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Dati ISTAT 2017

E’ stato pubblicato i comunicato congiunto sui dati congiunturali.

Dati ISTAT 2017.

Dati ISTAT 2017

Rispetto a quello dello stesso periodo del 2016 ne sembra la fotocopia ed i dati riportati sono anch’essi opinabili.

Leggete qui il sito del governo e qui il PDF del testo.

Opinabii.

Intanto si propaganda chela disoccupazione continui a calare:

Il tasso di occupazione destagionalizzato è risultato pari al 58,1%, in crescita di due decimi di punto rispetto al trimestre precedente.
DUE DECIMI DI PUNTO!
Cresce solo il lavoro dipendente  550 mila unità lavorative Il 10% di nuove assunzioni in più rispetto alle cessazioni.
E questo non è detto sia un bene! Questo dieci in più ha tutele in meno?
Ma il comunicato rivendica la crescita continua del lavoro dipendente da sei trimestri ininterrottamente.
Il numero di lavoratori a chiamata o intermittenti nel terzo trimestre 2017 mostra una nuova forte crescita (+77,9%) iniziata dal secondo trimestre (+75,6%), soprattutto a seguito dell’abrogazione del lavoro accessorio (voucher).
Insomma hanno smesso i voucher sostituendoli con il JOB ON CALL, la sostanza non cambia, anzi peggiora, se ne fanno di più.
Analogamente prosegue il significativo aumento del numero dei lavoratori somministrati (+23,8% nel terzo trimestre 201)
Anche qui un successone, si tratta di lavoro interinale: qualcuno ti assume per lavorare per un altro, una triangolazione disumana. Possiamo definirla “riduzione in lavoro”? non so, ma a me rende l’idea.

Diminuiscono

Diminuiscono gli infortuni ed anche i morti sul lavoro, di poche unità, e sempre troppi per essere accettabili 213, circa un morto per ogni giorno lavorato.

 A leggere il documento Dati ISTAT 2017 va tutto bene:

Dal lato dell’offerta, che include tra gli occupati tutte le forme di lavoro autonomo e alle dipendenze, nel terzo trimestre 2017 l’occupazione stimata al netto degli effetti stagionali dalla Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat è pari a 23 milioni 74 mila persone, in crescita sia su base annua (+1,3%, +303 mila) sia sul trimestre precedente (+0,3%, +79 mila).

Ma come si fa a spacciare per successo un +1,3% annuo?
0,… sul trimestre?
Ma come si fa a considerare accettabile un morto sul lavoro al giorno?
Coma si fa?

Ceppoduro

Falsità

Cos’è la falsità?

Falsità, è qualcosa di falso. Qualcosa che non è vero.

La falsità è il contrario della verità.

secondo il wikizionario:

  1. assenza di verità
    • affermare delle falsità
  2. (di persona) ipocrisia
  3. (per estensione) (senso figurato) legare due o più cose in modo non corretto né conforme, pur se singolarmente fossero state buone
    • anche se tu affermassi di aver agito onestamente, hai compiuto una falsità e io lo direi persino in tribunale

Falsità

Ma allora se l’accezione è negativa, se è una cosa brutta e indegna, perché diciamo falsità? Chi è falso e perché?

Sono domande che con l’avvicinarsi delle prossime elezioni, con la campagna elettorale già in moto, è bene farsi. Chi più di un politico mente, sapendo di mentire. Chi fa affermazioni, enuncia concetti, promette sapendo della loro ipocrisia?

Il politico.

Colui che deve convincerti a nominarlo tuo rappresentante anche se non ti rappresenterà. Non perché non voglia, beninteso, ma perché deve mantenere ed accrescere il suo potere con gli altri rappresentanti del popolo.

Dopo deve giocare con loro, venire a compromessi.

Il gioco dovrebbe servire ad ottenere il massimo per te, ma non è così.

E’ invalsa l’usanza di giocare per ottenere il massimo per se, per loro, per i rappresentanti invece che per i rappresentati.

E’ questo che ha portato la classe politica lontano dalla “gente”.
Gente importante solo al momento del voto. Neppure poi tanto se ci ricordiamo di qualche sistema di voto di scambio che è stato già scoperto. Ma insomma una volta dato il voto non possiamo più far niente. Si, sono parte della gente anch’io e mi sento impotente.

