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Olocausto

Ora.

Vi racconto l’olocausto, sembra impossibile, ancora non c’è stato e quando ci sarà non potrà raccontarlo nessuno.

Io, che posso solo immaginarlo, ve lo voglio descrivere.

Mi domando se qualcuno se ne renderà conto, quando accadrà?

Ed anche quali sensazioni proverà, quali sentimenti, quali paure?
Vorrei capire chi vorrà metterlo in atto, per quali obiettivi e con quali risultati?

Sarà il tramonto dell’umanità che senza ombra di dubbio sarà dovuto ad un esplosione nucleare, che altro sennò? Esplosione molto ben conosciuta per le innumerevoli volte che è stata osservata e sperimentata sotto controllo e, per fortuna, per le poche volte che è stata deflagrata sul serio.

Ma lasciatemi dire dell’olocausto…

Sono sulla mia macchina al tramonto, guardando il sole calare tuffandosi tra i viadotti traballanti in controluce, sto pensando a tutto quello che non sono riuscito a fare, a quello che non son riuscito a dire a mia moglie, ai mie figli, o a mia madre. Ai regali che non ho fatto agli amici o alle tele bianche che ho ancora in mente di dipingere. Ma ho come un presentimento, di non riuscirci più, penso che quello che sospettavo stia per accadere, che l’olocausto sia arrivato.

Il tappo è saltato. Un nuovo sole brilla, improvvisamente, ad oriente, nonostante il giorno stia finendo ad occidente.
E’ il tramonto.

Due soli al tramonto?

Hhfffffff!

Potremmo, gli esseri umani, non esserci più.
E’ come quando l’auto inchioda ma, da dentro, la vedi scivolare contro il grosso camion. E gli attimi si allungano per la paura, ma non li rivedrai ne li risentirai, ne potrai tornare indietro per cambiare le cose.

E mentre il parabrezza si scioglie e le lacrime evaporano lasciando di te solo bruciato, finalmente capisci:

Cenere e diamanti.

Nemici e amici.

Alla fine sono, siamo, la stessa cosa.

Poi si sentono solo le previsioni del tempo:
“Domani piogge intermittenti da est, in intensificazione.
Massime in aumento fino a 4000 gradi”.

Giancarlo

Libera traduzione di “Two suns in the sunset”

The Final Cut

1983

Pink Floyd

Composta da: Roger Waters

Olocausti

Nel mondo tanti

Olocausti (*)

 

olocausti

Famiglia Cristiana, in un post condiviso da Lilia, evidenzia che c’è un altro giorno della memoria, raccontandoci che:

“Il 1 febbraio 1876 gli Stati Uniti dichiararono guerra ai Sioux che non volevano abbandonare i territori dov’era stato scoperto l’oro. E fu l’inizio del massacro di Wounded Knee”

Io ho asserito:

“Della storia del genere umano non si ricordano che omicidi, massacri, genocidi, guerre, battaglie, conflitti, invasioni, bombardamenti, incendi, oppressioni, soppressioni, distruzioni, annichilazioni, sottomissioni, persecuzioni e via discorrendo.
Più o meno tutti eventi e date da ricordare perché hanno cambiato la vita dei nostri predecessori ed influenzano anche la nostra. Ma, evidentemente, mai in positivo. Perché, sebbene ricordate, quelle date e quegli eventi si rigenerano e si ripetono continuamente. Sempre nuovi e sempre uguali a se stessi.
Vorrei, un giorno, commemorare un giorno in cui non è accaduto nulla.
Un giorno in pace da rievocare ogni giorno a seguire.
Ma questo non sarà possibile, aggiungeremo altri lutti, altri eventi funerei alla nostra storia. Li ricorderemo e non impareremo mai a non ripeterli ancora in futuro.
E così sarà, nei secoli a venire.”

Olocausti, mi scrive Lilia:

“Chissà, io sono cresciuta sperando nel Sole dell’Avvenire e sono stata educata all’ottimismo, quindi spero sempre che le cose si mettano meglio. Ma l’idea di festeggiare il “Giorno in cui non è successo Niente” mi pare geniale. Da lanciarci una campagna on line!”

Non riusciremo a farne una bandiera, ma sarebbe un bel cambio di paradigma cominciare a scrivere la storia sui non eventi. Trovassimo un modo per farlo, per cominciare a scrivere la “nuova storia moderna”.

OGGI, NON FOSSE ACCADUTO NULLA DI MALE NEL MONDO, SAREBBE UN GIORNO DELLA MEMORIA FANTASTICO.

Un giorno senza olocausti, rivoluzionario.

Troviamone uno, da festeggiare, da cominciare a festeggiare ora.

Giancarlo

 

 

 

 

Fonte:

Famiglia cristiana

Profilo di L. Hartman