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Cusercoli 2017

Cusercoli.

Il 20, 21 e 22 Ottobre 2017 si è svolto il

20 ottobre – 22 ottobreCusercoli, Emilia-Romagna
(N.B. Cliccate le foto per ingrandirle)

Cusercoli

Cusercoli è un paesino Romagnolo nel comune di Civitella di Romagna provincia di Forlì Cesena. Il paese ha un centro storico bellissimo, inerpicato su una piccola collina. In basso scorre il fiume Bidente. Le colline attorno sono per lo più incolte, ci sono ruderi di costruzioni, ma ci sono anche le api.

Cusercoli un paese che stupisce non solo per la bellezza dei luoghi, dai panorami mozzafiato. Non solo per l’integrazione nella natura, dal fiume alle colline. Ma anche per la presenza dell’arte in campagna, per esempio nelle arnie dipinte, artistiche.
Arnie Arti/stico/gianali
Praticamente una ganzata

Qualcosa che ricorda Escher e poi le formiche combattenti, perché?
Grazie ad Antonia Collinelli, per lo spettacolo delle sue api, che ho deciso di mettere nel quadro.
Le api, cosi marziali coinvolte nell’arte, incredibile.

Cusercoli, comunque, mi è piaciuto. Con Bucine ha in comune la dominazione dei Conti Guidi.

Cusercoli

Ha delle viste bellissime, anche nella parte nuova:

 

Ma veniamo alla manifestazione d’arte.

In estempore

I quadri realizzati sono questi:

Con alcune foto riprese al momento.

Non sono molte perché il paese è grande e girare a piedi richiede tempo, ma se dipingi il tempo ne hai poco.

Insomma

In studio

Mentre i quadri esposti, realizzati in studio erano questi

Premiazione

Alcune immagini della premiazione

Prima

Che da dove ero io, non riuscivo a capire come fossero fatti i numeri dell’orologio.
Niente ladri, qui non si passa.
Cristo?
Alla maniera dei fumettisti francesi degli anni ottanta, m anche di Dalì
Proprio come la crocefissione o Corpus Hypercubus di Dalì del 1964
Uno spettacolo veramente inaspettato

I segni del tempo, inascoltati dagli uomini.
vista dai giardini pensili

Cusercoli dall’alto dei giardini
Il fiume Bidente

i merli

E durante

Per avere altre info sulla manifestazione: segui questo link.

Giancarlohttp://bucine.altervista.org/cusercoli-2017/

Back to Italy.

Back to Italy

Ho visto una puntata di Report dedicata alle Oche, “Siamo tutti oche“,, puntata che non era dedicata solo alle oche, ma a tutti noi oche in altro senso. Back to brain.

Perché ne scrivo?

Perché mi spiace che i signori della moda, quelli Italiani in modo particolare, se ne freghino degli animali. In nome della moda e del profitto e degli Italiani, sia come clienti che come connazionali.

Per un pugno di piume, o di Euro o per un pugno di Dollari come recitava magnificamente un titolo di Sergio Leone, son disposti a svendere la dignità loro e di un popolo intero.

Se dobbiamo dar credito a Report di Milena Gabanelli ed ai video correlati, l’oca non deve essere uccisa per toglierle le piume, si preferisce spennarla per 4-5 volte l’anno da viva, piuttosto che una volta sola, da morta.

Ora… questo potrebbe sembrare positivo, non dovendo uccidere l’oca per utilizzarne le piume, non si è costretti a portarci addosso parte di un cadavere nell’imbottitura del giubbotto, come invece è d’obbligo se vogliamo indossare una, calda???, pelliccia.

Del resto noi umani paghiamo per farci spennare vivi: cerette, epilazioni ecc.

Non credo questo possa essere condiviso dall’oca.

Comunque la pensiate, anche in disaccordo con l’oca, la storia non finisce qui.

Ma continua così…

Non si sfruttano solo le oche. Ma anche, più in generle, le signore che tagliano cuciono e confezionano, un capo di moda, un capo “Made in Italy”. Ma non si parla di sfruttamento di nostre connazionali, corregionali, compaesane, congiunte. Nno, quelle sono oramai tutte a casa, semmai sfruttate solo da noi coniugi.

In questa puntata si parla di “compagne” dell’Est che lavorano peggio delle connazionali, ma di più e per meno. Ed il lavoro si sposta sempre più ad est, al seguito della diminuzione del costo e dei diritti riconosciuti, dell’aumento delle ore lavorate e dello sfruttamento.

Ma in Italia i costi sarebbero non troppo dissimili, anche se doppi. Report dice che per un capo, venduto in negozio a 1000 euro circa, in Italia si sarebbero spesi 50-70 Euro di lavorazione. Mentre ad est, ma molto ad est (2000 km andata e 2000 km al ritorno) si scende a 30-40 Euro.

E così è per tutto il “Made in Italy“, quasi tutto.

Nessuno che voglia tornare in Italia:

Back to Italy.

Back, back home.

Dopo uno spezzone di un intervento del nostro premier del 15 Dicembre 2013 che esaltava il genio Italico di questi signori,davanti una platea del Partito Democratico, che dovrebbe farci riflettere.

La Gabanelli elenca i signori del lusso Italiani, i più ricchi secondo Forbes.

Uno di questi, Brunello Cucinelli, ci dice che si può diventare ricchi, partendo da zero, senza sfruttamento, producendo in Italia ed investendoci sopra per far crescere la professionalità degli addetti.

Riconoscendo stipendi maggiori a che sa fare qualcosa di meglio e di più, dando premi di produzione e premi di partecipazione, una mosca bianca, un santo, un illuminato.

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Semplicemente un imprenditore di buon senso.

Bravo Brunello, auguri.

 

Giancarlo

 

Post Scriptum

Il paese, sede dell’azienda di Brunello è Solomeo, una frazione del comune di Corciano, in provincia di Perugia dove ho fatto un’estemporanea anni fa.

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