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Il cielo

E’ notte

Il cielo è terso si vedono “tutte” le stelle, stanotte.

L’aria rarefatta ne porta la luce facendola tremolare, tanto che le stelle sembrano animarsi, come una folla al mercato.

“Che bello”.

Viene da chiedersi se ci siano altre forme di vita lassù.

Pensare alla distanza “siderale” delle stelle fa venire i brividi. I metri, i chilometri perdono di significato, dobbiamo usare gli anni per riferirci a loro. Anni luce, distanze che la luce percorre in anni, tanto sono lontane da noi e fra se. La cosa più veloce che conosciamo, la luce, ci impiega così tanto a colmare le distanze tra le stelle che noi, con le nostre miserevoli possibilità, non potremmo nemmeno pensare di raggiungere la stella più vicina.

Consapevoli di questo, anche se ci fosse un’altra forma di vita da qualche parte non la scopriremmo mai.

Un contatto

Certo in teoria potremmo captarne i suoni o le luci. Ma questi alieni dovrebbero essere in grado di emettere questi segnali e di emetterli modulati, in modo che noi possiamo distinguerli dal resto, dal sottofondo e magari capirne il significato. Dovrebbero essere forme di vita intelligenti, o almeno intelligenti nel modo in cui lo siamo noi. E’ difficile.

Ammesso che tali forme di vita esistano sarebbe quasi impossibile incontrarle, se è vero che l’universo si espande e tutto si allontana da tutto il resto, è difficile pensare che qualcosa si avvicini a noi, che questo qualcosa contenga della vita, e che questa cosa sia capace di farsi notare, o noi di notarla.

Quindi state tranquilli, non finiremo invasi dagli extraterrestri. Non ci sono extraterrestri in giro. Se ci sono extraterrestri da qualche parte non arriveranno mai da noi, ne noi da loro.

Ma guardiamo il cielo

Continuiamo a guardare il cielo ed a meravigliarci di quello che vediamo, sempre diverso anche se non ce ne accorgiamo, sempre bellissimo, questo si che possiamo vederlo.

Continuiamo a stare col naso all’insù domandandoci se ci sia vita su Marte o su Andromeda o nella Via Lattea, in fondo anche se sappiamo che non c’è, possiamo continuare a sperare che ci sia e non sia terribile e vendicativa come quei Dii e Dei che ci hanno sempre raccontato abitare il cielo.

Giancarlo

Mi meraviglio

Il 2019 è finito

A fine anno mi meraviglio sempre, ed anche quest’anno mi tocca meravigliarmi, di come la natura sia incredibile e di come lo siano le rose.

La rosa non è un fiore invernale, il suo periodo di fioritura coincide con i mesi di Maggio e Giugno, si prolunga o si anticipa per le varie specie ma, insomma, non nel periodo invernale. La maggior parte delle specie di rosa fiorisce una sola volta nell’anno, ma anche le rifiorenti non dovrebbero farlo oltre Settembre o Ottobre.

Ed invece mi meraviglio

Mi meraviglio quando esco di casa e trovo una rosa fiorita, anzi due.

Bellissime, non trovate anche voi?

Forse sono li per farci apprezzare questo sole caldo, contrapposto all’aria gelida degli ultimi giorni di Dicembre.

Forse sono li per farci apprezzare il mondo, la natura, la vita ed io li apprezzo molto e ne godo.

Ma non solo per questo mi meraviglio

In un’altra pianta di rose c’è un boccio, quindi altri fiori continueranno a sbocciare, nonostante il freddo, nonostante l’inverno.

Che dire, i credenti rammentano la bellezza del creato e parlano di dono di Dio, io preferisco considerarlo parte della meraviglia della natura e delle sue differenti forme, a volte manipolate dall’uomo, come le rose moderne che vedete nelle immagini sopra. A volte manipolati dalla selezione naturale come altri due fiori presenti in contemporanea a Le Caselle in questi giorni:

Le prime viole, sempre belle ed eleganti, con quel viola intenso, ma riposto nel verde delle foglie larghe, come se fossero timide di farsi vedere così presto li fuori.

