Archivi categoria: Fuffe

Notizie

Notizie

Notizie false, notizie tendenziose

Notizie

Il 24 Maggio sentivo alla radio, GR1 delle sette, le notizie. Una sui consumi degli Italiani veniva data così:

Calano i consumi degli Italiani, per colpa delle minori disponibilità delle famiglie, che (per colpa delle politiche incompetenti del governo) stanno risparmiando su tutto, anche nel settore alimentare, dove non si era pensato potesse accadere.

Questo calo di consumi ha dato il via ad un ecatombe nel commercio, dove dal 2011 sono stati chiusi migliaia, e migliaia, di esercizi (il numero è stato dato, ma non lo ricordo con certezza). Confesercenti ha subito chiosato che così non va, bisogna cambiare (governo) e tornare a sostenere consumi e negozietti.

Notizie

Le notizie RAI

Ma perché alla RAI non assumono, finalmente, gente istruita. Lo so vorranno risparmiare sui costi e questi ignoranti che hanno in organico costeranno meno. Magari non sono neppure a tempo indeterminato chissà? Certo loro ed i loro capi saranno stati messi li da una forza politica a cui ora pagano la marchetta, ma non si può sentire dipendenti del servizio pubblico dare notizie false, se non false almeno tendenziose. Non pretendo un servizio pubblico imparziale, non sarebbe possibile ma vorrei che le notizie fossero date in modo da dare la possibilità all’utente di capirle e di valutarle personalmente.

Già i ritmi incalzanti di un servizio radiofonico non permettono di ragionare troppo su quello appena ascoltato, ci sono subito altre notizie a ruota e la voce dello speaker sembra un rullo schiaccia sassi.

Non basta

Non basta dire dal 2011 ad oggi per far ammenda di aver insinuato l’idea (falsa) che la colpa sia delle politiche attuali del governo attuale.

Che significa dal 2011 ad oggi? Significa che la responsabilità è dei governi immediatamente precedenti e delle loro politiche e dei governi immediatamente seguenti che non hanno cambiato tali politiche (nota 1).

Ma una spiegazione alle notizie?

Ma lo dovresti spiegare il perché, se vuoi dare la notizia del disastro della piccola distribuzione. Magari anche il governo attuale non sta facendo nulla, non so, ma è sicuramente l’ultimo dei responsabili ed essendo ancora in carica potrebbe sempre far qualcosa.

Comunque, la morte dei negozietti sotto casa non è per la minore spesa delle famiglie, non è per la mancanza di soldi dei nuclei famigliari, casomai, con gli ottanta euro prima e con il reddito di cittadinanza poi si è cercato di tornare a far spendere i cittadini indigenti. Quindi ne potrebbero beneficiare anche i piccoli negozietti sotto casa, se ci fossero sempre.

Ma non ci sono più!

Perché?

Per colpa dell’apertura selvaggia alla e della grande distribuzione.

Dove c’è un super o un ipermercato decine, centinaia di piccoli negozi muoiono.

Non ci sono clienti a sufficienza, come può un negozietto far concorrenza a catene nazionali e multinazionali che impongono prezzi bassi ai fornitori per farli restare fornitori.

Prezzi bassi

Prezzi bassi che servono alla grande distribuzione per offrire a loro volta prezzi bassi (???) che il piccolo negozio non può praticare. Poi i fornitori dei grandi magazzini, che per fornire ai prezzi richiesti la grande distribuzione qualcosa devono limare, abbassano la qualità. Così, con la politica dei governi che hanno permesso tutto questo, siamo arrivati a far morire i negozietti, a far produrre merda ai produttori fornitori della grande distribuzione e a far pagare a caro prezzo, anche se basso in termini numerici, la merda che mettono negli scaffali e che ci dobbiamo mangiare, indossare, spalmare ecc.

Perché è stata favorita la grande distribuzione?

La scusa è la modernità, non potevamo mancare l’appuntamento con la modernità, ovunque in Europa ci sono solo grandi negozi, catene specializzate o generaliste dove c’è di tutto e di più.

La realtà è che queste catene potevano spendere per farsi approvare i negozi, la verità è che queste società facevano parte, od aspiravano a far parte, di grandi società multinazionali, dove girano i soldi, le posizioni dirigenziali, gli stipendi ecc.

