Pena di morte, una mostruosità (in)umana.

Pena di morte

Cos’è la pena di morte? Come riporta wikipedia, la pena capitale è l’uccisione di un individuo ordinata da un’autorità a titolo di sanzione penale. E’ una perversione di pensiero unica del genere umano e non solo perché solo gli umani sembrano (s)ragionare.

Fortunatamente in molti stati non è presente o non viene applicata ma in altri è presente e comminata per reati considerati gravi ma anche per reati che non riesco a considerare gravi. Ad ogni modo questa sanzione non ha ne basi ne ragioni di essere concepita, ancorché applicata ne supportata.

Nell’antichità la pena di morte era presente un po ovunque, il primo stato a smettere in pratica di comminarla fu quello di San Marino in cui l’ultima esecuzione capitale fu eseguita nel 1468 per poi venir abolita definitivamente nel 1865. Ma il primo ad abolirla dal proprio ordinamento fu la Toscana, il Granducato di Toscana il 30 novembre 1786. E, anche solo per questo, sono orgoglioso di essere nato in questa terra, che ha sviluppato queste idee e saputo dare questi frutti. L’Italia l’ha abolita definitivamente nel 1948. E, anche se in ritardo rispetto ai toscani, con largo anticipo rispetto a tanti altri paesi “civili”.

Nobili origini

Chiaramente questa orribile consuetudine alla pena capitale ha “nobili” origini, sempre wikipedia ci dice che nell’antico testamento è scritto a chiare lettere che: chi causa la morte di un uomo sarà messo a morte. E, purtroppo, non è la sola prescrizione del genere presente nei “testi sacri” anche per azioni dalle conseguenze ben più modeste, come l’adulterio.

Ora la pena capitale era presente anche prima della scrittura della Bibbia ma già esistevano persone nell’antichità che hanno concepito le prime obiezioni contro di essa o almeno contro un’applicazione eccessiva della stessa, germi di pensiero che poi troveranno maggiore spazio e concretezza in un altro Italiano, illustre, Cesare Beccaria.

Il quale nel 1764 pubblicò il pamphlet  Dei delitti e delle pene dove Beccaria criticava il sistema penale del tempo e prendeva posizione contro la pena di morte.

Altro orgoglio nazionale è che il 18 dicembre 2007 l’ONU, con 104 voti favorevoli, 54 contrari e 29 astenuti, ha approvato la Moratoria universale della pena di morte, promossa dall’Italia a partire dal 1994.

Stati che applicano o meno la pena di morte nel mondo:

Pena di morte Public domain I, the copyright holder of this work, release this work into the public domain. This applies worldwide. In some countries this may not be legally possible; if so: I grant anyone the right to use this work for any purpose, without any conditions, unless such conditions are required by law. death_penalty_world_map-svg2Pro pena capitale

Ci sono motivazioni favorevoli alla pena di morte e motivazioni contrarie.

Fra tutte quelle a favore, ancorché inaccettabili e a volte ridicole, voglio citarne una: “garantisce un’assoluta certezza della pena e assicura un risarcimento morale ai parenti delle vittime di omicidio, eliminando la tentazione di vendette private, nonché scongiurando potenziali eccessi di legittima difesa e ulteriori reati a danno di terzi cittadini”.

Questa motivazione la riporto perché mi ha colpito, mi ha colpito come gli Statunitensi siano molto attaccati a questa cosa, infatti in molti stati vige ancora la pena di morte: Voglio dire che gli americani vogliono il risarcimento morale, se il reo si è macchiato di reati che la prevedono, la pena di morte è l’unica soluzione che calmi gli animi e tutti son disposti a far di tutto perché venga eseguita.

Poco conta che non si possa poi tornare indietro in caso di errore di giudizio, poco conta, se non la vendetta. Si vuol compensare, risarcire, qualcosa che non potrà mai tornare allo stato precedente alla commissione del reato. Vendetta sul reo per non doverla cercare su altri innocenti, perché la morte, chiede morte: OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE. Se non ci fosse la pena di morte negli USA ci sarebbe una faida continua e perenne, tutti contro tutti a spararsi in piazza.

Contro pena capitale

Anche di tutte quelle contrarie ne riporto solo una: lo stato non può macchiarsi di un delitto che dice di combattere, nessuno ha il diritto di privare un essere umano della sua vita, figuriamoci un ente, un gruppo, un’associazione. Nessuno può rivendicare preminenza morale uccidendo altri uomini. Non c’è diritto solo barbarie in questo comportamento.

Ascoltatevi il gorilla di Fabrizio de André, alla fine si capisce come a qualcuno possa esser tirato il collo non per sbaglio ma per malafede: “con una sentenza un po originale”.

Amnesty International ci dice che:

The death penalty is cruel, inhuman and degrading. Amnesty opposes the death penalty at all times – regardless of who is accused, the crime, guilt or innocence or method of execution.

La pena di morte è crudele, inumana e degradante. Amnesty si oppone alla pena di morte in tutti i casi, senza considerare chi sia accusato, il crimine commesso, se colpevole o innocente o il metodo di esecuzione.

Questa dichiarazione, molto bella, ci dice che non abbiamo alcun diritto sulla vita di esseri umani, se non di salvaguardarla in ogni caso e sempre. Ci dice che non c’è un modo “civile” per comminarla.  Ci sono due diritti umani essenziali tutelati dalla dichiarazione universale dei diritti umani adottata dall’ONU nel 1948:

The right to life and the right to live free from torture.

