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Ricordi

Ricordi è la mostra organizzata da Montevarchi Arte alla galleria Magiotti, In via Roma, di fronte a piazza Magiotti a Montevarchi (AR), aperta fino a oltre la metà di settembre.

Licio, il presidente di Montevarchi arte ne ha fatta un’altra delle sue. Sto parlando di belle mostre, l’ennesima nel suo carniere.
Tanti pittori hanno partecipato alla collettiva che vuole riaprire le piste dell’arte in provincia, a Montevarchi nello specifico e in tutto il Valdarno nel concreto.

Ricordi

La mostra si chiama ricordi perché dobbiamo avere memoria di quanto già fatto per nuove opere future.

Purtroppo la pandemia non ha dato modo di trovarci prima, ma ora in occasione delle feste del perdono Montevarchino vi mostreremo quello che abbiamo fatto sperando di ritrovarvi ad ammirare quello che faremo.

La mostra di Montevarchi Arte è stata inaugurata oggi (venerdì 3 settembre) dal sindaco di Montevarchi signora Chiassai, quindi ha ospitato una declamazione di poesie di e con poeti locali associati a Giglio Blu.
Per raccogliere fondi per le due associazioni si è svolta una competizione amichevole tra pittori e poeti con la votazione dei presenti all’inaugurazione.
Bene dette queste due cose vi mostro i quadri, e le sculture partecipanti.
Ma venite a vederle dal vivo, sono molto più belle ed interessanti che su queste foto.

I quadri in mostra

Mi scuso, ma su alcune foto sono rimasti i segni del flash e/o delle luci.
Purtroppo l’illuminazione non era sufficiente per fare foto nitide con la mia macchina ed ho dovuto usare il flash diretto. Un vero peccato, comunque specialmente i quadri con vetro o verniciati sono difficili da fotografare. Se avete foto migliori inviatemele che le sostituisco volentieri con le mie.
Se volete vedere l’immagine ingrandita cliccate sopra la sua icona in galleria.
Grazie.

Le sculture esposte

Foto gallery della manifestazione Ricordi

Saluti
Giancarlo

Cosa sbagliano le giurie dei concorsi di pittura

Cosa sbagliano le giurie?
Prima conviene premettere che il loro responso è sempre insindacabile, quindi non ci si può far niente, sono come il Papa, infallibili per concessione divina.
Ma io non intendevo, ne intendo, ne tanto meno intenderò in futuro sindacare il loro responso, il loro giudizio, la loro classifica. Anche se io non sarò inserito in quella lista d’eccellenza, accetterò il misero destino che sono andato cercandomi e non criticherò.

Non che non ci sia da criticare, nevvero? Ma non importa non è la posizione in classifica che ti fa fare un bel quadro o meno, casomai non ti rimborsa le spese del viaggio, della mensa, dei materiali, ma chissenefrega.

Si vive una volta sola e si dipinge per sempre. Prima o poi sarò ben giudicato… o forse non lo sarò mai… mah!

Ma anche se nulla si può eccepire sul risultato, lo si può sul metodo, sul comportamento, sulle motivazioni. Per me è tuttora un mistero come giurie così malmesse riescano pur sempre a compilare un’ineccepibile lista dei più bei quadri. Collegata, incredibilmente, ad una lista parallela dei più bravi pittori, almeno i più bravi del concorso giudicato certamente.

Cosa sbagliano

Beh non è che sbaglino sempre, non è che sbaglino tutto, ma sbagliano.
Okkey, okkey ora ve lo dico, lo so che ho tirato anche troppo la corda, ma non posso fare l’articolo in dieci parole, lo devo strutturare, almeno un po.
Devo creare un minimo di suspense, devo darvi modo di indovinarlo da soli…
Aha! Cci siete arrivati? Bene allora posso dirvelo anch’io.

– Sbagliano a giustificarsi affermando che c’erano tante opere meritevoli ed è stato difficile decidere”.

– Sbagliano a giustificarsi spiegando i meccanismi, perversi, usati per definire la insindacabile lista.

– Poi sbagliano a giustificarsi per la loro incompetenza o a ribadire la loro competenza specifica.

