Archivi tag: società

Effetto virale

Siamo arrivati alla riapertura

Ora possiamo valutare l’effetto virale, l’effetto del virus sulla nostra società.

Ci sono stati tanti morti e questo è un male, i morti non tornano, non possiamo che rammaricarci per l’effetto principale del virus.

Tanta compassione, tanto cordoglio anche se molti di questi ci dicono sarebbero morti comunque per le complicazioni di qualsivoglia altra malattia li avesse colpiti.

Peggio è andata a chi invece è caduto per soccorrere gli altri ammalati, magari sarebbe ancora in vita se negli ultimi trent’anni non si fossero svenduti la sanità a mangiati tutti i soldi che erano necessari a tenerla come si deve.

Queste sono vite che non dovevano, in tempi brevi, cadere come le altre. Forse dovremmo mostrare un po di rabbia per queste ma arrabbiarci con chi? Quelli che sono stati beccati in fragranza di reato e condannati non riusciamo nemmeno a tenerli dentro se non por pochi mesi.

Allora vediamo questo effetto virale

Molti di voi non saranno d’accordo, ma io non posso che essere crudo e sincero.

L’aria che respiriamo si è pulita come non lo era da decenni.

Il paesaggio sia rurale che cittadino era sgombro da rumori, sgombro da macchine e persone, Si potevano sentire i suoni della natura in sottofondo, finalmente non coperti dai rumori della nostra frenetica attività quotidiana.

Abbiamo imparato tutti a rispettare le regole, file per accedere al supermercato e file per pagare alla cassa.

Per due mesi interi non abbiamo più frequentato bar e ristoranti con grande giovamento per i nostri fegati.
Non abbiamo più giocato alle slot macchine, nessuno che praticasse, discutesse, blaterasse di calcio, di motori, gran premi e formule x.

Il mondo e soprattutto noi, ci siamo disintossicati di dipendenze da sostanze e di dipendenze comportamentali.

Bello!

Bellissimo.

Poi hanno riaperto, ho visto gente a bere al bar, ho visto gente senza regole, sbracati come prima, in preda alle stesse paranoie di prima.

Peccato.
Veramente.

Ceppoduro

Autore dell’immagine originale in copertina:
Di CDC/ Alissa Eckert, MS; Dan Higgins, MAM – This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention’s Public Health Image Library (PHIL), with identification number #23312.Note: Not all PHIL images are public domain; be sure to check copyright status and credit authors and content providers., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86444014

Indagine conoscitiva, la scuola discrimina.

Indagine conoscitiva

Dalla scuola ho ricevuto una richiesta per un’Indagine conoscitiva:

Indagine conoscitiva

 

Che ha come oggetto Indagine conoscitiva.

Richiede alle famiglie degli alunni, al fine di organizzare le visite di istruzione nell’anno scolastico, di esprimere le preferenze in merito alle possibili “gite“, io direi di chiamarle con il loro nome. In seguito a quanto espresso nelle risposte potranno essere organizzate più iniziative, ci informa il redattore della suddetta.

In particolare per l’Indagine conoscitiva della gita di quest’anno sono previste le seguenti risposte:

Destinazione: Italia o Estero (Inghilterra, Francia…)

Durata : 1 giorno o 2-3 giorni oppure 1 settimana.

Ora io ritengo pregevole il fatto che l’istituto comprensivo sia così comprensivo da chiederci cosa preferiamo e prenderne atto  nell’organizzazione dell’evento, di solito molto ambito dai ragazzi, occasione di studio ed apprendimento certo, ma sicuramente anche occasione di divertimento insostituibile.

Sono d’accordo si deve andare in gita alle medie, è una delle cose che si ricordano per sempre e, di solito, i ricordi sono belli.

Però, volevo dire all’anonimo estensore del foglietto, il quale o la quale lo avrà redatto scrupolosamente, seguendo circolari ministeriali, istruzioni pubbliche o quant’altro giusto e necessario che, dopo il suo ricevimento e la sua lettura, alcune domande mi sorgono spontanee e le voglio porre di seguito.

Possibile che con l’attuale crisi che morde l’Italia, dove una persona su quattro risulta senza lavoro, dove quasi la metà dei giovani non lo hanno mai trovato un lavoro, le nostre autorità scolastiche siano così insensibili da non pensare che ci siano famiglie in difficoltà che non possono mandare il figlio o i figli in vacanza, talvolta neppure per un giorno, figuriamoci due o tre o, addirittura, per una settimana?

Possibile che nessuno immagini che possa essere un umiliazione ingiusta per il ragazzo veder partire i compagni e lui non poter andare per le condizioni economiche della famiglia, sicuramente indipendenti da lui?

Possibile che non se ne comprenda la profonda ingiustizia?

Se vogliamo andare in vacanza, a fare la settimana bianca, o in agriturismo, andiamoci con la famiglia non con la scuola.

Ovvero, se ci andiamo con la scuola, siccome fa parte dell’educazione, del percorso formativo e serve a diventare donne ed uomini, cittadini di questa repubblica, ci andiamo tutti, tutta la classe, tutte le classi A, B, C… tutti a spese della scuola.

Come fare poi a reperire i soldi per farla la gita, ci arrangiamo, cerchiamo un sistema per cui chi vuole, e chi può,  possa contribuire, ma, vi prego, non usiamo la gita per fare la vacanza pagata (l’insegnante) e umiliare i ragazzi (le famiglie).

E’ bello andare in gita? SI!!!

Farlo in questo modo – è – una – vergogna – e – non – sono – assolutamente – d’accordo.

Giancarlo

P.S. esprimerò la mia preferenza per una gita in Italia di un giorno, confidando che molti possano partecipare, istruirsi e divertirsi e se ce ne sarà bisogno voglio contribuire anche per altri che magari non possono spendere anche quei pochi euro. Ma non come elemosina, solo come progetto, se andranno tutti, vorrei poter aiutare chi non può permetterselo.