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Sangue, oggi scorre un fiume di sangue, ovunque

Sangue, oggi scorre un fiume di sangue.

Sembra sia arrivato il tempo della barbarie. Alcuni uomini versano sangue umano a fiumi. Senza pudore, senza ritegno, anche il loro sangue. Li chiamano terroristi e terrore ne incutono, è vero, e molto. Ma non è solo quello diretto, quello delle vittime del proprio atto e quello che cade suoi presenti, a terrorizzarmi. Mi terrorizza di più il sangue di seconda mano, quello del racconto delle gesta compiute, quello della radio, della televisione, dei media, in generale. Quello per sentito dire.

NON SONO LE LORO AZIONI A TERRORIZZARCI. BENSI’ È LA NARRAZIONE DELLE LORO AZIONI, CHE CI PRENDE, COME UN VIRUS LETALE, E CI INCHIODA AI NOSTRI DIVANI, INCAPACI DI REAGIRE.

sangue

Quando sentiamo la notizia di un attacco terroristico, ci lasciamo rapire dal racconto, dalle immagini, dai commenti sull’accaduto. Ne parliamo, ne analizziamo ogni singola piega. Vogliamo conoscere anche i dettagli raccapriccianti, ma che ci affascinano e non riusciamo ad evitare di cercare, di ascoltare, di sentire. Ne siamo inorriditi e compiaciuti allo stesso tempo, che anche questa volta l’abbiamo sfangata, non eravamo il bersaglio prescelto.

Subiamo lo stesso fascino dei curiosi nella corsia opposta all’incidente in autostrada. Che morbosamente vogliono vedere che cosa sia successo, anche se sanno bene che non potranno vedere nulla. Che non conoscono i malcapitati coinvolti nell’incidente. Ne capiranno minimamente quello che sia successo. Però proviano paura, una paura esagerata. Che vorrebbe protezione e che ci fa incazzare con tutti. Ce la prendiamo con tutti: i diversi, gli stranieri, i non omologati, i fuori di testa. Ma le responsabilità di quanto succede non possono essere date a tutti, meglio restringerle, oggi il nemico è l’ISIS, Al Qaeda o l’arabo ISLAMISTA.

Oggi abbiamo più paura di sempre, nonostante la statistica ci dica che 5, 10, 100 morti non rappresentino nulla rispetto alla popolazione che ne è stata colpita.

Ogni volta che l’atto viene ricordato, commentato, è come se si ripetesse nuovamente con nuove vittime. Ecco che statisticamente diventa importante. Ci sembra di essere assediati, di non avere scampo. Ci sembra che ad ogni angolo possiamo trovarci di fronte ad una minaccia terroristica. Per ogni giornale radio, per ogni approfondimento, per ogni news che ascoltiamo, per ogni chiacchiera che facciamo, per ogni post su FB, per ogni tweet nell’aria il nostro senso di impotenza e la nostra paura aumentano, crescono, ingrossano, si ingigantiscono.

Sangue

Certo quanto altro succede nel mondo non serve a tranquillizzarci, anzi.

Certo una politica senza idee ne  ideali, basata sul nulla, che twitta senza dir nulla, come quella attuale, non ci aiuta.

Il continuo afflusso di migranti, la presenza intorno a noi di tanta gente di diverse etnie, di cui non sai nulla, ne da dove vengano, ne che idee professino, fa paura. Rende ognuno di loro un possibile killer, un terrorista, una bomba, pronta ad esplodere.

E allora? Che dobbiamo fare?

Molti vorrebbero la guerra contro l’ISLAM. Non ricordando che la prima guerra mondiale ha fatto almeno quindici milioni di morti e la seconda oltre settanta milioni. Non sembra una soluzione.

Niente, credo che non dovremmo fare niente. Continuiamo a vivere la nostra vita. Sperando di aver abbastanza soldi e salute per stare bene, a lungo. Come lo sperano gli stranieri che ci circondano la sera in piazza, a prendere il fresco, e che vorremmo combattere in questa ipotetica guerra al terrorismo.

I muri non servono più.

Adesso che siamo già tutti assieme, servirebbe di più smussare le differenze, ridurre gli attriti, pacificare gli animi.

Aiutiamo il mondo deprecando la guerra, anche riducendo o smettendo di fare tutte le piccole grandi battaglie, che giornalmente combattiamo con i nostri confinanti, vicini, conoscenti, colleghi, mariti, figli e via dicendo.

Aiutiamolo propugnando la pace, allentando le piccole grandi tensioni che proviamo ogni giorno con chi ci è vicino, figli, mogli, colleghi, condomini, stranieri ecc.

Aiutiamo il mondo RIFIUTANDO la reintroduzione della pena capitale in EUROPA, anche se dovesse essere utilizzata esclusivamente contro i terroristi.

Vogliamo vivere in un paese, in un’area del mondo libera, laica  e civile. Senza fanatismi di alcun genere, ne religiosi, ne tanto meno, politici.

Ma non ci riusciremo mai. Non ci riescono gli STATI UNITI D’AMERICA, dove continuano, con una scusa o l’altra ad uccidersi tra se, tra neri e bianchi, tra bianchi e rossi tra anglosassoni e latini. Non c’è riuscita la RUSSIA, che dopo la disgregazione dei suoi confini ha visto fronteggiarsi tutti i suoi popoli. I Baltici, l’Ucraina, la Cecenia ecc. Non c’è riuscita la JUGOSLAVIA, che il maresciallo Tito voleva multietnica e felice, che si è massacrata nei Balcani. E non c’è riuscita l’ITALIA dove un partito è nato solo per antagonismo con i terroni del sud, emigrati al nord per lavorare nell’industria e nell’indotto Fiat.

Non si prospetta un  radioso futuro, ma almeno non facciamoci il sangue amaro.

Nonostante gli sforzi del governo, resterà un solo cantiere aperto in autostrada, sulla Salerno Reggio Calabria, c’è un elevato rischio che ne muoiano più nell’esodo di Agosto, in incidenti su strade ed autostrade Italiane, che in una anno per mano di terroristi.

Forse sarebbe meglio analizzare più a fondo i problemi dei trasporti che le gesta dei terroristi, sarebbe più interessante e più proficuo, che ne pensate?

CEPPODURO