Ne ho viste troppe per credere che siano casi. Errori di gioventù o di vecchiaia.

Una volta al potere si lotta per quello, e tutto quello detto prima diventa falsità.

Allora dobbiamo trovare un modo per far mantenere le promesse elettorali ai politici.

Non possono continuare a disattendere le nostre aspettative e le loro promesse, impunemente.

Dobbiamo potergli revocare il mandato, se non lo fanno bene, se ci hanno detto falsità.

Dobbiamo capire come.

Qualcuno ci può aiutare?

 

Ceppoduro

 

 

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Falsità

 

La sinistra che perde

… continua…

La sinistra che perde.

Non finirò mai di stupirmi.
Dalema che rimette in sella Berlusconi con la bicamerale.

Monti che fa leggi che nemmeno Berlusconi aveva osato fare e Bersani che vota la fiducia al Jobs Act della Fornero.

la sinistra
Pierluigi Bersani

Renzi che vuol disfare la Costituzione, unica legge seria Italiana.

E l’Europa avida e lontana, e le banche, MPS, Etruria e Venete in testa, ma anche le BCC, che salteranno costrette a diventare SPA.

E poi il mostro Equitalia, risalito dagli inferi Danteschi, per fare ché? Quello che non riescono o vogliono fare con i grandi evasori, colpire i piccoli evasori, a volte, involontari. Araba Fenice che risorge ancora dalle proprie ceneri, più forte e malvagia di prima.

Gentiloni che chiede la fiducia su tutto e la chiede anche sulla legge elettorale.
Se ne prende il merito. Non fa sporcare le scarpe lustre alla destra, decide tutto lui.

la sinistra
Paolo Gentiloni

Ci vuole una legge che favorisca le coalizioni, noi di sinistra, che siamo per l’inclusione, siamo per coalizzarci, nell’interesse comune.

Ma l’interesse di chi?

Comune a chi?

A chi giova a la sinistra?

Cui prodest?

Ma alla destra. E’ ovvio.

“Gentiloni, fa un piacere a Berlusconi.

Che non voglia sdebitarsi ed un posto assicurargli!”

Come si fa, a sinistra, a fare una legge elettorale d’odio verso qualcuno? Qualcuno che dice le cose come stanno. Quelle cose che vorremmo tutti sentire da uno di sinistra. Che avremmo voluto sentire da tutta la sinistra, o anche solo da un pochina. Che avremmo voluto sentire ripetute alla radio, alla televisione o scritte sui giornali.

Niente!

Ma come si fa a fare una legge elettorale che favorisce la destra, che gli consegna il prossimo governo. Che a destra si coalizzano, mentre a sinistra si dividono. Già son pochi e si dividono. Come in Sicilia. Ma sul jobs act, no! Vai tutti compatti a votare la fiducia. Il Jobs Act, l’unica legge di destra mai passata in un parlamento a maggioranza di sinistra, a maggioranza Bulgara, data la precedente legge elettorale.

Ma non ti vergogni Gentiloni?

Ma non ti vergogni Renzi?

la sinistra
Matteo Renzi

e non vi vergognate voi? Bersani, Cuperlo e tutti gli altri allegri compagni di merende?

Lo so direte che non siete stati voi.

Non siete Stato, voi.

Voi siete il nulla, con una poltrona sotto il culo per non precipitare nel nulla in cui siete. Con un titolo (dis)onorevole per emergere dal nulla che vi permea.

Ma gli Italiani capiranno?

Forse no!

Se non siete in grado di capire voi, creme de la creme. Classe dirigente. Classe diligente agli ordini di alcuni.

Direi classe di merda.

Ma non lo dico, non voglio sporcarmi la bocca.

Classe politica

Ma ho trovato una foto.

Ceppoduro

La scuola.

Cosa fanno? E’ la scuola!!!

La scuola ribaltata.

La scuola Italiana ribaltata da una legge incredibile, incredibilmente … non metto l’aggettivo per rispetto a quella persona che il vocabolario on line Treccani definisce, tra l’altro, <persona di scarsa intelligenza>.

La notizia è: <Da quest’anno basterà un solo professore contrario alla bocciatura e l’alunno sarà ammesso alla classe successiva.>, dicono sia scritto nella “buona scuola” la legge di Renzi-Gentiloni.

