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Ciclo. Dopo l’omicidio strale, il sorpasso killer. Non sanno cosa fanno.

Ciclo aperto, ciclista, ciclo amatori, giro d’Italia, pirati, strade, incidenti, morti, indignazione, nuove leggi, ciclo chiuso.

La vita è un ciclo, nel senso di ciclomotore o di bicicletta.

Hayden, non si è mai fatto male cadendo in pista dalla moto. Sulla strada si è rovinato con una bici.

E’ successo anche a Michele Scarponi, già vincitore del Giro d’Italia 2011 travolto da un furgone.

Le recenti morti hanno riacceso la polemica, forse appena appena sopita dalla recente approvazione della legge sull’omicidio stradale. Ma le statistiche sono inclementi muore un ciclista ogni 35 ore, travolto da auto, camioncini, autotreni od autocisterne, ma anche trattori ed ambulanze.

Dobbiamo fare qualcosa, in parlamento andiamo verso l’ennesima legge. Una legge salvaciclisti. Deve essere calendarizzata a giorni. E’ una legge che prevede una distanza minima laterale per il sorpasso dei ciclisti. Il limite sarà fissato ad 1 metro e 50 centimetri. Il nuovo codice della strada prevedeva già qualcosa di analogo, ma è fermo chissà dove, ad uno stop da cui non sembra poter ripartire.

Ora ad una persona di buon senso, come me. Mai coinvolto in incidenti con feriti come me. Che guida da anni in tutte le strade Europee come me. Si domanda ma com’è che solo in Italia abbiamo tanti morti con le bici?

Magari abbiamo poche leggi? Non direi. Sono poco severe? Non direi. Non sappiamo guidare, sia l’auto che la bici? Siamo tutti pirati? Siamo tutti assassini?

Ma no!!! E’ che ci piace lamentarci e non ci piace risolvere i problemi. Facciamo leggi tanto per fare. Scritte male e da persone incompetenti. Ed ogni volta, ad ogni emergenza, ne scriviamo un’altra. Siamo o non siamo un popolo di poeti e di scrittori?

Io penso che ci piace prendere per il culo o farci prendere per il culo.

Cicli, ciclo motori, auto e camion.

Nel 2014 eravamo secondi in Europa per numero di vittime in incidenti stradali.

Chi pedala per lavoro (come i professionisti) o per andare al lavoro (come i ciclisti urbani) continua a farlo a rischio e pericolo quotidiano schivando buche o incroci mal segnalati, pedalando nel traffico dei motori o su piste ciclabili al limite della praticabilità (Repubblica).

Ma già nel 2015 i dati erano migliorati rispetto al 2014, dei ciclisti ne morivano 251 (-8,1%)

Nel 2016, in Europa, è andata ancora meglio. -2% di incidenti stradali.

E allora perché da noi è emergenza? Perché si fanno nuove leggi? Come mai si demonizzano automobilisti e camionisti?

La legge del metro e cinquanta vorrebbe assimilarci alla legislazione di altri paesi.

Si dimentica che in Italia ci sono chilometri e chilometri di strade ad una sola carreggiata, a doppio senso di marcia, più strette di 1,50 metri.

E, si approva una legge sull’omicidio stradale, ma non si fa niente per prevenirlo.

Si piange e si grida come sento fare alla radio ed in televisione in questi giorni, per attingere ai sentimenti, bassi, della gente, per indirizzarne la giusta rabbia, verso obiettivi sbagliati.

Quindi:

Perché nessuno grida allo scandalo?

Perché nessuno chiede dimissioni?

Quale scandalo?

Chi si dovrebbe dimettere?

Lo scandalo è che in Italia non ci sono piste ciclabili, si dovrebbero dimettere tutti quelli che hanno contribuito all’instaurarsi ed al propagarsi di questa situazione. Il governo nazionale in testa, i governi locali poi.

E’ una vergogna che dei cani latranti vogliano farci credere che la colpa è del singolo, per distrarci dal vero.

Il singolo, l’automobilista, il camionista ha le sue colpe, specie se ubriaco o drogato non potrà scapparne, ma la collettività il suo governo, sono i veri untori di questa peste. I ciclisti devono essere separati dal traffico a motore, ci vogliono strade dedicate, piste ciclabili o strade a divieto di transito a motore. Ai ciclisti deve altresì essere vietato entrare nella strade riservate ai motori, assolutamente.

Perché in Europa ci sono milioni di chilometri di piste ciclabili, di zone pedonali ed in Italia no?

Perché nel resto del mondo hanno adottato la separazione tra questi due sistemi di trasporto e qui no?

Ma avete visto, in aggiunta e non scusante, il traffico che sopportano le nostre strade?

Non è possibile percorrere le nostre strade in maniera promiscua.

In caso di contatto fortuito tra due auto si rompono gli specchietti, si graffia la fiancata, se tocchi un ciclista muore.

Ma non continuiamo a farci confondere, pretendiamo da ciclisti la possibilità di stare da soli.

Non paghiamo tasse di circolazione? Ma no! Ogni ciclista ha almeno un’auto, il bollo lo paghiamo già.

E’ solo più facile fare leggi che nessuno controllerà e farà applicare che fare strade senza buche e piste riservate ai ciclisti.

Vergogna.

Ceppoduro.