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Paura dei Levanesi. Sarà vero che a Bucine abbiamo paura di loro?

Paura dei Levanesi

Sappiamo tutti della storica rivalità tra Bucine e Levane, anche il Blog di Bucine ne ha parlato più volte (qui e qui). Oggigiorno la rivalità è solo una scusa per giocare, giocare con le parole e divertirsi, meglio se a spese dei Levanesi, comunque. Ma qualcosa sembra cambiare, che vogliano rifarsi di tante batoste? Perché ho ascoltato in giro voci che dicono che i Bucinesi abbiano paura dei Levanesi. Ma è completamente falso, ancorché paradossale, che i Bucinesi abbiano la Levanensisfobia.

2015_022_Il_ponte_di_Bucine_l_AmbraIl_Mulino_e_la_Rimessa_lzn Paura dei Levanesi
Il ponte di Bucine, l’Ambra, il mulino e la rimessa

Falso perché non esiste che un Bucinese abbia paura, specialmente di un Levanese. Falso perché non esiste la Levanensisfobia, infatti  non ho trovato nessun dizionario che la riporti.

E falso ma paradossale perché il fatto che ci sia un Bucinese a negare la Levanensisfobia, fa pensare che in realtà la paura esista veramente, in altri termini abbia paura di aver paura dei Levanesi. Questo la fa esistere davvero.

Se non c’è Levanensisfobia allora c’è paura dei Levanesi, quindi c’è Levanensisfobia.

Possiamo analizzare la cosa alla luce della logica proposizionale, cercando innanzitutto di tirarne fuori delle espressioni che abbiano senso e non siano ambigue; ponendo L = “C’è Levanensisfobia”, la frase precedente si formalizza così.

(¬L → L)→L

Questa implicazione è sempre vera, infatti se assumiamo una argomentazione come falsa allora dovrà essere falso anche il suo conseguente (L) e conseguentemente vero il suo antecedente (¬L → L); ma quest’ultimo non può essere vero avendo definito come falso il suo antecedente (¬L) e falso il suo conseguente (L).

Siete d’accordo?

In genere, quando si portano questo tipo di argomentazioni, chi ne fruisce rimane perplesso, dipende dal fatto che ho usato l’argomentazione logica che sottende la cosiddetta consequentia mirabilis, in cui la validità di un’affermazione viene fatta scaturire dalla constatazione di inconsistenza logica della sua negazione, detta anche dimostrazione per assurdo.

Leggete cosa scrive in proposito Il matematico Gabriele Lolli:

« Si pensi alle dimostrazioni per assurdo. Già accostare “dimostrazione” e “assurdo” è ardito ossimoro; tra le forme dell’assurdo, il primo posto spetta alla consequentia mirabilis, che è un trucco di magia, e come i trucchi di magia, per quanto la si veda all’opera e la si esamini, resta sempre incomprensibile: “se A implica nonA, allora nonA” o, per dirla con gli Stoici: “se il primo allora non il primo, dunque non il primo”. La consequentia mirabilis sembra pericolosamente vicina alla fallacia dell’affermazione del conseguente, e ancor più ai paradossi dei sofisti. Chi la ascolta non riesce a togliersi l’impressione di essere stato gabbato. Ma la dimostrazione per assurdo è la regola principale per derivare una conclusione senza alcuna assunzione. »
2015_029_A_Bucine_di_notte_con_la_luna_e_la_mia_moto_lzn-1 Paura dei Levanesi
A Bucine di notte con la luna e la mia moto (particolare)

Giancarlo

 

Tutti i Levanesi

Tutti i Levanesi sono castani

Ma sarà vero?

Sono stato molte volte a Levane, un paesone del Valdarno superiore sud situato tra Arezzo e Firenze, lungo la Statale 69 del Valdarno. Non ci avevo fatto caso, ma poi mi hanno fatto notare che tutti i Levanesi (gli abitanti di Levane) sono castani. Oh sembra sia proprio vero, ogni volta che vedo un levanese, questi ha i capelli castani, immancabilmente, quindi, induttivamente, mi viene naturale affermare che tutti i Levanesi sono castani.

