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Notizie false, notizie tendenziose

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Il 24 Maggio sentivo alla radio, GR1 delle sette, le notizie. Una sui consumi degli Italiani veniva data così:

Calano i consumi degli Italiani, per colpa delle minori disponibilità delle famiglie, che (per colpa delle politiche incompetenti del governo) stanno risparmiando su tutto, anche nel settore alimentare, dove non si era pensato potesse accadere.

Questo calo di consumi ha dato il via ad un ecatombe nel commercio, dove dal 2011 sono stati chiusi migliaia, e migliaia, di esercizi (il numero è stato dato, ma non lo ricordo con certezza). Confesercenti ha subito chiosato che così non va, bisogna cambiare (governo) e tornare a sostenere consumi e negozietti.

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Le notizie RAI

Ma perché alla RAI non assumono, finalmente, gente istruita. Lo so vorranno risparmiare sui costi e questi ignoranti che hanno in organico costeranno meno. Magari non sono neppure a tempo indeterminato chissà? Certo loro ed i loro capi saranno stati messi li da una forza politica a cui ora pagano la marchetta, ma non si può sentire dipendenti del servizio pubblico dare notizie false, se non false almeno tendenziose. Non pretendo un servizio pubblico imparziale, non sarebbe possibile ma vorrei che le notizie fossero date in modo da dare la possibilità all’utente di capirle e di valutarle personalmente.

Già i ritmi incalzanti di un servizio radiofonico non permettono di ragionare troppo su quello appena ascoltato, ci sono subito altre notizie a ruota e la voce dello speaker sembra un rullo schiaccia sassi.

Non basta

Non basta dire dal 2011 ad oggi per far ammenda di aver insinuato l’idea (falsa) che la colpa sia delle politiche attuali del governo attuale.

Che significa dal 2011 ad oggi? Significa che la responsabilità è dei governi immediatamente precedenti e delle loro politiche e dei governi immediatamente seguenti che non hanno cambiato tali politiche (nota 1).

Ma una spiegazione alle notizie?

Ma lo dovresti spiegare il perché, se vuoi dare la notizia del disastro della piccola distribuzione. Magari anche il governo attuale non sta facendo nulla, non so, ma è sicuramente l’ultimo dei responsabili ed essendo ancora in carica potrebbe sempre far qualcosa.

Comunque, la morte dei negozietti sotto casa non è per la minore spesa delle famiglie, non è per la mancanza di soldi dei nuclei famigliari, casomai, con gli ottanta euro prima e con il reddito di cittadinanza poi si è cercato di tornare a far spendere i cittadini indigenti. Quindi ne potrebbero beneficiare anche i piccoli negozietti sotto casa, se ci fossero sempre.

Ma non ci sono più!

Perché?

Per colpa dell’apertura selvaggia alla e della grande distribuzione.

Dove c’è un super o un ipermercato decine, centinaia di piccoli negozi muoiono.

Non ci sono clienti a sufficienza, come può un negozietto far concorrenza a catene nazionali e multinazionali che impongono prezzi bassi ai fornitori per farli restare fornitori.

Prezzi bassi

Prezzi bassi che servono alla grande distribuzione per offrire a loro volta prezzi bassi (???) che il piccolo negozio non può praticare. Poi i fornitori dei grandi magazzini, che per fornire ai prezzi richiesti la grande distribuzione qualcosa devono limare, abbassano la qualità. Così, con la politica dei governi che hanno permesso tutto questo, siamo arrivati a far morire i negozietti, a far produrre merda ai produttori fornitori della grande distribuzione e a far pagare a caro prezzo, anche se basso in termini numerici, la merda che mettono negli scaffali e che ci dobbiamo mangiare, indossare, spalmare ecc.

Perché è stata favorita la grande distribuzione?

La scusa è la modernità, non potevamo mancare l’appuntamento con la modernità, ovunque in Europa ci sono solo grandi negozi, catene specializzate o generaliste dove c’è di tutto e di più.

