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Figlia

A mia figlia.

Siamo sempre andati d’accordo noi due.

Ognuno per la sua strada, pochi amici in comune e reciproco rispetto. Condivisione degli ideali, delle cose importanti della vita.

Ma quali sono le cose importanti?

Pensare per raccogliere le nostre esperienze. Parlarne agli altri per insegnarle ed essere d’aiuto agli altri.

Sono anche le più difficili.

Pensare è faticoso, condividere i nostri pensieri ancor di più.

Ci sono dei limiti che non possiamo passare. Siamo limitati e contenti di contenerci entro certi limiti.

Quando

figlia

Quando discutiamo con altri le nostre idee non siamo mai liberi di esprimerle.

Nell’esposizione dei nostri pensieri siamo condizionati dalle nostre idee e dalle loro.

Dai loro silenzi. Dai loro commenti. dai cenni di approvazione o di disprezzo.

Siamo liberi di pensare solo tra noi. Pensare liberamene è un esercizio onanistico. Che da un gran piacere, tra l’altro.

Abbiamo vissuto, ci siamo fatti un’esperienza ed un’idea precisa del mondo.

Potremmo anche dirla esprimerla ed insegnarne i concetti agli altri.

Ma a chi? Come? Quando?

Possiamo aprirci ai nostri amici, conoscenti, vicini, compaesani o connazionali; sarebbe molto utile.

Darebbe un senso alla comunità. Stiamo assieme per scambiarci esperienze, opinioni, idee, per non doverle inventare ogni volta da capo.

Ma, così facendo, cambiamo chi ci sta intorno.

Dobbiamo assolutamente parlare ai nostri figli, ma è la cosa che facciamo peggio.

Come riuscire a parlare liberamente? E interessarli? Come convincerli a condividere le nostre idee, a prendere in considerazione le nostre esperienze? Quali esperienze raccontare? Sempre quelle positive, o anche quelle brutte e sbagliate? dalle quali si dovrebbe imparare di più. Se raccontassimo tutto, avremmo più da insegnare, da parlare, raccontare, da ascoltare, sentire.

I sentimenti. Il vissuto. Le esperienze. I fatti.

L’esperienza ci aiuta nelle scelte, nelle decisioni.

Aiuta ad aiutare.

Insegnare può essere un sinonimo di aiutare. Aiuti tua figlia se gli insegni quello che sai, se gli parli chiaro.

Non vorresti dirgli che tutti gli uomini sono degli stronzi, tu non lo sei. Ma potrebbe incontrarne uno e come aiutarla a riconoscerlo?

Questo che potrebbe umiliarla, maltrattarla, offenderla o violentarla.

Ci saranno dei modi. Certamente.

Ma non si conoscono, non si riconoscono le persone se non si riescono a capire.

Se non si conoscono. E quando le conosci è troppo tardi, potrebbe essere troppo tardi.

Allora figlia, per questo, bisogna parlare.

Parlando uno si scopre. Si vede come è fatto.

Si mette alla prova, ma la prova si può truccare, fingendo.

Meglio fare più prove.

I fatti. Bisogna che combacino i fatti con le parole, la cosa più difficile del mondo.

Bisogna esser bravi e onesti. Se scopriamo che è onesto, che è bravo è finita la prova. Siamo arrivati alla conclusione: è quello è giusto, uno con le palle, per mia figlia.

figlia

Ma la nostra natura, animale, potrebbe non volerlo dominatore ma dominato.

Anche così non sarà giusto.

Che sfiga. Tanto lavoro buttato.

E Dio vede e provvede.

Ceppoduro