E allora via alla grande kermesse, senza dire alla gente che cosa sarebbe accaduto.

Questo solo

Per parlare solo del settore alimentare, di cui il servizio alla radio si meravigliava fosse in calo, sappiate che grazie alla grande distribuzione puoi mangiare la ciliegia o la fragola, la frutta in generale o la verdura durante tutto l’anno.

Tanto

Tanto nel mondo da qualche parte la fanno, anche fuori stagione, ma mai ti daranno quella di stagione. Cioè, se non fosse chiaro, ti offrono sempre la primizia, più cara, mai la roba di stagione più economica.

Perché i produttori locali, quando è stagione, devono produrre per l’altra parte del mondo, dove il loro prodotto è primizia. Ma non per loro, loro devono venderlo, alla grande distribuzione a prezzi bassi, di stagione, la distribuzione fa il lavoro vero ed il vero guadagno.

Poi ci meravigliamo se l’uno per cento della popolazione ha in mano il novantanove percento della ricchezza.

E noi non siamo tra quelli.

Ceppoduro

Notizie

( nota 1)

Notizie dei Governi nelle Legislature dal 2008

In questa sezione sono raccolti tutti i dati dei governi italiani che si sono succeduti dal 2008 ad oggi. Per ogni governo è riportata la data d’inizio, che coincide con il giorno del giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica a partire dal 1946, e la fine, che coincide con il giuramento del governo subentrante. Mentre la durata di ogni legislatura parte dal giorno della prima convocazione, a seguito di elezioni politiche, e ha termine il giorno dello scioglimento delle Camere per l’indizione delle elezioni.

XVIII Legislatura (dal 23 marzo 2018)
elezioni politiche del 4 marzo 2018 Giuseppe Conte (dal 1 giugno 2018)

XVII Legislatura (dal 15 marzo 2013 al 22 marzo 2018)
elezioni politiche 24 e 25 febbraio 2013 Governo Gentiloni (dal 12 dicembre 2016 al 1 giugno 2018)
Governo Renzi (dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016)
Governo Letta (dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014)

XVI Legislatura (dal 29 aprile 2008 al 23 dicembre 2012)
elezioni politiche 13 e 14 aprile 2008 Governo Monti (dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013) Governo Berlusconi IV (dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011)

XV Legislatura (28 aprile 2006 – 6 febbraio 2008)
elezioni politiche 9 e 10 aprile 2006

Lo stolto

Lo stolto

Ho visto lo stolto guardare una ragazza.

Lo stolto si meravigliava, non credeva ai suoi occhi.

Ho visto che si scandalizzava delle sue scarpe rosse: così appariscenti.

Lo stolto
Thanks to the author

L’ho visto sorridere, anzi sghignazzare, l’ho visto… l’ho visto sgomitare il suo compagno e poi fare una faccia… allargando le braccia basse, come a delimitarne il corpo, come a contenerne il culo, grande.

E’ facile incontrare certa gente in giro. Lo stolto si sente superiore, giudica ad alta voce, come se intorno non capissero cosa dice. Tanto siamo all’estero, non ci sono mica Italiani in giro. Vede l’altro diverso e ne ride. Non pensa di essere lui diverso; il fenomeno è sempre quello che ha di fronte.

Lo stolto e gli altri

Lo stolto, dicevo, non interagisce, non capisce, ne cerca di farlo. Non gli importa delle intenzioni, delle azioni, delle ragioni dell’altro. Si limita a giudicarlo e sentenziare. Sono sentenze inappellabili. Terribili. Atroci e sanguinarie.

Perché esistono gli stolti? Come si sono formati? A che scuola? Con quali maestri?

E’ molto difficile saperlo, i percorsi possono essere vari. I primi maestri sono i genitori che non hanno saputo dare l’esempio, il buon esempio.

Magari non sono stolti, ma molte volte si.

Poi ci sono i compagni: di giochi, di scuola, di vita.

Figli di stolti e stolti anche loro.

Una massa di stolti

Deve essere difficile cavarsela in un mondo così? Circondati di stolti. Non ne conosco uno, che si sia salvato. Si sono ammalati tutti di stoltezza.

Lo dico perché lo so.

Lo vedo.

Si vede.

Un mondo che non si scandalizza per le prese in giro.

In un mondo che giudica l’altro come peggiore e indegno.