I primi bucaneve, orgogliosi di se, anche senza neve da bucare, oramai rara a vedersi a queste altitudini basse.

Ma questi due fiori, sono adatti al clima attuale anzi, riescono a sopportarne pure di peggiori.

Ma le rose…

Giancarlo

Come vive il parco

Facciamo il punto della situazione

Come vive il parco dopo qualche anno d’esercizio?

Del parco fluviale di Bucine ne abbiamo parlato per la prima volta nell’Agosto del 2014. Allora era in costruzione, mancavano delle opere e dei manufatti, es. parapetti e panchine.

Poi ne abbiamo riparlato nel 2017 quando l’associazione culturale la trama di Gaia ci ha invitato a viverlo al meglio.

Ora che il parco c’è, lo possiamo vivere? E come?

Come vive il parco

La natura, in cui il parco è immerso, è bella e selvaggia. La sua costruzione doveva o almeno è servita a domarla. Piegandola al volere umano, controllandola per farcene godere forme, colori, odori e sapori.

La scelta di trasformare una fitta macchia sulla riva di un torrentello come il borro di San Salvatore, in un’area fruibile dalla comunità, un’area di socializzazione e di benessere deve essere stata pensata bene ed a lungo, perché la natura è difficile da controllare, non si piega facilmente ai nostri voleri.

Nemmeno la natura umana si piega alle regole, figuriamoci la natura natura.

Che è successo?

Come vive il parco?

Non bene, direi.

Vediamo passo passo:

Il progetto prevedeva di trasformare la macchia in un luogo di socializzazione e di ritrovo per anziani e bambini, anche un luogo di cultura dove imparare a fare, a raccogliere a guardare cose.

Un bel posto, insomma.

Sì! Bellissimo.

Ma le cose che fai alla natura devi mantenerle, altrimenti si degradano, si rompono, crollano.

Mentre le erbe, i rovi, le piante nascono, crescono e muoiono.

I rifiuti vanno tolti e l’erba tagliata continuamente, non basta passare un paio di volte a stagione. Si ha l’idea con il luogo sia incolto.

Ma vorrei dire qualcosa anche sulla sicurezza.
Lascereste i vostri figli giocare in un posto dove ci sono frane con materiale edile di incerta provenienza? Tombini scoperti, seminascosti dall’erba? Parapetti crollati o divelti? Rami o alberi secchi ed instabili? Zone umide dall’odore nauseabondo dei liquami organici dalle case soprastanti?

Eppure tutto questo è nel parco. Ed è normale che ci sia, c’era anche prima, se il parco non è mantenuto.

come vive il parco

Lo sai che il parco parla?

Si lo so e non dice belle cose.

Chiede se non fosse il caso di lasciare la natura fare il suo corso senza buttarci via dei soldi in mezzo?

Chiede se, visto che i soldi li abbiamo spesi, non sarebbe opportuno assumere due persone, due giardinieri, per mantenerlo efficiente?

E chiede se, visto che dovrebbe servire alla popolazione non sarebbe il caso di organizzarci degli eventi estivi?

Ma non è che gli eventi li debba creare il blog di Bucine, li dovrebbe pensare ed organizzare chi il parco l’ha pensato e voluto, non credete?

Lasciamo perdere va

E’ solo un peccato, che nessuno abbia pensato che una volta fatto, il parco avrebbe dovuto essere tenuto bene. Non bastano interventi una tantum due volte l’anno di ditte specializzate o di operai comunali volenterosi, l’erba o si tiene rasata o sembra sempre incolta.

I rovi crescono settimana dopo settimana.