La realtà è che queste catene potevano spendere per farsi approvare i negozi, la verità è che queste società facevano parte, od aspiravano a far parte, di grandi società multinazionali, dove girano i soldi, le posizioni dirigenziali, gli stipendi ecc.

E allora via alla grande kermesse, senza dire alla gente che cosa sarebbe accaduto.

Questo solo

Per parlare solo del settore alimentare, di cui il servizio alla radio si meravigliava fosse in calo, sappiate che grazie alla grande distribuzione puoi mangiare la ciliegia o la fragola, la frutta in generale o la verdura durante tutto l’anno.

Tanto

Tanto nel mondo da qualche parte la fanno, anche fuori stagione, ma mai ti daranno quella di stagione. Cioè, se non fosse chiaro, ti offrono sempre la primizia, più cara, mai la roba di stagione più economica.

Perché i produttori locali, quando è stagione, devono produrre per l’altra parte del mondo, dove il loro prodotto è primizia. Ma non per loro, loro devono venderlo, alla grande distribuzione a prezzi bassi, di stagione, la distribuzione fa il lavoro vero ed il vero guadagno.

Poi ci meravigliamo se l’uno per cento della popolazione ha in mano il novantanove percento della ricchezza.

E noi non siamo tra quelli.

Ceppoduro

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( nota 1)

Notizie dei Governi nelle Legislature dal 2008

In questa sezione sono raccolti tutti i dati dei governi italiani che si sono succeduti dal 2008 ad oggi. Per ogni governo è riportata la data d’inizio, che coincide con il giorno del giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica a partire dal 1946, e la fine, che coincide con il giuramento del governo subentrante. Mentre la durata di ogni legislatura parte dal giorno della prima convocazione, a seguito di elezioni politiche, e ha termine il giorno dello scioglimento delle Camere per l’indizione delle elezioni.

XVIII Legislatura (dal 23 marzo 2018)
elezioni politiche del 4 marzo 2018 Giuseppe Conte (dal 1 giugno 2018)

XVII Legislatura (dal 15 marzo 2013 al 22 marzo 2018)
elezioni politiche 24 e 25 febbraio 2013 Governo Gentiloni (dal 12 dicembre 2016 al 1 giugno 2018)
Governo Renzi (dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016)
Governo Letta (dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014)

XVI Legislatura (dal 29 aprile 2008 al 23 dicembre 2012)
elezioni politiche 13 e 14 aprile 2008 Governo Monti (dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013) Governo Berlusconi IV (dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011)

XV Legislatura (28 aprile 2006 – 6 febbraio 2008)
elezioni politiche 9 e 10 aprile 2006

Disinformazione

Parliamo di informazione

No, no! Non ne possiamo parlare. Possiamo solo parlare di disinformazione.

Non si era mai vista una radio televisione pubblica non filo governativa, e preferiremmo non vederla più. Però questa, invece di informare correttamente, tenta in tutti i modi di disinformare. Di raccontare in altro modo la realtà. Di mettere in ridicolo il governo. O di pomparne una parte per svilirne l’altra no, non s’era mai visto.

Disinfrmazione
Di Laky 1970 – Laky 1970, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=70206238

La radiotelevisione pubblica è nostra, pretendiamo che ci informi, non che ci disinformi.
Finché lo fa qualche signora gonfiata e siliconata delle altre reti, può dire quel che vuole, anche falsità evidenti. Ma i dipendenti del servizio pubblico che pago con la mia bolletta della luce no. Pretendo trasparenza, non posso sentirmi coglionato ad ogni annuncio, ad ogni notizia.

Basta. Licenziamoli tutti.

Governo, non avete attuato lo spoiling system? Bravi, ma è ora di farlo. Fatelo e rinnovate quel parco buoi così malato che rischia di infettare tutto. Ed anche quando il nostro sistema immunitario, i nostri anticorpi, fossero sufficientemente forti da resistere all’attacco, il nostro cuore, la nostra intelligenza non ne possono più.

Non vogliamo più finanziare questa disinformazione

Anche la carta stampata, che benché privata si permette di attingere da contributi pubblici all’editoria deve essere messa  in condizione di finanziarsi da sola.

