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Il divano rosso

Il divano rosso era li, in mezzo alla stanza, indifferente.

Il rosso non era sgargiante, ne volgare, era rosso, sì, ma poteva essere anche di un altro colore.

L’uomo attraversò la stanza con passi lenti ma decisi, guardando innanzi a se, preso nei suoi pensieri, quasi sognante. Quasi inciampò nel divano rosso, si ravvide appena in tempo e lo scansò, ma senza distogliere lo sguardo dalla parete opposta, a cui continuò ad avvicinarsi.
Dopo averlo superato l’uomo si fermò a circa metà strada dalla parete per un tempo che sembrava non finire mai. I movimenti, quasi impercettibili, della sua bocca lo facevano apparire, a chi in quel momento gli fosse stato vicino per guardarlo, ora sorridente, ora angosciato. Come se il suo umore variasse al movimento dei suoi occhi, movimento molto più ampio ma meno frequente di quello della bocca.

Ma insomma

Quasi ansimava come un pesce fuor d’acqua che si avvicinò ancora e più si avvicinava più appariva meravigliato, estasiato, beato.
Quasi inebetito dalla vicinanza con quella parete anonima che, in apparenza non aveva nulla di strano, nulla di diverso dalle altre della sala con al centro il divano rosso.
D’improvviso accelerò, quasi fino a sbattere sul muro, ma senza farlo.
Era così vicino che poteva vedere ogni particolare, ogni forma, ogni segno.
Avrebbe voluto toccare quella superficie ma non lo fece, indietreggiò invece. A più riprese.
Deglutì alcune volte, sentiva la gola secca ardere, se avesse avuto dell’acqua avrebbe bevuto in maniera indecorosa, rumorosamente a garganella. Sembrava sudato, forse lo era, certamente non stava più bene come quando si era avvicinato alla parete. Forse adesso era preso da tachicardia, il suo cure batteva e batteva e batteva, forte, sempre più forte.
Si sentì svenire, come stesse cadendo; cadde.

Fortuna che c’erra il divano rosso

Cadde sul divano rosso, che nel frattempo gli era sopraggiunto ai polpacci.

Quel signore ero io.

In una sala del MART di Rovereto ammirando “La sera romagnola” di Ubaldo Oppi.

E le gambe mi mancarono come a Stendhal.

Giancarlo

PS
In copertina

Due figure mitologiche Giorgio De Chirico 1927

Chiusi della Verna

Una domenica di Agosto

Ho visitato Chiusi della Verna ed ho scoperto un villaggio bellissimo, non Chiusi, che conoscevo già, ma il villaggio degli gnomi…

Non potevo immaginarlo, nel parco del mercatino di Natale, dove cercavo refrigerio, ci sono alberi ombreggianti e tavoli con sedute dove mi sono sistemato. Dovevo telefonare a qualche amico per combinare l’incontro. Ci sono riuscito anche se dovevo aspettare li ancora per qualche minuto.

L’intenzione era fermarsi e dipingere “en plein air“, anche se la visuale da li sembrava abbastanza limitata. Ma mai dire mai, dovevo verificare, così, mi sono alzato ed ho fatto un giro per guardare intorno.

E cosa ti trovo a Chiusi della Verna ?

Nel parco accanto ai mercatini di Natale c’è un villaggio. Un piccolo villaggio variopinto destinato a piccoli esseri, gli Gnomi

Certo trattandosi di case per esseri piccolini, il piccolo villaggio è formato da piccole case, ma dalle forme spettacolari.

Gli Gnomi devono essere ben strani per vivere in quelle architetture mai viste, e lo vedrete anche voi se continuate la lettura.

Comunque vi consiglio una visita personale, le foto, fatte col telefonino, non rendono bene l’idea, le sensazioni che si provano dal vero.
Sembra di essere piccoli anche noi e poterci entrare dentro.
Almeno vorremmo poterci entrare per godere di quelle architetture, di quegli interni, di quelle viste mozzafiato da finestre e balconi che paiono sfidare le leggi della statica e della gravità.

Ma ecco le case del villaggio.

Un bel villaggio.
Anche Chiusi della Verna è un bel villaggio.
Ho incrociato delle belle case lungo la strada, ma soprattutto ho visto la fontana del Campari, che oramai un monumento storico.