– Infine, ma non meno importante sbagliano a motivare.

Magari motivare un giudizio non è sbagliato in se ma è quasi sempre sbagliata la motivazione.

Il buon Pistoni mi disse” Se non sai una cosa non ne parlare, se ti chiedono di quel che non sai di che non lo sai, che ti informi e poi rispondi, ma non aprire la bocca come un ciuco che raglia”.

La motivazione non è una bella prosa.
Non deve piacere, ma essere colta e veritiera.

Per essere ineccepibile e concreta.
Meglio se non la dicono, credetemi.

Ci vuole coraggio

Vorrei una giuria che pur negandomi il premio dicesse apertamente che:

La loro lista rispecchia i quadri più belli e/o i migliori tecnicamente.

E’ stato arduo fare la graduatoria, ma solo perché non c’erano abbastanza opere degne di essere premiate.

Ci aspettano il prossimo anno, ma solo se avremmo migliorato sostanzialmente le nostre capacità pittoriche.

Non esprimano giudizi e motivazioni sui premiati.

Ecco una giuria infallibile, insindacabile e credibile.

Giancarlo

I volti del mio paese

I volti del mio paese non è un’estemporanea, è una competizione pittorica a tema.
Il tema sono i volti del mio paese, riferito a Monteverdi Marittimo e le sue frazioni, Canneto ecc.

Non è un’estemporanea.

I quadri si fanno con comodo a casa (o in studio per i più professionali). Abbiamo circa un mese di tempo; ci forniscono le foto degli abitanti del paese, tra cui scegliere chi si vuol ritrarre e, se non l’ha già scelto qualcun altro, si parte a dipingere.

Come si vuole, dove si vuole, quando si vuole… ma che vogliamo di più.

Naturalmente se il soggetto, in un primo tempo prescelto, se lo è aggiudicato un altro se ne sceglie un secondo. Se siamo sfortunati che anche quello è già sotto il pennello di un altro, si va per un terzo.

Insomma se siamo più pittori che abitanti non se ne fa nulla, altrimenti ci si imbarca all’avventura.

E allora via alla pittura de i volti del mio paese

Beh del volto, e quanti ne vogliamo fare? Già farne uno è complicato e difficile.

Anzi non è complicato, è un ritratto, ma è difficile perché non si conosce il personaggio, non si sa nulla di lui tranne la foto e il nome proprio.
Io ho scelto Francesco, un bel signore allegro. Non ride ma si vede che è allegro e sicuramente sarà anche simpatico. Peccato non averlo incontrato e conosciuto in occasione della premiazione, ci ho passato tante ore assieme, che ormai ci stavo bene. Sarà per la prossima volta.

Per quest’anno mi devo accontentare di aver conosciuto Stefano, colui che ho ritratto nel 2019, durante l’ultima edizione della manifestazione prima di questa e che allora non avevo conosciuto.

Ed ora bando alle ciance vi faccio vedere cosa hanno realizzato i miei concorrenti, ed anch’io naturalmente:

E’ un peccato che tutti questi ritratti vadano dispersi e solo i premiati restino.
Tra qualche hanno sarebbero un prezioso documento storico.

Va beh, cosi è la vita.
Giancarlo

P. S. cliccate su una foto per ingrandirla o scaricarla.

Silvia

Silvia Carizia è una pittrice, una pittrice di Città di Castello (Perugia).

La conosco da tanto tempo e l’ho vista dipingere sempre, sempre bene, sempre originale; l’ho sempre ammirata per questo.

A Città di Castello ha organizzato una mostra che ho visitato.
Direi che si tratta di una retrospettiva, non so quanto vada addietro nel tempo ma mostra un percorso, l’evoluzione del suo dipingere.

Vi metto le foto dei quadri esposti, ma le opere esposte sono molto più belle viste dal vivo.
D’altronde la giornata non era delle migliori per fotografare e le luci interne non tanto forti da farmi fotografare al meglio.
Ma vi garantisco che i colori, la loro combinazione, le forme e le strutture che il pennello modella sul quadro sono meravigliosi.

