Archivi tag: pubblicità

Drivers.

Drivers (Guidatori)

Perché guidare un auto? Ci sono molte persone che non lo fanno, non sono drivers,  e non solo perché non ne sono capaci. Si fanno trasportare da parenti o amici, usano i mezzi pubblici, vanno in scooter o in bicicletta.

Comunque nel 2012 in Italia le patenti di guida B attive (cioè quelle non scadute) erano 34.305.966 (Osservatorio Autopromotec) non ho dati più recenti ma ritengo non siano cambiati di molto.

Diciamo che 35÷40 milioni di italiani hanno la patente di guida.

E’ un bel mercato, molti di questi avranno l’auto, molti la vorranno/dovranno cambiare.

Nel 2015 c’è stata una forte ripresa “Mercato auto Italia 2015: chiude a +15,8% con 1.574.872 immatricolazioni” secondo Autoblog.it. Una bella spesa, le auto costano, diciamo, oltre diecimila euro, a seconda del tipo, del modello, della categoria ecc. Un bel salasso comunque.

Allora rifaccio la domanda,

perché guidare un auto?

Si potrebbe risparmiare molto evitandolo.

Io credo che le ragioni principali siano legate al fatto che dobbiamo spostarci per lavoro, per acquisti, per divertimento ecc., ed in Italia se devi spostarti non puoi contare sul servizio pubblico. Abbiamo si autobus, treni, metropolitane, navi ed aeri, ecc. è vero ma servono per grandi spostamenti, poi ci vuole l’auto o il taxi, che sempre un’auto è.

Io abito in campagna, non c’è nulla di tutto ciò, ho solo la mia auto, le mie auto in famiglia, ogni membro della quale è in qualche modo motorizzato.

Io l’auto la uso anche per lavoro mi sposto in Italia ed all’estero, non ci arriva il treno dove devo arrivare io, non posso farne a meno.

Bene allora torno a rispondere alla domanda: mi serve e non posso farne a meno, o forse si, ma per la pubblicità non è così.

Drivers Cabre Drivers ddd Drivers contin Drivers f12 Drivers ghib Drivers jp Drivers raw

Drivers toy Drivers snPer gli spot in TV e sul WEB guidi per ritrovare te stesso, per la soddisfazione di guidare, per dimostrare te stesso, per il piacere della velocità, perché sei un uomo di successo, non devi chiedere mai ed anche in caso di incidente i soccorsi arrivano da soli.

E giù, tutti felici e sorridenti sfrecciare per le strade più disagevoli che tu abbia mai visto ne immaginato, di quelle che ti infilano la polvere ed il fango anche nel buco… dello scarico, ma che all’auto reclamizzata, miracolosamente, non tolgono neppure uno dei mille riflessi… blu, blu, blu, blu blu.

Drivers spot1 Drivers spotAh, oggi solo uomini, rigorosamente con la barba, possono permettersi un auto che li renda felici e sicuri di se.

Giancarlo

Fonti:

F. Taggi

Osservatorio Autopromotec

Ansa

Autoblog

Come mai

Come mai?

Mi sono chiesto molte volte come mai e non sono riuscito mai a rispondermi. Come mai la gente si faccia orientare negli acquisti da pubblicità fatta da, o in cui sono presenti o anche solo rammentati, dei personaggi famosi o del momento?

A volte il prodotto reclamizzato non ha nemmeno una qualche attinenza con le attitudini del reclamizzante. Certo posso capire il campione di sci che pubblicizzi gli sci… Se non se ne intende lui! Chi meglio di lui può giudicare il prodotto sci e consigliarci.

Ma che competenza abbia una nuotatrice sugli shampoo, proprio non riesco ad immaginarlo. Si, certo, si sarà lavata la testa migliaia di volte, ma questo non la farà mai diventare esperta, non più di altri, almeno.

Epperò

sembra che funzioni. Almeno dicono così, che un personaggio famoso faccia vendere dieci volte di più, quindi conviene. Certo, non ho dubbi che convenga, non ho mai visto qualcuno buttare via soldi per niente, non nella pubblicità. Anzi l’ho visto, molte volte, ma magari ne riparliamo. Diciamo che se spendo di più, come è logico aspettarsi dall’ingaggio di un personaggio famoso, mi attendo un ritorno maggiore, in termini di vendite. Però è strano è che la gente, i consumatori, siano portati ad acquistare i prodotti reclamizzati in misura maggiore se il testimonial è famoso.

