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Dati ISTAT 2017

E’ stato pubblicato i comunicato congiunto sui dati congiunturali.

Dati ISTAT 2017.

Dati ISTAT 2017

Rispetto a quello dello stesso periodo del 2016 ne sembra la fotocopia ed i dati riportati sono anch’essi opinabili.

Leggete qui il sito del governo e qui il PDF del testo.

Opinabii.

Intanto si propaganda chela disoccupazione continui a calare:

Il tasso di occupazione destagionalizzato è risultato pari al 58,1%, in crescita di due decimi di punto rispetto al trimestre precedente.
DUE DECIMI DI PUNTO!
Cresce solo il lavoro dipendente  550 mila unità lavorative Il 10% di nuove assunzioni in più rispetto alle cessazioni.
E questo non è detto sia un bene! Questo dieci in più ha tutele in meno?
Ma il comunicato rivendica la crescita continua del lavoro dipendente da sei trimestri ininterrottamente.
Il numero di lavoratori a chiamata o intermittenti nel terzo trimestre 2017 mostra una nuova forte crescita (+77,9%) iniziata dal secondo trimestre (+75,6%), soprattutto a seguito dell’abrogazione del lavoro accessorio (voucher).
Insomma hanno smesso i voucher sostituendoli con il JOB ON CALL, la sostanza non cambia, anzi peggiora, se ne fanno di più.
Analogamente prosegue il significativo aumento del numero dei lavoratori somministrati (+23,8% nel terzo trimestre 201)
Anche qui un successone, si tratta di lavoro interinale: qualcuno ti assume per lavorare per un altro, una triangolazione disumana. Possiamo definirla “riduzione in lavoro”? non so, ma a me rende l’idea.

Diminuiscono

Diminuiscono gli infortuni ed anche i morti sul lavoro, di poche unità, e sempre troppi per essere accettabili 213, circa un morto per ogni giorno lavorato.

 A leggere il documento Dati ISTAT 2017 va tutto bene:

Dal lato dell’offerta, che include tra gli occupati tutte le forme di lavoro autonomo e alle dipendenze, nel terzo trimestre 2017 l’occupazione stimata al netto degli effetti stagionali dalla Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat è pari a 23 milioni 74 mila persone, in crescita sia su base annua (+1,3%, +303 mila) sia sul trimestre precedente (+0,3%, +79 mila).

Ma come si fa a spacciare per successo un +1,3% annuo?
0,… sul trimestre?
Ma come si fa a considerare accettabile un morto sul lavoro al giorno?
Coma si fa?

Ceppoduro

Come fare

Il problema è

Come fare un’estemporanea diversa: di successo ma etica.

Come fare 

Come fare Come fareCome fare un’estemporanena diversa.

Un’estemporanea etica. Dove non vincano sempre i soliti. Quelli bravissimi. Ma possano vincere (anche) quelli che di solito arrivano esimi a pari merito. Che possano competere, finalmente. Che vinca, anzi, che vincano i migliori, tra i peggiori.

Perché?

Perché i primi, quelli bravi che vincono sempre dipingono senza cuore. Si impegnano, sì. Ma in una tecnica ormai appresa a menadito che non mette in tela nulla di nuovo. Sono delle perfette stampanti laser. Dipingono come se lavorassero. Lavorano come se dipingessero. Molte volte dipingono da una foto, senza guardare la realtà. A volte cambiano la realtà, che non è bella abbastanza per un loro lavoro. I croma sono perfetti. Le luci giuste. Le prospettive raffinate. Tanto da vedere anche quello che c’è oltre il monte, oltre la casa, oltre…

Invece i giovani, gli incerti, i meno capaci, non trovano mai stimoli per andare avanti, per migliorarsi, perché i loro lavori non sono apprezzati, quasi mai.

Come discriminare?

Potremmo fare categorie, i vip da soli, gli altri tutti assieme.

Ma come discriminiamo?

Beh, chi ha vinto almeno una estemporanea va nei VIP di diritto. Ma come possiamo saperlo se ha vinto o meno? Possiamo chiederlo, ma se ci mentono, che facciamo? Lo squalifichiamo? Gli requisiamo il premio se lo scopriamo? Ma se lo scopriamo troppo tardi? Dopo che tutto è finito, ciao!!!

Certo se la categoria vip avrà dei premi allettanti: i vip andranno tuuti li.

Ma qualche vip infiltrato nelle categoria dilettanti, vincerebbe di meno, ma vincerebbe con maggior facilità.