Il diritto alla vita ed a vivere senza tortura.

La pena di morte è un abominio che lede il diritto alla vita ed a vivere senza tortura.

Vergogna!

Giancarlo

Mi domando come sarò, quando sarò morto.

Quando sarò morto

Quando sarò morto sarò molto, molto dispiaciuto.

Penso che quando sarò morto non potrò più ascoltare la musica che, anche distrattamente, ho ascoltato fin’ora e che ascolto anche oggi e che mi ha dato e mi da tanto piacere. Non potrò ammirare i dipinti che ho visto durante la mia vita, che sono diventate icone della vita stessa. Non potrò più gioire della luce, che a volte abbaglia, ma riesce a creare effetti che non posso pensare altrimenti.

Il mondo è bello e le sue rappresentazioni artistiche lo sono ancor di più. Il Davide di Michelangelo è una rappresentazione del blocco di marmo che non avrei potuto pensare senza di lui, mi mancherà Michelangelo, mi mancherà Botero, mi mancherà Piero della Francesca, mi mancherà Antonio Ligabue, mi mancheranno Fabrizio de Andrè, Leonard Cohen , Joan Baez, i Pink Floyd, i Nomadi, i cccp e anche Luciano Ligabue.

Non potrò più ammirare le trame di qualche muro a pietra dei casolari Toscani o delle strade tortuose che salgono la Valpolicella.
Non godrò dei panorami che ammiro oggi verso e dal Pratomagno, ne i tramonti sul mare o sul lago Trasimeno.

E non rivedrò la mia famiglia, non discuterò delle cose ne potrò essere accusato di nulla: non sbaglierò più. Non commetterò più errori.

Quando sarò morto

Quando sarò morto non ci sarà chance di cambiamento, solo il corpo si disfarà e niente, nessun ricordo resterà in me e di me.

Solo quello che ho fatto resterà, finché il tempo e le intemperie non lo rovineranno. Resteranno anche i ricordi che qualcuno avrà di me, finché resteranno nella sua mente, di chi mi ha conosciuto o di chi ne ha sentito parlare, finché non sarà morto anche lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

Oggi sono particolarmente triste e pessimista.

 

 

 

 

Ma non posso farci nulla: questa è la vita, il resto è la morte.

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Giancarlo

La verità. Vi spiego cos’è la verità.

La verità.

Cosa sia la verità l’ho scoperto stasera ascoltando la radio.

La televisione non l’ascolto quasi più. E’ inguardabile, ma anche starla a sentire mette in  serio imbarazzo chiunque conosca i rudimenti della lingua e/o ragioni con la sua testa.

LA Verità autoradio2

Comunque alla radio, conducevano il programma un uomo ed una donna. Il conduttore parlava con un nostro connazionale residente in Scozia, non conosco l’argomento della intervista, che era già iniziata quando mi sono messo all’ascolto, ma quasi certamente verteva sulle ultime elezioni presidenziali americane paragonate al referendum sulla BREXIT e al precedente referendum sulla indipendenza della Scozia dall’Inghilterra.

Votato per l’indipendenza

Penso di aver capito che nella famiglia dell’ospite le figlie abbiano idee diverse, ad esempio le due maggiorenni, abbiano votato per l’indipendenza della Scozia, contrariamente al padre.

Allora, alla fine, la conduttrice ha chiesto all’ospite se avrebbe guardato la partita Scozia Inghilterra alla TV questa sera e se le figlie lo avrebbero fatto tifare Scozia. Lui ha risposto di non essere più il gestore del telecomando, ormai da tanto tempo, che comunque, anche se non avesse visto la partita, sperava vincesse la Scozia, naturalmente.

Vincerà l’Inghilterra

Allora il conduttore ha chiosato: “Mi dispiace ma stasera la Scozia è data 10 a 1, dovrà rassegnarsi alla vincita dell’Inghilterra”.

La verità autoradio

ECCO! Ho capito. La verità è degli allibratori. Il conduttore radiofonico sapeva, sa come va il mondo e mi ha convinto.

I sondaggisti non ci azzeccano più, ma i bookmaker si. Ormai nel linguaggio comune si usa riportare a quanto è dato un avvenimento nelle scommesse per capire come andrà a finire, per decidere se è vero, se crederci o no.

La verità

“La verità sta nel mezzo” si diceva, no, non è più vero la verità sta nella quota. Gli allibratori, non buttano i soldi, se danno qualcosa, qualcuno, perdente, la verità è che quello perderà.

Forse è vero che l’allibratore conosce la verità ma i nostri media non conoscono la vergogna. Ma come si fa a riportare le quote degli allibratori, così, come fosse una cosa naturale? Come fosse un’informazione neutra, neutrale? A conferma di un fatto non ancora avvenuto? Non si rendono conto che possono instillare il “demone del gioco” negli ascoltatori? Sono untori, untori come quelli della peste di Milano.

Non tutti sono immuni dall’unzione.
Molti giocano, giocano, giocano e si rovinano e rovinano quelli che gli stanno intorno e spendono e spandono e poi spendiamo, noi, per curarli ed il nostro conduttore… non se ne cura, oppure se ne rende conto, lo sa bene e l’ha fatto scientemente. E’ un untore.