Basta soldi, basta sgravi, si facciano pagare dai lettori.

I giornali devono essere mantenuti da chi li legge. Già chi li legge? Chi rappresentano? Chi disinformano?

Non è libertà questa, non la nostra, che vorremmo sapere la verità sul quanto succede, in Italia e nel Mondo. Su quanto faccia o non faccia il governo.

Governo che non può farle tutte male.

Basta, mandiamoli a casa, diamogli a tutti il reddito di cittadinanza ed insegniamogli un lavoro, ma un altro che, onestamente, questo  non gli riesce proprio di farlo.

Ceppoduro

Una volta

Una volta

Una volta ero giovane.

Non lo sono più.

Non che sia vecchio, se ascolto la radio, se leggo un giornale, se guardo la TV, mi dicono tutti che sono troppo giovane.

Ecco ora sono troppo giovane. Se qualcuno mi chiede quanti anni abbia, rispondo che sono troppo giovane.

Mi sento bene, molto bene, d’altronde esser troppo giovani ha i suoi vantaggi, non devo pensare troppo, l’aggettivo qualificativo è già nella mia condizione, non serve usarlo per quello che faccio.

Non importa se sto bene, il sistema mi suggerisce anche di non stare troppo bene, devo sentire qualche disturbo, qualche malessere, altrimenti non consumerò psicofarmaci. E non sta bene, veramente non sta troppo bene non usare medicine.

Le campagne

A cosa servono, a cosa sono serviti, anni di campagne di raccolte fondi in TV, di fondi per la ricerca se poi nessuno si droga. Mi devo drogare. E’ un dovere civico, prima che una necessità. Non scherziamoci sopra. Ma non devo neppure prendermi troppo sul serio: sono o non sono troppo giovane?

Lo sono, lo sono.

Me lo dicono sempre.

Non posso capire perché i politici abbiano preso quelle decisioni che ci hanno portato sull’orlo del baratro. Forse che convenivano a loro e non a me? Ma no! Sono troppo inesperto di politica, non posso aver ragione.

Ma questi nuovi, questi di ora, questi partiti nuovi, dai nomi strani. Questi che non stanno mai fermi, sempre in movimento, questi con la capa tra le stelle: perché sbraitano contro i vecchi politici?

Che abbiano ragione? Che quelli di prima mi abbiano fatto fesso?

Ma noooooooo! Subito un coro dai media. Ma noooooooo! Figurati, son questi nuovi che son giovani ed inesperti. Son troppo giovani ed inesperti. Che vuoi che ne sappiano? Ed anche te che vuoi saperne?

La penso come i giovani

una volta

Anch’io la penso così, i loro ragionamenti mi convincono, son come quelli che ho sempre fatto io. Viva i giovani ed i troppo giovani.

No! No! Sei scemo? Sei troppo scemo. Non pensare.

Sei troppo giovane per pensare, lascialo fare ai vecchi.

Va beh, allora smetto e vado in pensione.

Noooooooo, ma sei matto? Sei troppo giovane per andare in pensione.

Ma allora che cazzo faccio?

Fai un po’ che ti pare ma attento, se sgarri potremmo ricordarci di te, quando sarai troppo vecchio.

Ceppoduro

In ricordo della Fornero.

R.I.P.

Al GRR della Toscana

Stamani

Al GRR della Toscana hanno dato una bella notizia (ascolta al minuto 7:44): una signora di Grosseto vince 5 milioni con un gratta e vinci da venti Euro. Non è la sola, un altro giocatore di Arezzo ha vinto 1.000.000 di Euro poco tempo prima.

E io che avevo asserito più volte che ci prendono per il culo, che non si vince nulla, che non si vince mai. Insomma, sono stato smentito più volte, non solo una. Anche Giancarlo che ne sa più di me.

Si, ebbene si, si vince.
Non posso più dire di no.

Ma come? Come è possibile? Le vincite, i biglietti vincenti, sono poche, pochissime rispetto ai biglietti da grattare. E allora com’è che vincono tutti? Non è che giocano tutti? Non è che se vai a contarli i biglietti venduti sono talmente tanti che nemmeno la vincente da un milione ha fatto pari?
Penso di si.