Ho controllato, c’è scritto: <Alla primaria varrà la normativa vigente: la non ammissione è prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime dei docenti della classe. Ma con una novità: viene esplicitato che l’ammissione è prevista anche in caso di livelli di apprendimento “parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”. Le scuole dovranno attivare, anche questa è una novità, specifiche strategie di miglioramento per sostenere il raggiungimento dei necessari livelli di apprendimento da parte degli alunni e delle alunne più deboli. Per una scuola più inclusiva e capace di non lasciare solo chi resta indietro. >

Quale è il problema?

Direte voi.

Il problema è grande, riguarda le idee, coinvolge il sentimento, la forma  educativa.

La scuola deve essere, per gli estensori della legge, capace di non lasciare solo chi resta indietro.

Non livella il livello di istruzione. Fa proseguire nelle classi chi è indietro con il livello, così che il divario aumenti.

La scuola, per me, deve educare  e non permettere a nessuno di avere un livello più basso degli altri. Non si educa tutti allo stesso modo, ma si deve educare tutti. Il compito di un insegnante è educare, non far finta di niente e promuovere formalmente. L’insegnante deve portare tutti ad un livello educativo, se non uguale, almeno molto vicino. Promuovere tutti perché tutti meritano di essere promossi. Se la scuola non insegna a tutti i suoi alunni ha fallito.

Dite che è utopia? Che non si può fare?

Io dico di no e di si.

E’ reale e si può fare.

Quello scelto con la “”buona scuola” (ma intendono prenderci per il culo quando danno i nomi alle leggi?) è un modo facile per emarginare ancora di più chi è già emarginato o ha problemi cognitivi e resta indietro. Questi problemi non verranno nemmeno affrontati, figuriamoci risolti.

Voilà, non serviranno più insegnanti di sostegno, nemmeno insegnanti capaci di insegnare. Faremo solo con i bidelli. Un grande risparmio per le casse dello Stato.
Tutti in fondo, fino al diploma, ma tutti ignoranti come piace ai potenti.

Che peccato, un’altra occasione persa.

Ma certamente un’altra prova del disvalore di chi dovrebbe guidarci.

Dico dovrebbe, perché io non lo seguo.

Io sono un uomo, non un Lemming.

Nel baratro che si gettino loro.

Ceppoduro

 

Fonte: repubblica.it

Approfondimento: Comunicato stampa del consiglio dei ministri

La strage di Bologna

Strage di Bologna

<< La strage di Bologna da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
la strage Stragedibologna-2.jpg
L’ala Ovest della stazione di Bologna, crollata a seguito dell’esplosione dell’ordigno che causò la strage.
« I terroristi hanno commesso un solo errore: compiere la strage a Bologna. »
(Lidia Secci, madre di una delle vittime.)

La strage di Bologna, compiuta la mattina di sabato 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, è il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, da molti indicato come uno degli ultimi atti della strategia della tensione.

Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, tra cui Valerio Fioravanti. Gli ipotetici mandanti sono rimasti sconosciuti, ma furono rilevati collegamenti con la criminalità organizzata e i servizi segreti deviati.

Nell’attentato rimasero uccise 85 persone e oltre 200 rimasero ferite. >>

la strage
Sergio Mattarella, preseidente della Repubblica in carica
la strage
Sandro Pertini, Presidente della Repubblica
1978 – 1985

La strage! Cosa possiamo aggiungere?

Posiamo aggiungere una cosa vergognosa, indegna di un paese civile, che continua a ripetersi, anno dopo anno da 37 anni.

A parte la verità processuale, stabilita finora, ci sono carte secretate. Sono state secretate dai servizi, dai governi, dalle autorità, per non turbare troppo lo spirito di coesione democratica nazionale. Immagino. O per coprire uomini, servizi e parti politiche per pensarla più prosaicamente. Carte che non vengono tuttora mostrate, nonostante le promesse di Renzi al suo insediamento a Palazzo Chigi. I nomi non vengono svelati. I nomi dei mandanti, degli organizzatori, dei fiancheggiatori degli attentatori, che probabilmente sono scritti, nero su bianco, in quelle risme.