La Campari ne mise una trentina in varie parti di Italia nel secolo scorso, a scopo pubblicitario, ne sono rimaste solo tre, due in Toscana ed una a Como, ma questa è la meglio conservata, anche grazie ad un recente restauro.

Direi che è un oggetto molto bello, giudicate voi:

Ma non basta, durante la salita da Chitignano, nei pressi della “Fonte del rospo” ho trovato qualcos’altro:

Fateci un giro anche voi.

Sarà bello.

Giancarlo

Estemporanea agriturismo Borgo Stella

Artisti nella corte.

Prima estemporanea Agriturismo Borgo Stella. Montagnana – Montegufoni.

Come prima estemporanea non è andata male, non c’erano troppi artisti, ma buoni.
Poi basta guardare le opere prodotte.

Abbiamo fatto il lavoro a Borgo Stella, nella corte dell’agriturismo.

Dal sito dell’agriturismo:

Il Borgo

Borgo Stella è un borgo rurale autosufficiente nato dall’esperienza trentennale dei proprietari nel settore agricolo.

E’ stato creato  dalla ristrutturazione di un antico edificio agricolo eseguita nel pieno rispetto delle leggi di tutela del patrimonio ambientale.

Immerso nel verde delle colline del Chianti, a pochi chilometri dal centro di Firenze è un luogo dove troverai un’accoglienza cordiale e familiare.

La tradizione culinaria della zona con materie prime derivanti dall’azienda agricola biologica Borgo Stella, ottimi prodotti tipici locali e hand-made, paesaggi mozzafiato ed alloggi confortevoli e rilassanti.  

L’Agriturismo Borgo Stella offre inoltre passeggiate tra boschi e vigneti, serate di degustazione vini, salumi e formaggi e tante attività.

Qui puoi respirare l’aria delle antiche case di campagna toscane con esterni tipici, pavimenti in cotto, travi a vista.

Il tutto unitamente ai comfort più moderni come riscaldamento a pavimento, aria condizionata, satellitare e wi-fi.

 Il borgo è interamente sostenuto da fonti rinnovabili volte al totale rispetto dell’ambiente:

– un impianto fotovoltaico per trasformare mediante celle e pannelli l’energia solare direttamente in energia elettrica;

– una caldaia a cippato di legno realizzando una filiera completa attraverso il recupero delle potature del vigneto e del bosco;

– un sistema di recupero delle acque piovane e reflue.

L’amore per la nostra terra e le nostre competenze hanno creato un luogo magico, dove ritrovare la serenità e l’equilibrio interiore. Vi aspettiamo!

Estemporanea Agriturismo Borgo Stella

Ecco alcune immagini che ho preso durante la manifestazione pittorica.

Ed ecco le immagini della premiazione, con il sindaco ed il ptron dell’Agriturismo.

Una bella giornata, la mia opera è stata anche segnalata.

Giancarlo

A lato della strada

Al lato

Al lato della strada, delle strade Italiane, a lato della carreggiata, ci sono fiori. Sono più belli di quelli nei migliori negozi cittadini (i fiori che seguono sono stati ripresi nella SP 19).

Al lato
Un soffione è un frutto ma lo metto tra i fiori lo stesso


Me ne sono reso conto da molto tempo, ancora prima che cominciassi a fare delle foto macro.

Mi sono accorto anche che nessuno si sofferma a guardarli. Tutti passiamo veloci. Se va bene notiamo delle macchie bianche, gialle o rosse, finisce tutto li.

Ma io voglio darvi un consiglio, spassionato, ma non troppo.

Perché questi fiori di seconda categoria, mi appassionano eccome, ecco il consiglio:

Quando percorrete queste provinciali, fermatevi ogni tanto ed ammirateli.
Ora è il loro momento magico.
Non vi pentirete di aver perso cinque minuti durante il vostro tragitto.

Al lato, nel futurismo

E’ vero, avete ragione, siamo immersi nel FUTURISMO, siamo tutti presi dal mito della velocità, come tanti “Balla”, balliamo il nostro sfrenato foxtrot.