Siamo fritti (al GRR).

Siamo un popolo distrutto dal morbo del gioco, siamo fritti.

E ci informano pure, ci dicono come cambierà la nostra vita a settant’anni. Quando diventeremo tutti milionari. Dopo aver giocato una vita e grattato anche i muri. Finalmente toccherà a noi, noi che siamo della classe di ferro. Un po arrugginiti ma… abili a grattare.

Ah, dimenticavo, il gratta e vinci deve essere almeno da venti euro, sennò non si vince un tubo, per non dire un’altra cosa, sempre tubiforme.

Dobbiamo grattare, dobbiamo essere diabolici, perseverare. Finirci le unghie, grattando grattando.

Ma siamo già in un mondo al contrario, e grattando grattando non vinciamo mai. Magari vinciamo venti euro, ma ci bastano appena per prendere un altro gratta e vinci che non vincerà.

A volte penso come sarebbe bello non aver bisogno di nulla, perché non c’è nulla di cui aver bisogno, nemmeno di quei maledetti venti Euro per diventare milionari.

Al GRR

Ceppoduro

Sul lavoro

Ho ascoltato la radio.

Lo faccio sempre in macchina, intervallando con buona musica rock, ascoltavo un programma di radio uno che, tra l’altro, riportava le statistiche ISTAT sul lavoro.

Mi domando come facciano ad essere sempre così ottimisti, allegri, quasi felici. Almeno così sembravano i tre conduttori. Occupati in aumento, di conseguenza, meno disoccupati un Bengodi, un Eden, l’Italia che va.

M dove va? va male. Male, male. e non vogliono il governo del cambiamento. Magari cambierà poco ma peggio di così non penso.

Le politiche di Renzi, il jobs act, prima poi la continuità di governo con Gentiloni ci hanno messo in ginocchio.

Si è vero sono cresciuti gli occupati, ma dove? Non nei lavori a tempo indeterminato, che comunque definirei finti lavori a finto tempo indeterminato, i famosi contratti a tutele crescenti, che dovevano stupire il Mondo o almeno l’Europa per come i nostri governicchianti erano stati bravi e quali idee profonde ed innovative avevano avuto, seguendo le tracce di sedicenti-suddetti studiosi della materia.

sul lavoro

Ma che dice l’ISTAT?

“Continua una tendenza alla crescita degli occupati (+0,3% rispetto a marzo, pari a +64 mila). Il tasso di occupazione si attesta al 58,4% (+0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente)”.

Gli occupati sono in crescita??? + 0,3%??? + 0,1%???

Ma che ci prendete per il culo???

Ed anche questi pochi dove trovano lavoro? Ma nel tempo determinato. E’ ovvio!

Dice sempre l’Istat:

L’aumento interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Crescono i dipendenti a termine (+59 mila) e in misura più lieve gli indipendenti (+14 mila), mentre restano sostanzialmente stabili i dipendenti a tempo indeterminato“.

 

Alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna un aumento dei disoccupati (+0,5%, +14 mila) associato a un forte calo degli inattivi (-0,7%, -95 mila)”.

Insomma un disastro sul lavoro.

Ed hanno il coraggio di parlare? Di voler dettare le regole? E i tempi?

Ma che si nascondano bene, che si possa non rivederli più.

Forza!

Facciamo ‘sto governo e mandiamoli tutti a lavorare, almeno quell’aumento, seppur piccolo, sarà efficace.

Ceppoduro

Al mattino

Al Mattino

Al mattino ascolto la radio, Radio Anch’io e anche il Giornale Radio, sulla RAI.

Radio Uno stamani ha ripreso la notizia del blocco dei treni in Italia a causa del freddo.

Il ghiaccio li ha fermati, incollando gli scambi ai binari. La neve non è stata quasi mai così alta da creare problemi, ma quella poca caduta sulla ferrovia si è subito gelata.

Ora, se ricordo bene, Trenitalia pare si sia affrettata a comunicare che i treni ad alta velocità hanno viaggiato quasi tutti regolarmente.