Questo è inaccettabile e bene hanno fatto i parenti delle vittime ad uscire dal luogo della commemorazione al momento che il rappresentante del governo doveva prendere la parola. La strage di Bologna ha aperto una ferita che non può essere colmata con i silenzi, con le omissioni. Potremo far pace con noi stessi, forse, solo dopo che avremo conosciuto la verità.

Giancarlo

fonti

la stampa

la repubblica

2 euro, rilancio a due euro e poi arrivo fino a…

2 euro

Signor residente del consiglio, banca d’Italia, BCE o chiunque sia l’interessato.

In occasione dell’offerta pubblica  per le due banche venete, Intesa Sanpaolo si fa avanti per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Prezzo simbolico di 1 euro, completa ripulitura degli Npl, nessun impatto sul patrimonio e quindi nessuna necessità di aumentare il capitale o di ridurre i dividendi. Non solo: «L’operazione è subordinata all’incondizionato placet di ogni Autorità competente anche con riferimento alla relativa cornice legislativa e regolamentare», puntualizza la banca in una nota, lasciando così intendere che il disegno rimarrà in sospeso finché i (numerosi) interlocutori non si saranno espressi. Un passaggio che, visti i precedenti, non può considerarsi scontato. Così riporta il sole 24 ore in un articolo.

Io,

Giancarlo Arrigucci, direttore di questo blog raddoppio l’offerta: offro 2 euro.

Considerando l’impegno necessario alla ripulitura dei “bad segments” delle due banche, sono disposto a arrivare a 2 euro per Banca, per un totale di 4 euro. Naturalmente il tutto al netto delle spese notarili, che saranno commisurate al costo dell’operazione.

Credo che un rilancio del genere, prima doppio e poi addirittura quadruplo, non possa essere assolutamente sostenuto da altri offerenti. Considero concordato il patto ed attendo vostre notizie per organizzare il ritiro di documenti, chiavi ecc.

Sono certo che tutto è a posto, ma vorrei comunque visitare sedi e succursali, per inventariare al meglio le dotazioni presenti. Non sia mai che qualche dipendente  si appropriasse di posa ceneri e cancelleria nel momento caotico del passaggio di proprietà.

Certo di aver fatto un buona affare ringrazio per l’opportunità datami.

Sono altresì certo che la prima offerta, che era stata fatta della maggior banca Italiana, fosse un tantino bassa. A me è subito apparsa incongrua un’offerta di soli 50 centesimi per banca. Certo fosse stato per una sola delle due, 50 centesimi sarebbero stati pure troppi. Ma le due assieme sicuramente non valgono meno dei miei due Euro iniziali. Offerti in prima istanza. Per questo mi sono sentito in dovere, per il bene della Nazione e senza guardare troppo ai miei interessi personali, di raddoppiare ancora. Arrivando alla incredibile cifra di 4 Euro.

 

2 Euro + 2 Euro!

Bene sono contento di poter aiutare l’Italia in momenti così difficili.

Se avete intenzione di cedere altre attività o immobili io sono qua.

Ho sentito voci sulle poste, che mi pare abbiano un discreto numero di sportelli. Con quelle sono certo che possiate realizzare somme anche fino a due cifre).

Io sarei disposto a farlo, se decidete qualcosa possiamo sentirci.

Potendo, sarò ben felice di aiutarvi.

Distinti saluti

Giancarlo

Ciclo. Dopo l’omicidio strale, il sorpasso killer. Non sanno cosa fanno.

Ciclo aperto, ciclista, ciclo amatori, giro d’Italia, pirati, strade, incidenti, morti, indignazione, nuove leggi, ciclo chiuso.

La vita è un ciclo, nel senso di ciclomotore o di bicicletta.

Hayden, non si è mai fatto male cadendo in pista dalla moto. Sulla strada si è rovinato con una bici.

E’ successo anche a Michele Scarponi, già vincitore del Giro d’Italia 2011 travolto da un furgone.

Le recenti morti hanno riacceso la polemica, forse appena appena sopita dalla recente approvazione della legge sull’omicidio stradale. Ma le statistiche sono inclementi muore un ciclista ogni 35 ore, travolto da auto, camioncini, autotreni od autocisterne, ma anche trattori ed ambulanze.