Potremmo mettere solo premi in natura, di poco valore per tutta la manifestazione. Ma nemmeno questo ci salva di sicuro. Se i premi saranno poco allettnti rischiamo che non vengano a dipingere ne gli uni ne gli altri.

Potremmo istituire un albo pubblico dei partecipanti, un professionista non si sputtanerà per competere con dilettanti? Ma vedi che non…

Potremmo invitare i partecipanti. Sei ammesso solo se invitato. Ma se chiami, anche in buonafede un vip? Sai che casino! E se inviti un Vip come fosse uno scarpone, si potrebbe offendere.

Forse la soluzione migliore sembra quella delle liste pubbliche dei vincitori professionisti e semi professionisti, se ti iscrivi nella lista sbagliata ti sputtani con il tuo pubblico, con i tuoi colleghi e con i tuoi compratori. I quali non saranno più disposti a pagarti così tanto i quadri se, da solo, ti squalifichi.

Se, d’alto canto, uno scarso vuole competere con i big è libero di farlo, d’altronde ci si suicida da soli. Altrimenti sarebbe omicidio.

Come realizzare l’estemporanea?

Intanto l’opera deve essere realizzata dal vivo, al freddo, al caldo o sotto la pioggia

Deve essere vissuta e sofferta.

Deve essere a tema. Il tema non deve essere facile, per non trovare immagini in internet, per non preparare prima l’inquadratura. Ma prepararsi prima è male? Si se il dipinto è realizzato prima, poi nascosto alla vista e scoperto solo dopo il timbro della tela. Ancora si se si usano stencil o maschere fatte prima. Si se si tenta di preparare qualcosa prima per fare prima e meglio degli altri.

Magari basta dare il tema al momento dell’iscrizione.

Magari in busta chiusa scegliendo tra due o tre.

Ma poi chi può dire se poi qualcuno se lo scambia?

Potremmo anche dare indicazioni sulla tecnica da utilizzare. Olio su tela, olio su tavola, acrilico. Pennello o spatola.

Ma rischiamo di penalizzare qualcuno.

La manifestazione potrebbe essere estesa tra più paesi vicini in contemporanea e la premiazione unica, ma sarebbe difficile metterci d’accordo dove fare la premiazione.

Altra limitazione per facilitare la gara potrebbe essere quella di accettare un solo formato, le opere più piccole, di solito rendono meno bene di quelle più grandi. Tutti uguali tutti a pari opportunità.

Come fare a giudicare l’opera?

Questo è più difficile, ma si può fare.

Come fare a scegliere la giuria adatta?

Giuria tecnica

Non è la migliore!

Non ci da mai. Sceglie sempre il più famoso, quello con la migliore tecnica. Mai il più bravo o quello che ha centrato meglio il tema.

Giuria popolare

E’ la peggiore!

Di solito vince il più banale o il più ruffiano, il popolo è populista.

Giuria dei pittori

SI e NO!

Potrebbero esserci molti seguaci, allievi o amici, di qualcuno che verrebbe votato più di altri. Però è, in pectore, la più obiettiva.

Autogiuria

NI!

Autovalutazione del proprio lavoro.

Potremmo richiedere ai pittori una descrizione tecnica ed una interpretazione di lettura dell’opera. Ma chi si esprime peggio con le parole sarebbe svantaggiato.

Potremmo chiedere la autovalutazione del quadro. Ma come scoprire e sanzionare chi non è sincero ed obiettivo?

Riffa.

NI!

Alcune opere, selezionate con i metodi precedenti, andrebbero all’asta e vince chi ottiene il miglior risultato di vendita.

Ma come evitare che un prestanome la compri per qualcun altro, che quindi venda per finta, solo per riscuotere il premio. Insomma non spenda niente, e si riporti a casa anche il quadro? Potremmo far lasciare le opere acquistate al comitato organizzatore, quindi spendere veramente dei soldi, ma chi le acquisterebbe per donarle al comitato?

Comunque l’organizzazione potrebbe sempre valutare l’opera. La sua composizione. Le luci e le ombre le linee, le curve, i pieni ed i vuoti. Ma sarà sufficiente?  Sarà giusto?

Messo assieme a tutte le altre però questa soluzione potrebbe dare il miglior risultato possibile.

Come fare, cosa è etico?

Non barare. Si deve evitare che qualcuno della giuria o del comitato organizzatore venda il premio, intascando la vincita e consegnando solo l’ambita vittoria al pittore.