Tutti i levanesi

Personalmente sono portato verso il pensiero scientifico, logico o matematico, purché sostenuto da prove chiare.

Certo per essere sicuro che tutti i levanesi sono castani dovrei incontrarli uno ad uno e verificare, troppo difficile anche appostandomi al bar o all’incrocio.

Tutti

Potrei, più comodamente, usare la logica, usando altre prove. Se è vero che tutti i levanesi sono castani deve essere vero anche il suo contrario logico. Cioè che tutti i non Levanesi sono non castani. Infatti, io che sono di Bucine, sono moro. Cioè io non Levanese sono non castano. Conosco anche uno di Montevarchi biondo, altra prova a sostegno della tesi induttiva che siccome un Montevarchino è biondo un non levanese è non Castano quindi tutti i Levanesi sono castani.Tutti i Non Levanesi

Non farebbe una piega, se non avessi incontrato uno di Laterina con una bella chioma castana, allora se un non Levanese è castano almeno un Levanese è non castano.

Ma perché ho sbagliato così clamorosamente le mie conclusioni? Il processo di induzione, derivare regole generali da una singola prova è un metodo usato da tutti, ogni giorno, per stabilire cosa fare. Se al mattino scendiamo dal letto e poggiamo i piedi nel pavimento senza sprofondare al piano inferiore. Significa che ci aspettiamo, correttamente, che ogni mattina successiva possiamo alzarci nello stesso modo senza preoccuparci della presenza o solidità del pavimento.

Ragioniamoci bene

Beh, a volte il nostro ragionamento è troppo affrettato e ci fidiamo troppo delle poche prove che il metodo induttivo ci da. Infatti non basta che si rompa l’auto partendo il martedì mattina per le vacanze, per confermare il detto che “Di Venere e di Marte, ne si torna ne si parte”.

Comunque senza il metodo induttivo molte cose non riusciremmo a farle. Infatti dopo un primo insuccesso generalizzeremo che l’azione connessa è impossibile o pericolosa. Meglio non farla. Allora conviene sempre valutare quanto sia probabile che un accadimento si ripeta. Se valuteremo bene, come quasi tutte le persone sono in grado di fare le nostre previsioni saranno mediamente corrette e non avremo problemi.

Tutti brilliA

Ma se il Montevarchino è biondo significa che tutti i non Montevarchini sono non biondi? Il fatto che tutti i non Levanesi siano non castani ne è un conferma, una plateale conferma direi?

Voi che ne pensate?

Giancarlo

Fiesta i guerra

Mercatale

Fiesta y guerra. E’ festa a Mercatale Valdarno, è la sagra del Marrone, c’è la banda, tanti banchini, dolciumi e ninnoli, poi funghi, funghi, marroni e funghi e tanti animali da vedere, da allevare, se si vuole.

Una bella festa insomma. Fiesta y guerra también.

Solo, qualcosa stona, ogni tanto si vedono dei militari in giro, o paramilitari o chissacché.

Vestiti in tuta, anfibi, cappello tutti rigorosamente mimetici, occhiali neri mafiosi, ma molto hi-tech, insomma dei ganzi che facevano la loro porca figura.

Ma chi erano che volevano, soprattutto, che ci facevano alla festa.

Ma facevano festa, fiesta y guerra, è ovvio, sparavano come matti con mitra pistole, fucili e chessoio ad aria compressa.

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Su una parete

Su una parete, anch’essa mimetica con fronde d’albero e teli bicolore, avevano attaccato lattine di coca e qualche bersaglio. E sparavano come indiavolati, come a indiavolati, pallini di plastica dura. Per terra ce ne erano fiumi.