La prima parte delle opere esposte:

La mostra di Silvia Carizia prosegue:

Altre opere

Le nature morte e le Madonne dipinte da Silvia

Ora la parte onirica


Silvia insomma ci sa fare, d’altronde quando la pittura viene dal cuore, non possiamo aspettarci di meno.
La mostra è in Corso Vittorio Emanuele a Città di Castello e rimarrà aperta per quindici giorni.
Se potete fate una visita.

Io alla fine

Io, alla fine del percorso, mi sono preso un ricordo, un piccolo regalo per la mia collezione personale.

Bella mostra, in una bella città, assolutamente da vedere:
Assolutamente da non perdere.
Giancarlo

Come mantenersi giovani

Questo articolo si propone di suggerire Come mantenersi giovani con BLENDER, un software open source.

Cosa è Blender?

Blender è una suite 3D libera con codice aperto.
Libera significa che la puoi utilizzare liberamente. Open source significa che il codice è aperto e (se vuoi e/o se puoi) puoi controllarlo migliorarlo o cambiarlo a tuo piacimento.

Blender supporta tutta la sequenza di operazioni atte a restituire e aggiornare un’immagine bitmap od un filmato, partendo dagli oggetti tridimensionali presenti nella scena.
Le operazioni sono:

Modellazione, armatura, animazione, simulazione, processo di resa grafica, messa in scena e rilevamento del movimento.
Utilizzatori avanzati usano le librerie di Blender e gli strumenti di scripting di Pyton per realizzare nuovi strumenti e funzionalità. Funzioni che poi sono rese disponibili a tutti gli utenti nelle versioni successive.

Puoi usare Blender su computer con sistemi Linux, Windows, e Macintosh.

Blender è un progetto guidato dalla comunità degli utenti sotto la GNU General Public License (GPL). Tutti sono messi in grado di fare cambiamenti o fissare bachi eventualmente presenti.

Blender non costa nulla, ma se vuoi o puoi ti da la possibilità di investire e contribuire al suo sviluppo.

Blender è il tuo software 3D.

Puoi anche aiutare a scrivere documentazione, qualsiasi cosa è benvenuta.

Perché aiuta a e come mantenersi giovani?

Blender aiuta a mantenersi giovani per molte ragioni.

Ci si mantiene giovani, con il cervello ben ossigenato, imparando sempre qualcosa di nuovo.
Blender lo devi imparare, continuamente, perché si evolve sempre e devi stargli dietro; ci sono sempre cose nuove da vedere, da capire, da trovare. E’ una miniera.

Anche praticare una seconda lingua aiuta.
Blender è in Italiano ed in altre innumerevoli lingue. Ma se lo vuoi praticare, se vuoi vederne i tutorial migliori, e seguirne i suggerimenti (su youtube ce ne sono centinaia, migliaia in lingua inglese). Allora meglio che anche il software sia in lingua inglese, perché faccia le stesse cose e per trovare i comandi nelle stesse posizioni dei menu.

Imparare a leggere, o scrivere in una terza lingua (l’inglese) aiuta ancor di più a restare giovani perché lubrifica il cervello.

Blender ha il codice aperto ed è scritto in PYTON, anch’esso a codice aperto. Puoi cercare di comprendere anche quel linguaggio e magari a scriverlo per cambiare qualcosa.

Se partecipi al suo sviluppo Blender ha anche una funzione di aggregazione sociale, motivandoti a conoscere altre persone e migliorare la tua vita.

Cosa farci?

Se hai un computer portatile o fisso, se hai voglia di conoscere qualcosa di nuovo, se… scarica Blender e decomprimi il file compresso e clicca sull’eseguibile (in Linux non c’è bisogno di installarlo, negli altri sistemi non so).

Si apre la finestra di benvenuto. Un altro clic fa sparire la finestrella centrale che ti permette di scegliere fra varie opzioni. E sei dentro Blender con un cubo già pronto da modellare per farci quel che vuoi.