Gratificare. Il pittore che viene in estemporanea deve essere gratificato, a maggior ragione il non professionista, il dilettante. Allora deve esserci pubblico e il pubblico essere partecipe. Deve girare fra i pittori ed ammirarne l’opera, fare domande, dare consigli. Compito degli organizzatori è far si che questo avvenga, che il pubblico sia informato, preparato, capace e lo faccia.

Acquistare. Il pubblico deve essere formato anche di gente disposta a comprare, anche pagando prezzi modesti: Così si può stimolare l’autostima di molti pittori non professionisti. L’acquirente può portarsi a casa un oggetto pregevole per pochi soldi.

Risalto. Se l’estemporanea è in concomitanza con una festa, una sagra eccetera, la manifestazione pittorica deve avere lo stesso risalto delle corse ciclistiche, della banda e dei banchini del mercatino.

Come fare

Come fare la premiazione.

La premiazione deve essere fatta in spazi ampi, con il pubblico presente. Non tra i soli pittori.

Il quadro deve essere in mano all’artista.

L’attestato di partecipazione, ben fatto, per tutti.

La copertura mediatica è più importante dei premi stessi, il risalto sui social, televisioni  eccetera deve avere la massima copertura, almeno nella regione dell’estemporanea.

Il sito della manifestazione deve ospitare monografie di tutti i partecipanti, almeno fino alla edizione successiva.

I premi tanti, direi per tutti, modulati ma significativi.

I primi classificati, specialmente se premiati in denaro, devono lasciare la loro opera per essere esposta in un luogo pubblico, ma devono poter contare sulla massima visibilità della stessa, che faccia da curricula personale. Ad esempio potrebbe trovar posto in mostre itineranti fra gli agriturismi e le altre strutture ricettive locali.

Il primo premio si vince una volta sola.

Giancarlo

Falsità

Cos’è la falsità?

Falsità, è qualcosa di falso. Qualcosa che non è vero.

La falsità è il contrario della verità.

secondo il wikizionario:

  1. assenza di verità
    • affermare delle falsità
  2. (di persona) ipocrisia
  3. (per estensione) (senso figurato) legare due o più cose in modo non corretto né conforme, pur se singolarmente fossero state buone
    • anche se tu affermassi di aver agito onestamente, hai compiuto una falsità e io lo direi persino in tribunale

Falsità

Ma allora se l’accezione è negativa, se è una cosa brutta e indegna, perché diciamo falsità? Chi è falso e perché?

Sono domande che con l’avvicinarsi delle prossime elezioni, con la campagna elettorale già in moto, è bene farsi. Chi più di un politico mente, sapendo di mentire. Chi fa affermazioni, enuncia concetti, promette sapendo della loro ipocrisia?

Il politico.

Colui che deve convincerti a nominarlo tuo rappresentante anche se non ti rappresenterà. Non perché non voglia, beninteso, ma perché deve mantenere ed accrescere il suo potere con gli altri rappresentanti del popolo.

Dopo deve giocare con loro, venire a compromessi.

Il gioco dovrebbe servire ad ottenere il massimo per te, ma non è così.

E’ invalsa l’usanza di giocare per ottenere il massimo per se, per loro, per i rappresentanti invece che per i rappresentati.

E’ questo che ha portato la classe politica lontano dalla “gente”.
Gente importante solo al momento del voto. Neppure poi tanto se ci ricordiamo di qualche sistema di voto di scambio che è stato già scoperto. Ma insomma una volta dato il voto non possiamo più far niente. Si, sono parte della gente anch’io e mi sento impotente.

Ne ho viste troppe per credere che siano casi. Errori di gioventù o di vecchiaia.

Una volta al potere si lotta per quello, e tutto quello detto prima diventa falsità.

Allora dobbiamo trovare un modo per far mantenere le promesse elettorali ai politici.

Non possono continuare a disattendere le nostre aspettative e le loro promesse, impunemente.

Dobbiamo potergli revocare il mandato, se non lo fanno bene, se ci hanno detto falsità.

Dobbiamo capire come.

Qualcuno ci può aiutare?

 

Ceppoduro

 

 

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Ma si può?

Mi chiedo

Ma si può?

Ma si può lucrare sul gioco d’azzardo?

Si! Si può! E’ osceno, ma si può. Si fa, lo fa il governo, o il suo ministro preposto, che incassa gratta e vinci, lotto e lotterie.