Erano uomini e ragazzi di varie età. Poi, cosa che mi ha dato molo fastidio, più che fastidio nausea, interna, profonda, quasi da vomitare, c’era una donna. Forse mamma, forse gentile, forse bella. Ma armata e bardata di tutto punto, mimetica, anfibi, cappello occhiali ecc, come d’obbligo, come di moda.

E…

Giù sparare e giù a caricare e ricaricare il fucile del ragazzo. Il quale, a raffica, aveva già distrutto il povero bersaglio che, di carta o di cartone che fosse, si era lacerato. Distrutto tra atroci grida. Poi in pianto dimesso. Ma lui continuava imperterrito, rifornito di munizioni dalla mammina, a sparare. E a massacrare il povero bersaglio e le malmesse lattine.

E’ stata dura: fiesta y guerra. Mentre erano tutti li a discutere e far vedere i muscoli. E le armi, i mitra a tracolla di dietro. Le mimetiche, gli occhiali neri, a rete, protettivi. E le pistole, al cinturone, in una tasca laterale o infilate dietro la cintura, insomma tutti come Tex Willer, armati fini ai denti.

Poi ho saputo che vanno nei boschi a combattersi ed a spararsi i pallini di plastica dura. E ci portano anche i ragazzi, anzi è pieno. E si massacrano fino a notte, a volte fino a giorno. Poi dopo chissà che risate, che sfottò, che racconti alla mamma ed al papà. E come dormiranno? E i sogni la notte dopo? Chissa che bei ricordi, adrenalinici e vividi. E’ la fiesta y è la guerra.

Che pena, la festa, che uomini, che ragazzi, che donne, alla guerra!

Business is business e sui gusti non ci si sputa, ma io le mie sentenze le sputo lo stesso e sono sentenze di condanna, senza appello.

BRUTTO!

Anche diseducativo.

Sì ma a loro che gli frega?

Ma al comitato organizzatore? …macché gli frega anche a quelli? Tutto fa festa, “Venghino signori, venghino”.

Eppure continuo a pensare ad un mondo migliore, con altri valori, con altri business.

“VENGHINO SIGNORI, VENGHINO”

Giancarlo

Indagine conoscitiva, la scuola discrimina.

Indagine conoscitiva

Dalla scuola ho ricevuto una richiesta per un’Indagine conoscitiva:

Indagine conoscitiva

 

Che ha come oggetto Indagine conoscitiva.

Richiede alle famiglie degli alunni, al fine di organizzare le visite di istruzione nell’anno scolastico, di esprimere le preferenze in merito alle possibili “gite“, io direi di chiamarle con il loro nome. In seguito a quanto espresso nelle risposte potranno essere organizzate più iniziative, ci informa il redattore della suddetta.

In particolare per l’Indagine conoscitiva della gita di quest’anno sono previste le seguenti risposte:

Destinazione: Italia o Estero (Inghilterra, Francia…)

Durata : 1 giorno o 2-3 giorni oppure 1 settimana.

Ora io ritengo pregevole il fatto che l’istituto comprensivo sia così comprensivo da chiederci cosa preferiamo e prenderne atto  nell’organizzazione dell’evento, di solito molto ambito dai ragazzi, occasione di studio ed apprendimento certo, ma sicuramente anche occasione di divertimento insostituibile.

Sono d’accordo si deve andare in gita alle medie, è una delle cose che si ricordano per sempre e, di solito, i ricordi sono belli.

Però, volevo dire all’anonimo estensore del foglietto, il quale o la quale lo avrà redatto scrupolosamente, seguendo circolari ministeriali, istruzioni pubbliche o quant’altro giusto e necessario che, dopo il suo ricevimento e la sua lettura, alcune domande mi sorgono spontanee e le voglio porre di seguito.