Gli alberi muoiono, i sacchi dell’immondizia si rompono, i liquami puzzano…

Bucine

A lato della strada

Al lato

Al lato della strada, delle strade Italiane, a lato della carreggiata, ci sono fiori. Sono più belli di quelli nei migliori negozi cittadini (i fiori che seguono sono stati ripresi nella SP 19).

Al lato
Un soffione è un frutto ma lo metto tra i fiori lo stesso


Me ne sono reso conto da molto tempo, ancora prima che cominciassi a fare delle foto macro.

Mi sono accorto anche che nessuno si sofferma a guardarli. Tutti passiamo veloci. Se va bene notiamo delle macchie bianche, gialle o rosse, finisce tutto li.

Ma io voglio darvi un consiglio, spassionato, ma non troppo.

Perché questi fiori di seconda categoria, mi appassionano eccome, ecco il consiglio:

Quando percorrete queste provinciali, fermatevi ogni tanto ed ammirateli.
Ora è il loro momento magico.
Non vi pentirete di aver perso cinque minuti durante il vostro tragitto.

Al lato, nel futurismo

E’ vero, avete ragione, siamo immersi nel FUTURISMO, siamo tutti presi dal mito della velocità, come tanti “Balla”, balliamo il nostro sfrenato foxtrot.

La velocità è insita nelle macchine, nelle automobili: non troviamo il tempo di fermarci, neppure di soffermarci.
Eppure a chi si ferma, o solo si sofferma, può guardarsi intorno e se lo fa gli capita di vedere cose meravigliose; molte volte mai viste prima, anche pur essendoci passato vicino milioni di volte.
Siamo ciechi, accecati dal movimento frenetico in cui (soprav)viviamo.

Mi dispiace

Non conosco i nomi di queste piante e dei loro fiori, non di tutte, mi dispiace.

Ma davvero occorre un nome per apprezzarne la forma, i colori, la bellezza?

No! Non lo credo e spero sia lo stesso per voi. Allora vi offro le immagini che ho raccolto durante qualche mia sosta a lato della strada.

Alcune ritengo siano meravigliose.

Giancarlo

Piccolo mondo

Piccolo mondo

E’ facile girare il mondo, abbiamo auto potentissime, treni velocissimi, aerei supersonici, possiamo girare e vedere tutto il mondo; ma non guardiamo ai nostri piedi, non vediamo il piccolo mondo che ci circonda, che calpestiamo. Almeno io non lo guardo.

Parlo dei prati, dei sottoboschi, dei greppi. Pieni di vita, animali, insetti e piante, innumerevoli piante. A Maggio sono tutte, o quasi, fiorite ma non lo sappiamo. Non li vediamo. Non sono fiori normali, sono piccoli, invisibili. Magari vediamo la loro macchia di colore, nell’insieme il prato è rosa, ma come sia fatto il singolo fiorellino rosa, non lo abbiamo mai visto.

Eppure sono bellissimi, sconosciuti, anche nel nome, ma meravigliosi.

Meraviglia che viene dal rendersi conto che esistono, dal guardarli come un bimbo guarda cose nuove, dalla scoperta della loro esistenza.

Piccoli fiori

Piccoli, ma numerosi. Una vegetazione povera, ma ricca di forme inconsuete, una flora meravigliosa. Ma anche la fauna non è normale, anche gli insetti appartengono alla razza dei “mai visti”. Anch’essi dalle forme improbabili, che volano contro natura, che saltano da un punto all’altro, bottinatori instancabili.

Se ti distendi nel prato e ci rimani per qualche minuto, scorgerai miriadi di esseri che volano, saltano camminano, strisciano per mangiare e riprodursi. Qualcuno lo conosco, ma molti no. Non so nulla di loro, specialmente dei più piccoli, insetti o altro che siano.

Grandezza di un piccolo mondo

Non mi ero mai accorto di loro, ma ora, come dimenticarli, come farne a meno.

Piccolo mondo

Adesso mi sento meglio. Penso di esser migliore. Ora posso dire io l’ho visto, ho visto quello che occhi non abituati, come lo erano i miei, non guardano e non vedono.