E allora ragiono, penso e discuto con voi:

Ma come siamo caduti in basso?

Specialmente la televisione, e la radio, specialmente quelle pubbliche, che dovrebbero essere fuori dalla mischia, senza interesse di genere. Apparecchi che dovrebbero divulgare “la verità”, quella vera, quella non quotata nei listini dei bookmaker, quella che ci faceva dire:” E vero, l’ha detto la televisione”.

Viene voglia di staccare la corrente, cosi non si paga il canone e neanche più gli allibratori.

Ceppoduro

Palma o palmisto un grasso vegetale che non è ben visto.

Palma

Palma elaeis_guineensis_ms_3467
Palma da olio (Elaeis guineensis) Marco Schmidt [1] – Opera propria Oil palm plantation on the slopes of Mt. Cameroon Dettagli dell’autorizzazione cc-by-sa-2.5
L’olio di palma è bandito. Non c’è più una merendina che lo utilizzi, eppure fino a ieri lo impiegavano a fiumi anzi a vagonate, visto che è quasi tutto solido a temperatura ambiente.

Ma cos’è e perché si usa(va) tanto?

L’olio di palma (ottenuto dai frutti) ed il palmisto (ottenuto dai semi) di alcune specie di palma è un misto di acidi grassi saturi ed insaturi. Il palma grezzo è arancione perchè contiene molto beta carotene, dal colore dei frutti. Il palmisto è bianco e viene raffinato con procedimenti chimico fisici complessi. Il palma ha un grande appeal per l’industria alimentare: costa poco (quasi nulla) ed è anche utile, addensa bene, resiste al riscaldamento (si frigge a lungo prima che sappia di bruciato o di rancido).

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I frutti della palma oneVillage Initiative – Jukwa Village & Palm Oil Production, Ghana

 

 

Insomma se gli Inglesi hanno cominciato ad importarlo come lubrificante di motori o ingranaggi industriali in un attimo è scivolato nei cibi (industriali).

Oggi, basta ascoltare le pubblicità, scompare da ogni merendina, da ogni ricetta, tutto, improvvisamente, è fatto”senza” olio di palma o almeno fa chic pubblicizzarne il non impiego. Da questa categoria di non utilizzatori si tira fuori una grande industria Italiana, che ne difende l’impiego a spada tratta, naturalmente optando per l’uso di qualità di qualità.

Il Palma viene, comunque escluso dalle ricette di molti produttori perché nel 2016 l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti) ha pubblicato uno studio sui Risks for human health related to the presence of 3- and 2-monochloropropanediol (MCPD), and their fatty acid esters, and glycidyl fatty acid esters in food (rischi per la salute umana relativi alla presenza nel cibo di 3- e 2-monocloropropandioli (MCPD), e dei loro esteri di acidi grassi, e degli esteri diglicidici di acidi grassi). L’EFSA ha sede a Parma.

Dallo studio si evidenziano rischi, specialmente per i bambini. Da qui il fuggi fuggi generale.

Tra l’altro erano già molte ed infervorate le discussioni sul disboscamento delle foreste tropicali per fare posto ai palmizi da olio, fonte scarsa di reddito ma di grave danno naturalistico. Ora l’olio di palma brucia e puzza come lo zolfo dell’inferno.

Solo uno lo difende, ma pochi sanno che la ditta possiede un impianto di raffinazione idrogenazione in Piemonte, loro l’olio di palma se lo raffinano da soli, probabilmente lo migliorano e lo rendono ancora più conveniente. L’olio frazionato fonde alla temperatura corporea, come il cioccolato, ed è un emolliente eccezionale, dal punto di vista tecnico, per la crema spalmabile di frutta secca.

Ma noi siamo favorevoli o contrari all’impiego del Palma? Ci piace la crema spalmabile, è ovvio, è stata celebrata per queste sue doti, come fare senza?

Ma non ci piace che ci siano rischi per la salute, specie per i piccoli.

Se non va bene eliminiamola.

Eliminarla creerà atri problemi, dicono, affrontiamoli, dico io.

Ma cerchiamo di limitare l’uso di prodotti a basso costo e scadenti.

Il palma è ingrediente di merendine, patatine, snack vari?

Ma ritorniamo a dare ai nostri figli un frutto. Una fetta di pane e pomodoro, pane e olio (il nostro extravergine di oliva). Una fetta di dolce fatto un casa. Non saranno più sicuri? E come no?

( A proposito dei frutti e della loro buccia, dobbiamo tornare a parlarne, vedremo quello che sarà possibile fare.

Bucine

 

Metagramma, un semplice gioco di parole.

Metagramma

Molti lo giocano, nessuno sa che il metagramma, o scala di parole, fu inventato da Lewis Carroll, l’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Per giocare a questo gioco serve solo carta e penna, si può fare anche a memoria ma occorre essere bravi. Partendo da una parola data si deve arrivare ad una seconda con alcuni passaggi intermedi. Ogni parola, le due date e quelle intermedie devono essere parole di senso compiuto presenti nel dizionario della lingua scelta. Naturalmente il gioco è più interessante se il passaggio è in qualche modo sorprendente o strano.

Carroll propose nel suo primo metagramma di passare da testa a coda (HEAD –> TAIL) per trasformare la prima parola nella seconda si devono seguire alcune regole:

  1. aggiungere una lettera
  2. togliere una lettera
  3. cambiare una lettera
  4. usare le stesse lettere in ordine diverso (anagramma)

Esistono varie versioni del gioco.