Possibile che con l’attuale crisi che morde l’Italia, dove una persona su quattro risulta senza lavoro, dove quasi la metà dei giovani non lo hanno mai trovato un lavoro, le nostre autorità scolastiche siano così insensibili da non pensare che ci siano famiglie in difficoltà che non possono mandare il figlio o i figli in vacanza, talvolta neppure per un giorno, figuriamoci due o tre o, addirittura, per una settimana?

Possibile che nessuno immagini che possa essere un umiliazione ingiusta per il ragazzo veder partire i compagni e lui non poter andare per le condizioni economiche della famiglia, sicuramente indipendenti da lui?

Possibile che non se ne comprenda la profonda ingiustizia?

Se vogliamo andare in vacanza, a fare la settimana bianca, o in agriturismo, andiamoci con la famiglia non con la scuola.

Ovvero, se ci andiamo con la scuola, siccome fa parte dell’educazione, del percorso formativo e serve a diventare donne ed uomini, cittadini di questa repubblica, ci andiamo tutti, tutta la classe, tutte le classi A, B, C… tutti a spese della scuola.

Come fare poi a reperire i soldi per farla la gita, ci arrangiamo, cerchiamo un sistema per cui chi vuole, e chi può,  possa contribuire, ma, vi prego, non usiamo la gita per fare la vacanza pagata (l’insegnante) e umiliare i ragazzi (le famiglie).

E’ bello andare in gita? SI!!!

Farlo in questo modo – è – una – vergogna – e – non – sono – assolutamente – d’accordo.

Giancarlo

P.S. esprimerò la mia preferenza per una gita in Italia di un giorno, confidando che molti possano partecipare, istruirsi e divertirsi e se ce ne sarà bisogno voglio contribuire anche per altri che magari non possono spendere anche quei pochi euro. Ma non come elemosina, solo come progetto, se andranno tutti, vorrei poter aiutare chi non può permetterselo.

Badia a Ruoti, abbazia di San Pietro a Ruoti.

Badia a Ruoti

L’abbazia di San Pietro a Ruoti a Badia a Ruoti, Bucine, Arezzo..

Un posto fantastico, da vedere, da soggiornarci, se ne avete occasione.

L’ho ritratto su questo acquerello, non mi sembra male, ma ditelo voi.

Badia a Ruoti, Abbazia di San Pietro a Ruoti. Giancarlo Arrigucci 2014 Acquerello, cm 46x62.
Badia a Ruoti, Abbazia di San Pietro a Ruoti.
Giancarlo Arrigucci 2014 Acquerello, cm 46×62.

Se potete, visitatelo è un luogo magico ed incantevole, la sua storia è davvero interessante, anche se io non riesco neppure a riassumerla per voi. Mi dispiace.

Grazie

Giancarlo

Ho dipinto ancora

Sulla pittura:

Ho dipinto ancora.

Ancora un paio di oli.

Ho dipinto Rinalda
Piccolo olio ma interessante.
Ho dipinto Capanno_nei_Pianacci_1
Un capanno che mi sono trovato di fronte camminando nei Pianacci.

Del capanno nei Pianacci, ne avevo già parlato in un precedente post.

Ho dipinto ancora:

Ho fatto anche un paio di acquerelli.

Ho dipinto Idra
Idra, dai capelli serpici.
Ho dipinto Capanno_nei_Pianacci_2
Il capanno incontrato passeggiando. Mi è piaciuto tanto da farlo anche ad acquerello.

Giancarlo

Passeggiata

Passeggiata.

Oggi poca lana, son partito tardi per la mia passeggiata, era caldo.

Comunque un bel giro l’ho fatto lo stesso, ricco di cose da vedere. Intanto i due laghi, uno ancora buono l’altro eutrofizzato che non ne può più.

