Archivi tag: Rinco

Rinco

Rinco.

Tutti lo chiamavano Rinco.

Lo so non era particolarmente sveglio, d’altra parte anche per questo non era mai Rincoandato a scuola. Nessuno conosceva il suo vero nome.

Rimase orfano il primo giorno della sua vita, una vita di merda.

La madre morì di parto, dandolo alla luce. Lui era stato fortunato per non averla subito seguita in quella triste sorte. Questo però fu merito del padre che, pur inesperto e rozzo, riuscì ad estrarlo da dove sembrava non ci fosse verso di uscire.

Riuscì anche a pulirlo, a farlo vagire per la prima volta ed a tagliare e legare il cordone che fino a poco prima lo tratteneva alla strada per la vita. Poi, sfinito, il povero uomo crollò. Si fermò come il battito del suo cuore e Rinco restò solo.

… La vita va avanti.

Cresciuto con gli zii, questi lo avevano messo presto al lavoro nella stalla. Prima dell’alba doveva pulire per terra, in attesa della mungitura dello zio. Poi andava nel recinto dei maiali, per portarli fuori a pascolare nel campo o sotto le querce lungo il fosso.

A pranzo un piatto di pasta, molte volte scondita, poi del pane e una fetta di formaggio, se c’era.

Rinco

Rinco, non parlava molto, non glielo avevano insegnato bene e non si relazionava molto con gli altri.  Forse per lo sforzo del travaglio o per la presa forte del padre per liberarlo dal laccio del cordone sul collo. Forse per le ore rimasto all’addiaccio con il babbo e la mamma esanimi accanto a lui.

E forse non era del tutto sbagliato il suo soprannome… Forse…

Perché Rinco non si interessava degli altri. Gli piaceva il mondo piccino piccino che vive nell’erba, nella corteccia degli alberi o dovunque ci sia un piccolo riparo.

Curiosità.

Quando era con i maiali passava delle ore sdraiato per terra o, se pioveva, appoggiato agli alberi guardando il mondo degli insetti. Gli piacevano molto le formiche per la loro agitazione. La vivacità delle formiche lo affascinava. Andavano avanti e indietro, come pazze, a volte si aiutavano nel trasporto di qualcosa ma altre volte si litigavano un frammento di pianta, un pezzetto di cibo o di qualsiasi altra cosa.

Dai bordi delle pozze d’acqua, dove si abbeveravano gli animali, osservava i ragni d’acqua guizzare di qua e di là. Guardava le salamandre, che lui immaginava fossero sirene, delle quali aveva sentito più volte racconti in famiglia.

Lo affascinava il giallo maculato delle loro code.

Rinco Rinco

Aveva tentato più volte di prenderne una, ma il braccio era sempre troppo corto o l’acqua troppo alta. E quando le aveva trovate fuori a crogiolarsi al sole, loro scappavano subito al suo arrivare, immergendosi in quell’acqua limpida.

Un giorno fu particolarmente fortunato.

Mentre era seduto sul margine della pozza si assopì leggermente. Quando riaprì gli occhi vide una bella salamandra fare capolino sulla riva. Allungando d’istinto la mano per catturarla scivolò nell’acqua chiara. La sirena lo guardò allibita mentre lui, con un espressione altrettanto meravigliata, sentì l’acqua fresca entrargli nella gola e arrivare ai polmoni.
Rinco non sapeva nuotare, non sapeva nemmeno che in acqua si dovesse nuotare. Rinco non sapeva che in acqua non si potesse respirare.

Eppure le sirene vivono fuori o dentro alla pozza senza problemi.

Rinco non lo sapeva ma era stupito e curioso di capire cosa gli stesse succedendo.

Non lo sapeva, non avrebbe mai saputo, ma stava solo… annegando.

Ceppoduro

Guardalo su you tube