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Festival, festa del perdono a Montevarchi

Festival

Sono arrivate le feste del perdono, i festival, che attirano sempre tanta gente.

festivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestival Venditori ambulanti

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20150905_195844_lzn20150905_195936_lznTante attrazioni giochi e inganni e poi si mangia.

Funziona sempre al festival.

Poi che cosa ci trovi, una persona, nel fare il giro in una giostra, non l’ho mai capito.

Un po’ come nei balli in piazza, in cui tutti si muovono in sincronia, in quasi perfetta sincronia, tanto da sembrare ballerini professionisti. Nelle attrazioni da festa paesana oggi la tendenza è di mettersi tutti in fila, ordinati, e farsi sbatacchiare qua e là, in sincronia, da una ruota in movimento o da altri marchingegni tecnologici.

Per esempio l’ultimo grido nei festival Italiani sembra essere lo SPEED DANCE

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Speed Dance, l’attrazione maggiore del momento

Venti posti, uno di fianco all’altro, che due bracci meccanici fanno ruotare, ti spostano di lato ti mandano su, ti tengono fermo in alto, per poi precipitare giù a capofitto, ruotando (spostandosi) ora idi qua ora di là.

Certo, immagino che le emozioni saranno forti, le accelerazioni o le decelerazioni laterali sono peggio di quelle frontali.

Bisogna dire che però l’effetto scenico di questa macchina è eccellete, centinaia, migliaia di luci. Led di ogni colore possibile che si illuminano creando effetti, animazioni ecc, uno spettacolo solo a guardare. La musica invece lasciava un po a desiderare. Ma sarà stata la scelta del signore in cabina. Comunque penso che quando sei lì sopra della musica ti importi poco.

Ma c’è anche il mitico TAGADA’

Il Tagadà
Il Tagadà

non deve essere male, anche se si vede da tempo. Beh lì sopra c’è sempre lo sfigato,  quello che paga per stare nel mezzo e camminare, in moto contrario alla ruota. Ma non potrebbe camminare in piazza, alla stessa velocità, in tutta la piazza si sente la stessa musica, senza spender nulla?

Il VELIERO è ormai sulla cresta dell’onda da tanto tempo

Ma fa sempre la sua porca figura oscillando ampiamente avanti e indietro. Come sulle creste delle onde più alte, come a navigare, sempre sul punto di spiccare il volo e sparpagliarsi sulla piazza, più in là.

Poi le giostre per ragazzi, dalle più veloci, come il mitico BRUCO,

Dragetto
Dragetto

A quelli più statici e posati come il BECCASOLDI

Buttasoldi
Buttasoldi

o le MACCHININE a COZZI

20150905_195031_lzndette anche autoscontro.

Alla fine il migliore è però lo SCIVOLO

Multiscivolo
Multi-scivolo

ti prendi un tappeto, ti fai le scale e giù per pochi secondi, paghi e fai un altro giro.

Ma è forte, devi salire le scale, è una azione utile e necessaria, devi andare su se poi vuoi scivolare giù, e non senza senso come quella del camminatore del Tagadà.

Io, comunque, pur non capendoli, li apprezzo: giù tutti nella ressa, nel baccano infernale a strillare come matti, non si sa perché. Almeno non lo sa chi è di sotto a vedere, come me; ma strillano, oh-o se strillano, sembrano tante galline spaurite. Ma che ci salgono a fare, se gli fa paura? E’ proprio quello lo stimolo, la paura. Il brivido a poco prezzo (senza ferite nel corpo); è quello che cerchiamo nella giostra. Forse lo scivolo piace poco proprio per quello, offre solo il brivido dell’altezza. Un brividino, da poco, da meno.

Io, comunque, preferisco i negozi ambulanti

20150905_195702_lzndove possiamo gustare quello che chiamano lo “street food”20150905_195656_lzn

Street??? Ma ormai i negozi mobili sono come quelli immobili e non è tutto cibo fatto per strada, quello che offrono.

Quindi, un bel panino con il lampredotto e via.

Altro che brividi e gridolini.

Ah-a poi voglio parlarvi dei venditori ambulanti e della composizione della popolazione, lo farò, lo farò.