Le più comuni utilizzano solo la regola numero 3, come faceva il primo rompicapo proposto da Carroll.

H  E  A  D
h  e  a  l
T  e  a  l
T  e  l  l
T  a  l  l
T  A  I  L

Altre non permettono l’uso della regola numero 4, l’anagramma.

Il gioco, con tutte le regole applicate permette di utilizzare parole di lunghezza diversa.

Vediamo come faccia Maria ad essere in forma:

MARIA
moria (Regola 3)
mora  (regola 2)
orma  (regola 3)
FORMA (regola 1)
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Sarà possibile andare da VELIERO a ROMEO? Magari passando prima dal VOMERO!

Uno semplice, inventato da me, che non so se rientra nei canoni.

Trasformare un orso bianco in uno bruno:

Bianco

fianco

franco

branco

brano

bruno.

Si potrebbe anche fare meglio passando da rosso a nero, senza bisogno dell’orso.

Rosso

roso

reso

peso

pero

nero.

 

Mah! Forse dovrei ammettere che certi giochini non sono per me e cercare di fare altro.

Sì, farò altro.

 

Giancarlo

 

 

Fonte

Wikipedia

Il gioco del cento, un bel gioco matematico

Il gioco del cento.

Il gioco del cento è un giochetto matematico interessante.

La versione base è molto semplice, altri tipi sono più complessi ma la logica è sempre la stessa.

Gioco del cento

Si gioca in due, non serve niente altro per giocare.

A turno i giocatori dicono un numero, vince chi dice cento.

Naturalmente il primo giocatore non può dire cento, non ci sarebbe gioco. Il secondo giocatore deve dire un numero superiore al primo ma di non più di dieci numeri, le giocate successive rispettano la stessa regola. Solo il primo giocatore con la prima mossa può dire un numero da 1 a 10, non essendoci state giocate precedenti.

E’ un gioco finito ad informazione perfetta, che permette di adottare una strategia vincente.

Soddisfa il teorema di Kuhn, per cui andando a ritroso si può scoprire quale sia la strategia vincente.

Come si fa? Andando a ritroso scopriamo quale possa essere il penultimo numero del primo giocatore:

100-1-10= 89

Se il primo giocatore arriva a dire 89 il secondo deve aggiungere almeno 1 ed il primo può dire 100 e vincere. Togliendo 11 ad ogni mossa precedente si arriva a 1.

89-11=78

78-11=67

67-11=56

56-11=45

45-11=34

34-11=23

23-11=12

12-11=1

Quindi 1 è la strategia vincente del primo giocatore, se dice 1 e successivamente, indipendentemente dal numero pronunciato dal secondo giocatore, dirà 12, poi 23 ecc. fino a 100, vincerà sicuramente.

Il primo giocatore vince sempre.

Cento

Se diamo come limite 99, cioè decidiamo che vince chi si avvicina di più a cento, senza dirlo, cento perde, basterà dire 11 per vincere, siccome il primo giocatore non può dirlo vince il secondo con: 11, 22, 33, 44, 55, 66, 77,88, 99.

Il secondo giocatore vince sempre,

Bello vero?

Le altre varianti sono lunghe da spiegare e vi annoierei.

Giancarlo

 

 

 

Jobs Act, perché stanno aumentando i disoccupati?

Jobs Act, aumentano i disoccupati.

Occupati, oggi siamo occupati a parlare dei disoccupati, secondo ISTAT sono 3 milioni, come riportato dal sole 24 ore, 60mila in più a Settembre. Complimenti al Jobs Act, un ottimo risultato. Ma gli inattivi calano cioè molti cercano lavoro, dopo che avevano smesso di farlo. Oppure hanno smesso di studiare, che le famiglie non possono più mantenerli e cercano lavoro.

Beh, c’è la congiuntura economica sfavorevole, questo è innegabile.

Ma anche con la pessima congiuntura attuale, gli occupati con contratto a tempo indeterminato sono saliti, dopo la riforma del lavoro. Si! E’ vero grazie. Già lo scorso febbraio giravano voci che il mitico “JOBS ACT” non fosse stato altro che una nuova mangiatoia per pseudo “imprenditori”.

In pratica tutti i nuovi contratti “a tutele crescenti” non sembrano essere altro che vecchi lavori a partita IVA trasformati, in fretta e furia, in “a tempo indeterminato a tutele crescenti”. Per poter accedere agli sgravi fiscali, altrimenti detti esoneri contributivi, che altro non sono che condoni tombali.

Per far dimenticare che imprenditori “furbetti” hanno utilizzato lavoratori “impropri” nelle proprie aziende. La mangiatoia si è ristretta, nel 2016, rispetto all’anno precedente, gli sgravi sono scesi al 40% e pure i contratti stipulati sono calati del 30%.

Ma allora funziona o no il JOBS ACT.

Dal punto di vista degli industriali è un regalo che nemmeno Berlusconi era riuscito a fargli.

Dal punto di vista dei lavoratori l’ombrello (quello del mitico Cipputi) ce l’hanno sempre in quel posto, solo il manico si gira in qua e in la secondo il momento (ora da sinistra lo hanno girato a destra).

corre_la_vita

Poi dal punto di vista concettuale il job acts è del tutto sbagliato, a partire dal nome. Usare una definizione inglese per una legge Italiana è assurdo e pure presuntuoso. Legge sul lavoro (o sui lavori) non sarebbe stato meglio? Bisogna essere anglofoni?