I disagi però ci sono stati, se i GR ed i TG non hanno esagerato la notizia a scopo propagandistico elettorale, ed i disagi sono ricaduti tutti sui treni pendolari o comunque regionali, sulla vecchia linea insomma. Quelle nuove, adatte all’alta velocità hanno retto le condizioni meteo, probabilmente sono equipaggiate adeguatamene alle condizioni esterne attuali.

Bene.

E’ un ottimo risultato pensate se, nonostante il costo della tratta, l’alta velocità non partisse o non arrivasse per il gelo.

Certo però che si compra un biglietto del treno per ottenere un servizio, il trasporto. Poi se vogliamo un trasporto molto veloce, molto comodo o con servizio bar o ristorante compriamo il biglietto per treni ad alta velocità.

al mattino

Ma il servizio principale offerto da una ferrovia resta il trasporto. Da qui a li, In tempi ragionevoli. Ma se i treni veloci vanno mentre quelli lenti no, qualcosa non funziona. Chi acquista biglietti per la linea alta velocità ha lo stesso diritto di arrivare a destinazione di uno che compra biglietti standard, anche se di seconda classe. Il delta prezzo serve a pagare i servizi aggiuntivi tra cui il minor tempo di percorrenza. Il viaggio deve essere garantito a tutti quelli muniti di biglietto, altrimenti si tradisce il mandato, o la “mission”, come molti amano chiamarla, del servizio.

Ma, ovviamente, mi direte che non ci sono abbastanza soldi per garantire la funzionalità di tutta la linea. Ma come? E cosa ne fanno dei soldi del biglietto? Come facciamo a vendere biglietti di viaggio che non possono essere spesi in un viaggio.

Ma le condizioni meteo erano eccezionali, chioserete ancora.

Eccezionali?

Noi, più prosaicamente, riteniamo che forse la scelta di avere l’alta velocità sia stata un errore.

Con i soldi, pubblici, investiti in questa follia quanti altri investimenti si potevano fare, anche contro il maltempo? Ad esempio si potevano sostituire i riscaldatori, rotti, degli scambi. I riscaldatori sono resistenze elettriche installati in molte parti della linea anni fa e mai riparati, mai sostituite le resistenze rotte.

Ma invece di andare abbiamo preferito andare veloci.

Che peccato.
Ceppoduro

La verità. Vi spiego cos’è la verità.

La verità.

Cosa sia la verità l’ho scoperto stasera ascoltando la radio.

La televisione non l’ascolto quasi più. E’ inguardabile, ma anche starla a sentire mette in  serio imbarazzo chiunque conosca i rudimenti della lingua e/o ragioni con la sua testa.

LA Verità autoradio2

Comunque alla radio, conducevano il programma un uomo ed una donna. Il conduttore parlava con un nostro connazionale residente in Scozia, non conosco l’argomento della intervista, che era già iniziata quando mi sono messo all’ascolto, ma quasi certamente verteva sulle ultime elezioni presidenziali americane paragonate al referendum sulla BREXIT e al precedente referendum sulla indipendenza della Scozia dall’Inghilterra.

Votato per l’indipendenza

Penso di aver capito che nella famiglia dell’ospite le figlie abbiano idee diverse, ad esempio le due maggiorenni, abbiano votato per l’indipendenza della Scozia, contrariamente al padre.

Allora, alla fine, la conduttrice ha chiesto all’ospite se avrebbe guardato la partita Scozia Inghilterra alla TV questa sera e se le figlie lo avrebbero fatto tifare Scozia. Lui ha risposto di non essere più il gestore del telecomando, ormai da tanto tempo, che comunque, anche se non avesse visto la partita, sperava vincesse la Scozia, naturalmente.

Vincerà l’Inghilterra

Allora il conduttore ha chiosato: “Mi dispiace ma stasera la Scozia è data 10 a 1, dovrà rassegnarsi alla vincita dell’Inghilterra”.

La verità autoradio

ECCO! Ho capito. La verità è degli allibratori. Il conduttore radiofonico sapeva, sa come va il mondo e mi ha convinto.