Giancarlo

Cuccioli

Cuccioli

il 10 Settembre dell’anno scorso veniva uccisa Daniza, un’orsa che, sorpresa nel bosco al seguito dei suoi cuccioli, da un cercatore di funghi. Daniza lo aveva leggermente ferito per allontanarlo e proteggere i figli.

Per questo le “autorità” decisero di catturarla e durante la cattura ne causarono la morte. Con una dose letale di anestetico insopportabile a fronte delle sue condizioni di stress.

Ne ho parlato qui.

Dopo questa notizia, ero preoccupato per gli orfani. Ma i cuccioli sembrano salvi (Leggi qui o qui o ancora, ma, insomma, tutti dicono lo stesso) il resto conta poco. Se volete vedere un video con un orso della zona cliccate il link, dura un minuto.

Resta il fatto, tremendo, della nostra insensibilità verso gli animali. Ma anche verso i vegetali, verso tutti gli esseri viventi direi.

Dobbiamo.

Dovremmo migliorarci e protestare quando gli uomini sono ingiusti con gli animali e le piante. Fortunatamente non succede mai il contrario; anche l’orsa, a parte il ridicolo tentativo di far apparire le sue azioni di difesa come aggressioni, non lo fa. Non è che un mammifero, che vuole e deve proteggere la prole. Tutti gli animali vivono per prolificare, anche i vegetali, anche se lo fanno in maniera diversa. Allora perché non dare a tutti i viventi, almeno a quelli che accudiscono i figli come i mammiferi, che a volte lo fanno per anni, la possibilità di farlo?

In special modo oggi, con la tecnologia, il sapere e la scienza che possediamo potremmo stare bene, in pace ad accudire la reciproca prole, tutti quanti.

Ma in molti non possono farlo, devono lavorare e non hanno tempo o non lavorando non hanno soldi per farlo. Altri non si pongono il problema. Altri ancora appena ne parlano.

Almeno parlarne è un buon inizio.

cuccioli

Alla fine, auguro di cuore “un figlio, un cucciolo ed un vaso di fiori” da accudire a tutti, così ognuno potrà capire, se vorrà.

Giancarlo

Gli intellettuali

Gli intellettuali

Quando ero giovane, mi domandavo chi fossero gli intellettuali, poi più tardi ho capito che erano persone che usavano le loro conoscenze per fare dei ragionamenti, specifici o di ordine generale, che spiegavano il mondo e cercavano di indirizzarlo nella giusta via.

Avrei voluto essere un intellettuale anch’io.

Conoscenze ne ho acquisite tante, anche se molte le ho perse in seguito, per mancanza di esercizio intellettuale.

Ma le conoscenze da sole non bastano, bisogna saper ragionare, ragionarci sopra. Ho cercato, trovato e provato tanti modelli, ma avevo sempre l’impressione che qualcosa mi sfuggisse e non riuscissi a cagliare.

Insomma invece di arrivare a certezze, finivo nel dubbio, la domanda era sempre la stessa quale analisi e, soprattutto, quale sintesi sarà giusta? Siccome non riesco mai a distinguere il falso dal vero, senza ideologizzare, come discriminare tra bianco e nero?

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Con il tempo

Con il tempo sono passato da una fase intransigente, di sole certezze ad una fase più misurata in cui ho accettato anche idee diverse, prima inaccettabili.

Nonostante questo enorme miglioramento sono giunto comunque alla fase finale della mia ricerca intellettuale personale, profondamente deluso, da me e dagli altri. Potremmo dire con questo risultato: “Tanto non serve a niente”. Gli sforzi, i ragionamenti, i compromessi, non cambiano la realtà, l’amara realtà, dove tutti fanno cose senza senso, cose che vanno contro il buon senso e che invece di migliorare le nostre condizioni generali ed avvicinarci alla felicità, creano barriere, distanze, ostacoli, ci mettono l’uno contro l’altro, peggiorando la vita, la nostra, della nostra famiglia e di quasi tutti gli altri intorno a noi.