L’Inghilterra ha votato l’uscita dalla Comunità Europea e noi continuiamo ad esprimerci in Inglese. Chissà se tutti gli Italiani capiscono di cosa si parla dal titolo in Inglese? Penso di no. Ma vediamo di cosa si parla, direttamente dal sito del governo, useremo la sua presentazione e spiegazione:

TUTELE CRESCENTI

Incentivare le imprese ad assumere con il contratto a tempo indeterminato, non solo per le agevolazioni ma per la garanzia di avere regole certe e semplici.

Nello specifico il governo aggiunge:

L’obiettivo primario del Jobs Act è creare nuova occupazione stabile. Il contratto a tempo indeterminato diventa finalmente la forma di assunzione privilegiata.

Sono state fornite nuove regole più chiare e certe qualora si verifichino licenziamenti illegittimi. I lavoratori in questo caso saranno garantiti da un’indennità economica proporzionata alla loro anzianità aziendale. Comportamenti discriminatori o palesemente strumentali dei datori di lavoro saranno sanzionati con la reintegrazione del dipendente. Si previene il contenzioso giudiziario tramite un nuovo modello di conciliazione.

Ma questo è assurdo.

I privilegi dell’assunzione vengono dati ai datori di lavoro e non ai lavoratori. Hanno tolto il reintegro, in caso di licenziamento illegittimo, con la scusa di garantire dal licenziamento illegittimo con un rimborso economico al lavoratore. Ma non era meglio mantenere il reintegro, sanzionando l’imprenditore malandrino? Facendogli anche pagare un rimborso economico equo, da versare al lavoratore ingiustamente licenziato?

No! Prima, giustamente, non ti potevo licenziare illegittimamente, adesso si. Ma ti pago. Ma poco. Qualche mensilità al massimo. Di più, non è per niente certo entro quanto ti devo pagare queste mensilità, ne se, con buoni avvocati, posso anche evitare di farlo.

Comunque…

Comunque anche se pagate subito, prima o poi le mensilità finiscono ed il lavoro non c’è più. Insomma si assisterà ad un aumento dei licenziamenti e, contemporaneamente, ad un livellamento verso il basso delle retribuzioni.

Perché non sarà facile chiedere di aumenti a chi, senza motivo, ti può mettere in mezzo ad una strada da un giorno all’altro. E’ evidente che nell’eventuale braccio di ferro tra un lavoratore ed un datore di lavoro il più forte è il datore. Lo era prima e lo è ancor di più oggi.

Però comportamenti discriminatori o “palesemente” strumentali saranno sanzionati. Ma cos’è palesemente strumentale? Chissà chi lo sa. Però niente più giudici del lavoro solo un nuovo modello di conciliazione, concilia, concilia che tanto decido io, se e come conciliare.

POLITICHE ATTIVE

Favorire il reinserimento potenziando la rete dei Servizi per l’Impiego anche grazie al coordinamento della nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro

Questa parte del Jobs Act pensa a come recuperare i licenziati. Lo fa tramite corsi di formazione, riqulificazione, aggiornamento, ecc. per gli ex lavoratori. Lo fa anche dando incentivi (ancora incentivi?) agli imprenditori. A coloro che faranno qualcosa di specifico per l’impiego.

Naturalmente, se gli imprenditori non faranno granché per l’impiego, si pensa di utilizzare anche, revisionandoli, auto-impiego e auto-imprenditoria. Insomma non sono rottamate le vecchie partite IVA e l’impresa individuale (consulenza spicciola e banco al mercato, riparazioni edili, caldarroste per il periodo natalizio, cocco fresco d’estate ecc. ecc.)

Occorrerà inventarne molte di queste professioni alternative perché l’impiego sarà facile perderlo ma non altrettanto trovarlo. Peccato che con la globalizzazione tanti di questi lavori siano, de facto, in mano ad altre etnie e nazionalità, ma chissà, forse ci sarà posto per tutti? Confidando che poi ci sia anche chi di questi lavori possa servirsi e richiederli.

MATERNITÀ

Maggiori tutele durante la maternità anche per le libere professioniste, eliminando le disuguaglianze tra lavoratrici

Anche qui grandi idee e tante promesse, se il committente non mi paga i contributi l’INPS mi paga lo stesso, poi l’INPS finisce i soldi e…

Infine le donne vittime di violenza di genere  potranno richiedere un congedo trimestrale dal lavoro fruibile anche su base oraria.

Si ma lo otterranno? E dopo il trimestre? Boh!

FLESSIBILITÀ

Aiutare le imprese e i lavoratori a trovare nuovi modelli di organizzazione aziendale che favoriscano la produttività e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro

Ma perché prima le ditte erano ingessate e non producevano bene? Infatti il “Made in Italy” era sinonimo di cialtroneria e cattivo gusto? Ma vaaa… Ma nooo. si tratta di: Un orario lavorativo meno rigido, il telelavoro, la possibilità di fruire dei congedi parentali anche su base oraria insomma si tratta di chiacchiere, tutte cose che c’erano anche prima o si potevano fare senza far tanto puzzo.