Passeggiata Lago di Casariccio
Lago di Casariccio
Passeggiata Sudicioni che sono stati a pescare a lago
Sudicioni che sono stati a pescare a lago
Passeggiata Piazzola accanto, ma anche dopo barattoli di granturco lasciati li, in acqua
Anche nella piazzola accanto, ma anche più in là, altri barattoli di granturco lasciati li, in acqua, a sporcare
Passeggiata Casariccio
Lago di Casariccio. E’ quello nelle migliori condizioni, l’acqua è più profonda. Ma ci sono tante alghe, che con il caldo crescono, crescono, crescono. Se non piove è un bel problema.
Passeggiata Lago del Mugnaini
Lago del Mugnaini. E’ quello in condizioni più disastrose. L’acqua è bassa, è sempre stata più bassa di quella del lago di Casariccio, ma negli anni la situazione è peggiorata. Durante l’alluvione a Firenze del 1966, le piogge torrenziali ed incessanti di Ottobre e Novembre riempirono l’alveo del lago di sabbia, di terra, di detriti di ogni genere. Detriti mai rimossi.
Passeggiata Lago del Mugnaini
Lago del Mugnaini. Anche il borro che entra ed esce dai due laghi fu riempito di sabbia durante il periodo che culminò con l’alluvione di Firenze. Grandi e piccoli tuffi che c’erano vennero tutti riempiti a raso. Mai più una piena, degna di questo nome, che li abbia riaperti.
Passeggiata Querce
Querce
Passeggiata Voglio farci un quadro
Questo è un capanno per gli attrezzi, forse, in passato, usato per ricoverare gli anmali. Soprattutto le vacche utilizzate per l’aratura e la semina erano tenute al calduccio durante la apusa pranzo degli aratori e i seminatori.
Passeggiata E' bellissimo.
E’ bellissimo. voglio farci un quadro. Nella sua semplicità mi appare evidente tutta la sua bellezza.
Passeggiata Pianacci, sud
Pianacci, sud
Passeggiata Pianacci, sud
Pianacci, sud
Passeggiata Bel fiorellino delicato
Un bel fiorellino delicato
Passeggiata Casariccio, posto da dove il lago prende il nome
Casariccio, posto da dove il lago omonimo prende il nome
PasseggiataCasariccio
Lago di Casariccio
Passeggiata Lago del Mugnaini
Lago del Mugnaini
Passeggiata More di rovo
More di rovo
Passeggiata Frutti di un albero al momento sconosciuto
Frutti di un albero al momento sconosciuto

 

 

 

Grazie

Giancarlo

Ancora una camminata

Camminata n° 2

Ancora un’altra camminata, altre foto.

Ancora una camminata runtastic2014-08-03_10_56_44
Ho incontrato un castagno con i suoi ricci.
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Il castagno da altra angolazione.
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Ho visto Montozzi e San Pancrazio sullo sfondo
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Ho trovato avena selvatica sul mio cammino, al bordo della strada. Sullo sfondo vigne di Merlot ed, in fondo in fondo, il Pratomagno sempre bello da vedere.
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Si incontra anche un blocco di roccia enorme. La parte visibile sarà alta circa 3 metri e larga una decina.
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La fattoria “Il Pino” contornata dei suoi ulivi.
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San Leolino
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LA fattoria di Carnasciale e. dietro, il Torrione (la torre di Galatrona).
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Semi di pioppo, si seccano a maturazione e sono trasportati dal vento, si tengono in volo con le due ali.
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Un fiore, bello delicato, quanto sconosciuto. Chissà quale sarà il suo nome?

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Ancora  posti come Carnasciale ed il Torrione.

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Madonnino del cimitero di San Leolino.

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Il Castello di San Leolino. Tra ulivi bellissimi.

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Sullo sfondo il Valdarno poi il Pratomagno fino a Vallombrosa.

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Vicino a San Leolino.

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Pianta di finocchio selvatico.

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Capperi.

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I capperi che crescono sulle mura del castelo di San Leolino, gettate sulla roccia pura.

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Altri incontri.

Il cinghialino di San Leolino.

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La chiesa di San Leolino

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Una bomba della seconda guerra mondiale, unico utilizzo serio di materiale bellico. Come paracarro, per non sbattere nell’angolo della casa e rovinarlo.