Lo fanno in tanti, produttori e concessionari di VLT ed altri terminali di vario tipo. Baristi e tabacchini, gestori delle infernali macchinette. A volte guadagnano fior di quattrini. Non che profumino ‘sti fiori, ma nemmeno puzzano, come ribadisce il proverbio, per cui…

Ma si sa, il vizio è brutto, e non è che con il proibizionismo si risolva qualcosa, anzi.

Meglio non proibire, meglio far giocare questi poveri cristi e attendere che smettano o muoiano e poi basta non ci saranno più giocatori, ne gioco. Non possiamo lasciare che dei privati mettano su un sistema clandestino e illegale. Sistema pericoloso, che alimenterebbe il vizio e farebbe proliferare i giocatori.

Ma si può?

Meglio di no.

Meglio sia lo stato a gestirlo, come il fumo, come l’alcool, come le tasse. Sì! Perché di tasse si tratta. Vuoi giocare? Invece di pagare il pizzo allo scommettitore clandestino, pagalo al tuo stato, sii bravo, sii buono, gioca, divertiti, saremo sempre con te.

Un business, che in inglese si traduce affari, facciamo un sacco di affari.

Ma si sa, per fare affari bisogna investire, stampare gratta e vinci, tanti gratta e vinci. Tanti tanti.

Lottomatica ne ha in giro 24 tipi diversi da 1 a 20€, passando per 2, 3, 5, 10€ il tagliando, con vincite che vanno da 1 a 7.000.000€.

Vincite…

Vediamo?

Vediamo.

Prendiamo i grattini da un euro, quelli da ragazzi, che tanti si vergognano a comprare, che sembrano poveri a spender così poco.

Costo del biglietto:1Euro – Vincita massima: € 10.000
Altri premi (in euro): 1-3-5-10-20-50-100-500-1.000
Percentuale di vincita:Il 26,05% dei biglietti è vincente.
Guardiamo ora le vincite.
 ma si puòIntanto si scopre che i biglietti stampati sono quasi 36 milioni e mezzo, come dicevo, tanti.
Che i premi ricchi sono pochi, ma si sa, non possono vincere facile tutti.
Che, nonostante ci sia un biglietto vincente da 10 mila  Euro ogni 4 milioni e mezzo di tagliandi, probabilmente si vince oltre i 501 Euro ogni milione di biglietti, poco più.
Ma ancora più interessane è che vincere fino a 500 Euro è facile, quasi un grattino su 4 lo fa.
WoW!
WoW???
Ma di biglietti vincenti da 500 Euro non ne sono stati stampati, sono solo 400 quelli da 100 Euro, uno tra 90mila.
Insomma solo quelli da 10 euro o sotto, non sono impossibili da trovare.
1 su quattro è vincente, più della metà vincono il costo 1€, se non ce ne compri un altro gratti gratis un biglietto su due, ma ce ne compri un altro e non vinci nulla.
Su un introito di 36 milioni e mezzo ti rendono 120-130 mila euro, devono avere delle spese, molte. Non solo la stampa dei biglietti.
Ma forse va meglio con i grattoni, quelli da venti Euro a botta?

Ma si può?

Vediamo.

Costo del biglietto: 20 Euro – Vincita massima: 7.000.000€
Altri premi (in euro): 20–25-40-50-100–200-500-1.000-10.000–50.000–1.000.000
Percentuale di vincita: Il 33,36 % dei biglietti è vincente.
E già qui va peggio solo uno su tre vince, ma si vince alla grande: 7 milioooooooniiiiiii.
ma si puòBeh, però qui si vincono 10mila Euro  ogni 60mila biglietti, per lo stesso importo si acquistavano 1 milione e duecentomila biglietti ed i 10 mila si vincevano ogni 4 miloni e mezzo, decisamente meglio direi i 10mila Euro si vincono meglio con i grattoni.

E poi?

Poi si possono vincere più premi assieme, speriamo che i due 7milioni e di quattro da 1milione di Euro, non siano tutti premi dello stesso biglietto… sai che sfortuna, li vince uno solo, al resto le briciole.
A me pare una fregatura.
Si capisce, ora, perché facciano tanta pubblicità ai gratta, alle slot alle lot. Offriamo tanti “sold” in cambio di “gold”. (avrei voluto dire “merd” ma “gold” rimava meglio e poi la merda non luccica mica?)
Peccato che al brillio non corrisponda che fuffa.
Non vinceremo mai nulla.
Il banco vince sempre.
Ed è vergognoso come lo fa.
E’ vergognoso che si possa fare.
Giancarlo

 

Pensioni

Pensioni

PensioniPensioni, per le pensioni, che non ci danno, e per l’età pensionabile, che ci procrastinano continuamente in avanti, scoppierà la rivoluzione Italiana.