Una società che non tollera altro che gli intolleranti ed i bulli.

Come possono questi ragazzi deboli, impreparati ed indifesi cavarsela?

Possono diventare solo bulli o bullizzati.

Lo stolto dicevo, come nella illustrazione qui sopra, ride del culo della ragazza e non cade in estasi con lei per la bellezza del dipinto.

Guarda il dito e non vede la luna.

Ceppoduro

Per tre ore

Stamattina al GR1

Hanno dato la notizia: ieri, per tre ore, bloccata la messaggistica di Whatsapp, Instagram e Facebook.

Si temeva un ackeraggio, che poi è stato escluso.

Comunque il patron Zuckerberg non ha potuto spiegare il motivo dell’accaduto.

Ma perché è accaduto qualcosa? Cosa c’è da spiegare? Veramente interessa a qualcuno il motivo del default?

Probabilmente si, ma… ma come siamo caduti in basso. O forse come siamo in basso, visto che non è certo da poco tempo che siamo in questa condizione.

A livello di curiosità sarebbe anche interessante sapere cosa è successo “Oh, lo sai Zuck non ha pagato la bolletta e gli hanno staccato la corrente ai server”, oppure “Oggi grande attacco informatico Russo ai server di Zuckerberg, gli hacker avevano finito di fare le fakes sulla politica italiana e, per tenersi in forma, hanno spento il WIF” (Wathsapp, Instagram e Facebook).

Ma dai toni dello speacker sembrava più una tragedia, peggio di quando cade la borsa.

Per tre ore
File source: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Orologio_Santa_Maria_della_Scala_Siena.JPG Autore orologio a muro con una sola lancetta delle 16 e 43Di G.steph.rocket – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42368401

Per tre ore senza WIF

Davvero non possiamo stare senza?

Davvero c’è chi si preoccupa in quell’evenienza?

Quali importanti messaggi la gente deve scambiarsi da MEZZOGIORNO alle TRE di una Domenica qualunque di metà Aprile?

Ancora non è nemmeno Pasqua, non c’è nemmeno da dire che devo mandare gli auguri ad un lontano parente in Australia, che se lo chiamo per telefono mi rovino il conto in banca.

Eppure sembrava che Salvini fosse stato in procinto di dichiarare guerra alla Libia, con l’avallo di Di Maio e di Conte.

Eravamo sull’orlo del baratro e stavamo per saltare giù.

Meno male

Meno male che è tornata la corrente e il mondo si è salvato.

Dalle tre siamo tornati a poter messaggiare. Io infatti avevo una certa urgenza e non sapevo come fare. Non è facile attendere tre ore, quando ti scappa e non c’è un cesso vicino neppure a pagarlo.

Giancarlo

 

 

 

a presto

A presto

Nei suoi occhi, negli occhi di un amico, mi intravedevo… in piedi. A presto…

a presto
Il mio cane mi accompagna nelle mie uscite all’aperto, sia con il caldo che con il freddo. Il mio cane è il mio amico.

a presto
Sai, il mio cane si chiama Chicco, il nome non è un gran che lo so, ma era piccolo, un piccolo batuffolo nero, sembrava proprio un chicco.

a presto
Ma Chicco non è male, è un cane fiero.

a presto
Fiero di se e del suo amico. Tutti dovrebbero avere un cane così in Inverno.

Inverno

L’Inverno, sembra appena iniziato, il freddo, la pioggia sono arrivati presto. Dopo l’anno più calo del secolo ecco l’inverno più triste, umido e freddo della mia vita.

Se non hai un amico vero l’inverno non passa mai ed è ancora più buio e triste che mai.

a presto
L’inverno può essere molto triste, gli alberi secchi trafiggono il cuore ed i pensieri volano lontano, come gli stormi scuri stagliati nel cielo.

Solo un amico vicino ti ascolta.

a presto
E’ lui, è Chicco, che ti sta vicino. Ascolta i tuoi pensieri e li condivide. Ha un aria triste come l’animo tuo. Non sa cosa succederà ma aspetta che succeda. Non agisce ma interagisce con te, con i tuoi sentimenti. Empatia. Quello che mostra per te ed i tuoi pensieri scuri.

Ma poi

Ma poi succede qualcosa, ti accorgi che il mondo è cambiato, è migliore.