Capirlo

Per capire come fare a modificare, creare o aggiungere un oggetto nella scena devi seguire delle istruzioni o un tutorial, non posso spiegartelo io. Ma con Blender puoi costruire virtualmente, in un ambiente tridimensionale, tutti gli oggetti che vuoi. Colorandoli, rivestendoli, scolpendoli come vuoi. Dei quali puoi prendere un’istantanea nelle posizioni più svariate, con i quali puoi creare un animazione o anche stamparli con una stampante 3D.
In Blender c’è la possibilità di scolpire un oggetto come partissi dal marmo. Plasmarlo come se utilizzassi plastilina o pongo. Disegnarlo con un pennello o a matita come faresti con la carta per disegnare dei manga o altri fumetti.
Ci sono due soli limiti: la tua conoscenza, ma puoi migliorarla nutrendo il tuo cervello, e la tua fantasia che è già sicuramente sviluppata abbastanza ma che abbonda di più nelle menti giovani.

Conclusioni

Tieniti in forma!

Non vuoi uscire per il caldo o per il freddo?

Non ci sono più le mezze stagioni ed è sempre troppo caldo o troppo freddo?

Usa Blender e smetti di farti seghe mentali.

Goditelo.

Giancarlo

P.S.

Datti da fare. Cerca tutorial per principianti, vai sul manuale in rete o prova a smanettare a caso.

Smanettando magari non capisci quello che fai ma stai tranquillo non puoi fare danno.

Ogni volta che riavvii il software ti ripresenterà sempre la solita finestra di benvenuto.

Certo se vuoi capirci qualcosa segui le istruzioni del manuale o di un tutorial. Senza studiare non si ottiene nulla. Ma quello che puoi fare con Blender, anche semplice semplice che sia, non riusciresti a farlo con niente altro.

Buon divertimento.

Scontato

Scontato

Lo so, è scontato.

E’ ovvio.
Non c’è nulla di scontato in un articolo scontato.

Lo sconto è sempre stato utilizzato per vendere più facilmente un prodotto o un servizio.

Un prezzo migliore, rispetto ad un concorrente, è uno sconto solo se permette di ottenere la “stessa” merce.
Ma si può valutare se lo sconto è reale?

Si, confrontando gli oggetti o i servizi offerti e ascoltando il senso delle parole.

Comunque dopo la verifica l’acquirente può accontentarsi di pagare poco per ottenere altrettanto poco, la valutazione costi/benefici potrebbe essere a favore del prodotto che costa meno.

Ma…

Occorre sempre ragionare per capire se c’è uno sconto e quanto vale.

Ma come viene scontato un prodotto?

Oggi il venditore non è quasi mai il proprietario della merce oggetto di scambio, quindi non può rimetterci di tasca propria per farci pagare meno.

Abbiamo merce prezzata e registratori di cassa automatici a lettura ottica delle etichette, quindi dei prezzi applicati, che emettono uno scontrino dettagliato della spesa effettuata.

Si paga in moneta elettronica e il fisco pretende che scontrino e ricevuta di pagamento coincidano perfettamente.

Non è possibile acquistare, ad esempio, delle scarpe e chiedere uno sconto sul prezzo al momento del pagamento, sicuramente non dopo l’emissione dello scontrino.
Si può chiedere prima ma il commesso di solito non è autorizzato a fare sconti imprevisti a richiesta.

A volte lo sconto è già sovrimpresso nel cartellino del prezzo, ad esempio negli articoli a saldo.

Inoltre esiste lo sconto extra, a prescindere, che è annunciato già in fase di pubblicizzazione del prodotto e che è la base effettiva di calcolo del prezzo. La merce viene offerta con uno sconto preimpostato, di solito molto elevato. In aggiunta al prezzo proposto si offrono anche altri beni omaggio tra cui scegliere.

Che cosa possiamo scontare da questo sistema?

I prezzi a saldo possono essere ottimi: Noi acquirenti accettiamo l’obsolescenza commerciale dell’articolo pagandolo meno. Se non ci sono stati trucchi nel “prezzare” il prodotto è un sistema di sconto da “apprezzare”. Anche se presuppone che chi acquista un prodotto di moda lo paghi molto più del dovuto ed il giusto accontentandosi degli avanzi di magazzino solo l’anno successivo.