Ci hanno rotto i coglioni, no ne possiamo più, il vaso è colmo e, se trabocca, ne usciranno le stesse cose che conteneva quello di Pandora.

Vogliamo andare in pensione, vogliamo andarci presto. Il lavoro spetta ai giovani, i vecchi si devono mettere da parte in tutto, anche in politica.

Certo, ma li, anche per ritiro forzato, licenziamento, fallimento, rovescio elettorale, la pensione se la sono garantita comunque, come la buonuscita, mica versata all’INPS mangia mangia o ad un fondo pensioni mangia mangia mangia.

Allora dobbiamo deciderlo noi, se vogliamo lavorare o meno. A sessant’anni fai quello che cazzo ti pare, te lo sei meritato comunque, anche senza mai aver lavorato, e gli altri ti pagano la pensione.

Pensioni.

PensioniMica cifre esagerate, giusto per campare e fare qualche cosa di extra, quello che ti piace.

Ma chi ce lo fa fare di accettare questo ricatto?

Il ricatto dei soldi che non ci sono, il ricatto dell’aumento dell’aspettativa di vita.

Se non ci sono i soldi qualcuno li avrà pur presi? O avrà sbagliato a fare i conti prima di chiederceli per quaranta anni. Bene, lo cerchiamo, lo troviamo e lo manteniamo noi, per gli anni a venire, a vitto e alloggio gratis a Sollicciano, Opera o Rebibbia.

Che la vita oggi duri di più è una cosa meravigliosa. Non dobbiamo vergognarcene! Che cazzo te ne frega a te, sfigato di merda di un burocrate di merda, se io campo un anno di più? Perché lo devo regalare a te il mio semestre di vita aggiuntiva? Per quale ragione dovremmo campar meno? Per farti stare bene a te?

Via, via, via via, non voglio nemmeno sentire da lontano queste scemate.

PensioniPreparatevi a combattere, ancora una volta.

Dobbiamo farlo, per noi e per gli altri.

Ne andrà del futuro dei nostri figli.

Quando non ci saremo più.

Non potremo più farlo.

All’armi.

Ceppoduro

Che bello, che bello

Mi vien da dire:

che bello!

Mentre rientro a casa, aahh alla sera, il rientro, che bello.

Mentre rientro a casa che faccio? ascolto la radio.

Manuela si lamenta e si dilunga rubando preziosi secondi ai suoi ospiti.

L’ascolto sperando che torni quella di un tempo, ma il tempo, ignorante, è passato e non ritorna. “E’ la vita”, penso, “che scorre come questa strada sotto i miei pneumatici”. Scorre, come le parole della radio, e cambia come l’automobile: questa utilitaria che non cambio perché soldi non ce ne sono. Cambia, cambia il conduttore, c’è il GR1. Lo ascolto distratto dal paesaggio intorno, dal ponte Leonardo, dall’Arno che non tira come d’estate.

Che bello!

che belloBelle notizie anche alla radio. Deve essere uscita qualche statistica. Eurispes o Istat, Istat mi sa. Ma chi se ne frega? Ero distratto, come i polli. Non posso seguire tutto e tutti, come le galline il gallo.

Ma il buon conduttore sa come catturare la tua attenzione, ti snocciola cifre che non afferri, come la mosca che è entrata nell’abitacolo: c’è, non c’è. La senti, la vedi, poi scompare per un po, ma c’è. Eccola, la bella notizia: l’Italia è più ricca, più felice, siamo usciti dalla crisi? Non so. Ma la disoccupazione è calata, qualche punto (decimale), oh, non crediamo chissà cosa, ma il conduttore è contento. Le donne, le donne sono quelle che hanno fatto il risultato migliore, da record. E i giovani, un botto di occupati in più.

Preoccupati.

Oh, gli occupati sono sempre meno che in tutta Europa, forse la Grecia sarà messa peggio, come al solito, ma non ho capito e non ho voglia di verificare. Fatelo voi ho messo i link ISTAT.

Ah, dimenticavo, il conduttore dice, alla fine, ma d’altronde come poteva dirlo prima, rovinando la buona notizia prima di darla?

Dimenticavo, dicevo, di dirvi che il conduttore ha detto che l’aumento della occupazione deriva quasi tutto, o per la maggior quantità da contratti a termine (6:1).