Chi dovrebbe decidere

Coloro che dovrebbero decidere sul bene comune, in democrazia i politici, fanno a gara a chi fa peggio, chi dovrebbe bacchettarli perché non lo fanno (il bene comune) cioè gli intellettuali, non lo fanno. Non fa un cazzo nessuno! Ma non c’è nemmeno nessuno che protesti, nessuno che si indigni e dica: “No! Così non va. Voglio qualcosa di meglio, qualcosa di più per me, per noi noi, per i nostri amici ed i nostri figli”.

Ma, d’altronde, è anche comprensibile perché evitiamo di alzare la voce, siamo condizionati da mille lacci e laccioli (il classico “tengo famiglia”), siamo bombardati da troppe informazioni (tra cui è quasi impossibile distinguere quelle vere dalle false) e poi, infine, non abbiamo voglia di romperci i coglioni per cambiare il mondo (fatelo voi se volete).

Ma allora

Si ma allora più che un intellettuale, potrei dire di essere diventato un “omm ‘e mmerda”. A cosa è servito leggere, informarsi, ragionare sulle cose, studiare chimica,. Leggere di filosofia, di teologia (che avesse ragione Hans Kung: affermando che “Dio c’è”? Dio che, in barba a tutti i filosofi del mondo, ha già deciso tutto percui non possiamo autodeterminarci, a meno di fare i furbi o i disonesti, o forse entrambi: i politici.

Politici, persone che durano poco, ma ce ne sono sempre di nuovi e continua una rovinosa discesa verso il basso, forse non arriveremo mai al vertice, per risalire verso il cielo.

Non sarò un intellettuale ma nemmeno un “omm’e m…” e allora mi indigno.

Basta.

I politici devono agire nell’interesse generale. Per portarci vicino alla felicità e gli intellettuali devono dirci come stanno le cose, devono dire la VERITA’. La verità, eh si, la verità.

Giancarlo

 

Il Palio di Siena

Il Palio di Siena.

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Oggi, giorno dopo Ferragosto, si corre a Siena il Palio dell’Assunta.

Il Palio di Siena

Il Palio DSC_0190_lznIl Palio  è una competizione fra le contrade che si disputano un drappo di stoffa, detto Palio. L’origine medioevale conciliava la devozione alla religione di quei tempi bui con la sudditanza alle gerarchie cittadine, comunali, del tempo, in cui Siena era in guerra con tutte le altre città limitrofe, Firenze in primis.

Il Palio.

La competizione è una corsa di cavalli, che si svolge normalmente due volte l’anno: il 2 luglio si corre il Palio in onore della Madonna di Provenzano, e il 16 agosto quello in onore della Madonna Assunta. 

"Nobile Contrada dell'Oca-Stemma" di Per questo file non è stato specificato nessun autore. Per favore fornisci le informazioni relative all'autore. - Consorzio Tutela Palio di Siena. Con licenza Copyrighted tramite Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG#/media/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG
“Nobile Contrada dell’Oca-Stemma” di Per questo file non è stato specificato nessun autore. Per favore fornisci le informazioni relative all’autore. – Consorzio Tutela Palio di Siena. Con licenza Copyrighted tramite Wikipedia – https://it.wikipedia.org/wiki/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG#/media/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG

 

La città di Siena si erge su tre colli, la ripartizione del territorio su questi tre colli derivò la divisione in contrade, molte più delle attuali. Dopo la peste del 1347 il loro numero calò a 42.

I giochi tra contrade avevano forme diverse e modalità diverse, ma prese la forma definitiva di corsa di cavalli in piazza del Campo solo intorno al 1600.

Anche se per tutto il secolo coesisté con le bufalate, corse di bufali comuni in molti altri centri e città. Comunque in quel tempo si definirono le regole principali: corsa a pelo e tratta dei cavalli (assegnazione a sorte alle contrade).

Il secondo Palio

Il 1700 fu il secolo dell’introduzione di un secondo Palio, oltre a quello di luglio. L’idea venne dalla Contrada dell’Oca che, vincitrice nel Palio del luglio 1701, chiese di “ricorrere il Palio vinto”. Ossia di rimettere in palio la vincita, facendo svolgere a proprie spese un’altra corsa il 16 agosto, per le feste dell’Assunta.

Nel 1774 il Comune omologò l’organizzazione dei due Palii. In questo secolo si fece anche la nuova divisione delle contrade ed il bando definitivo con le regole valide ancora oggi, regole, premi, cerimonie date e orari, e quant’altro costituisce le manifestazioni dei Palii.