Lo sconto extra è in genere una fregatura (tende a farci credere di essere maggiore del reale), in pratica ci danno del cretino.
Quando propongono, ad esempio, un mobile con il 50% di sconto e poi ci aggiungono uno sconto ulteriore fino al 40% di getto possiamo pensare di avere il 90% di sconto, in realtà si tratta al massimo del 70% (che il 40% aggiuntivo è applicato sull’importo già scontato).

Ma è uno sconto del tutto virtuale perché anche il valore commerciale è del tutto ipotetico. Infatti quel prodotto non può che valere meno del prezzo realmente praticato (dopo tutti gli sconti applicati) altrimenti come farebbe l’organizzazione che lo vende a continuare l’attività. Consideriamo anche che, in aggiunta al grande sconto ed al prezzo basso, vengono spesso offerti omaggi e regali che confermano il reale minor valore dell’oggetto venduto.

Alla fine quindi non si può avere lo sconto?

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Per me è scontato, la bionda non è vera, è una fregatura.


Si possiamo avere e chiedere lo sconto, ma non illudiamoci che sia uno sconto reale.
Possiamo ottenere solo il miglior prezzo a parità di qualità, ma per sapere se è realmente il miglior prezzo dobbiamo avere un’idea precisa del valore del bene o del servizio che vogliamo acquistare, in altre parole dobbiamo acquistarlo già regolarmente, meglio se da più di un fornitore.

Certo se vogliamo qualcosa pagandola poco o niente possiamo:

Rapinarla, estorcerla, minacciare o ricattare il venditore, acquistarlo nella filiera del lavoro nero o del caporalato.

Insomma tutti modi brutti, illegali o che calpestano la dignità e/o i diritti dei lavoratori.

Vorresti veramente uno ottenere sconto del genere?

Lo sconto reale è un’utopia, in genere lo sconto è una fregatura, uno specchietto per le allodole, stanne lontano.

Altrimenti è scontato che sei fregato.

Ceppoduro

PS: questo post non pretende di essere preciso nelle definizioni ne nei calcoli, è semplicemente uno sfogo per la maniera becera e volgare con cui vorrebbero invogliarmi a comprare roba di cui non ho bisogno, con il pretesto della occasione unica ed irripetibile di acquisto per via dello sconto.
Io non voglio sconti, voglio pagare quello che devo e voglio in cambio quello che chiedo o quello che mi è stato offerto. Io non sono finto e non voglio finzioni altrui.
Vorrei che mi si dicesse questa cosa costa tot per questo, questo e questo.
E vorrei che fosse vero.
Basta, non mi serve altro, è così semplice… ma non scontato.

Difendono la terra

Difendono la terra, la loro terra

Dagli sciacalli e dagli invasori difendono la loro terra.

Assieme alla terra difendono la loro, la nostra gente

Siamo pronti a difendere la terra, la terra è il nostro paese, tu scapperesti o resteresti con le armi in pugno, a difendere il tuo paese? Sono sicuro che sei contro le armi ma se si tratta di difenderti, se dovrai salvare il tuo paese, non avrai dubbi, non avrai esitazioni.
Non possiamo rinunciare alla terra, anche se l’artiglieria la sta massacrando. La terra è la nostra storia è il nostro paese.

Difendono la terra

Loro difendono la terra e noi con loro, noi siamo tutti con loro, noi siamo con quelli che difendono il paese. Contro un vile invasore che respingeremo nei suoi confini, anche senza l’aiuto di altri.

I malvagi resteranno malvagi ma non ci faremo coinvolgere nella loro decadenza i nostri principi sono saldi, resteremo con le armi in pugno a difendere il nostro paese la nostra terra.

E’ stato sempre così, anche altrove, quando arriva un invasore la gente si ribella e noi non non saremo da meno.

Se ti vogliono allontanare

Se ti vogliono allontanare, se ti spingono sempre più lontano tu resisti, opponiti, noi saremo con te, contro l’invasore.

Noi proteggiamo la nostra storia, proteggiamo la terra, chi non resterebbe a combattere per la sua storia e la sua terra?

Si, resteremo assieme a loro a difenderla e a proteggerla.

Noi non amiamo le armi ma l’artiglieria pesante sta massacrando il paese, la gente non può scappare. Non c’è un posto dove fuggire, dove sfuggire alle bombe ed alla nostra coscienza.