La vita ritorna a sorriderti e la vedi in maniera diversa da come la vedevi prima.

Son tornati i fiori alle Caselle…

a presto
I bucaneve sono sbocciati ancora, sanno che l’Inverno, appena iniziato, sta per finire.

…gli ultimi ci avevano appena lasciati…

a presto
I frutti carnosi delle rose di Maggio, belli e maturi come sono tutti i frutti.

…anche se tentavamo di tenerli stretti a noi…

a presto
Abbracciato alla vite, che non voleva lasciarlo, che voleva amarlo per sempre, fino alla fine.

…mentre altri non sono mai spariti…

a prestoa prestoa presto…ed altri presto torneranno.
A presto Primavera.

Giancarlo

Disinformazione

Parliamo di informazione

No, no! Non ne possiamo parlare. Possiamo solo parlare di disinformazione.

Non si era mai vista una radio televisione pubblica non filo governativa, e preferiremmo non vederla più. Però questa, invece di informare correttamente, tenta in tutti i modi di disinformare. Di raccontare in altro modo la realtà. Di mettere in ridicolo il governo. O di pomparne una parte per svilirne l’altra no, non s’era mai visto.

Disinfrmazione
Di Laky 1970 – Laky 1970, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=70206238

La radiotelevisione pubblica è nostra, pretendiamo che ci informi, non che ci disinformi.
Finché lo fa qualche signora gonfiata e siliconata delle altre reti, può dire quel che vuole, anche falsità evidenti. Ma i dipendenti del servizio pubblico che pago con la mia bolletta della luce no. Pretendo trasparenza, non posso sentirmi coglionato ad ogni annuncio, ad ogni notizia.

Basta. Licenziamoli tutti.

Governo, non avete attuato lo spoiling system? Bravi, ma è ora di farlo. Fatelo e rinnovate quel parco buoi così malato che rischia di infettare tutto. Ed anche quando il nostro sistema immunitario, i nostri anticorpi, fossero sufficientemente forti da resistere all’attacco, il nostro cuore, la nostra intelligenza non ne possono più.

Non vogliamo più finanziare questa disinformazione

Anche la carta stampata, che benché privata si permette di attingere da contributi pubblici all’editoria deve essere messa  in condizione di finanziarsi da sola.

Basta soldi, basta sgravi, si facciano pagare dai lettori.

I giornali devono essere mantenuti da chi li legge. Già chi li legge? Chi rappresentano? Chi disinformano?

Non è libertà questa, non la nostra, che vorremmo sapere la verità sul quanto succede, in Italia e nel Mondo. Su quanto faccia o non faccia il governo.

Governo che non può farle tutte male.

Basta, mandiamoli a casa, diamogli a tutti il reddito di cittadinanza ed insegniamogli un lavoro, ma un altro che, onestamente, questo  non gli riesce proprio di farlo.

Ceppoduro

Surfando in Autosole

Come divertirsi

Voi come fareste a divertirvi in Autostrada? E’ facile, io mi diverto surfando in Autosole.

L’ Autostrada A1, meglio conosciuta come Autosole è un posto fantastico. Capitano tante storie in Autostrada, alcune brutte altre belle.

Ti fermi all’autogrill, o come si chiama ora, osservi e vedi l’Italia, insomma, gli Italiani.
Lo vedi da come parcheggiano, da come vanno in bagno, prendono il caffè. Li vedi fuori a fumare, sempre di meno ma sempre più incalliti.

A proposito è bello come i fumatori si siano subito adeguati ai divieti nei locali e non fumino altro che fuori, bravi! Se poi smetteste del tutto sareste ancora più bravi.

A proposito, al bar non si lasciano più gli spiccioli di mancia, bene! D’altronde con quanto costano i prodotti la mancia se la sono già caricata e non poco. Ho visto panini costare come una costata.

E ancora a proposito i bagni no, non sono cambiati molto. Sono quasi ovunque dei cessi scassati, anche se i hanno appena rifatti. Sarà colpa dei gestori o sarà degli utilizzatori? Sarà… che su certe cose non cambiamo mai.