La velocità è insita nelle macchine, nelle automobili: non troviamo il tempo di fermarci, neppure di soffermarci.
Eppure a chi si ferma, o solo si sofferma, può guardarsi intorno e se lo fa gli capita di vedere cose meravigliose; molte volte mai viste prima, anche pur essendoci passato vicino milioni di volte.
Siamo ciechi, accecati dal movimento frenetico in cui (soprav)viviamo.

Mi dispiace

Non conosco i nomi di queste piante e dei loro fiori, non di tutte, mi dispiace.

Ma davvero occorre un nome per apprezzarne la forma, i colori, la bellezza?

No! Non lo credo e spero sia lo stesso per voi. Allora vi offro le immagini che ho raccolto durante qualche mia sosta a lato della strada.

Alcune ritengo siano meravigliose.

Giancarlo

Piccolo mondo

Piccolo mondo

E’ facile girare il mondo, abbiamo auto potentissime, treni velocissimi, aerei supersonici, possiamo girare e vedere tutto il mondo; ma non guardiamo ai nostri piedi, non vediamo il piccolo mondo che ci circonda, che calpestiamo. Almeno io non lo guardo.

Parlo dei prati, dei sottoboschi, dei greppi. Pieni di vita, animali, insetti e piante, innumerevoli piante. A Maggio sono tutte, o quasi, fiorite ma non lo sappiamo. Non li vediamo. Non sono fiori normali, sono piccoli, invisibili. Magari vediamo la loro macchia di colore, nell’insieme il prato è rosa, ma come sia fatto il singolo fiorellino rosa, non lo abbiamo mai visto.

Eppure sono bellissimi, sconosciuti, anche nel nome, ma meravigliosi.

Meraviglia che viene dal rendersi conto che esistono, dal guardarli come un bimbo guarda cose nuove, dalla scoperta della loro esistenza.

Piccoli fiori

Piccoli, ma numerosi. Una vegetazione povera, ma ricca di forme inconsuete, una flora meravigliosa. Ma anche la fauna non è normale, anche gli insetti appartengono alla razza dei “mai visti”. Anch’essi dalle forme improbabili, che volano contro natura, che saltano da un punto all’altro, bottinatori instancabili.

Se ti distendi nel prato e ci rimani per qualche minuto, scorgerai miriadi di esseri che volano, saltano camminano, strisciano per mangiare e riprodursi. Qualcuno lo conosco, ma molti no. Non so nulla di loro, specialmente dei più piccoli, insetti o altro che siano.

Grandezza di un piccolo mondo

Non mi ero mai accorto di loro, ma ora, come dimenticarli, come farne a meno.

Piccolo mondo

Adesso mi sento meglio. Penso di esser migliore. Ora posso dire io l’ho visto, ho visto quello che occhi non abituati, come lo erano i miei, non guardano e non vedono.

Piccolo mondo

Adesso vado piano, mi soffermo sui bordi delle strade, guardo dove non guardi mai. Vedo cose bellissime. I miei occhi hanno visto cose che voi umani neppure vi sognate.

Enjoy.

Giancarlo

Investimenti

Discutiamo di investimenti pubblici.

Gli imprenditori, che si riempiono a bocca (e le tasche) con i nostri soldi, ci dicono che “Occorre far ripartire gli investimenti”. “Sbloccare i cantieri”. “Fare investimenti, pubblici, per far ripatire l’economia ed il PIL,”. “Spingere la crescita, contro la stagnazione e la recessione tecnica”.

Insomma che si spenda, che son tutti pronti a riscuotere.

Ma cosa danno in cambio di questi soldi?

Strade, ferrovie, viadotti, stadi, edifici malfatti fatti a risparmio. Loro risparmiano sui costi noi, che siamo signori, chiudiamo un occhio anche se spendiamo di più. D’altronde li vogliamo creare questi maledetti posti di lavoro? La vogliamo rilanciare l’economia?

Bene.

Anzi male. Perché tutti questi magnati (magnanti) non cominciano a spendere dei loro? Ammesso che ne abbiano, potrebbero fare loro gli investimenti necessari. Faremmo tutto con investimenti privati.