Loro continueranno a difendere il paese, loro sono i difensori, noi lo difenderemo con loro, contro gli invasori. Contro quelli che vogliono cancellare la nostra storia, le nostre conquiste. Loro difendono noi, noi ci difenderemo con loro.

Stiamo già difendendo, siamo partigiani.

Ceppoduro

Liberamente tratto da:

Protect the land dei System Of A Down, pubblicato dopo 15 anni di silenzio il 6 novembre del 2020 i cui proventi vanno in beneficenza all’organizzazione Armenia Fund per fornire aiuti alle persone colpite dalla guerra nell’Artsakh.

Arte povera

Arte povera

Arte povera o… povera arte?

Povera arte direi… perché l’arte è sempre stata povera e l’artista pure. Poi, dopo qualche anno, il commercio dell’arte può farla diventare ricca, ancor di più se in quel che si commercia l’arte non c’è. Basta che qualcuno, esperto, suggerisca il contrario e le quotazioni volano alte… alte, alte, alte. Vedi tanti “artisti” che altro non sono che “oggettisti” (La “ Fontana” o l’orinatoio di Duchamp), o “installatori” (come i 99 lupi di Cai Guo Qiang al museo d’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato) o “tipografi” (La Marylin Monroe o i barattoli di pomodoro Campbell di Andy Warol) senza arte ne parte.

Beh la parte la fanno tutti questi ed anche quelli che non ho menzionato, la parte di Mida, trasformare in oro tutta la merda che toccano.

Ma non è arte; è solo commercio, promozione e studio delle esigenze di mercato, fortuna.
D’altronde cosa c’è di meglio che creare il nulla e farselo pagare a peso d’oro? Specialmente se non ci vuole un grande impegno e, men che meno conoscenza a realizzarle, ma “solamente” un’idea originale; magari dissacrante (l’orinatoio che diventa fontana). Il sogno alchemico, la scoperta della trasmutazione che diviene realtà.

Anche se per completezza d’informazione ed onestà intellettuale, dovrei dirvi che Duchamp era un DADA, insomma uno che non credeva nell’arte o nella fattibilità dell’arte. Tutta l’arte che sto cercando ferocemente di criticare è realmente dada.

E allora l’arte povera?

E allora, e allora, forse ci sono certo artisti bravi, che fanno cose belle e originali partendo dai fondamenti, conoscendo quello che è stato fatto prima, sapendolo fare, ma, se ci sono, hanno successo?

Non so, però se sono ancora poveri no non lo hanno. Il successo si misura coi soldi. E magari sono gli unici artisti rimasti a fare arte.
Posso aggiungere che, anche nell’arte minore, tra i semiprofessionisti ed i dilettanti, siano essi allievi, juniores o d’eccellenza, valgono gli stessi principi.
Non si fa arte, non si crea, si da in pasto qualcosa al pubblico, alle giurie, ai comitati, gli si da quello che questi soggetti vogliono vedere.

Sperimenti all’inizio, quando non sei nessuno tra i nessuno, poi, magicamente trovi la sequenza di note che danno un motivetto orecchiabile.
E’ il successo… e poi… poi fai sempre lo stesso quadro, sempre uguale a se stesso, sempre appetibile per l’occhio critico del professore delle medie, del vicesindaco e del presidente della pro-loco.
Qualcuno comincia ad imitarti, se non a copiarti di brutto, la stessa cosa che fai tu per quel futile orgoglio che non ti permette più di sbagliare un colpo. E per non sbagliare non cambi più.

La tua arte è morta, l’Arte in genere è morta, e non risorgerà.
Non che qualcuno si dispiaccia troppo per questo.


Giancarlo

Estemporanea di Impruneta 2020

Il 27 Settembre 2020 si è svolta la seconda edizione dell’estemporanea di Impruneta.

Ecco i quadri prodotti:


Spero che vi piacciano.
Giancarlo

A proposito di estemporanea di Impruneta 2020

Wikipedia dice:

Impruneta (detta comunemente L’Imprunéta, con l’articolo; è un comune italiano di 14 550 abitanti della città metropolitana di Firenze, in Toscana, celebre soprattutto per l’industria della terracotta (il cosiddetto cotto di Impruneta), per la tradizionale Fiera di S. Luca, che si svolge ogni anno alla metà di ottobre, e per la Festa dell’Uva, che si svolge ogni ultima domenica di settembre.