Cambiamo discorso

Surfando
Di Blaskino – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4911425

Spostiamoci in corsia, alla guida delle nostre belle macchine fiammanti. Bolidi e carrette, ma le carrette sono diminuite di molto. Anche se chi le guida le considera d’epoca e non intende farle denigrare, anzi ci tiene al loro prestigio e pretende per loro un posto di tutto rispetto. Come i proprietari dei bolidi del resto. Tutti in sorpasso. Tutti perennemente in corsia di sorpasso. D’altronde son tutti convinti che la prima corsia, quella più a destra sia solo per i camion o per i veicoli lenti: che so, tipo le biciclette, i motorini o le Apine cinquanta.

Tutti sicuri che la prima corsia, la più importante, sia a sinistra.

Bella l’Autosole

Surfando
CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=178156

In dei punti, con grandi sforzi ed investimenti faraonici, sono riusciti a fare addirittura quattro corsie. Praticamente dopo Bologna diventa una pista di decollo o di atterraggio. Deve essere così tutti hanno paura che gli si pari davanti un bel 747 coi flap abbassati e tutti stanno da una parte,  sulla sinistra.

E  io scarto a destra, poi a sinistra,al centro e ancora a destra.
Surfando in Autostrada mi trovo delle praterie sulla destra. Tra un camion e l’altro ci sono chilometri di strada liberissima e nessuna macchina. Certo se arrivi dietro al camion davanti, devi scartare, poi c’è il camion in sorpasso e vai in terza, se sei sfortunato ti capita anche l’auto lenta  in terza e via la passi in quarta, non prima di aver fatto sfilare qualche pilota che arriva veloce.

Poi ritorni in prima e fai un virata spettacolare che i surfisti Californiani riescono a fare solo quando arriva l’onda perfetta.

Surfando

E mentre ti rilassi ai 130 in prima ecco che sulla tua destra sfilano auto, camioncini e pulmini in seconda terza e quarta, che vanno più lenti di te e godi.
Certo non puoi passarli a destra ma come fai, ti sposti ti metti dietro e non succede nulla, la loro destra è un deserto dei tartari, ma non fanno nulla, come nel famoso libro omonimo.
Allora sfanali. Macché, niente.

A sinistra c’è il caos, un coacervo di macchine di tutti i colori che si ammassano senza senso, rallentando ed accelerando come in balia di onde tsunamiche.

Allora torni, mestamente sulla destra, in prima corsia e vai, vai fino al prossimo camion, senza guardare che c’è a sinistra, tanto chi c’è c’è, andrà dritto e non verrà mai sulla destra, stai sicuro.

Giancarlo

Ma dove erano?

Ma dove erano?

Ma dove erano i nostri giornalisti? Non si sono mai sentiti criticare il potere come oggi.

Me li ricordo tutti, pedissequi, ossequiosi, lacchè, servi riverenti.

Mai una domanda scomoda, mai un ma.

ma dove erano

Ricordo, ricordo bene, l’intervistato dire stronzate ridicole, fare affermazioni incredibili ed impossibili, menzogne belle e buone e loro annuire, confermare e supportare. Ovvero glissare quei ma sacrosanti che andavano detti. Quei ma che cazzo sta dicendo? Che avrei tanto voluto sentire, che a me si strozzavano in gola per non essere lì.

Ho ascoltato monologhi deliranti, mai interrotti per incalzare, per chiedere spiegazioni, seguiti in devoto silenzio, senza respirare per non disturbare l’oratore, il vate l’officiante.

Ho sentito fare domande concordate a tavolino, lette dall’intervistatore, per non mandarle a mente, per non sbagliare a farle, da quanto era(no demente(i).

E giù fiumi di parole inconcludenti, senza senso, senza dissenso per creare consenso. Interviste che facevano senso.

Ma dove erano?

ma dove erano

Dove sono ora? Ora son cambiati! Li vedo, li sento.

Non hanno più paura, ossequio, rispetto.

Semmai protervia, dileggio, arroganza, supponenza.

I ma si sprecano, ora. contornati dai però. Avete detto questo ma… però, potevate fare anche… forse avete sbagliato….

Mai un fatto, solo critiche e accuse, basate su notizie autoreferenti, vere perché dette da altri giornali(sti). Non conta che prontamente  l’intervistato smentisca e spieghi come stanno le cose, la critica viene subito ripresa rimontata, rilanciata, tanto da sembrare vera, da diventare vera.

