I Presocratici. Chi erano i filosofi che hanno preceduto il grande Socrate?

I presocratici

i Presocratici

Tavola cronologica dei principali i presocratici (Da WIKIPEDIA l’enciclopedia libera)

Socrate è considerato il massimo filosofo mai esistito, il fondatore della filosofia e del pensiero occidente. Non ha lasciato scritti se non tramite i suoi discepoli, Platone, suo allievo, in primis e di Senofonte, altro suo allievo. Ma di lui hanno detto molti, senza pretese di essere storicamente veritieri, molte volte è stato citato in modo partigiano per accreditare le basi del proprio pensiero.

A Socrate è stato, quasi universalmente, riconosciuto il merito di aver sviluppato il metodo di pensiero che ha consentito lo svilupparsi della riflessione astratta razionale che a permesso i progressi filosofici successivi.

Ma chi erano i presocratici e cosa pensavano?

In realtà alcuni presocratici gli furono contemporanei (i sofisti)  per cui si dovrebbe parlare di presofisti e sofisti, poi ci sono alcune distinzioni in base all’area geografica, alla scuola ecc, ma insomma se date un occhio alla tavola cronologica più sopra ci sono tutti, da Talete  fino a Socrate e da Parmenide in poi son tutti contemporanei.

E di cosa si occuparono?

Cercarono di spiegare l’universo e l’essere e la realtà, estraendone i principi fondamentali. Così Talete associa l’esistenza alla presenza di acqua. Mentre Anassimandro scelse un principio astratto, l’Apeiron. Che muovendosi all’infinito e separandosi dava origine a infiniti mondi. Anassimene utilizza il principio di questi per affermare che sia la concentrazione o la rarefazione dell’aria anch’essa infinita ed in movimento. Pitagora e la sua scuola lasciano i principi fisici e si spostano sui numeri.

E

Eraclito cerca i principi nel fuoco e nella ragione. Creando la tesi del divenire, il panta rei. Il flusso che segna il mondo e si manifesta nella lotta dei contrari, che però sono una cosa sola. Lotta che fa scaturire l’energia necessaria alla vita. “L’intero e il non intero, il convergente e il divergente, l’armonico e il disarmonico, si toccano. Da tutte le cose ne sorge una sola e da una ne sorgono tutte”, ”Polemos (la guerra) è il padre di tutte le cose”.

Poi

Parmenide invece, tramite la ragione, giunse a conclusioni diverse. “L’essere è, il non essere non è. L’essere è il fondamento, ma deve essere pensato E’ unico perché unica realtà esistente. Intero perché in quanto unico niente può dividerlo. Immobile perché per muoversi dovrebbe occupare uno spazio vuoto che non esiste. Ingenerato perché non può essere stato generato dal non essere (che appunto non esiste). Zenone, tramite il paradosso vuole dimostrare l’immobilità. Una freccia lanciata verso un bersaglio non si muove mai. In quanto in ogni istante è immobile, ed una somma di immobilità non può dare movimento.

Inoltre.

Empedocle e Anassagora cercarono la sintesi tra queste filosofie. Assunsero molti elementi, l’acqua, il fuoco, l’aria e la terra. Attribuendogli movimenti ciclici infiniti. Con la competizione tra amore ed odio che crea la vita per il primo. Mentre per il secondo la vita è creata da una intelligenza divina che facendo spostare turbinosamente le particelle del mondo ne fa conoscere le dissimili. Questi filosofi pluralisti arriviamo al concetto che nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. Democrito, per ultimo, distinguendo tra una intelligenza sensibile e oscura e una razionale e genuina, pone come base dell’universo infiniti atomi, ovvero il più piccolo elemento della materia, indivisibile e eterno. I vortici di atomi formano infiniti mondi.

In fondo i presocratici hanno già spiegato tutto. Anzi ipotizzando infiniti mondi e, con atomi diversi, inconsistenti, cose vacue come l’anima, già sono giunti a conclusioni che richiederanno altre migliaia di anni per essere comprese.

Giancarlo

 

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