Dobbiamo fare qualcosa, in parlamento andiamo verso l’ennesima legge. Una legge salvaciclisti. Deve essere calendarizzata a giorni. E’ una legge che prevede una distanza minima laterale per il sorpasso dei ciclisti. Il limite sarà fissato ad 1 metro e 50 centimetri. Il nuovo codice della strada prevedeva già qualcosa di analogo, ma è fermo chissà dove, ad uno stop da cui non sembra poter ripartire.

Ora ad una persona di buon senso, come me. Mai coinvolto in incidenti con feriti come me. Che guida da anni in tutte le strade Europee come me. Si domanda ma com’è che solo in Italia abbiamo tanti morti con le bici?

Magari abbiamo poche leggi? Non direi. Sono poco severe? Non direi. Non sappiamo guidare, sia l’auto che la bici? Siamo tutti pirati? Siamo tutti assassini?

Ma no!!! E’ che ci piace lamentarci e non ci piace risolvere i problemi. Facciamo leggi tanto per fare. Scritte male e da persone incompetenti. Ed ogni volta, ad ogni emergenza, ne scriviamo un’altra. Siamo o non siamo un popolo di poeti e di scrittori?

Io penso che ci piace prendere per il culo o farci prendere per il culo.

Cicli, ciclo motori, auto e camion.

Nel 2014 eravamo secondi in Europa per numero di vittime in incidenti stradali.

Chi pedala per lavoro (come i professionisti) o per andare al lavoro (come i ciclisti urbani) continua a farlo a rischio e pericolo quotidiano schivando buche o incroci mal segnalati, pedalando nel traffico dei motori o su piste ciclabili al limite della praticabilità (Repubblica).

Ma già nel 2015 i dati erano migliorati rispetto al 2014, dei ciclisti ne morivano 251 (-8,1%)

Nel 2016, in Europa, è andata ancora meglio. -2% di incidenti stradali.

E allora perché da noi è emergenza? Perché si fanno nuove leggi? Come mai si demonizzano automobilisti e camionisti?

La legge del metro e cinquanta vorrebbe assimilarci alla legislazione di altri paesi.

Si dimentica che in Italia ci sono chilometri e chilometri di strade ad una sola carreggiata, a doppio senso di marcia, più strette di 1,50 metri.

E, si approva una legge sull’omicidio stradale, ma non si fa niente per prevenirlo.

Si piange e si grida come sento fare alla radio ed in televisione in questi giorni, per attingere ai sentimenti, bassi, della gente, per indirizzarne la giusta rabbia, verso obiettivi sbagliati.

Quindi:

Perché nessuno grida allo scandalo?

Perché nessuno chiede dimissioni?

Quale scandalo?

Chi si dovrebbe dimettere?

Lo scandalo è che in Italia non ci sono piste ciclabili, si dovrebbero dimettere tutti quelli che hanno contribuito all’instaurarsi ed al propagarsi di questa situazione. Il governo nazionale in testa, i governi locali poi.

E’ una vergogna che dei cani latranti vogliano farci credere che la colpa è del singolo, per distrarci dal vero.

Il singolo, l’automobilista, il camionista ha le sue colpe, specie se ubriaco o drogato non potrà scapparne, ma la collettività il suo governo, sono i veri untori di questa peste. I ciclisti devono essere separati dal traffico a motore, ci vogliono strade dedicate, piste ciclabili o strade a divieto di transito a motore. Ai ciclisti deve altresì essere vietato entrare nella strade riservate ai motori, assolutamente.

Perché in Europa ci sono milioni di chilometri di piste ciclabili, di zone pedonali ed in Italia no?

Perché nel resto del mondo hanno adottato la separazione tra questi due sistemi di trasporto e qui no?

Ma avete visto, in aggiunta e non scusante, il traffico che sopportano le nostre strade?

Non è possibile percorrere le nostre strade in maniera promiscua.

In caso di contatto fortuito tra due auto si rompono gli specchietti, si graffia la fiancata, se tocchi un ciclista muore.

Ma non continuiamo a farci confondere, pretendiamo da ciclisti la possibilità di stare da soli.

Non paghiamo tasse di circolazione? Ma no! Ogni ciclista ha almeno un’auto, il bollo lo paghiamo già.

E’ solo più facile fare leggi che nessuno controllerà e farà applicare che fare strade senza buche e piste riservate ai ciclisti.

Vergogna.

Ceppoduro.

 

Primo Maggio, con coraggio. Ti amo.

Primo. Dobbiamo dire qualcosa sul primo Maggio.