Contratti a termine? Ma avrò capito bene?

Non so, non ho voglia di controllare.

Fatelo voi se volete.

Poi ditemelo, se volete.

Non me ne importa un cazzo.

Continuano a prenderci per il culo.

Ma che ci vadano, affanculo.

Che avesse ragione Grillo?

Che bello!!!

Ceppoduro

Deglobalizzare

Deglobalizzazione

Deglobalizzare si può.

Deglobalizzare si deve.

Abbiamo sbagliato a permettere la globalizzazione, ora dobbiamo tornare indietro, finché siamo in tempo, prima che sia troppo tardi.

Wikipedia dice in proposito:

La globalizzazione è un processo d’interdipendenze economiche, sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria, tendendo ad uniformare il commercio, le culture, i costumi e il pensiero.

Tra gli aspetti positivi della globalizzazione vanno annoverati la velocità delle comunicazioni e della circolazione di informazioni, l’opportunità di crescita economica per paesi a lungo rimasti ai margini dell’economia, la contrazione della distanza spazio-temporale, e la riduzione dei costi per l’utente finale grazie all’incremento della concorrenza su scala internazionale. Gli aspetti negativi sono il degrado ambientale, il rischio dell’aumento delle disparità sociali, la perdita delle identità locali, la riduzione della sovranità nazionale e dell’autonomia delle economie locali, la diminuzione della privacy.

Mappa del mondo a colori indicante l’Indice di sviluppo umano (stima 2003). Le nazioni di colore giallo/arancione mostrano uno sviluppo umano medio, quelli di colore rosso uno sviluppo umano basso. – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:UN_Human_Development_Report_2007_(1).png

La globalizzazione

Per qualcuno ha più vantaggi di quelli elencati da Wikipedia. Ma siamo davvero sicuri siano vantaggi? Per noi? Vediamo.

“Le interdipendenze tendendo ad uniformare il commercio, le culture, i costumi e il pensiero” e chi può sembrare positiva questa cosa. Non c’è anche un proverbio che dice “il mondo è bello perchè vario”? C’ha provato MAO TSE TUNG ad uniformare il mondo, almeno la Cina. Tutti vestiti uguali. Tutti in bicicletta e con un figlio. Non gli è riuscito. Forse riuscirà adesso al capitalismo, a fare quel passetto in più, verso la globalizzazione, che ci farà diventare tutti uguali, tutti con lo stesso nome, tutti inquadrati.

La velocità delle comunicazioni è impressionante ma per dirci cosa? Al telefono sembriamo zombi che parlano di quello che hanno visto sottoterra.

Alla televisione ci parlano di tutto per non dirci niente.

Circolano le informazioni che vogliono far circolare. Le altre non trovano voce.

La crescita economica come viene misurata con il PIL? Ma il PIL non può crescere indefinitamente. Se smette di crescere siamo in crisi. Se siamo in crisi addio benessere. Per star bene uno quanti altri devono star male?

Non ci può essere un abbassamento dei costi per l’utente finale, grazie alla concorrenza, ci può essere solo un aumento dello sfruttamento di parti della popolazione per abbassare il costo delle cose, della manodopera necessaria a farle, a coltivarle ad estrarle. Alla fine per poter abbassare il prezzo all’utente finale si arriva a peggiorare la qualità del prodotto. Obsolescenza programmata. Utilizzo di materie prime scadenti. Di additivi e coadiuvanti pericolosi, tossici o cancerogeni. di concorrenza sleale tra lavoratori, facendo venire manodopera dai paesi poveri o delocalizzando la produzione in quei paesi. Tenuti poveri artatamente da guerre e dittature.

Paesi in base al PIL nominale (IMF 2006) – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gdp_nominal_2005_world_map.PNG

Sulle conseguenze negative non possiamo che concordare. Potremmo solo calcare ancor più la mano.

Che possiamo fare?

Intanto parlarne, creare un’opinione, un sentimento contrario alla globalizzazione.

In modo che non ci sian più persone che la pensino come Wikipedia o, poveri noi.

Ceppoduro

Allora deglobalizzare?

Deglobalizzare si può.

Deglobalizzare si deve.

Abbiamo sbagliato a permettere la globalizzazione, ora dobbiamo tornare indietro, finché siamo in tempo, prima che sia troppo tardi.