I sondaggisti non ci azzeccano più, ma i bookmaker si. Ormai nel linguaggio comune si usa riportare a quanto è dato un avvenimento nelle scommesse per capire come andrà a finire, per decidere se è vero, se crederci o no.

La verità

“La verità sta nel mezzo” si diceva, no, non è più vero la verità sta nella quota. Gli allibratori, non buttano i soldi, se danno qualcosa, qualcuno, perdente, la verità è che quello perderà.

Forse è vero che l’allibratore conosce la verità ma i nostri media non conoscono la vergogna. Ma come si fa a riportare le quote degli allibratori, così, come fosse una cosa naturale? Come fosse un’informazione neutra, neutrale? A conferma di un fatto non ancora avvenuto? Non si rendono conto che possono instillare il “demone del gioco” negli ascoltatori? Sono untori, untori come quelli della peste di Milano.

Non tutti sono immuni dall’unzione.
Molti giocano, giocano, giocano e si rovinano e rovinano quelli che gli stanno intorno e spendono e spandono e poi spendiamo, noi, per curarli ed il nostro conduttore… non se ne cura, oppure se ne rende conto, lo sa bene e l’ha fatto scientemente. E’ un untore.

E allora ragiono, penso e discuto con voi:

Ma come siamo caduti in basso?

Specialmente la televisione, e la radio, specialmente quelle pubbliche, che dovrebbero essere fuori dalla mischia, senza interesse di genere. Apparecchi che dovrebbero divulgare “la verità”, quella vera, quella non quotata nei listini dei bookmaker, quella che ci faceva dire:” E vero, l’ha detto la televisione”.

Viene voglia di staccare la corrente, cosi non si paga il canone e neanche più gli allibratori.

Ceppoduro

Alla radio… ho sentito che la situazione è migliorata

Alla radio

Alla radio ho sentito che la situazione è migliorata,

Finalmente ci sono tanti posti di lavoro in più “cinquntunmila” credo di aver sentito. Non ricordo più se mese su mese o anno su anno, magari nel trimestre.

Peccato che nel contempo i disoccupati siano aumentati.

“”Ma è una buona cosa” ha detto il ministro” si è affrettato a dire il giornalista:”quando si creano nuovi posti, anche i disoccupati incalliti cercano nuovamente lavoro, sperando di trovarlo.

Ovvero noi non sappiamo chi lavori o meno, se sei occupato o disoccupato lo dichiari tu, se non ti lamenti vuol dire che va tutto bene. Che sei sazio e felice, senza problemi.

I giovani, poi sono sempre inoccupati quasi uno su due.

Ma sono stati creati posti di lavoro. Quale lavoro non è importante, con quale contratto, nemmeno.

Intanto  lavoratori di un “Call center” sono stati salvati dal licenziamento in tronco, grazie all’intervento del governo, il ministro a garantito qualcosa al datore di lavoro, così non chiude, per ora.

Ma se il “Call center ” era in crisi ed ora non lo è più è stata un scelta giusta aiutarli?

Quali benefici ne trarremo?

E i lavoratori saranno più produttivi? O più flessibili?

Ma forse non capisco nulla di economia.

Nemmeno di politica.

Che non ve ne siano più al mondo intero. Che si disperdano come polvere al vento. Per sempre.

call-centerB alla radio

Tanto quei disgraziati che ci “lavorano” qualcosa di meglio e più utile per tutti lo troveranno di certo da fare.

Voglio gridare, voglio dire a tutti. Viva la costituzione, viva la repubblica democratica fondata sul lavoro. Quello vero.

Ceppoduro

 

 

Bisturi spuntati

Bisturi spuntati

A “Italia sotto inchiesta” di Emanuela Falcetti su Radio 1 ho ascoltato il presidente dell’ACOI, Diego Piazza, denunciare la drammatica situazione chirurgica/ospedaliera in tutta Italia. Bisturi spuntati.

Bisturi spuntati 003Gli strumenti chirurgici, come i bisturi, sono acquistati da personale amministrativo incompetente che guarda solo al prezzo, che sia il più basso possibile, senza nessun interesse per la qualità. Così i bisturi non sono affilati o perdono il filo molto presto ed il taglio non è più netto, facilitando irritazioni ed infezioni post operatorie.