Ma dove erano? Questi gran vigliacchi che sono diventati incalzanti con questi che non son padroni di niente. Questi che non prendono ne muovono denari nostri, vostri. Che non hanno giornali e televisioni. Che non hanno incarichi da dare o posti da spartire.

Ma sono persone potenti e pericolose, potentissime e pericolosissime, lo stesso, questi nuovi governanti.

Non rubano, non ambiscono, non spartiscono.

Sono persone serie.

Possono cambiare il mondo, l’Italia certamente.

Aiuto

I gattopardi politici, i baroni universitari, tutti i potenti, tutti i corrotti, tutti i corruttori, tutti i delinquenti hanno paura. Chiedono aiuto.

Ecco i nuovi giornalisti all’attacco, hanno messo le loro baionette e giù nel corpo a corpo.

Confidando nella mancanza di esperienza dei giovani governanti.

Giù all’arma bianca.

Ed assieme all’arma bianca tutte le altre armi utili e possibili. Armi di distrazione di massa: Bugie, menzogne, falsità che, se crescesse loro il naso, sarebbero tutti Pinocchi.

Si salvano un paio di testate, forse tre ed un paio di giornalisti, forse tre.

Amen.

Ceppoduro

Halloween

Halloween

Che ci frega di Halloween?

Niente! Ma forse trae origine da feste nostrane, precedenti alla loro. Ricorrenze che cadevano sempre nella notte tra l’1 ed il 2 Novembre, la Notte delle Lumere.

Halloween è una ricorrenza di origine celtica, celebrata la sera del 31 ottobre, che nel corso del XX secolo ha assunto negli Stati Uniti le forme spiccatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota.

Questa festa celebra la fine dell’estate, per ringraziare dei frutti e dei semi raccolti nella stagione appena terminata e che saranno d’aiuto per sfamarsi, per vivere e sopravvivere, nel lungo inverno.

Ma anche per scacciare la paura della morte che sovviene con la morte delle piante (essiccazione e caduta delle foglie) o con la mancanza del cibo, così abbondante in estate.

Le zucche intagliate.

Halloween
By Toby Ord – Own work, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=271348

Tipica di Halloween è la lanterna fatta con la zucca intagliata. Ci sono varie teorie sull’origine di queste zucche intagliate con una candela accesa all’interno, che ricordano facce  mostruose e teschi terrificanti. Leggetene se volete su wikipedia.

Ma semplicemente la zucca (o la rapa) che si intaglia è un frutto di stagione, usato come cibo per i maiali.

Prima i darlo in pasto ai maiali veniva “cappato”, mondato dai semi.

Semi che dovevano essere utilizzati in primavera per la semina delle zucche.

Per prendere i semi si deve aprire la zucca, che una volta mondata dal tessuto connettivo dei semi (che li collegano alla polpa del frutto) si conserva meglio e più a lungo di prima.

Ma se apri un frutto vuoto come la zucca, esso diventa un ottimo vaso. Zucche con poca polpa essiccate bene sono usate per contenere i semi per la primavera seguente. Altrimenti possono trasformarsi in lanterne mettendoci del grasso sul fondo con uno stoppino immerso. Se queste lanterne le intagli lateralmente , dalle incisioni sarà proiettata la luce all’esterno. Sei gli intagli ricordano una faccia, magari terrificante, ecco la zucca di Halloween.

Insomma che ci frega di Halloween?

Niente, non ci importa niente della festa Americana dalle forme spiccatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota.

A noi ci basta dar da mangiare ai maiali, conservare i semi per la prossima primavera, illuminare la casa e riscaldarci il cuore per il lungo inverno che arriva.

Giancarlo

Lo sconto

Si può risparmiare su tutto.

Tutto si può avere scontato, chi volete che non ci faccia uno sconto?

E’ uno dei cavalli di battaglia della pubblicità di molti prodotti e servizi.

Alcune aziende usano lo sconto come fattore principale di promozione. Ma nell’uso corrente ha perso il suo senso corretto.

A me piace risparmiare, a voi no?