La strage di Bologna

Strage di Bologna

<< La strage di Bologna da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
la strage Stragedibologna-2.jpg
L’ala Ovest della stazione di Bologna, crollata a seguito dell’esplosione dell’ordigno che causò la strage.
« I terroristi hanno commesso un solo errore: compiere la strage a Bologna. »
(Lidia Secci, madre di una delle vittime.)

La strage di Bologna, compiuta la mattina di sabato 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, è il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, da molti indicato come uno degli ultimi atti della strategia della tensione.

Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, tra cui Valerio Fioravanti. Gli ipotetici mandanti sono rimasti sconosciuti, ma furono rilevati collegamenti con la criminalità organizzata e i servizi segreti deviati.

Nell’attentato rimasero uccise 85 persone e oltre 200 rimasero ferite. >>

la strage
Sergio Mattarella, preseidente della Repubblica in carica
la strage
Sandro Pertini, Presidente della Repubblica
1978 – 1985

La strage! Cosa possiamo aggiungere?

Posiamo aggiungere una cosa vergognosa, indegna di un paese civile, che continua a ripetersi, anno dopo anno da 37 anni.

A parte la verità processuale, stabilita finora, ci sono carte secretate. Sono state secretate dai servizi, dai governi, dalle autorità, per non turbare troppo lo spirito di coesione democratica nazionale. Immagino. O per coprire uomini, servizi e parti politiche per pensarla più prosaicamente. Carte che non vengono tuttora mostrate, nonostante le promesse di Renzi al suo insediamento a Palazzo Chigi. I nomi non vengono svelati. I nomi dei mandanti, degli organizzatori, dei fiancheggiatori degli attentatori, che probabilmente sono scritti, nero su bianco, in quelle risme.

Questo è inaccettabile e bene hanno fatto i parenti delle vittime ad uscire dal luogo della commemorazione al momento che il rappresentante del governo doveva prendere la parola. La strage di Bologna ha aperto una ferita che non può essere colmata con i silenzi, con le omissioni. Potremo far pace con noi stessi, forse, solo dopo che avremo conosciuto la verità.

Giancarlo

fonti

la stampa

la repubblica

Scritti contro la Guerra, contro la guerra scritti.

Scritti contro la Guerra

Scritti contro la Guerra dal profilo FB di Santino Gallorini, copio un suo post, dove spiega:

“Pubblico un altro drammatico racconto di Romano Salvi, che da bambino fu testimone dei ‘GIORNI DELLA CHIASSA’ e di altre tragiche storie.
GRAZIE Romano, per la condivisione. (Pubblicali questi tuoi ricordi!)”

.LE SCARPE DI CAMOSCIO…………..
….Sullo stradone che scorre in fondo alla collina del casolare, passano sempre più spesso motociclette a tre ruote con a bordo due tedeschi. Uno è alla guida, un altro è seduto su una carrozzina. In testa hanno un elmetto e a tracolla un grosso fucile. Un giorno una di quelle moto a tre ruote si ferma. I tedeschi scendono e sparano. Dalla finestra del casolare si sentono gli spari. Si vedono solo i tedeschi che ripartono con la motocicletta.

Bruno si riaffaccia alla finestra e vede il babbo e gli zii che scendono verso lo stradone.

Laggiù, proprio dove si erano fermati i tedeschi, c’è tanta gente. Anche Bruno segue, senza raggiungerli, il babbo e gli zii. Arriva fino alla strada e s’infila in mezzo a un gruppo di persone in silenzio. Davanti al fossetto che delimita la strada c’è un mucchio di ghiaia. Uno dei tanti disseminati lungo la strada, che gli stradini spargono ad ogni stagione sul tracciato per tenerlo ben livellato.

Bruno si fa largo.

Nessuno lo ferma, neppure il babbo e gli zii, tutti in silenzio. Si affaccia sul fossetto e ci vede disteso un uomo, molto giovane e ben vestito. Ha le scarpe di camoscio, sembra che dorma. Ma le formiche gli scorrono sul viso e sugli occhi aperti. Lui non si muove. Sulla fronte ha un rivolo di sangue secco che parte da due piccoli fori. È a lui che i tedeschi hanno sparato dopo averlo messo in piedi sopra il mucchio di ghiaia.

Lo capisce anche Bruno. Anche se non sa che il ragazzo è un partigiano sceso dalla montagna. Le Ss lo sapevano. L’hanno catturato e ucciso sul posto. Anche se era disarmato e ben vestito per non essere riconosciuto. Dal paese dove Bruno la domenica va a messa con la mamma. Arriva un uomo che spinge un carretto. Altri uomini sollevano il ragazzo e lo adagiano sul carro. Lo porteranno al cimitero per seppellirlo.