Il discorso

fatto prima sui costi è talmente evidente che non c’è bisogno di puntualizzarlo, che questi costi si ribaltino sul prezzo del prodotto è indubbio (almeno spero non ci siano dubbi) quindi maggiori costi = prezzi più alti. Il che semplificando al massimo significa che a parità di prodotto (qualità ecc.) quello promosso da personaggi famosi è meno conveniente.

Detto in altre parole o mi vendono merda o me la fanno pagare come l’oro.

Come mai?

Mah, forse non è così, mi sforzo di immaginare che, comunque, i personaggi famosi non si vogliano sputtanare reclamizzando robaccia. Però, se il personaggio è in declino o non più attraente (si avete pensato bene, sessualmente parlando), come lo era quando è diventato famoso, allora sarà più accondiscendente a chiudere un occhio o il naso. Quindi meglio non fidarsi dei suoi consigli per gli acquisti.

Perché come mai, vedendo attrici un po sformate pubblicizzare calzettoni o attori pelatini lodare servizi telefonici a banda larga, non dovremmo pensar male?

E quando nella réclame appaiono perfetti sconosciuti? Evitare, evitare, evitare? Oltre  a non avere competenze sul prodotto non sappiamo neppure chi siano.

Come mai coffe

Eppure

talvolta la pubblicità mi piace, ad esempio quando fa vedere, sentire, leggere qualcosa di interessante o di bello o solo piacevole. Quando dice: “guarda noi facciamo questo prodotto che è un buon,” mettiamo, “callifugo, se hai bisogno di un callifugo provalo, perché su questo ci abbiamo studiato a lungo e funziona bene, vedrai”.

Mi piace anche quando dice: “questo prodotto può essere utile per questi motivi e costa x€”. Senza al contempo mostrare famiglie felici che lo usano tutti insieme allegramente. Oppure un belloccio con la barba, d’ordinanza oggigiorno, che ti insegna stili di vita e di parcheggio inaspettati, per uno che possiede quella macchina. Già la barba; da un po di tempo se non hai la barba, niente spot. Qualche calciatore famoso la barba l’ha coltivata apposta per fare pubblicità. Qualcun altro, anche più famoso, non la vuole coltivare e allora sta in compagnia di uno con la barba. Uno che dice solo: “buongiorno”, ma ha la barba che manca a quello famoso.

Insomma

siamo proprio fessi, pronti a spendere di più per pagare la soubrette del momento e con la barba. Ma in fondo, così facendo, speriamo che domani tocchi a noi o ai nostri figli. Ad esser famosi e di fare un sacco di soldi con la pubblicità, intendo. Purtroppo non è così che andrà, continueremo a pagare molto in cambio di poco e resteremo come siamo, per sempre, e i nostri figli pure.

Come mai casta

Non si può salire di casta.

Come mai Studio/17.3.53,A02r Members of the Parliament interviewing women of background communities at a Harijan Basti near the I.A.R. Institute, Pusa, near New Delhi, which they visited on March 15, 1953.
Studio/17.3.53,A02r
Members of the Parliament interviewing women of background communities at a Harijan Basti near the I.A.R. Institute, Pusa, near New Delhi, which they visited on March 15, 1953.

Ed anche i nostri figli ed i loro figli e i figli dei figli dei figli… pagheranno di più per coltivare il sogno di esser famosi loro stessi o la loro prole.

Giancarlo

 

Le campagne del governo.http://bucine.altervista.org/le-campagne-del-governo/

Le campagne del governo

Il governo, come tutti gli ultimi governi devo dire, ha fatto delle campagne pubblicitarie, informative, di promozione sociale eccetera.

Vedi sito del governo, per maggiori informazioni.

Per ora ne sono state fatte otto.

La prima

era una campagna informativa sulla Riforma dell’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente).

La seconda

era la naturale prosecuzione della campagna già presentata lo scorso anno (due spot) sulle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e l’acquisto di mobili. La novità di quest’anno riguarda le semplificazioni delle procedure per i lavori di ristrutturazione della casa.

