l’Unione da nel sito dell’EXPO Con la sicurezza alimentare, che dopo settant’anni di storia è stata raggiunta in Europa. Anche se non dovunque, la sicurezza alimentare c’è, c’è quasi dovunque, in Europa. Quasi. Quasi?

Mi domando se è quasi dovunque, dov’è che non c’è? Questo mi preoccupa, da consumatore e da cittadino. In settant’anni d’Europa ancora non siamo riusciti ad esser sicuri di mangiare bene ovunque, senza rischiare di avvelenarci. E questo sarebbe un successo? Mi sa che non ci ho capito nulla.

Io.

Eppure ero convinto di essere stato attento; mi interessava davvero.

E’ così, il dirigente afferma che questi settant’anni sono stati utili, Ci sono serviti per parlare, per portare avanti importanti discorsi, con partner commerciali importanti Europei e non. E comunque c’è sempre il discorso della “sostenibilità” che ci vede, come Unione Europea, in prima linea. Comunque questi temi saranno trattati meglio nella parte istituzionale del programma, circa 200 eventi scientifici, per i visitatori (incapaci di capire) anche solo il cartone animato.

Comunque è stata lanciata una consultazione on line sui temi dell’EXPO, insomma chiederanno ai cittadini se sono d’accordo sulla linea Europea: “mettere insieme tradizione e innovazione”. Questo per riuscire a nutrire i 9.000.000.000 di persone, che sono previste affollare il pianeta, nel 2050.

Ma le dobbiamo nutrire tutte noi dall’Europa? Mi chiedo un po imbarazzato. Considerando che negli ultimi decenni l’agricoltura Europea e quella Italiana in particolare è stata smantellata come non era mai successo prima. Che non abbiamo più un campo coltivato a cereali, nemmeno a cercarlo col lumicino. Che oramai seminiamo i campi solo e solo se per farlo prendiamo un contributo Europeo. E su molti campi non seminati il contributo Europeo lo prendiamo lo stesso per lasciarli incolti. Noi: che non c’è rimasto un cane in collina ed in montagna a coltivare il terreno. Il che non vuol dire solo seminarlo il campo, ma anche regimare le acque dentr e intorno allo stesso. Si, si! Avete capito bene. Fare i fossi, per evitare che l’acqua, caduta con la pioggia, corra. Corra come Nuvolari e si porti via tutto. Anche quel poco coltivato, e poi le strade e le case. Tutto.

Ed il tutto dovrebbe già essere “sostenibile dal punto di vista dell’ambiente”. Per la EU.

Siccome per il 2050 dovremo offrire un +70% di risorse alimentari, non solo gli stati dell’unione ma anche il mondo intero, dovrà offrire di più.

Ora comincio a capire meglio: l’EXPO offre un occasione per discutere con gli altri paesi del mondo, i 28 membri Europei sono già allineati, le politiche e le strategie di crescita.

E sono arrivate subito le critiche via SMS, “vedrete con il TTIP, che casino” dice un ascoltatore e la giornalista chiede al dirigente: “Ma voi direte qualcosa di rassicurante su questo tema controverso?”, “Certo” ci rassicura il tale “i temi verranno trattati ad EXPO, le politiche economiche e commerciali Europee saranno ben trattate”. Ed il padiglione apre anche con qualche giorno di ritardo, mah!. Continuo ad avere dei dubbi. Ma vengo subito rassicurato dal portavoce della mia comunità: “Gli Americani hanno un approccio al cibo più “business oriented” , ma noi Europei ci parleremo lo stesso. Perché noi vogliamo far riflettere i nostri partner commerciali, anche i più consolidati, sui temi di EXPO: NUTRIRE IL PIANETA ed ENERGIA PER LA VITA”.

Conclude con: “Questo è il concetto che l’Unione vuol mettere dentro, anche dentro al TTIP. Una sfida non facile ma che in nome dell’agricoltura e della ricerca Europea sarà portata in discussione”.

Bene.

Ora mi sento molto meglio. Sono contento di non aver buttato al vento tutti i soldi che sarà costato EXPO.

Abbiamo dato una mano e argomenti all’Europa per discutere con i suoi  più forti partner commerciali americani. Usando i temi etici legati ad EXPO.

A questi ultimi son convinto che non gliene fregherà niente di queste ciance. E con un piccolo ossicino spolpato accontenteranno i nostri cani, distratti a litigarselo.

E il mondo sarà sfamato, con un gran bel saporito hamburgerone con patatine fritte.

Giancarlo

 

Fonte:AUDIO RAI.TV

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Ancor TTIP, spiegato bene.

E poi cercate un po da soli, eh, mica è difficile.