Piccolo mondo

Adesso vado piano, mi soffermo sui bordi delle strade, guardo dove non guardi mai. Vedo cose bellissime. I miei occhi hanno visto cose che voi umani neppure vi sognate.

Enjoy.

Giancarlo

Eremo di Pale

Eremo di Pale

Ho letto un articolo  su Umbria Oggi, sull’Eremo di Pale: Eremo di Santa Maria Giacobbe, a Pale di Foligno (PG).

Uno scrigno incastonato nella roccia.

Se avrete voglia di leggere l’articolo del giornale Umbro online, vi troverete interessanti notizie sulle opere d’arte che contiene e vi farete invogliare a visitarlo.

Io non l’ho mai visitato, anche se penso dovrei farlo prima o poi.
Il posto è incantevole, almeno così appare visto da lontano.
Perché io lo conosco solo da lontano.
Percorrendo la statale 77 della val di Chienti, prima di arrivare al bivio per pale, si percorre un tratto di costa che fronteggia l’eremo. Da li si può vederlo, ma per notare la sua presenza devi essere molto distratto o molto fortunato. Si vede piccolo piccolo incastonato nella pendice del monte di fronte.
La struttura è perfettamente integrata nel territorio, nel fianco del monte e non sembra altro che un’asperità della montagna, non si nota facilmente che ci sia una costruzione.

Eppure

Eppure ci si rende conto subito di essere in un posto speciale:

Il nome del posto, dal monte Pale, che evoca il lavoro dell’uomo attraverso strumenti semplici, le pale, che aumentano la forza delle braccia umane. Le pale sono leve, in fisica sono moltiplicatori. Ma il fiume è un sottrattore, si chiama Menotre (-3).

Incredibile, un fiume matematico.

Perché il fiume sottrae quello che il monte ha aggiunto.

Il monte aggiunge sempre qualcosa (ammucchiare), il fiume porta sempre via (scorrere, defluire).
Chissà se gli abitanti abbiano aggiunto una via Trinità alternativa al percorso di via Menotre, per pareggiare i conti (3-3=0) e lasciare intatto il monte? (Guarda la mappa).

Comunque l’Eremo è un gioiellino anche ammirato dalla statale, anche da lontano.

Mi è piaciuto così tanto l’Eremo di Pale che l’ho dipinto.

Eremo di Pale
Pale by Giancarlo Arrigucci – Olio su cartoncino (cm 40 x 30) (Collezione privata)

Il risultato mi piace, a mio avviso coglie bene lo spirito di unione con la natura.

Devo dire che anche stavolta sono rimasto stupito da come l’uomo possa integrarsi con la natura antropizzandola senza abbrutirla pacchianamente, ma incastonandone la pura bellezza.

Giancarlo

 

a presto

A presto

Nei suoi occhi, negli occhi di un amico, mi intravedevo… in piedi. A presto…

a presto
Il mio cane mi accompagna nelle mie uscite all’aperto, sia con il caldo che con il freddo. Il mio cane è il mio amico.

a presto
Sai, il mio cane si chiama Chicco, il nome non è un gran che lo so, ma era piccolo, un piccolo batuffolo nero, sembrava proprio un chicco.

a presto
Ma Chicco non è male, è un cane fiero.

a presto
Fiero di se e del suo amico. Tutti dovrebbero avere un cane così in Inverno.

Inverno

L’Inverno, sembra appena iniziato, il freddo, la pioggia sono arrivati presto. Dopo l’anno più calo del secolo ecco l’inverno più triste, umido e freddo della mia vita.

Se non hai un amico vero l’inverno non passa mai ed è ancora più buio e triste che mai.

a presto
L’inverno può essere molto triste, gli alberi secchi trafiggono il cuore ed i pensieri volano lontano, come gli stormi scuri stagliati nel cielo.