Sconto

Normalmente ricevo sconti su prodotti e servizi ma non al supermercato. Lì un prodotto che costa dieci Euro e cinquantacinque centesimi lo pago esattamente dieci Euro e cinquantacinque centesimi. A meno che non ci siano sconti sul prezzo o sulla spesa. Alla cassa non posso contrattare sconti ulteriori, il totale in cassa è quello che devo sborsare. Su un preventivo di dieci Euro e cinquantacinque centesimi, invece, posso chiedere uno sconto ed ottenerlo ed alla fine pagare quanto nuovamente pattuito che diventa il nuovo prezzo ufficiale per me di quel prodotto o servizio.

Questo mi piace, mi fa sentire importante, capace di ottenere qualcosa in cambio del mio impegno a comprare, della mia intenzione di comprare. Sono un cliente importante, sono così importante che il venditore è disposto a sacrificare parte del suo ricavo pur di avermi tra i suoi clienti. Certo non andrà in rosso, non sconterà più di quanto guadagni, ma sacrificherà parte del suo per farmi spendere meno.

Questo mi piace.

Lo sconto è un atto d’amore del venditore per il compratore. In un paese veramente civile lo sconto dovrebbe essere obbligatorio e diverso da persona a persona, hai capito? (Così parlò Bellavista)

Sconti preconfezionati.

Ma quando gli sconti sono preconfezionati?

Quando già nella pubblicità, già nel prezzo è indicato lo sconto che ti sarà applicato, quello non mi gratifica.

Sconto

Con quello non sacrificano niente, il loro margine è già calcolato nel prezzo scontato, il prezzo a cui vogliono vendere è già quello scontato.

Che senso ha dire che mi scontano il cinquanta percento? Per me significa che prima hanno aumentato il costo del prodotto del cento per cento: il prodotto costa 50, voglio venderlo a 100, metto il prezzo 200 scontato del 50%. Che sconto è? E’ solo una presa in giro. Se vuoi farmi risparmiare rinunci a qualcosa di quello che avevi previsto di incassare.
Questo è uno sconto.

Sconteranno lo sconto?

No!

Siamo proprio fessi, ci facciamo abbindolare e prendere per il naso.

Siamo un gregge e ci fanno pascolare in un recinto facendoci credere che sia un campo aperto.

Giancarlo

Dice la Fornero

Dice,

Dice la Fornero a sua discolpa che quando era al governo, dovevano trovare i soldi per il mese dopo, che non c’erano alternative.

Lei dice, se guardate il video linkato sentirete anche voi, all’esodato che deve esser soddisfatto del suo lavoro (di lei), che ha fatto la cosa giusta per far tornare i conti che non tornavano, per trovare i soldi che non c’erano.

Ma che debbano pagare sempre i soliti dove è scritto? E che quelli che pagano debbano dirsi contenti, poi?

dice

Ma la Fornero dove vive?

Ah già, dice di avere un ufficio, perché lei è tornata all’università, a lei il lavoro glielo hanno mantenuto. All’altro no! Ma il suo problema non è essere esodato, non riscuotere pensione e non aver idea di quando potrà riceverla e ricominciare a vivere. Il suo problema non sono i figli da mantenere, non sono i lavoretti in nero che deve fare per vivere. Lo dice la professoressa, ex ministro, e se lo dice lei… Ma la proffe non dice proprio così, precisa, puntigliosa, che è il lavoro bianco che manca al suo interlocutore.

“Se ci fossero ancora i Vaucher, peccato siano stati aboliti, se ci fossero ancora potrebbe lavorare e contribuire pagandoci le tasse”. Per fare cosa, per andare in pensione prima? Prima o poi? Ma quando mai un lavoratore con i vaucher ci prenderà la pensione? Che fanno? Si cumulano col lavoro precedente?
E se anche si cumulassero, con alcuni giorni l’anno non andrà mai in pensione. Come con il lavoro nero. Solo che dai vaucher gli detrarranno anche tasse e contributi.

Complimenti.

E’ proprio vero, son tutti bravi.

Tutti professoroni.

Son tutti salvatori della patria.

Tutti: “Se non c’ero io chissà che disastro”.

Signora, lei ha sbagliato tutto, se voleva fare giustizia doveva togliere i soldi a chi se li era fregati, non a chi era stato derubato.

Il contratto sociale non è stato scritto dai lavoratori, i quali si sono limitati a pagare. Se i soldi erano spariti si doveva frugare nelle tasche di chi i soldi li ha chiesti e poi distratti.

Già ma non se ne è accorta, forse lei era un po distratta.

Peccato.

Ceppoduro.