Investimenti

Un bel TAV (Treno Alta Velocità) che potrebbe collegarsi allo stadio di Roma, a quello nuovo naturalmente, con una lunga TAV (Tratta Alta Velocità) che, faremmo attraversare sopra o sotto il ponte di Genova. Tanto che ci siamo, potremmo continuare verso sud, verso il ponte sullo stretto, ci si arriverebbe in un attimo con un grande buco, tutto sotto la Salerno – Reggi Calabria. Un gioiellino Saremmo in Sicilia in un attimo, arance fresche ogni mattina se arrivassimo a riparare quelle due o tre Autostrade dissestate dell’isola Trinaricuta.

Naturalmente la riscossione dei pedaggi garantirebbe ai nostri eroici investitori una adeguata remunerazione ed un veloce rientro dei loro investimenti privati. Cribbio non è per questo che si fanno gli investimenti? Non è per questo che si mettono i pedaggi?

PIL alle stelle con gli investimenti.

Sarebbe davvero bellissimo, il PIL salirebbe a due, forse tre cifre. LA Germania in crisi per il basso livello del Reno rifornita da merci scaricate a Gioia Tauro che, in un batter d’occhio, passando da Lione, arriverebbero direttamente a Rotterdam.

Chissà perché continuano a chiedere investimenti pubblici?

Quale miglior investimento di quello privato? Non ci sono i fondi d’investimento, per l’appunto? Altro che la volatilità della borsa, altro che i fondi pensione, altro che! Un bel porto, un bel ponte, un bel treno, questo ci vuole!

Privatizziamo gli investimenti, che di questa eccessiva presenza dello stato nell’economia non se ne può più.

Ceppoduro

 

Eremo di Pale

Eremo di Pale

Ho letto un articolo  su Umbria Oggi, sull’Eremo di Pale: Eremo di Santa Maria Giacobbe, a Pale di Foligno (PG).

Uno scrigno incastonato nella roccia.

Se avrete voglia di leggere l’articolo del giornale Umbro online, vi troverete interessanti notizie sulle opere d’arte che contiene e vi farete invogliare a visitarlo.

Io non l’ho mai visitato, anche se penso dovrei farlo prima o poi.
Il posto è incantevole, almeno così appare visto da lontano.
Perché io lo conosco solo da lontano.
Percorrendo la statale 77 della val di Chienti, prima di arrivare al bivio per pale, si percorre un tratto di costa che fronteggia l’eremo. Da li si può vederlo, ma per notare la sua presenza devi essere molto distratto o molto fortunato. Si vede piccolo piccolo incastonato nella pendice del monte di fronte.
La struttura è perfettamente integrata nel territorio, nel fianco del monte e non sembra altro che un’asperità della montagna, non si nota facilmente che ci sia una costruzione.

Eppure

Eppure ci si rende conto subito di essere in un posto speciale:

Il nome del posto, dal monte Pale, che evoca il lavoro dell’uomo attraverso strumenti semplici, le pale, che aumentano la forza delle braccia umane. Le pale sono leve, in fisica sono moltiplicatori. Ma il fiume è un sottrattore, si chiama Menotre (-3).

Incredibile, un fiume matematico.

Perché il fiume sottrae quello che il monte ha aggiunto.

Il monte aggiunge sempre qualcosa (ammucchiare), il fiume porta sempre via (scorrere, defluire).
Chissà se gli abitanti abbiano aggiunto una via Trinità alternativa al percorso di via Menotre, per pareggiare i conti (3-3=0) e lasciare intatto il monte? (Guarda la mappa).

Comunque l’Eremo è un gioiellino anche ammirato dalla statale, anche da lontano.

Mi è piaciuto così tanto l’Eremo di Pale che l’ho dipinto.

Eremo di Pale
Pale by Giancarlo Arrigucci – Olio su cartoncino (cm 40 x 30) (Collezione privata)

Il risultato mi piace, a mio avviso coglie bene lo spirito di unione con la natura.

Devo dire che anche stavolta sono rimasto stupito da come l’uomo possa integrarsi con la natura antropizzandola senza abbrutirla pacchianamente, ma incastonandone la pura bellezza.

Giancarlo

 

STIAmo in moSTRA

FINALMENTE SI INAUGURA

STIAmo in moSTRA.

