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Il Job Act Francese, passerà o non passerà ?

Il Job Act Francese

In Francia stanno discutendo di una legge sul lavoro come il nostro “Job act”.

Visto come è andata in Italia ci stanno provando tutti a cambiare le regole del gioco (del lavoro).

Ma non sta andando proprio come da noi: Operai e sindacati sono in sciopero. Le manifestazioni sono vere e proprie battaglie (che ci siano i “Blocs noirs” anche lì?).

Qui ha protestato solo l’accademia della Crusca, contraria ad usare un termine Inglese inutile per la legge sul lavoro.

In una settimana sono finite le scorte dei carburanti, hanno spento le centrali nucleari e non so cos’altro si sono inventati. A che nostalgia quando anche in Italia si scioperava per qualcosa. Fosse anche solo per ridurre l’orario di lavoro dei piloti Alitalia. Che nostalgia per le manifestazioni dei controllori FFSS.

Purtroppo dopo la Fornero siamo entrati in depressione e non riusciamo più a protestare. E da questa depressione non ci siamo ancora ripresi, nonostante l’ottimismo del governo.

A nulla sono valsi gli incitamenti alla lotta e alla ribellione di Bersani, Anche i sogni di rottamazione sono finiti in qualche cassetto che nessuno apre più. Gli psicofarmaci non sembrano funzionare, come fanno invece i dopanti  e gli anabolizzanti.

Meno male che ancora possiamo indignarci per la sorte dei Marò e per il naufragio di un barcone a 35 miglia  dalla costa Libica, durante l’avvicinamento per il salvataggio in mare. Da notare che 35 miglia sono circa 56 km  e 570 km è la distanza tra Mazara del vallo a Tripoli. 506 km da Siracusa, 350 da Malta e 300 da Lampedusa.

Il Job Act Francese 0

Naturalmente se non vogliamo impegnarci troppo, possiamo sempre manifestare contro le buche di Roma.

Ma no! Non lo faremo, siamo Italiani, ci siamo evoluti. Ormai non ci importa più niente del lavoro che non c’è, cose plebee. Non ci importa della vita, ne della morte, cose di chiesa. Ci basta amore, salute e amici (della Defilippi).

Povera Italia

Povera.

Il Job Act Francese

Il Job Act Francese 3Il Job Act Francese 2Il Job Act Francese1

 

 

 

 

 

Ceppoduro

Fonte:

Il fatto quotidiano

La repubblica

Pari(gi) e Dispari(gi), un gioco pericoloso.

Pari(gi) e Dispari(gi)

Lo sappiamo, noi gente comune, cosa sta succedendo? Credo di no. Quello che è accaduto a Parigi da Charlie Hebdo a ieri sera non ha niente a che vedere con la religione, con l’immigrazione, con l’accoglienza, con l’etica. Forse neppure con la politica, che con le sue scelte ha certamente facilitato il compito ai terroristi. Pari.

E’ solo una questione economica, che poi si dissimula in politica, religione etica, immigrazione, ecc.

La prima spartizione del mondo è stata fatta tra uomo di Neandertal e uomo sapiens che per le loro diverse capacità intellettive e motorie si sono subito fronteggiati e combattuti. Ad armi pari?

Poi l’uomo sapiens, dall’Africa, ha popolato il mondo, anche il nostro.Map-of-human-migrations

World map of human migrations, with the North Pole at center. Africa, harboring the start of the migration, is at the top left and South America at the far right. Migration patterns are based on studies of mitochondrial (matrilinear) DNA. Dashed lines are hypothetical migrations. Numbers represent thousand years before present. The blue line represents area covered in ice or tundra during the last great ice age. The letters are the mitochondrial DNA haplogroups (pure motherly lineages); Haplogroups can be used to define genetic populations and are often geographically oriented. For example, the following are common divisions for mtDNA haplogroups: African: L, L1, L2, L3 Near Eastern: J, N Southern European: J, K General European: H, V Northern European: T, U, X Asian: A, B, C, D, E, F, G (note: M is composed of C, D, E, and G) Native American: A, B, C, D, and sometimes X