Solo un amico vicino ti ascolta.

a presto
E’ lui, è Chicco, che ti sta vicino. Ascolta i tuoi pensieri e li condivide. Ha un aria triste come l’animo tuo. Non sa cosa succederà ma aspetta che succeda. Non agisce ma interagisce con te, con i tuoi sentimenti. Empatia. Quello che mostra per te ed i tuoi pensieri scuri.

Ma poi

Ma poi succede qualcosa, ti accorgi che il mondo è cambiato, è migliore.

La vita ritorna a sorriderti e la vedi in maniera diversa da come la vedevi prima.

Son tornati i fiori alle Caselle…

a presto
I bucaneve sono sbocciati ancora, sanno che l’Inverno, appena iniziato, sta per finire.

…gli ultimi ci avevano appena lasciati…

a presto
I frutti carnosi delle rose di Maggio, belli e maturi come sono tutti i frutti.

…anche se tentavamo di tenerli stretti a noi…

a presto
Abbracciato alla vite, che non voleva lasciarlo, che voleva amarlo per sempre, fino alla fine.

…mentre altri non sono mai spariti…

a prestoa prestoa presto…ed altri presto torneranno.
A presto Primavera.

Giancarlo

Colfiorito 2018

Colfiorito 2018

Domenica 12 Agosto si è regolarmente tenuta l’estemporanea Colfiorito 2018.

Colfiorito è una nota località posta nell’altopiano omonimo, nota soprattutto per la coltivazione (e la vendita in strada) delle patate rosse e di lenticchie.

L’altopiano, con un altitudine poco superiore ai 780 msl, è molto fertile. Il terreno si è formato dal prosciugamento di sette laghi, di cui solo di uno rimane traccia nella zona umida dell’altopiano. Una palude ed un laghetto situati proprio accanto all’abitato di Colfiorito.

Colfiorito è anche una zona archeologica di rilievo, dove sono stati rinvenuti reperti del decimo secolo avanti Cristo, del nono (età del ferro) e molto altro ancora.

Il parco naturale, con la palude di Colfiorito, è meta di turisti e visitatori da tutta Italia e dal mondo.

Colfiorito 2018

Personalmente ho dipinto proprio sulle rive del laghetto e sono stato benissimo.

Ho trovato ombra per tutto il giorno cosa non facile nelle estemporanee. Comodi tavoli per appoggiare i colori ed un paesaggio stupendo.

Ho riscontrato un discreto interesse tra i passanti, quindi è stata una buona giornata passata all’aria aperta a dipingere la fauna del lago.

Il tema dell’estemporanea riguardava la caccia pittorica sull’altopiano, perciò ho voluto fare un Tarabusino, un uccelletto che vive tra i canneti nutrendosi di piccoli pesci maestro nel catturarli.

Ecco i dipinti fatti:

colfiorito 2018

Colfiorito 2018

La premiazione:

Colfiorito 2018

Questa estemporanea in realtà, non prevede una premiazione propriamente detta. Alcuni dei quadri prodotti sono acquistati da sponsor, che li scelgono in base alla somma che sono disposti a pagare.

Solo il primo premio viene assegnato al vincitore dall’associazione che organizza l’evento. Questo è un bene per i pittori che si vedono premiati in massa con ben dieci premi acquisto che però mortifica un po’ l’arte della competizione pittorica estemporanea.

La competizione, infatti, dovrebbe servire anche a segnalare eventuali opere ben fatte, ancorché non premiate.

Spero che questo serva gli organizzatori, per migliorare future edizioni.

Giancarlo

Neve

Neve

Prevista con largo anticipo, scende la prima neve e l’Italia si blocca.

E meno male che il comune di Roma ha chiuso le scuole, sai che caos se in strada ci fossero state le auto dei genitori ad accompagnare i figli a scuola.

A Roma le catene sono cimeli di qualche monumento o di qualche cancellata storica, le auto romane non le avranno mai viste, figuriamoci le gomme termiche.