Al ragazzo con le scarpe di camoscio le Ss hanno almeno risparmiato le torture.

le Ss hanno almeno risparmiato le torture, non il massacro dei suoi cinque compagni. Tutti partigiani non ancora ventenni. Tutti dello stesso paese. Quando Bruno sarà grande leggerà i loro nomi su una lapide che ricorda il massacro. Affissa davanti al cancello di una villa, lungo la salita di una collina, da dove era riuscito a fuggire a piedi. Il ragazzo ucciso sopra il mucchio di ghiaia.

Gli altri cinque erano già stati catturati e trascinati contro il muro della villa, dai tedeschi che stavano saccheggiando le case dei contadini. Non li avevano uccisi fucilandoli, li avevano impiccati al cancello della villa. Uno per volta. Infierendo sul corpo di ogni vittima con colpi di pistola. Ai parenti fu impedita perfino la sepoltura dei corpi, massacrati con ferocia disumana. Forse avevano finito di sfogarla quando hanno ucciso il ragazzo con le scarpe di camoscio. Lasciando, almeno, ai contadini la pietà di seppellirlo.

Scritti contro la Guerra

Scritti contro la Guerra.

Ricordate di non farlo più.

Erano uomini, erano così giovani.
Non attendete un Dio misericordioso.
Siatelo voi.
Siamolo noi.
Viviamo in pace, con noi e con gli altri.
Giancarlo

2 euro, rilancio a due euro e poi arrivo fino a…

2 euro

Signor residente del consiglio, banca d’Italia, BCE o chiunque sia l’interessato.

In occasione dell’offerta pubblica  per le due banche venete, Intesa Sanpaolo si fa avanti per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Prezzo simbolico di 1 euro, completa ripulitura degli Npl, nessun impatto sul patrimonio e quindi nessuna necessità di aumentare il capitale o di ridurre i dividendi. Non solo: «L’operazione è subordinata all’incondizionato placet di ogni Autorità competente anche con riferimento alla relativa cornice legislativa e regolamentare», puntualizza la banca in una nota, lasciando così intendere che il disegno rimarrà in sospeso finché i (numerosi) interlocutori non si saranno espressi. Un passaggio che, visti i precedenti, non può considerarsi scontato. Così riporta il sole 24 ore in un articolo.

Io,

Giancarlo Arrigucci, direttore di questo blog raddoppio l’offerta: offro 2 euro.

Considerando l’impegno necessario alla ripulitura dei “bad segments” delle due banche, sono disposto a arrivare a 2 euro per Banca, per un totale di 4 euro. Naturalmente il tutto al netto delle spese notarili, che saranno commisurate al costo dell’operazione.

Credo che un rilancio del genere, prima doppio e poi addirittura quadruplo, non possa essere assolutamente sostenuto da altri offerenti. Considero concordato il patto ed attendo vostre notizie per organizzare il ritiro di documenti, chiavi ecc.

Sono certo che tutto è a posto, ma vorrei comunque visitare sedi e succursali, per inventariare al meglio le dotazioni presenti. Non sia mai che qualche dipendente  si appropriasse di posa ceneri e cancelleria nel momento caotico del passaggio di proprietà.

Certo di aver fatto un buona affare ringrazio per l’opportunità datami.

Sono altresì certo che la prima offerta, che era stata fatta della maggior banca Italiana, fosse un tantino bassa. A me è subito apparsa incongrua un’offerta di soli 50 centesimi per banca. Certo fosse stato per una sola delle due, 50 centesimi sarebbero stati pure troppi. Ma le due assieme sicuramente non valgono meno dei miei due Euro iniziali. Offerti in prima istanza. Per questo mi sono sentito in dovere, per il bene della Nazione e senza guardare troppo ai miei interessi personali, di raddoppiare ancora. Arrivando alla incredibile cifra di 4 Euro.

 

2 Euro + 2 Euro!

Bene sono contento di poter aiutare l’Italia in momenti così difficili.

Se avete intenzione di cedere altre attività o immobili io sono qua.

Ho sentito voci sulle poste, che mi pare abbiano un discreto numero di sportelli. Con quelle sono certo che possiate realizzare somme anche fino a due cifre).

Io sarei disposto a farlo, se decidete qualcosa possiamo sentirci.

Potendo, sarò ben felice di aiutarvi.

Distinti saluti

Giancarlo