In seguito, con l’impero Romano abbiamo vissuto una nuova spartizione del mondo, I romani, la popolazione più medio orientale d’Europa, forse solo seconda solo agli etruschi, con cui conviveva, hanno conquistato e “civilizzato” i “barbari” del nord, popolazioni che sicuramente avevano perso le caratteristiche somatiche degli antichi sapiens Africani. Mentre civilizzavano, hanno aperto strade che hanno collegato, quindi unito, il mondo; che subito si è di nuovo diviso con la nascita delle grandi religioni monoteiste che devono il loro successo alla capacità di aggregazione e sottomissione della gente e soprattutto alla loro intolleranza fondamentalista, che le contraddistingue almeno per la matrice Cattolica e Musulmana. Da allora in poi la situazione è precipitata e la capacità di convivenza pacifica drasticamente diminuita e il mondo non è più stato unito. Maggiori erano le possibilità di movimento di mezzi e persone, minore era la capacità di convivenza. Nel mondo si sono succedute “invasioni barbariche”, “crociate”, aggressioni, spartizioni e sfruttamenti “coloniali”, “guerre” locali e mondiali. Oggi il mondo occidentale vive sullo sfruttamento, passato e presente, di quello sud-orientale.

E ne vive, ne viviamo, bene! Ma possiamo continuare a farlo? Non se gli sfruttati non ce lo permetteranno più. Prima o poi dovremo abbassare gli standard di vita, nessuno è disposto a farlo, quello che sta accadendo è un buon modo per farlo senza che lo decidiamo noi, ci viene imposto dall’esterno, da popolazioni diverse da noi, con altre religioni. O accettiamo di ridurre il nostro livello di benessere o combattiamo. Ma anche combattendo perderemo benessere, come conseguenza del conflitto. La nostra libertà diminuirà in funzione di leggi speciali che saremo però disposti ad accettare ed anzi evocheremo a gran voce. In periodi di tensione, di conflitto, di guerra aperta, in nome della nostra sicurezza, saremo disposti ad essere più poveri e meno liberi, inoltre saremo disposti ad uccidere ed a farci uccidere.

Poi alla fine si raggiungerà un nuovo equilibrio, una nuova economia globale.

Io credo che neppure allora gli sfruttati, che adesso ci terrorizzano ribellandosi, otterranno quello che chiedono, anzi, saranno più poveri e malridotti di adesso, no non troveranno un mondo migliore. Noi, invece, ne troveremo sicuramente uno peggiore, del nostro anche se forse migliore del loro, torneremo verso un nuovo medioevo, un medioevo avanzato, ma pur sempre buio e minaccioso, dove grandi masse riusciranno a malapena a sopravvivere e dove “Signori” o “Nobili” o “Politici” o “membri del Clero” continueranno, per governarci rettamente, a vivere ben oltre i loro ed i nostri limiti. Dispari.

Insomma non cambierà niente, se non che ci sarà una nuova suddivisione del mondo e noi saremo ricacciati in basso, qualche girone infernale più sotto, per ricominciare, grazie a qualche mente illuminata, a ricercare felicità ed autodeterminazione, che se le trovi non te ne accorgi nemmeno. Pari.

Giancarlo

Croceiffel pari
Croceiffel 2015

si mangia e si dorme bene…

Dove si mangia e si dorme bene?

Mi spiace, anche per alcuni miei amici, ma in Francia non si mangia ne si dorme bene.

Sono stato qualche giorno là, girando in lungo e in largo, da sotto a sopra , come le altre volte che ho girato la Francia. Le mie convinzioni, maturate mano a mano, sono state conformate.

In realtà, nel titolo del post volevo usare il termine dormire, ma non è vero che si dorma male in Francia. I letti sono ampi, alla Francese, e solidi, i piumini soffici e confortevoli. Se non trovi il cuscino a rotolo, si sta proprio bene nel letto, anche in Hotel non troppo costosi.

Ma ditemi chi, in viaggio, arriva in hotel e… e si infila subito a letto per risvegliarsi il mattino seguente e ripartire? Hotel significa anche stanza, bagno, scrivania e colazione. In hotel non si dorme soltanto, si fa anche colazione.