La terza

era la campagna di comunicazione “CONTACT CENTER UNAR 800901010”. L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) è deputato a garantire il diritto alla parità di trattamento di tutte le persone. Indipendentemente dalla origine etnica o razziale, dalla loro età, dal loro credo religioso, dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere, o dal fatto di essere persone con disabilità. Fra i propri compiti istituzionali, il decreto istitutivo prevede l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione e di informazione sul tema.

La quarta

era la campagna di comunicazione “Iscrizioni online nelle Scuole anno scolastico 2015/2016”. Per comunicare ai cittadini che Dal 15 gennaio fino al 15 febbraio sono aperte le iscrizioni online a tutte le scuole e che le iscrizioni dovranno essere effettuate esclusivamente online.

La quinta

pubblicizzava i finanziamenti alle imprese ISI e sconto per prevenzione OT 24 – anno 2014/2015. Il bando Incentivi alle imprese 2014 stanzia finanziamenti per la realizzazione di progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I finanziamenti vengono assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande.

La sesta

era una Campagna di comunicazione “Elezioni Comites 2015”. Per informare i connazionali residenti in Europa circa le modalità di voto per le Elezioni dei Comites (Comitati degli Italiani all’estero).

La settima

era la Campagna UNAR “XI Settimana d’azione contro il razzismo – Accendi la mente spegni i pregiudizi”.

L’ottava

era una Campagna Nazionale su donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule. Per diffondere una corretta informazione sui temi della donazione e del trapianto di organi, tessuti e cellule e sensibilizzare il cittadino sulla scelta di donare come gesto di responsabilità sociale.

Tutte con spot video e qualcuna anche con spot radio.

2015_011_B_Giancarlo_Stefanoni_2 governo

Ora se vi leggerete le motivazioni

Ora se vi leggerete le motivazioni, dal link al sito governativo più sopra, capirete che sono tutte apprezzabili, importanti,  oneste e genuine. Ma, indipendentemente dalla crisi, non sono comunque soldi buttati via? Soldi regalati ai signori della TV?

Se giustamente si voleva informare i cittadini di queste importanti questioni, non era meglio inviare una lettera? Magari con attaccato un bel francobollo commemorativo e non quelle brutture che ci appiccicano o stampigliano sopra ora.

Si sarebbe speso moooooooooooooooolto meno e l’informazione, specialmente se gli organismi coinvolti avessero utilizzato un passaparola tra i loro addetti e gli utenti, sarebbe arrivata ugualmente, forse meglio, perché discussa, compresa e condivisa.

Ma la condivisione non sembra guidare, oggi, le sorti d’Italia, dobbiamo prendere a scatola chiusa, quello che è stato deciso possiamo solo assistervi ed applaudire, mai essere in disaccordo, sic.

Ma che pensa

Che pensa il governo, che non saremo in grado di iscrivere i ragazzi alla scuola senza un adeguato spot in TV? O che non ci siamo mai preoccupati degli infortuni sul lavoro, dello sconto sulle tasse, se spettante, senza i milioni di Euro che, probabilmente, sono stati spesi per i creativi ed i passaggi in onda?

Va da se che se non costassero nulla sarebbero più accettabili, anche se comunque sbagliate, perché trattasi di comunicazione a senso unico e senza repliche. Ma siccome costano, costano come il sangue, non possiamo essere d’accordo, via, via, via, “governo” buttare i soldi così, nel nulla, è proprio una vergogna.

Ma questi dove vivono? Nel paese del Bengodi, dove non manca mai niente? I soldi della gente, specie quelli della povera gente, non si regalano a destra e a manca. Casomai si rendono a chi te li ha dati. Che magari si è privato di altro per contribuire al bene comune, secondo le sue possibilità. Come richiesto dalla nostra magnifica, ineguagliabile, che duri in eterno, Costituzione.

Sono profondamente disgustato dalla spregiudicatezza con cui i nostri soldi vengono trattati. Non solo in azioni corruttive e concussive, dove esiste già un divieto formale della legge. Ma anche in casi come questi, dove si deve o si dovrebbe usare il buon senso.

La legge non può sanzionare queste cose, ma sono le peggiori.

Indigniamoci.

Ceppoduro