Ulteriori variazioni

Anche nel 1800 qualche regola e qualche contrada fu cambiata ma sostanzialmente siamo ancora li. Comunque fu vietato ai fantini di picchiarsi o azzuffarsi dopo il via e furono ripartiti meglio i premi previsti.

Nel 1900 si definirono i costumi medioevali, furono introdotti gli sbandieratori e poco più.

Ecco il palio dove le attuali contrade si sfidano in una gara mozzafiato, ma dalla snervante attesa prima della partenza, dove il fantino conta ma può arrivare anche il cavallo scosso.

E poi giù feste, cene e vino.

Solo la guerra poteva farlo cessare

La seconda guerra mondiale fece interrompere il Palio. Che venne ripreso alla sua fine con un Palio straordinario del 20 agosto, passato alla storia come “il Palio della Pace”. Che passò alla storia, anche, per la furiosa scazzottata che si ebbe alla sua conclusione tra contradaioli del Bruco e del Drago, allora vincitore.

Le nobili contrade sono

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Bruco Nobile Contrada del Bruco-Stemma.PNG

Chiocciola Contrada della Chiocciola-Stemma.PNG

Civetta Contrada Priora della Civetta-Stemma.PNG

Drago Contrada del Drago-Stemma.PNG

Giraffa Imperiale Contrada della Giraffa-Stemma.PNG

Istrice Contrada Sovrana dell'Istrice-Stemma.PNG

Leocorno Contrada del Leocorno-Stemma.PNG

Lupa Contrada della Lupa-Stemma.PNG

Nicchio Nobile Contrada del Nicchio-Stemma.PNG

Oca Nobile Contrada dell'Oca-Stemma.PNG

Onda Contrada Capitana dell'Onda-Stemma.PNG

Pantera Contrada della Pantera-Stemma.PNG

Selva Contrada della Selva-Stemma.PNG

Tartuca Contrada della Tartuca-Stemma.PNG

Torre Contrada della Torre-Stemma.PNG

Valdimontone Contrada di Valdimontone-Stemma.PNG

Una categoria di persone importanti per il palio sono i fantini ed il mossiere.

Ma quelle sono altre storie.

Giancarlo

 

Oggi dirò di Pace.

Oggi dirò di

Pace, cosa è?

Wikipedia la definisce come “una condizione personale (intraindividuale), sociale, relazionale, politica o legata ad altri contesti caratterizzata da condivisa armonia ed assenza di tensioni e conflitti”.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:PACE-flag.svg

Quindi già dalla sua definizione qualcosa non va, quando non ci si combatte siamo in pace, io avrei detto c’è guerra quando non vi è più pace, quest’ultima dovrebbe essere lo standard e non viceversa. Questa è sicuramente la condizione necessaria per costruire, case, ponti, relazioni…

Pace è vita.

Però sembra che noi non l’apprezziamo, a parte dichiarazioni generiche, non si vede interesse reale per essa, per mantenerla, per difenderla ed esportarla.

Sorge il dubbio che la pace non sia portatrice di interessi, soldi e ricchezza.

In realtà di ricchezza ne porta, ma troppo diffusa, molta gente preferisce quella personale e si accanisce contro quella degli altri. Come con la felicità: sembra che la felicità di molti sia malvista, odiata, invidiata, combattuta.

Insomma l’uomo, non la nomino ma non escluderei a priori neppure la donna, è una merda che si diverte e far soffrire gli altri. Non gli piace donare ne condividere, preferisce prendere, prendere per se, tutto. Anche se poi non si capisce bene che se ne faccia di tutto il malloppo che prende, se è vero, com’è vero, che prima o poi tocca a tutti… E un metro quadro di terra è più che sufficiente.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Peace-symbol.png

Però ci sono delle persone che non si comportano così. Amano fare, costruire, conoscere. Amano allo stesso tempo condividere ciò che hanno, ciò che sanno, ciò che fanno. Ce ne sono molte, ed è una bella cosa! Saranno discendenti di neanderthaliani? Saranno alieni? O saranno pazzi?

Sono pazzi.

Ma se non ci fossero questi pazzi il mondo non avrebbe speranze.