Beh la colazione dipende molto dal costo totale, quindi non la considero, da un hotel da 60€ non puoi pretendere molto, ma già da uno da 120€ mi aspetterei molto di più, ma insomma…

Parliamo di Hotel

Parliamo di Hotel sotto i 120-130€ a notte quindi lasciamo perdere la colazione.

Confidiamo che l’acqua sia potabile in Francia, lo sarà sicuramente perché gli alberghi poveri chiudono presto i battenti. Se la notte vuoi bere, come capita a me, ti attacchi al rubinetto. Nemmeno i distributori automatici a moneta sono disponibili la notte, tenuti ben chiusi da qualche parte. In camera, con la clientela che si ritrovano certi hotel, è meglio non mettere un frigo, figuriamoci un frigobar. Ma certo, giudicare un albergo da una bottiglia d’acqua mi sembra eccessivo.

Parliamo della

Parliamo della scrivania, utilissima, ormai indispensabile, per posarci ed accendere il portatile. Sembra fatta apposta, se ci devi mettere anche un quaderno non c’entra. E’ delle dimensioni reali di un notebook, anzi forse conoscono anche la marca del tuo portatile, non ci va nient’altro. Va beh però c’è sempre il wi-fi, anche negli alberghi da meno, gratuito e, quasi sempre, veloce. Non ti chiedono, quasi mai, nemmeno chi sei e che vuoi, accedi e basta. Sicuramente l’hotel si fa perdonare il tavolo scomodissimo, se si mangia e si dorme bene.

L’hotel è scomodo sostanzialmente solo per le dimensioni, ridotte. Come sono ridotte le dimensioni di tutto quello che c’è intorno, per accedere al tavolo, al letto, alla finestra ecc. ecc. Certo meglio ridurre lo spazio di passaggio per dedicare più spazio, il giusto spazio, al bagno.

Credo che gli architetti Francesi non siano poi male, anzi. Arrivi stanco, sudato, ti spogli anelando una doccia rilassante, prima di cena, entri in bagno e… minchia! E’ una stanzina quadrata in cui il maggior spazio è dedicato all’apertura della porta, pur piccola. Poi gli altri tre spazi sono equamente suddivisi tra vaso, doccia e lavabo, mezzo metro per uno, e per uno intendo per ogni oggetto non per un metro nell’altra dimensione.

Beh è naturale

Beh è naturale che i Francesi non usino il bidet, dove lo metterebbero? Nella doccia? Aha già, il bidet si fa nella doccia. Nella doccia c’è la doccetta mobile per questo scopo, che grullo, quasi non mi ricordavo più. Peccato che in mezzo metro per, se va bene, settanta centimetri di profondità, non ci si rigiri nemmeno, altrimenti sarebbe bello accoccolarsi nel piatto e sciacquarsi quel che si deve.

Che preferiscano di non lavarsi, dopo aver… ma poi i Francesi non si alterino se dicono di loro che hanno la puzza sotto il naso; se non ti puoi lavare che altro vorresti avere se non la puzza?

Certo il lavandino può essere un’alternativa sia alla doccia che al bidet, ma non è comodo, è alto e senza appoggi e stretto anche lui, e poi ricordiamoci le buone maniere, che modi sarebbero di lavarsi nel lavandino, ma su, ma via, non ne parliamo nemmeno!

Bene, comunque, almeno lo specchio del bagno è grande a sufficienza e funziona sempre, anche se a volte rimanda una luce gialla e fioca, e non so perché.

Alla fine però, una doccia

Una doccia la puoi sempre fare, non manca ne l’acqua fredda ne quella calda, è che magari vorresti riuscire anche ad insaponarti, girarti con facilità, chinarti verso i piedi, anch’io con la mia epa. Vorresti lavarti le ascelle senza rischio di rompere la parete della doccia con una gomitata, la schiena è meglio lasciala com’è, perché girandoti per sciacquarla giri senz’altro il rubinetto e l’acqua ti arriva ghiaccia o bollente puoi imprecare i francesi ma non risolvi, ne ti rilassi.

Ma non preoccupatevi, quelli che ho girato io sono Hotel da poco, se spendi di più ti trattano meglio, insomma.