Allestita a Stia, nel comune di Pratovecchio Stia in provincia di Arezzo, la prima personale del 2019 di Giancarlo Arrigucci, artista Bucinese (Bucine in provincia di Arezzo), nonché coautore di questo blog.

stiamo in mostraStiamo in mostra è allestita presso l’atelier “HAIR GALLERY” Via Roma,73, 52015 Stia AREZZO, dove Maurizio Orlandi mette a disposizione lo spazio fisico necessario per l’operazione.

Se volete potrete visionare le opere esposte per tutto il mese di Marzo.

STIAmo in moSTRA

Sono stati scelti dei quadri che coprono un
periodo abbastanza ampio e di transizione artistica dell’autore, con molte tecniche utilizzate: oli, acrilici ed acquerelli.

A proposito dell’autore dei dipinti:

Toscano, è nato a Bucine (AR) un sacco di anni fa dove vive e lavora.
Dipinge per diletto, diletto personale. Ma confidando che a
qualcun altro piaccia quello che fa, partecipa a regolarmente a manifestazioni pittoriche, collettive e/o personali, in tutta Italia.
All’inizio autodidatta ha frequentato in seguito gli insegnamenti del maestro Francesco Verdi di Montevarchi (AR), indirizzati principalmente verso la ritrattistica.
Degni di nota sono gli ultimi oli (volti di persone reali e non famose). Prima ancora sono interessanti gli acquerelli che ritraggono fiori, paesaggi e personaggi fantastici. I lavori in acrilico hanno
segnato tutti i primi anni duemila della sua produzione artistica. Molte opere sono ora in prestigiose collezioni private di tutto il mondo.

Molte delle immagini utilizzate a corredo grafico degli articoli di questo blog sono tratte dalla sua produzione.

stiamo in mostra

A proposito del patron di STIAmo in moSTRA:

Maurizio Orlandi, proprietario di HAIR GALLERY e amante dell’arte, è colui che ha fortemente voluto questo evento. Da tempo porta avanti un suo progetto speciale sull’arte e sulla bellezza: Promuovendo continuamente mostre personali, di artisti prevalentemente locali, nel suo negozio. Un mecenate dei giorni nostri.

stiamo in mostra STIAmo in moSTRA stimo in mostra (AR) A proposito di Stia:

Stia è una frazione del comune sparso di Pratovecchio Stia. Nel 2011 il suo territorio comunale contava 2.990 abitanti. Dal 1º gennaio 2014 il comune di Stia è stato oggetto di una fusione amministrativa con il comune di Pratovecchio, con la conseguente nascita del comune di Pratovecchio Stia.

Bucine

Surfando in Autosole

Come divertirsi

Voi come fareste a divertirvi in Autostrada? E’ facile, io mi diverto surfando in Autosole.

L’ Autostrada A1, meglio conosciuta come Autosole è un posto fantastico. Capitano tante storie in Autostrada, alcune brutte altre belle.

Ti fermi all’autogrill, o come si chiama ora, osservi e vedi l’Italia, insomma, gli Italiani.
Lo vedi da come parcheggiano, da come vanno in bagno, prendono il caffè. Li vedi fuori a fumare, sempre di meno ma sempre più incalliti.

A proposito è bello come i fumatori si siano subito adeguati ai divieti nei locali e non fumino altro che fuori, bravi! Se poi smetteste del tutto sareste ancora più bravi.

A proposito, al bar non si lasciano più gli spiccioli di mancia, bene! D’altronde con quanto costano i prodotti la mancia se la sono già caricata e non poco. Ho visto panini costare come una costata.

E ancora a proposito i bagni no, non sono cambiati molto. Sono quasi ovunque dei cessi scassati, anche se i hanno appena rifatti. Sarà colpa dei gestori o sarà degli utilizzatori? Sarà… che su certe cose non cambiamo mai.

Cambiamo discorso

Surfando
Di Blaskino – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4911425

Spostiamoci in corsia, alla guida delle nostre belle macchine fiammanti. Bolidi e carrette, ma le carrette sono diminuite di molto. Anche se chi le guida le considera d’epoca e non intende farle denigrare, anzi ci tiene al loro prestigio e pretende per loro un posto di tutto rispetto. Come i proprietari dei bolidi del resto. Tutti in sorpasso. Tutti perennemente in corsia di sorpasso. D’altronde son tutti convinti che la prima corsia, quella più a destra sia solo per i camion o per i veicoli lenti: che so, tipo le biciclette, i motorini o le Apine cinquanta.

