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Dio non c’è, davvero!

C’è guerra nell’area sub Sahariana Africana.

Dio non c’è, non c’è Dio dove la guerra è.

E se anche ci fosse, sarebbe un Dio incazzoso, che scaccia la gente, che depreda, che uccide, che…

E allora io e mio fratello andiamo più a nord. Ho sentito che li si sta bene, ho sentito che la costa Libica è bella. Ci sono le palme datteri per tutti. Lo ha detto Ibrahim, lui sa. C’è stato e, se Dio vuole, ci andremo anche noi.

Partiamo una notte buia, senza stelle nel cielo.

Sento solo il calpestio dei piedi dei miei compagni di viaggio ed il respiro regolare del dromedario, che porta le nostre cose.

Camminiamo, al buio, seguendo il compagno davanti. Non so dove andiamo. Non so dove andare, ma andiamo. Senza una stella davanti a noi.

La libia.

Mi chiedo come sarà la Libia? Ho paura. Ecco la vedo, è bellissima.

dio non c'è, davvero

Sotto la luce dell’alba è bellissima e sterminata. Peccato finisca in un campo, ci portano li. D’altronde non ne possiamo più di vagare in qua e in la e non possiamo neppure restare in giro. I Libici hanno paura di noi, dicono che gli rubiamo gli animali, che gli entriamo in casa. Ma è solo perché non ci conoscono, almeno non conoscono me. Non ho mai rubato, non ho mai ucciso, io.

Fortuna che lasceremo presto il campo. Mi han detto che si stanno organizzando per portarci più avanti. Mio fratello è dimagrito tantissimo, speriamo resista.

D’altronde non abbiamo cibo e quel poco che arriva non è facile prenderlo per se. E’ una lotta immane. Speriamo finisca presto.
Qualcuno si è ribellato. Lo hanno pestato. Qualcun altro non l’ho visto più, sarà già partito. Che Dio sia con lui.

Se hai un po’ di soldi parti subito, altrimenti aspetti o te li procuri in qualche modo.

Dio non c’è.

E’ buio, andiamo via. E’ buio, nemmeno una stella in cielo. Ora sento il mare, sento le onde frangersi sulla riva, ma è tutto nero, siamo tutti neri, non si vede nulla.

Non so quanti siamo, saliamo, è una barca?Si, deve essere una barca, oscilla lentamente.

Mi spingono avanti, si scende. E’ buio. Ci dicono di stare in silenzio. Stiamo in silenzio. In piedi che non c’è posto a sedere. Chissà quanti siamo? Ci sarà anche Dio, in piedi con noi?

Poi il moto si amplifica. Non riesco a immaginare le onde, la fuori. Ma è buio, non si vede il cielo ne si vedono stelle.

C’è puzzo di orina e di vomito. Chissà cosa hanno vomitato? Non mangio da giorni!

Ad un’onda più grande qualcuno cade, e dietro ne cadono altri. La barca sembra sul punto di ribaltare. Poi si ferma, poi di nuovo quasi ribalta, e ancora, ancora.

Non si vede una stella

Non si vede nulla.

Buio, orina e vomito.

Poi entra dell’acqua, è tanta, è fredda e salata.

Che casino.

Io vengo sbalzato fuori, mio fratello non so.
Dio dov’è?

Io non so nuotare, nemmeno mio fratello.

Mi attacco ad un rottame, guardo il cielo, ma è buio.

Non ci sono stelle nel cielo.

Non c’è Dio lassù.

E nemmeno quaggiù, tra noi.

Davvero.

Ceppoduro

DIO

DIO

Dio è morto.

Sì, Dio muore ad ogni guerra. Dio muore per ogni sopruso. Dio non può restare vivo, quando un essere umano è reso schiavo. Allora muore.

Dall’inizio di questo millennio abbiamo visto riaprirsi fronti di guerra. Abbiamo assistito a deportazioni di massa, uguali a quelle del secolo scorso, uguali a quelle del secolo prima, sempre le stesse, sempre uguali a se stesse.

Ma come è possibile, mi domando come sia possibile che continuiamo a non vederlo. Nessuno che gridi, si indigni, si arrabbi.

Migliaia di uomini, donne, bambini sono scacciati, ammassati, spediti, ammassati di nuovo e ancora divisi e poi rispediti da altre parti.

Quale sia il loro valore non è chiaro ai più. I derelitti sembrano valere poco, ma no, non è vero.

DIO

Come spazzatura

I poveri, i nullatenenti, gli sconfitti sono oro, sono una miniera d’oro.

sono come la spazzatura che finisce nei forni degli inceneritori ed fumi che ne escono uccidono tutt’intorno, avvelenano l’aria, l’acqua, la terra.

E c’è una filiera in tutto questo come la filiera dello sfruttamento dei rifiuti c’è quella degli schiavi.

Pagano per cercare la salvezza, la libertà.

Pagano per spostarsi a cercarle.

Qualcuno paga per tenerli segregati in attesa di passare il mare.

Pagano e qualcuno paga per portarli oltre il mare.

Arrivano poco oltre la riva, perché qualcuno è pagato per prenderli di nuovo a bordo e portali via.
Qualcuno paga e qualcuno è pagato per tenerli in Italia. Una parte vengono fatti scappare, devono prostituirsi, altri devono raccogliere  pomodori, atri stare in fabbriche del nord o ad elemosinare davanti al Despar, al parcheggio dell’ospedale o a spacciare alle scuole.

Chi può paga ancora per andar via ma non è ripagato  e viene respinto.
Dio è morto o non si sente bene per nulla.

Dio è il bene ma deve star male.

Andremo tutti al suo funerale.

Ceppoduro