Secondo:

Secondo me è una festa bellissima, non possiamo perderla.

Terzo: l’abbiamo già persa.

Il lavoro non è più importante. se lo fosse la nostra classe dirigente se ne preoccuperebbe, invece, invece di cazzeggiare.

Non avrebbero abolito l’articolo 18, senza vergognarsi e dimettersi.

Non avrebbero allungato l’età pensionabile, condannandoci a morte certa.

Si vergognerebbero di rubare, ma non lo fanno più.

Non venderebbero Vaucher.

E non permetterebbero, le slot machine.

Non tollererebbero i giochi d’azzardo e le scommesse, on line oppure no.

O non avrebbero tolto l’acqua ai legittimi proprietari.

Avrebbero spento i fuochi della terra dei fuochi. E bruciato chi li ha accesi..

Non avrebbero permesso che un terremoto, un’inondazione, la neve svuotassero i paesi e creassero tanti profughi di guerre meteorologiche. Di incuria. Di abbandono. E di degrado.

Non avrebbero traforato le montagne, prosciugando le falde del centro Italia.

Non permetterebbero la vendita delle opere d’arte all’estero.

Salverebbero Pompei e tutti i siti Etruschi.

Chiuderebbero le buche delle strade.

Toglierebbero i pedaggi dalle autostrade.

Aprirebbero fontanelle di acqua potabile ovunque. Non gassata. Potabile.

Dei dirigenti così ci darebbero scuole modello. Dove i ragazzi imparerebbero a vivere. Perché gli verrebbe insegnato da insegnanti preparati, felici di farlo. Competenti. Ben pagati. Tanto ben pagati da non dover dare ripetizioni per vivere e quindi neppure brutti voti per reclutare nuovi clienti.

Questa classe dirigente, saprebbe trovare il modo di rendere remunerativa la ferrovia, anche senza tanti treni veloci. Solo con quelli che servono e ne servono molti di più lenti.

Ma  anche il clima ne gioverebbe, se non quello meteorologico, almeno quello morale.

Niente EquiEuropa a romperti i coglioni. Niente bollette da pagare perché tutti pagherebbero le tasse dovute, come chiede la Costituzione. Senza trucchi, anzi con orgoglio. L’orgoglio di chi è più bravo e può permettersi di farlo vedere coi soldi.

Primo con quelli che offre alla comunità, mica con quelli che ruba.

Vergogna.

Eh sì. Vergogna

Vergogna.

C’è ancora chi non paga le tasse. Ma come? Ma vergognati! Hai molti soldi e vuoi cavartela con un obolo?
Un obolo puoi darlo alla chiesa se credi, ma meglio se non lo dai e paghi la tua quota, come gli altri.

Ecco non fare come gli altri. non fregare.

Per quanto lo fai c’è sempre qualcuno che frega di più.

E allora smetti partecipa ad una sana vita comune.

Paga il dovuto e pretendi di più.

Manda a casa i corrotti, non corrompere ne fatti corrompere.

Non dare retta alle televisioni.

Evita di seguire tutte le notizie, tutti i telegiornali, tutte le cronache.

Informati con tre giorni di ritardo, vedrai come cambiano le cose.

Dai un senso alla tua vita. Giudicati. Al minimo ti incazzerai di meno.

Ma non lavarti i peccati con una preghiera, un ‘elemosina o un intenzione.

Fai qualcosa di positivo per noi. Per te.

Primo raccogli una cartaccia.

Secondo, canta una canzone con gli amici.

Prima trova degli amici.

Non gente che ti invidia, men che meno gente che invidi tu.

Gente con cui non hai interessi in comune.

Poi falli migliori.

Fatti migliore chiedendo dei loro interessi. Ascoltando dei loro interessi. Capendone il senso.

Quindi spiegandogli i tuoi.

Festeggia il prossimo Primo Maggio, sarà il primo della tua vita. Una vita nuova. Vera. Sensata.

Ceppoduro

Con l’era industriale

Noi Europei.

Con l’era industriale abbiamo migliorato le condizioni di vita generali:

Non soffriamo più la fame (non tutti, escluso 795 milioni di persone nel 2015).

Non dobbiamo lottare con animali feroci per procurarci cibo o vestiti (ma 4 milioni e 600 mila Italiani sono in povertà).