Il presidente ha detto che la sua associazione ha anche denunciato che per ogni operazione si usano tre paia di guanti, a causa della loro scarsa qualità.

Bisturi spuntati 001

Cosa si evince da tutto questo?

Che non c’è vergogna, non possiamo pensare che abbiano comprato ad un costo più basso per risparmiare, la spesa della sanità in Italia non è mai calata, hanno comprato a meno per intascare la differenza. Comunque spendere poco non vuol dire spendere meno. se si usa un guanto che si rompe in media tre volte durante l’uso, anche costando tre volte meno non si è risparmiato nulla, si perde tempo a cambiarlo e se si rompe c’è pericolo di infezioni per il paziente e per il chirurgo. Se il bisturi non taglia non è un bisturi, può anche essere regalato non sarà utile a nulla. Prima di tutto gli strumenti devono funzionare bene, essere adatti allo scopo.

Possiamo paragonare questo fatto con le strade. Se l’appalto viene dato al ribasso e poi la strada non è fatta bene, ci saranno buche o dossi, e non durerà a lungo, Quindi dovremo spendere prima per ripararla e alla fine spenderemo di più senza avere mai una strada a posto.

Allora cominciamo a spendere di più per il singolo pezzo, spendendo meglio, senza vizi nascosti a nostro carico. Vogliamo servizi migliori non vogliamo amministratori più ricchi.

Vergogna. Vergogna. E vergogna.

I responsabili devono pagare.

Giancarlo

 

Fonte:

Italia sotto inchiesta” RAI Radio 1

La stampa

Della Siria non si parla più, come del gatto di Bigazzi.

Della Siria non si parla più

L’ANSA titola sulla Siria:

Madaya, nella città assediata da Assad si muore di fame”

Mostrando una foto raccapricciante di un ragazzo denutrito, tutto pelle ed ossa.

Nell’articolo si dice che i bimbi di Madaya mangino, per sopravvivere, foglie, cani e gatti.

Poi dice che il governo siriano si è impegnato a far giungere aiuti umanitari alla città che è sotto assedio delle truppe dello stesso governo, ma… per ora…

Si racconta di come in questa cittadina siano 40.000 le persone assediate su un totale di 400.000 intrappolate nelle stesse condizioni in altre zone, nella maggior parte dei casi dai governativi o loro alleati, ma in altre aree dai miliziani dell’ISIS.

L’articolo si conclude con: “Speriamo di arrivare prima che altre persone muoiano di fame”, ha affermato oggi Melissa Fleming dell’Unhcr”.

Bene, speriamo.

E’ una vergogna, chiunque sia l’assediante che cose del genere succedano ancora. Mi vergogno di non poter fare nulla se non ricordarvi, a tutti, quello che sta accadendo ora.

E’ Interessante ricordare anche che in Italia, la nostra RAI, la televisione pubblica, cinque anni fa abbia revocato il signor Beppe Bigazzi dalla trasmissione “La prova del cuoco” a cui partecipava come presentatore, per aver detto in trasmissione di aver mangiato in passato carne di gatto, e che fosse tradizione comune in tutta Italia farlo in certi periodi dell’anno. Ecco spiegato perché nessuno parla di Madaya ne della Siria.

Comunque la pensiate, sulla RAI, sulla Siria, sul gatto, che volete che mangino in quel paese sotto assedio da tempo? Ecco come si presenta il paese visto dall’alto, quattro case in mezzo al deserto, credo sia difficile anche trovare foglie, figuriamoci gatti o altro:

Siria Schermata del 2016-01-09 00:09:55Che possono trovare in paese ed intorno?

Siria Schermata del 2016-01-09 00:11:45Ricordatevi di Madaya, la prossima volta che vi sembrerà poco appetitoso il piatto della vostra mensa e non continuate così a sostenere questa guerra infame, come le altre, come lo sono tutte del resto.

Giancarlo

Fonte: ANSA