Ma anche se tutte le auto fossero ben attrezzate l’Italia si sarebbe fermata lo stesso.

Un Italo treno si è piantato ad orte, dimezzando i binari ad uno degli snodi principali del centro Italia.

Il ghiaccio ha ghiacciato i binari del Lazio. Tutti fermi, avessero a deragliare i treni, specialmente quelli ad alta velocità (quando viaggiano). Anche i treni pendolari saranno dimezzati. E’ previsto nel piano neve delle ferrovie.

Mi chiedo come potessero viaggiare i treni nella transiberiana. Che a Ekaterinburgo (Yekaterinburg) non nevichi e faccia freddo, mi suona strano. Che il treno non ci vada, mi pare strano ancor di più.

Neve

Ma sai com’è…

In Italia ci incantiamo sempre a guardare la neve, anche i ferrovieri sono dei “romanticoni”. Non volete che non si fermino a guardarla cadere giù?

E poi, cosa possiamo farci? Siamo anche fatalisti. Io lo sono non porto mai l’ombrello. Se piove mi bagno o aspetto che smetta. Attendiamo, vedrete che smetterà di nevicare e quella caduta si scioglierà al sole, come la neve, appunto.

E’ bello sentire la radio spiegarti, con l’esperto di turno, perché cade la neve, perché non si scioglie subito, perché riflette il sole (essendo bianca), perché…?

Non è che siamo in inverno? Neve ?

Ma perché l’esperto di turno non si limita a parlare del turno, visto che di quello è esperto, invece di parlare di tutt’altro e concorrere, vincendo, al festival dell’ovvio.

Eh si, gli esperti non hanno più il senso del ridicolo e, si sa, quel che uno non ha, mica se lo può dare.

E la neve?

E la neve continua a scendere, lieve.

Giancarlo

Fonte

il Corriere

 

Il sole

Il sole.

Il sole è caldo.

Lo senti sulla pelle, lo senti attraverso i vestiti. Ti fermi un attimo, respiri, a bocca aperta, profondamente.

Il sole ti impedisce anche la visone, accecandoti. A poco serve la mano tesa sopra la fronte. Oggi picchia veramente duro. Chissà come mi è presa la voglia di andare a Solata? Da San Leolino potevo andare alla fraschetta e scendere giù verso Le Mura e da li decidere se girare verso Tontenano o verso il Fornello, ma no, mi son detto: “Vado a Solata” e così ho fatto.

il sole

Giunto a Poggio al Fattore potevo scendere verso Ristolli e risalire il borro di Solata fino alla strada da Cennina, ma ho preferito andare lungo costa, seguendo la vecchia strada Romana fino al cimitero di Cennina. E una strada molto panoramica, anche quella coperta da alberi e rovi. Si incontrano corbezzoli stupendi. A volte i grossi massi laterali sono scavati in rivoli e buche che rendono unica e bellissima la loro conformazione superficiale, apprezzata anche dalle lucertole e dalle serpi che loro si, si godono il sole di questa torrida giornata.

Anche i tafani sono felici oggi

Un grosso mammifero sta transitando nella loro area di caccia.

il sole

Mi seguono, mi precedono, posandosi ogni tanto sulla mia pelle, sulla mia maglia, tra i miei capelli. Specialmente se mi fermo, mi sono subito addosso.

I tafani sono protetti, non possiamo schiacciarli, come sarebbe facile dopo che hanno punto e succhiano estasiati il tuo sangue. Allora non li devi far posare, li dei scacciare, devi camminare veloce, perché ti rincorrano involo ma non si buttino sulla preda.

il sole

E sudi, sudi così tanto che altri tafani arrivano famelici. Maledici ancora l’idea di andare a Solata.

Come ho potuto pensarlo.

Intanto raggiungo il bivio.

Devo decidermi salita fino a Solata o discesa fino a Tontenano?

Ci penso. Non troppo .

Giù a valle verso casa.

Giancarlo