Non moriamo più per molti agenti patogeni letali del passato (anche se ci sono altre cause di morte: Ischemie cardiache e malattie cardiovascolari ecc).

Con l'era
Cause di morte i n Europa fonte http://ec.europa.eu/eurostat
Con l’era moderna, comunque, abbiamo perso il controllo delle cose.

Macchine, oggetti, abiti e cibo non sono più prodotti da noi, non sappiamo più come e di cosa sono fatti. Questa perdita di controllo non è banale, dobbiamo fidarci di altri che non conosciamo, che neppure stanno vicini a noi. Per questo nel tempo si è sviluppata una fitta legislazione su come debbano essere fatti gli oggetti, particolarmente stringente sui cibi, per far si che il “consumatore” finale potesse conoscere sia la composizione che il valore nutritivo dei cibi.

Ma è sufficiente la legislazione? Funzionano i controlli? Cosa c’è in realtà nei e sui cibi? Noi non lo sappiamo.

Sulla frutta cosa troviamo? Quali additivi vengono usati per conservarla? Cosa contengono le confezioni e cosa cedono alla frutta, alla carne, al gelato, alla verdura. L’insalata sarò contaminata dalle radiazioni di Chernobyl? E il grano delle merendine, quello economico, per tenere bassi i costi di produzione, dove sarà cresciuto?  Quelle belle pere da dove verranno, e lì, quali garanzie saranno date per il consumatore?

Se ci sono nazioni dove certi diserbanti sono consentiti, certi antiparassitari non sono ancora stati vietati, certi metodi di raccolta e stoccaggio sono ancora tollerati… dove trovano sbocco le loro merci?

Saranno capaci i “mercati” di proteggerci da questi pericoli?

Forse si, forse no.

Ma le neoplasie al colon, al pancreas, al fegato ed allo stomaco, anche se non sono le maggiori cause di morte sono pur sempre tra le maggiori e allora:

Con l’era industriale

ci stanno AVVELENANDO E NON LO SAPPIAMO?

Può darsi. Dovremmo difenderci.

La soluzione potrebbe essere l’uso del biologico, ma il biologico non può essere la soluzione per tutti.

Forse dovremmo ricominciare a produrre da noi: l’orto nel balcone, l’orto si che ci permette un controllo maggiore del cibo.

Poi penso all’inquinamento delle città, nella maggior parte delle quali i limiti delle PM10 sono superate molto presto dall’inizio dell’anno e mi scoraggio.

Abbiamo tolto il piombo dalle benzine rosse che ora, verdi, emettono il benzene, se le marmitte catalitiche non funzionano. E sappiamo che se andiamo da casa al bar le marmitte catalitiche non funzionano, si devono scaldare prima di funzionare, quindi anche se andiamo lontano finché non si scaldano non funzionano.

Sarà per questo che le neoplasie ai polmoni alla trachee ed ai bronchi assieme alle malattie respiratorie croniche contribuiscono così tanto alla nostra morte?

Forse sì, forse no.

Magari dovremmo ripensare la nostra vita. Forse dovremmo ritornare a patire un po di fame, a spostarci a piedi o in bicicletta.

Con l'era

O forse sarebbe ora di smettere di costruire, e se costruiamo costruire bio, e con più rispetto per noi e per la terra.

Forse sì, forse no.

E’ un suicidio,

forse.

Giancarlo

Elogio dell’incompetenza.

 

Ancora elogio dell’incompetenza.

Oggidì sento un gran vociare .

In strada gente che bercia per farsi notare, strilloni davanti all’edicola che mantrano: “iiiooo, …saprei come fare!”, “iiiooo, …ho la soluzione ai problemi!”, “iiiooo, …che ho tanta esperienza…”, “iiiooo, …che da vent’anni…”, “iiiooo, che ho gli amici giusti….”,  “Lasciatemi fare a me, che conosco com’è”, “iiiooo… “.

E sento altri urlare contro: “Non siete capaci di nulla”, “Siete tutti Imbranati, senza nessuna esperienza”, “Non sapete nemmeno quello che fate”, “Non fate nulla, combinate solo disastri perché non conoscete la macchina che vorreste guidare”, “Li avete messi li, ma combineranno disastri, vedrete, vedrete…”, “Anzi, non combineranno niente, non sanno comandare”.