Allora, comportiamoci anche noi come pazzi,

agiamo per la pace, rimaniamo in pace, con noi e con gli altri, diffondiamola nel mondo.

Saluti

Giancarlo

 

 

Oggi vorrei parlare di guerra

Guerra

Oggi vorrei parlare di guerra. Si sono susseguiti alcuni anniversari, come la costruzione del muro di Berlino, il massacro di Sant’Anna di Stazzema. C’è sempre un anniversario di guerra, di orrori di guerra che occorrerebbe ricordare. Magari sono persi nella memoria della storia e forse non si rammentano più nemmeno li. Ma esistono

La bestia sembra essere in noi, e lo è.

Oggi vorrei parlare di guerra. Il mio cane, la bestia.
La bestia

Nessuno può dire di non essere mai stato violento e ne che mai lo sarà. Siamo galli combattenti. Ognuno a suo modo, magari senza mostrare bargigli, combattiamo tutti i giorni. La nostra guerra personale contro il nostro nemico del momento. Un collega, un famigliare, un amico, una donna o un uomo, una razza. Qualcuno da battere lo troviamo sempre.

Anche i non violenti,

anche Gandi, con la non violenza esercitano, o hanno esercitato, una violenza inaudita sugli altri, sugli avversari. Per essere in pace dovremmo essere soli. Ma soli non siamo e soli non ci piace stare. Siamo un’animale socievole. Ma quando siamo assieme abbiamo bisogno di un leader o vogliamo esserlo noi e di un nemico, vero o presunto.

Il leader è il capo. Il capo da l’esempio e da il la a tutte le cose. Lo fa per il bene di tutti. O per il suo bene? O per il bene suo e di tutti? Bene, fa e facendo decide per gli altri, contro altri- Nessuno lo critica, se non perde, sinché non perde.

Tutti siamo capi e non possiamo esserlo senza nemici.Se non li abbiamo ce li creiamo. La moglie o il marito, i figli, i figli degli amici, gli amici degli amici e i parenti tutti e poi i vicini e quelli del paese accanto, della nazione del mondo…

Minchia!

Che ne sarà dei nostri rivali sul lavoro.

Di quelli per il posto dell’ombrellone.

Di altri che vanno a pescare sardine nella nostra zona di pesca. Nostra?  In alto mare.

Dei concorrenti nella vendita di droghe? Armi? Salumi? Specialmente se questi concorrenti appartengono ad altre razze, lingue e religioni? Sarà un gran casino, sarà.

Che fa il capo?

Aizza contro nemici comuni. E tu? Hai paura! Sei forte, ma tremi di paura. Stanno arrivando, ti sottrarranno tutto. Hai il frigo pieno, ma pensi di non riuscire a sopravvivere all’inverno . Poi tutti questi immigrati, tutti schiavi. Sono schiavo anch’io, del lavoro, della famiglia del coniuge, del capo. Ahi! Quella merda, quel pezzo di merda del capo. Non capisce un cazzo ma è li che comanda. Che cazzo avrà più di me?

Dovrei farlo fuori, ribellarmi. Ma però. Possiamo anche combattere i Francesi. Quelle facce di culo. Ma sì, dai, tiriamo sassi ai Norvegesi. Sono troppo biondi e non fanno un cazzo per sei mesi all’anno. Però guadagnano molto di più di noi e hanno tutti il telefonino nuovo. Lo cambiano ogni sei mesi e noi non prima di 24. Che schifo. Che rabbia. Dagli all’infedele. A culo tutti gli Juventini. E mettiamo il burka a tutte le signore di una certa età. Delle puttane poi non ne  parliamo. Hanno impestato le strade riapriamo le case chiuse. Almeno fanno i controlli sanitari. Poi ad andare con le nere mi vergogno un po’.

 

E’ la storia.

E così di cazzata in cazzata c’è chi ci ingrassa, c’è chi ci campa sopra e c’è chi diventa leader e  fa il business. Meno male che abbiamo delle alte cariche, delle istituzioni, degli intellettuali che ci fanno riflettere e ci smontano tutte queste cazzate. Cazzate di guerra, di combattimento, che ci vengono continuamente propinate.