Tutti sicuri che la prima corsia, la più importante, sia a sinistra.

Bella l’Autosole

Surfando
CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=178156

In dei punti, con grandi sforzi ed investimenti faraonici, sono riusciti a fare addirittura quattro corsie. Praticamente dopo Bologna diventa una pista di decollo o di atterraggio. Deve essere così tutti hanno paura che gli si pari davanti un bel 747 coi flap abbassati e tutti stanno da una parte,  sulla sinistra.

E  io scarto a destra, poi a sinistra,al centro e ancora a destra.
Surfando in Autostrada mi trovo delle praterie sulla destra. Tra un camion e l’altro ci sono chilometri di strada liberissima e nessuna macchina. Certo se arrivi dietro al camion davanti, devi scartare, poi c’è il camion in sorpasso e vai in terza, se sei sfortunato ti capita anche l’auto lenta  in terza e via la passi in quarta, non prima di aver fatto sfilare qualche pilota che arriva veloce.

Poi ritorni in prima e fai un virata spettacolare che i surfisti Californiani riescono a fare solo quando arriva l’onda perfetta.

Surfando

E mentre ti rilassi ai 130 in prima ecco che sulla tua destra sfilano auto, camioncini e pulmini in seconda terza e quarta, che vanno più lenti di te e godi.
Certo non puoi passarli a destra ma come fai, ti sposti ti metti dietro e non succede nulla, la loro destra è un deserto dei tartari, ma non fanno nulla, come nel famoso libro omonimo.
Allora sfanali. Macché, niente.

A sinistra c’è il caos, un coacervo di macchine di tutti i colori che si ammassano senza senso, rallentando ed accelerando come in balia di onde tsunamiche.

Allora torni, mestamente sulla destra, in prima corsia e vai, vai fino al prossimo camion, senza guardare che c’è a sinistra, tanto chi c’è c’è, andrà dritto e non verrà mai sulla destra, stai sicuro.

Giancarlo

Ponte 2

Ponte 2 e crolli

Oggi crolla un ponte 2, perché?

Ponte 2

Alla radio hanno detto che è crollato un ponte autostradale a Genova, vi sono coinvolte alcune auto, ci saranno morti e feriti, sarà una tragedia, l’ennesima italiana. Ancora se non si sa perché si successo, ma sembra ovvio che almeno una concausa sia l’incuria.

Tutto costa troppo, ovvero tutto deve costare meno. E dove si risparmia molto? Ma nella manutenzione, è ovvio.

Non si sa, magari c’entra la pioggia, che viene improvvisa e violenta, in questo torrido Agosto, magari bastavano alcuni fossetti fatti bene e le piogge non sarebbero state un problema. Ma fare i fossi costa, poi deve essere uno di quei lavori che non vogliamo fare più. Magari se fossero remunerati decentemente ci sarebbe la fila, come ai concorsi pubblici. Magari…

Volevo controllare

Sono andato a vedere lo stato di conservazione del ponte ferroviario di Bucine (vicino c’è il ponte romanico che versa in condizioni pietose, a quando il ponte ferroviario si troverà nelle stesse condizioni?).

Ponti ponti

Visto da fuori anche questo, non sembra sotto controllo o manutenzione per nulla.
Comunque edera e macchie ovunque, l’opera non sembra interessi a nessuno.

Ponti

Abbiamo anche delle zone recintate da privati, non accessibili.

Non credo siano regolari, saranno recinzioni abusive, ma se sono li significa che nessuno passa a controllare, nessuno.

Ponti

Le condizioni mi sembrano buone, per ora non credo crollerà, ma la linea ferroviaria con l’apertura dell’alta velocità, è diventata poco importante, chissà se conviene spenderci soldi?

Ponti

Eppure questo è un ponte che hanno provato a distruggere in molti durante la seconda guerra mondiale, perché strategico. Perché la zona è di difficile attraversamento.

Non è crollato per le mine e per le bombe, reggerà ai soldi, che non ci sono?

Ponti

Quando crollano i ponti è sempre una tragedia, quando non vengono ricostruiti è un peccato. I ponti sono importanti e dobbiamo mantenerli bene, anche perché a volte è meglio non farne di nuovi.

Giancarlo