Archivi tag: Derry

Maledetta festa

Maledetta festa

Festa, maledetta festa, madre di ogni dolore.

Che strazio, che patire, lancinante. Non posso credere che sia vero, che sia successo per davvero. Queste sono notizie che ti strappano il cuore. Ma non posso far finta di niente e ve lo devo raccontare, lo devo cantare. Chissà se lo vorrete sentire, chissà se lo vorrete sentire di nuovo, chissà se lo vorrete sentire cantare ancora? La canzone racconta quello che ci è successo, ma se non vi piace non ve lo ripeterò più.

Siamo come i cocci di vetro di una maledetta festa

Stanotte posiamo tornare uniti ma ora siamo come cocci di vetro buttati a terra su cui corrono scalzi i ragazzini nel vicolo. Dobbiamo combattere, no non dobbiamo arrenderci a combattere. Non avremo scampo, siamo con le spalle al muro. Lasciamo cadere i fucili, finché siamo in tempo. La battaglia è appena cominciata e già molti sono caduti, un baratro si è aperto e le madri sono da una  parte e i figli. dall’altra. Tutti si guardano con occhi iniettati di odio, non c’è più pace, non c’è più fratellanza ne amicizia. Dobbiamo asciugarci le lacrime di sangue dobbiamo smettere di odiarci.

Non sappiamo più distinguere

L’abbiamo visto in TV, abbiamo visto i morti, li abbiamo visti anche se non sappiamo distinguere tra il falso ed il vero, tra finzione e realtà. E oggi, nel nord, i ragazzi andranno a combattere e non torneranno più, non per i prossimi anni. Torneranno vecchi, se torneranno. E allora cosa gli diciamo? Andate? Combattete? O gli ricordiamo che qualcuno vinse con la pace, una pace che non troviamo più dopo quella maledetta, terribile e sanguinosa, festa.

Liberamente tratto da Sunday Bloody Sunday degli U2.

Ceppoduro

Maledetta festa

Da wikipedia

Bloody Sunday, letteralmente “Domenica di sangue”, è il termine con cui si indicano gli eventi accaduti nella città di Derry, Irlanda del Nord, il 30 gennaio del 1972, quando il 1º Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell’esercito britannico aprì il fuoco contro una folla di manifestanti per i diritti civili, colpendone 26.

Tredici persone, la maggior parte delle quali molto giovani (di cui sei minorenni), furono colpite a morte, mentre una quattordicesima morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate. Due manifestanti rimasero feriti in seguito all’investimento da parte di veicoli militari. Molti testimoni, compresi alcuni giornalisti (tra i quali l’italiano Fulvio Grimaldi), affermarono che i manifestanti colpiti erano disarmati e manifestavano pacificamente. Cinque vittime inoltre furono colpite alle spalle. Nel 2003 un ex paracadutista inglese confessò di aver sparato a Bernard McGuigan, che sollevava un fazzoletto bianco, uccidendolo.

Il Governo Britannico condusse due inchieste:

  1. Il “Widgery Tribunal”, tenutosi in seguito al verificarsi dei fatti, prosciolse largamente l’autorità ed i soldati britannici da ogni colpa, ma fu da più parti criticato come un “insabbiamento”, compreso l’ex capo di gabinetto di Tony Blair, Jonathan Powell.
  2. La “Saville Inquiry”, stabilita nel 1998 per gettare nuova luce sui fatti (presieduta da Lord Saville di Newdigate). Il documento – composto da migliaia di pagine – fu fornito al governo inglese a giugno 2010 dopo molti ritardi. Il 15 giugno 2010 il primo ministro del Regno Unito David Cameron ha presentato le conclusioni del rapporto a firma di Lord Saville di Newdigate commissionato alcuni anni prima dal Governo britannico, che condanna senza alcuna giustificazione la condotta tenuta in quelle circostanze dall’esercito inglese. Il primo ministro del Regno Unito ha così concluso: «Sono patriottico e non voglio mai credere a niente di cattivo sul nostro Paese, ma le conclusioni di questo rapporto sono prive di equivoci: ciò che è successo il giorno di Bloody Sunday è stato ingiusto e ingiustificabile. È stato sbagliato».

La campagna dell’IRA

Contro l’occupazione britannica dell’Irlanda del Nord era in corso già da due anni, e l’eco dell’evento incoraggiò l’arruolamento nell’organizzazione. La Domenica di sangue resta tra gli eventi più significativi della storia recente dell’Irlanda del Nord, probabilmente anche perché avvenuta sotto gli occhi di telecamere e giornalisti.