In Francia
In Francia

Meno male che, rilassati o meno da una bella doccia, poi si va a cena e la Francia, si sa, è la patria della moderna gastronomia, della “Novelle Cuisine”.

Quindi si mangia e si dorme bene?

Per me è sintomatico che la cuisine faccia rima con l’usine. L’usine è la fabbrica, il posto dove si mettono insieme le parti, dandogli una certa forma, trasformandole in oggetti migliori e più utili dei precedenti componenti. Si non è un caso in cucina si fa lo stesso, ma non i Francia.

In Francia, in fabbrica si fanno cose pregevoli, per esempio le auto, meglio che in Germania o in Italia, almeno sembrerebbe dalle ultime di cronaca.

In Francia, in cucina, si assemblano cose pregevoli, come ortaggi, formaggi, farine, carni e pesci e ci si preparano piatti bellissimi, ma immangiabili, con i sapori coperti da salse sconosciute e/o sgradevoli.

Il pesce è sempre salmone, merluzzo e muscolo di capesanta, con qualche cozza o è un piatto di cozze da sole. Si sa il salmone è grasso, cotto è unto ancor di più, si sa il merluzzo è insapore e stoppaccioso la salsa (di panna???) esalta le sue caratteristiche negative, senza ammorbidirlo. E le coquilles Saint-Jacques? Sembrano fritte e non sanno di niente se non di olio fritto e rifritto. Beh ma le cozze? Sbagliare quelle è difficile, le fanno bene anche in Belgio, le fanno bene davvero anche li.

Eppure le cozze

Eppure le cozze (e pure le cozze) fanno pena, cotte con cipolle che non sanno di cipolla e pomodori che non sanno di pomodoro. Certo ci vuole impegno per rovinare tutte queste cose. Ho provato anche la zuppa di pesce, anzi di pesci, quindi uno buono ci sarà finito dentro, macché, neanche per caso. No, nessuna chance, era una brodaglia soda dal sapore del pesce andato e non intendo dirvi dove sarebbe meglio fosse andato quel pesce.

Il tutto a non meno di 50€ a testa, naturalmente. Che sfortuna “l’unico ristorante di pesce ignobile ci sei andato tu” direte, “siii iiiee” (*), di ristoranti ne ho girati tanti, peccato che tutti avessero lo stesso pesce con lo stesso sapore (sapete che l’aroma, ripensandoci, non me lo ricordo per nulla?) forse avevano anche lo stesso cuoco, un viaggio di mille miglia e ti ritrovi a mangiare sempre nello stesso posto.

Ma la pizza…

La pizza poi non ne parliamo, pasta e formaggio fuso, con l’unico ingrediente buono l’olio al peperoncino, perché “pizzica” abbastanza, il peperoncino c’è, se poi ci sia anche l’olio? Lasciamo perdere. Per il resto un sapore di formaggio cotto e ricotto immerso in altri sapori, più delicati, che, peccato, non si riuscissero a sentire.

Bene, riassumendo:

Volete andare in Francia e non siete ricchi?

State a dieta o fate una capatina in Spagna o in Germania o, ops stavo per dire in Inghilterra, a seconda di dove vi trovate vicino per pranzo, o per cena, e starete bene: da quelle parti si mangia e si dorme bene.

Non dormite alla francese, meglio una canadese e un bel sacco a pelo almeno avrete una valida ragione per non lavarvi e spenderete decisamente poco. Qui non si mangia e si dorme bene.

si mangia e si dorme TGV Duplex usato sulla tratta Lione-Parigi Alaric Favier - Opera propria
TGV Duplex usato sulla tratta Lione-Parigi
Alaric Favier – Opera propria

Aha, un ultima cosa, i treni sono belli e puliti, anche i più vecchi, e sono veloci, almeno i TGV, che veloci lo sono per definizione. Anche li però la gestione dello spazio è ottimizzata al ribasso e insomma devi essere una Barbie o Big Gim per trovarti bene. Il ristorante del TGV non è peggiore degli altri. Neanche migliore, si intende.

Au revoir.

Giancarlo

(*) Macché, in Valdarnese.