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Scorci tra le case, dovrebbe essere la fattoria di Carnasciale.
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San Leolino, un posto fantastico, dove si vive ancora bene.

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San Leolino.

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Una maestà, forse ricordo di una disgrazia terribile.

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La Fraschetta.

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Una strada tra gli ulivi che non è altro che una distesa di sassi, pietre spaccate dall’uomo e dalle intemperie, su cui si cammina malissimo, per la mancanza di terra di compattazione.

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Sullo sfondo il castelletto di Lupinari.

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I muretti a secco, che delimitavano la strada dal campo, e permettevano di liberare il campo dai sassi.

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runtastic2014-08-03_09_32_32 runtastic2014-08-03_09_32_17 runtastic2014-08-03_09_32_04 runtastic2014-08-03_09_28_41 runtastic2014-08-03_09_26_30 runtastic2014-08-03_09_21_23 runtastic2014-08-03_09_18_05 runtastic2014-08-03_09_17_47 runtastic2014-08-03_09_17_11 runtastic2014-08-03_09_14_21 runtastic2014-08-03_09_12_51 runtastic2014-08-03_09_12_27 runtastic2014-08-03_09_09_17

Ancora altri luoghi.

Il lago del Pucci.

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Il lago del Pucci.

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Il bivio de il Casello: un tempo nel mezzo dei cipressi c’era una Maestaina.runtastic2014-08-03_08_59_28 runtastic2014-08-03_08_57_49 runtastic2014-08-03_08_56_39 runtastic2014-08-03_08_56_25 runtastic2014-08-03_08_55_26 runtastic2014-08-03_08_52_15 runtastic2014-08-03_08_50_37 runtastic2014-08-03_08_50_23 2014_00017_P1240829_1920x1080 2014_00016_P1240828_1920x1080 2014_00015_P1240827_1920x1080 2014_00014_P1240826_1920x1080 2014_00013_P1240825_1920x1080 2014_00012_P1240824_1920x1080 2014_00011_P1240823_1920x1080 2014_00009_P1240821_1920x1080 2014_00008_P1240820_1920x1080 2014_00007_P1240819_1920x1080 2014_00006_P1240818_1920x1080 2014_00005_P1240817_1920x1080 2014_00004_P1240816_1920x1080 2014_00003_P1240815_1920x1080 2014_00002_P1240814_1920x1080 2014_00001_P1240813_1920x1080

 

Fiori sconosciuti e paesaggi tipicamente toscani, un giro veramente bello.

Giancarlo

 

Parco fluviale.

Parco fluviale

Finalmente avremo il nostro parco fluviale.

Benché a Bucine in realtà non vi siano fiumi ma solo torrenti e borri, il parco ha preso lo stesso l’aggettivo di fluviale. Non vi sembri una definizione esagerata.

Il torrente principale che passa vicino a Bucine è l’Ambra, affluente dell’Arno, ma poiché l’Ambra non passa dentro il paese, non possiamo farci nulla, ne parchi ne altro. Un torrente secondario, il borro di San Salvatore, attraversa invece il paese, beh! Volendo essere precisi, sebbene gli passi attorno, non lo attraversa mai. Le poche case che ci sono abbastanza vicine sono di recente costruzione. Comunque, un bel tratto di questo borro, che va dall’Isolina all’Abetina, è d’interesse per il parco.

Parco fluviale Bucine 2
La zona del parco è quella bianca. In giallo il percorso del Borro di San Salvatore.

Bucine Area del Parco 2 Area del Parco 

Nido di formiche.

Sambuco

Sabbie di Bucine, tipica formazione sedimentaria presente nel sottosuolo.
Sabbie di Bucine.
Altre sabbie di Bucine.

Sabbie di Bucine.

Edera.
Edera.

Seguiranno aggiornamenti, se ci saranno.

Giancarlo