Bello il congedo parentale su base oraria, certo poter uscire un’ora prima può essere utile ma se vuoi aiutare una mamma o un babbo a crescere un piccino, falla, fallo, stare a casa mezza giornata tutti i giorni o meglio tutto il giorno per tre o cinque anni.

Come dite?

Non ci sono le risorse?

E allora di cosa ragioniamo?

Dare agevolazioni a spese dell’agevolato riesce a tutti. Sarebbe come se volessimo mandare la gente in pensione facendogli chiedere un prestito in banca, perché non possiamo pagarli l’assegno, non credete?

TUTELA DEL LAVORO

Nuovi strumenti per sostenere chi perde il lavoro o è temporaneamente sospeso, ampliando la platea dei beneficiari e sostenendo quelli più svantaggiati

E’ giusto, qui son d’accordo al 100%, chi non ha lavoro deve essere aiutato, cosa stiamo assieme a fare se non aiutiamo che sta peggio di noi? Ma chissà che vuol dire allargare la platea dei beneficiari?

Vediamo.

Se comprendo bene si tratta di dare sussidi anche a chi oggi non li prende, perché apprendista o lavoratore a nero. Ma il lavoro nero si deve prima far emergere. Sarà istituita un’apposita, nuova, agenzia del lavoro per questo. Mi viene in mente una canzone  il cui testo diceva: “…parole, parole, paroleee…”

SEMPLIFICAZIONE

Meno adempimenti burocratici ed un quadro normativo chiaro sono la chiave per creare più lavoro

E qui casca l’asino. Solo per questo “meritava di farlo”, sto maledetto Jobs Act.

Instaurare un rapporto di lavoro e gestirne le varie fasi sarà più facile. 

Certo se ti assumo o ti licenzio lo decido io, più facile di così. “Ti piace vincere facile?”.

Via, via, via, eliminare i contratti strani: Saranno eliminati i contratti scarsamente diffusi, o che sono stati utilizzati in maniera distorta ed elusiva come le associazioni in partecipazione e le collaborazioni a progetto.  

Ma si potevano anche eliminare prima o senza cambiare altre regole no? No!

Il passaggio verso la forma di lavoro stabile e subordinato permetterà alle aziende non solo di non incorrere in sanzioni, ma anche di usufruire degli incentivi introdotti dall’ultima Legge di Stabilità (Legge n.190/2014) per le assunzioni a tempo indeterminato, garantendo così un cambiamento qualitativo del mercato del lavoro.

Aha, sempre per dare soldi alle aziende e per non sanzionarle. Mi sembrava strano che la semplificazione fosse veramente a favore del lavoratore o dei disoccupati.

…aver tolto i lavori…

Bene, direte voi, anche solo per aver tolto i lavori precari, il Jobs Act, merita di essere ricordato. Niente più partite IVA (sicuri?) niente cococo, niente quaqquaraqqà, niente ‘a fà’.

Ma però non dimentichiamoci i VOUCHER, utilizzati per retribuire prestazioni di lavoro accessorio. Chi lavora con un voucher è tutelato? No, fino a poco tempo fa era anche sconosciuto, poi, il governo ha “dovuto” introdurre VOUCHER nominativi altrimenti era come agevolare il lavoro nero.

Quindi chi ne trae beneficio? Ma sempre l’azienda, ovvio, Ti può far lavorare per qualche minuto, ed è a posto con le leggi, e lo stato ne riscuoterà dei contributi ma non ci pagherà mai pensioni.

Che furbata, questi sono geni.

E l’ombrello del Cipputi lo prende sempre in quel posto il lavoratore.

Lavoratore che con i voucher non avrà futuro. Con quel voucher non potrà avere prestiti, mutui, decurtazioni del quinto, niente. Non gli cambierà nulla, tutto resterà come prima. Ma se accetta un lavoro pagato con voucher, quali sono le sue condizioni. Soprattutto quali saranno le sue prospettive, le sue possibilità?

Insomma una bella riforma, su cui guadagnano in pochi, i soliti, e perdono tutti gli altri, i soliti.

La costituzione, disattesa, dice che l’Italia è una Repubblica basata sul lavoro. Il lavoro è dignità, autonomia, indipendenza. Infatti nel Jobs Act si parla del non lavoro, di aiuti a chi non ha lavoro o lo perde, a sostegni, recuperi, aiuti per ritrovarlo. Voglio dire che parla solo del lavoro che non c’è. Forse perché il Job Acts contribuisce ad incrementare la mancanza di lavoro, la sua precarietà. Forse il Job Acts tenta di aumentare il numero dei senza lavoro, per giustificare il Jobs Act stesso. o forse il governo ha creato lavoro per se stesso, per potersi occupare di disoccupazione.

…preoccupati…

Anche noi ce ne siamo preoccupati, vedete, il lavoro aumenta, il Jobs Act funziona.Jobs 2015_018_paese_di_strada

Però, dobbiamo dirlo, se siamo in piazza non è colpa del governo, che ha cercato di metterci una pezza, come ha potuto (male) e come ha saputo (male) o come gli è stato possibile (anch’io mi domando come questo sia stato possibile).

L’economia globale, la globalizzazione, permette agli imprenditori di andarsene, se vogliono, dall’Italia. Occorreva togliergli la grana del reintegro, non potevano andarsene e mantenere l’impiego ai lavoratori. Devono potersene andare, licenziando e salutando, senza altri problemi.

Grazie al governo Renzi ed al Jobs Act ora possono farlo.