Le sue tradizioni risalgono all’epoca etrusca, successivamente la posizione geografica, le potenzialità del suolo e la relativa vicinanza da Firenze favorirono la nascita di un agglomerato romano.

Il santuario mariano che vi si trova è sicuramente uno dei fattori che hanno reso noto il comune. Notevole anche la piazza Buondelmonti che con i suoi loggiati della fine del Cinquecento ospita le principali feste cittadine. Il turismo svolge una parte importante nell’economia del comune.

Origini del nome

Sebbene la forma attuale lasci intendere una derivazione dal latino prūnus (ed esistono in Toscana località chiamate Impruneta con questa probabile origine, per esempio nel pisano), le attestazioni storiche dimostrano come il toponimo derivi invece da pīnus, «in pineta»: «S. Maria in Pineta» (1040, 1074) «S. Maria in Poneta» (1299).

Cucina

  • Si racconta che il famoso Peposo alla fornacina, ovvero uno stracotto abbondantemente pepato e piatto tipico della cucina fiorentina, sia nato proprio ad Impruneta. Gli operai, al mattino, accendevano le fornaci e mettevano a cuocere per ore ed ore un bel pezzo di manzo, la lunga cottura conferiva (e conferisce) una straordinaria morbidezza. Si dice che venisse offerto al Brunelleschi, quando soventemente si recava alle fornaci per seguire le realizzazioni del cotto da lui commissionato.

Non è tutto, ma potete anche andare a vedere da voi.

Effetto virale

Siamo arrivati alla riapertura

Ora possiamo valutare l’effetto virale, l’effetto del virus sulla nostra società.

Ci sono stati tanti morti e questo è un male, i morti non tornano, non possiamo che rammaricarci per l’effetto principale del virus.

Tanta compassione, tanto cordoglio anche se molti di questi ci dicono sarebbero morti comunque per le complicazioni di qualsivoglia altra malattia li avesse colpiti.

Peggio è andata a chi invece è caduto per soccorrere gli altri ammalati, magari sarebbe ancora in vita se negli ultimi trent’anni non si fossero svenduti la sanità a mangiati tutti i soldi che erano necessari a tenerla come si deve.

Queste sono vite che non dovevano, in tempi brevi, cadere come le altre. Forse dovremmo mostrare un po di rabbia per queste ma arrabbiarci con chi? Quelli che sono stati beccati in fragranza di reato e condannati non riusciamo nemmeno a tenerli dentro se non por pochi mesi.

Allora vediamo questo effetto virale

Molti di voi non saranno d’accordo, ma io non posso che essere crudo e sincero.

L’aria che respiriamo si è pulita come non lo era da decenni.

Il paesaggio sia rurale che cittadino era sgombro da rumori, sgombro da macchine e persone, Si potevano sentire i suoni della natura in sottofondo, finalmente non coperti dai rumori della nostra frenetica attività quotidiana.

Abbiamo imparato tutti a rispettare le regole, file per accedere al supermercato e file per pagare alla cassa.

Per due mesi interi non abbiamo più frequentato bar e ristoranti con grande giovamento per i nostri fegati.
Non abbiamo più giocato alle slot macchine, nessuno che praticasse, discutesse, blaterasse di calcio, di motori, gran premi e formule x.

Il mondo e soprattutto noi, ci siamo disintossicati di dipendenze da sostanze e di dipendenze comportamentali.

Bello!

Bellissimo.

Poi hanno riaperto, ho visto gente a bere al bar, ho visto gente senza regole, sbracati come prima, in preda alle stesse paranoie di prima.

Peccato.
Veramente.

Ceppoduro

Autore dell’immagine originale in copertina:
Di CDC/ Alissa Eckert, MS; Dan Higgins, MAM – This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention’s Public Health Image Library (PHIL), with identification number #23312.Note: Not all PHIL images are public domain; be sure to check copyright status and credit authors and content providers., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86444014