“E Roma non è orma d’amor, ne ramo di mora, ne Livorno, ne Parma ne Torino”.

“Voi vorreste fare cosa?”

“E’ giunta disgiunta la giunta di Roma che aroma d’arrosto c’è giunto or or”

Elogio

E io… resto attonito. Io… non capisco che succede. Io… non capisco cosa non va e nemmeno capisco perché dovrebbe andare meglio in altro modo.

“C’han provato tutti da dritta da manca, e per questo ch’arranca di Roma l’onor”.

Io… sono esterrefatto. Eppure il cambiamento l’ho voluto anch’io: “Togliamo di mezzo tutti i parrucconi, i vecchi, i baroni, aggrappati alle loro laide cattedre. Largo ai giovani. Largo al cambiamento, di facce, di teste, di paradigma. Facciamo le cose  per il bene comune, non per interesse personale, fermiamo il sistema ormai marcio e mafioso”.

Poi d’incanto qualcosa

Poi d’incanto qualcosa simile a quel che pensavo accade, ed invece di elogi sento il fervore di inquisizione, i ferri e le gogne per il nuovo e di molti l’accanirsi sui pochi, vedo forche e forconi levarsi in alto contro i giusti, vedo pestare l’acqua della riva per intorbidire lo stagno.

Mi rendo conto che anche prima c’erano berciatori di strada, mestatori di acque, affumigatori di gente ed accaniti censori.

Ma non son più gli stessi. Quelli che ora si stracciano ora le vesti, sono i benpensanti di prima, chi ora si rivolta e s’indigna, prima, allegramente, leccava il culo ai potenti.

Elogio

Ma che cosa è cambiato?

Di chi è la ragione?

Perché succede tutto questo?

Cui prodest?

Elogio

Certo chi ora non detiene il potere è logorato dalla sua mancanza, ma finora sembrava che la perdita dello stesso potere non lasciasse scontenti i perdenti.

Un po’ di riciclo, un cambio casacca, di qua e di la, a manca e manritta, l’un con l’altra girandosi intorno come in un valzer Viennese, lo scambio a distanza tanto ravvicinata da non distinguere differenze.

Anzi

Anzi abbiamo visto, subito semmai, le uguaglianze e un certo vanto, becero, a dir di far meglio (peggio) dell’altra parte avversa, sicché molte volte (sempre) non siamo riusciti a percepire il cambiamento. A parole, negli scopi dichiarati magari sì, ma nella sostanza no, mai.

Poi sono arrivati gli altri, i terzi, i terzi esclusi, alla spicciolata, alieni, si sono seduti sullo scranno ed hanno cominciato a guardarsi intorno, e, contando le stelle, hanno cominciato a dir di no. Respingendo i cani famelici, li attorno abbrancati all’osso, hanno tolto l’osso e smesso di smembrare la preda, cercando di rianimarla, dove non fosse già morta.

Hanno, non miracolosamente, ma scientificamente fatto risorgere le città che hanno preso, a volte velocemente, a volte le han dovute assediare, ma sempre han detto di volerne la rinascita, la resurrezione.

Io credo in questa gente, onesta e disinteressata, che non bercia e si lascia insultare con orgoglio, perché crede in quello che fa e crede che anche gli altri ci credano.

Vogliono un domani possibile, vogliono consegnare qualcosa ai nostri figli.

Dobbiamo credergli, dargli fiducia. Se non saranno “alti” (all’altezza) gli tireremo le pietre, se saranno “brutti” (faranno male) gli tireremo le pietre, se saranno “belli” (faranno per se) gli tireremo le pietre, ma se saranno e faranno quel che dicono di voler essere e fare, li ringrazieremo e gli chiederemo di chiamarne altri con se, che portino avanti le loro idee e proseguano nel loro percorso, dopo di loro, dopo di noi, per loro e per noi.

Credono all’occasione che fa l’uomo ladro, per questo si spogliano come Francesco dei loro averi. Per questo non vogliono onori e dopo un po’ non vogliono neppure mantenere gli oneri del loro lavoro (Come Menenio).

E’ una grande ricchezza dell’Italia di oggi.

Elogio loro.

Elogio la loro idea.

Ancora elogio la loro onestà.

E pure elogio la loro incompetenza.

 

Ceppoduro.