Diciamo grazie Governo.

Grazie Renzi.

Grazie.

Ceppoduro

 

La Bellezza, che cosa è la bellezza

La Bellezza

Cos’è la bellezza?

La bellezza è oggettiva, è una qualità intrinseca delle cose, della loro rappresentazione bi, tri o pluridimensionale, derivante dalle proporzioni tra le parti degli oggetti. La bellezza è anche soggettiva, nel senso che queste proporzioni devono essere colte, e lo sono senz’altro, dai nostri occhi, dalla nostra vista. Questa azione, questo sentimento ci permette di riconoscere il bello, di affermarlo, di apprezzarlo. Ma la bellezza è, comunque, oggettiva un oggetto, una formula, una musica è bella indipendentemente dal fatto che noi la percepiamo e possiamo ammirarne la bellezza. Rispetta comunque delle proporzioni che la fanno bella.

Il gusto

e il piacere nel vedere, sentire, annusare qualcosa è soggettivo e ci porta ad avere diversi concetti del bello, mode, tendenze che prima o poi potranno anche invertirsi; ma il bello non sarà mai brutto ne il brutto bello.

Allora

l’artista (pittore, scultore, musicista..), il costruttore (architetto, progettista, muratore, falegname, fabbro, vasaio…) lo scienziato (matematico, chimico, fisico…), il pensatore, (poeta, filosofo, scrittore…), l’uomo o la donna devono fare cose proporzionate per essere belle. Per chi, come il pittore o il fotografo, riprende solo una parte del tutto, conterà anche l’inquadratura, la composizione, il tono…ma se quello che fa è brutto, si percepirà subito, inequivocabilmente.

LA bellezza modigliani la bellezza la_nascita_di_venere_botticelli

La sezione aurea

è la dimostrazione migliore della bellezza nelle proporzioni. E’ una sezione, è come vediamo il mondo, le sue proporzioni sono quelle delle cose del mondo e noi le vediamo così, e quando le vediamo così si rivelano belle, sono belle.

Quindi la sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo o costante di Fidia o proporzione divina, come viene anche indicata, è qualcosa di concreto, di razionale? Di concreto sì! Ma si tratta di un numero irrazionale 1,61… In un bel segmento è il rapporto fra due sue parti, una più lunga ed una più corta. Allora il rapporto fra la lunghezza totale del segmento C e la sua parte più lunga A è uguale al rapporto fra la sua parte più lunga A e la sua parte più corta C, questo rapporto è costante e vale 1,61…

Il rapporto

vale anche se si aumenta una dimensione e il segmento diventa un rettangolo. Somma di due rettangoli uno con un lato più lungo ed uno con il lato più corto (questi lati sono costruiti sulla base più lunga del rettangolo di partenza). C’è una speciale costruzione del rettangolo aureo che potrete vedervi da soli. Comunque questa superficie è l’ideale per vederci il mondo e le sue cose, nelle giuste proporzioni.

Quindi la bellezza è un  numero, è matematica? Si perché quel numero rappresenta una proporzione e se qualcosa è ben proporzionato è bello.

Si potrebbe ribaltare anche l’affermazione e dire che se qualcosa è bella è ben fatta. Quindi non c’è bisogno di null’altro che di estetica e si può fare tutto.

la bellezza 800px-montisi_porta_nord-orientale_arco
Se tutto è proporzionato, non c’è bisogno di architetto o di geometra l’arco reggerà il muro soprastante e sarà pure bello, se è bello reggerà.(By Pufui Pc Pifpef I (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons)
La bellezza colosseum_in_rome_italy_-_april_2007
E’ bello? Infatti è arrivato fino a noi. Il Colosseo e Roma, Italia (Diliff – Opera propria CC BY-SA 2.5)

Un esempio

posso riportarlo (da wikipedia) riguardante l’Egitto.

Sulla sezione aurea, nella Piramide di Cheope, nella piana di Giza e unica delle sette meraviglie ad essere giunta fino a noi intatta.

Il rapporto aureo sussisterebbe in questo caso fra il semilato della piramide e l’altezza della facciata triangolare costruibile sulla stessa. ll che porterebbe a un’inclinazione teorica della facciata pari a 51° 49′ circa. La piramide reale ha un’altezza totale di circa 147 m e lati di 230 m, con una inclinazione della pareti di 51° 50′ 35″. Estremamente simile all’inclinazione teorica, e difatti, esplicitando i conti, tra il semilato e l'”altezza” reali:

{186{,}64\,m \over 115\,m}=1{,}6229

Non è 1,61… ma molto vicino e la Piramide è bella, nessun dubbio, tanto da essere considerata una delle sette meraviglie.

Non solo le linee e quadrati possono inglobare la costante aurea. Ci sono anche triangoli aurei, con i quali si può rappresentare, costruire, disegnare, un pentagono regolare o una stella a cinque punte regolare.

Fu scoperto

un modo, non artistico, non figurativo, di rappresentare una serie di rapporti aurei, da un certo Fibonacci che creò la prima successione ricorsiva, conosciuta poi col termine di successione o serie di Fibonacci,

1,1,2,3,5,8…

in cui ogni termine è la somma dei due precedenti ed ogni termine sta al successivo, approssimativamente secondo la costante aurea, cioè moltiplichi un numero della serie per 1,61… ed ottieni approssimativamente il prossimo.

Per esempio chi può dire che questi due ritratti non sono belli? Una donna e un uomo, moglie e marito, due persone potenti che sfoggiano la ricchezza che deriva dal loro potere.

La bellezza piero_della_francesca_044
(Piero della Francesca, Doppio ritratto dei Duchi d’Urbino Piero della Francesca – The Yorck Project: 10.000 Meisterwerke der Malerei. DVD-ROM, 2002. ISBN 3936122202. Distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. Pubblico dominio File:Piero della Francesca 044.jpg Creato: 1 gennaio 1465)

Vi ho convinto?

Spero di si.

Non è bello ciò che piace ma è bello ciò che è bello.

E’ la sintesi di tutto quello che ci siamo detti.

Giancarlo

Legge elettorale, prima riformiamola, poi…

Riformiamo la legge elettorale

Legge elettorale, prima la riformiamo, poi possiamo discutere di riforme costituzionali.

L’Italicum è una porcata, è uguale, se non peggio, del Porcellum, che è stato bocciato dalla Corte Costituzionale perché incostituzionale.

Legge elettorale

Landini ha detto che non si fida che la legge elettorale sarà cambiata dopo il referendum, e fa bene: deve essere cambiata prima. Non possiamo rischiare di andare a votare con l’Italicum ed al contempo, modificare la Costituzione come vorrebbe la riforma Bochi/Renzi. Il rischio è grande: l’Italicum affida un premio di maggioranza anche a partiti o coalizioni che, vincendo il ballottaggio, non rappresentino oltre il 20% degli Italiani, in nome della stabilità, in nome della governabilità, in nome della conoscenza del vincitore subito dopo lo scrutinio dei voti.

A me un tale partito non mi rappresenta, neppure se lo votassi anch’io.

Ma neppure il PD, di adesso, mi rappresenta, governa per il premio che ha ricevuto dalla legge truffa elettorale Porcellum, come già detto, giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale. Ma un partito che in parlamento ha un’ampia rappresentanza grazie a questa legge truffa, che fa? Vota, con la fiducia, una legge elettorale fotocop(p)ia del Porcellum, col nome cambiato?

No, no, no!

Non mi fido nemmeno io, non solo Landini.

Elettore, stai sereno! Si, come no?

Anzi NO.
Voterò NO!

Sicuro, non mi fido, non vedo prospettive allettanti per la nostra democrazia.

No, al referendum del 4 Dicembre andrò a votare anche strisciando se necessario, perché non voglio che una porcata del genere passi anche in mio nome.

Allora, ricapitoliamo:

Prima affossare questa riforma Costituzionale sbagliata e pericolosa.

Poi cambiare la legge elettorale, in una versione democratica che ci faccia eleggere rappresentanti e non prestanome.

Poi vediamo se c’è veramente qualcosa da cambiare in Costituzione, ma non credo, e se c’è lo faremo. Penso che dovremmo cambiare un po l’Europa, per adeguarla alla nostra magnifica Costituzione piuttosto che accanirci a fare il contrario.

Viva l’attuale Costituzione della Repubblica Italiana.

Viva la Repubblica.

E viva la democrazia.

Legge elettorale

Ceppoduro

 

 

Felice. Io sono felice, anzi no! Perché?

Felice.

Sono felice, anzi no.

Cos’è la felicità?

Secondo wikipedia la felicità è:
“La felicità è lo stato d’animo (emozione) positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.Felice

L’etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.”

Ho tutto quello che…

Ma allora sono felice, ho tutto quello che mi serve, che desidero, che posso desiderare.

“Sono un ragazzo fortunato perché m’hanno regalato un sogno
sono fortunato perché non c’è niente che ho bisogno” ripete Jovanotti in una sua canzone.

Ragazzi che culo a nascere qui, un bel paese, tanti soldi, tutto quello che si vuole.

Tutti fortunati, tutti felici.

Abitanti di Bucine
Gli abitanti di Bucine sono felici?

Certo, non ci fosse la TV, sempre li a farci desiderare la roba d’altri.

Certo, non ci fosse la pubblicità, sempre li a farci sentire meschini e inconcludenti.

Oh, certo, non ci fossero gli amici, che hanno sempre qualcosa in più.

Certo, non ci fossero i vicini, che l’erba verde ce l’hanno solo loro.

Certo, fossimo più educati, se a scuola ci avessero educato, ad accontentarci di ciò che abbiamo ci avanzerebbe tutto. Ma non ci sarebbe business.

Ha fatto un Papa nuovo…

E come farebbero le “maison” del lusso, che già traballano, se non comprassimo più il superfluo? Meno male che c’ha messo una pezza la Chiesa Cattolica, ha fatto un Papa nuovo, l’ha chiamato Francesco, che era uno tosto, uno povero, e via lavate milioni di coscienze, assolti tutti dai peccati, veniali, ed il mondo può continuare come prima più di prima tra gli sprechi e le scommesse del gioco d’azzardo, più o meno legale.

Poco importa se per le stesse ragioni di prima si fanno ancora guerre, morti, profughi, carestie.

A noi non ci manca niente e vorremmo di più.

Per averlo facciamo le guerre e ci indigniamo per i profughi.

Ma è proprio vero che il genere umano può solo peggiorare e gli unici felici son quelli che si chiamano Felice.

Ceppoduro

Nella lingua più parlata nel mondo: il bu-cinese.