Anche dai giochini elettronici, nei quali le vite non contano, si muore perdendo una vita, ma ci si rigenera sempre. Basta attraversare un diamante e non si muore mai. Ma si spara, quello si, si spara senza tregua senza sosta, senza finire le munizioni. Distruggendo tutto, come fosse normale distruggere quello che altri hanno costruito: con sudore, sofferenza ed ingegno. Almeno nella vita reale si costruisce così. Ma questi giochi sono così reali che è difficile distinguerli dalla realtà.

Quando si abbatte un ponte, come fecero a Mostar, quando si prendono a cannonate statue di Budda, come in Afganistan, quando si mitraglia una scuola, come nella striscia di Gaza, siamo caduti nella trappola siamo diventati o ritornati belve, belve umane, fiere della nostra potenza, tronfie delle nostre certezze.

Se ne può uscire solo indignandosi.

Oggi vorrei parlare di guerra-

Smettendo di costruire armi, smettendo di venderle, smettendo di pensare come un capo o come un seguace. Ed indignandoci con chi lo fa.

Dobbiamo dire no: “io non mi mischio tra voi”, “io non sono d’accordo con voi”, “io non voglio la guerra e neppure il semplice il litigio”, “io sono parte del tutto e ne voglio mantenere il ruolo” e “io sono molto indignato”.

Non è facile, non ci riusciremo mai, dovremmo essere anarchici, ma l’anarchia è un’utopia, per definizione irreale, irrealizzabile, irrealistica. Mi indigno ancora di più, anche per questo.

Allora, che fare, di più?

Limitiamo i danni, diciamo sempre come la pensiamo e non accondiscendiamo alla violenza.

Impariamo a riconoscere la violenza che a volte, quasi sempre, veste pelli di agnello.

Se l’Italia va a bombardare la Libia diciamo FORTE che non può farlo, perché la nostra costituzione ce lo vieta, indigniamoci per questo.

Se andiamo a “sparacchiare” dai ponti dalle petroliere diciamolo che non possiamo farlo. Possiamo tenerci sopra un esercito sui quei ponti, se vogliamo, se ci fa sentire più sicuri. Ma da li sopra non possiamo sparare ai pirati, non possiamo sparare a nessuno, siano bersagli umani o animali. Ma chi ci da il diritto di uccidere? Di togliere la vita ad un essere vivente?

Oggi vorrei parlare di guerra.

Anche la pena di morte è equiparabile alla guerra e va combattuta.

Basta cessiamo ogni rapporto, economico, culturale, sociale con chi ancora la persegue, che ancora assassina in nome di una giustizia che nessuno conosce e che è violenta come la violenza che pretende di combattere.

Come possiamo sperare nella pace se nel mondo non riusciamo ad abolire nemmeno la pena capitale?

Infatti non ci riusciremo, ma è bello pensare che qualunque omicidio giustizialista non sarà stato fatto in nome mio. Non per me. Io non voglio che chi mi rappresenta, a qualsiasi titolo lo faccia, si arroghi il diritto di vita e di morte in nome mio o di altri.

Oggi vorrei parlare di guerra.

Io sono contro.

Ma sono anche e soprattutto a favore di tutto ciò che ci permette di vivere questa breve vita, come meglio si può.

Sono a favore di chi costruisce, distribuisce e condivide, per quanto può e vuole fare.

Oggi vorrei parlare di guerra, anzi NO!

W la PACE

Giancarlo

Sant Egidio

Sant Egidio

Sant Egidio è un posto, Sant Egidio è un monte, Sant Egidio è un posto sotto un monte, Sant Egidio è una pineta. Sant Egidio è un’area attrezzata per i picnic, Sant Egidio è un luogo della memoria o forse Sant Egidio era tutto questo e non lo è più. Sant Egidio è abbandonato o quasi.

DENUNCIO le condizioni di Sant Egidio.

Confidando che qualcuno condivida. Confidando che sia fatto qualcosa per fermare il disastro e l’abbandono in cui versa. Tralasciamo gli alberi abbattuti dal vento, magari impetuoso durante qualche bufera passata. Alberi caduti i cui rami, ammonticchiati in qualche modo, non sono stati portati via. Le cui radici, mezze divelte dai crolli, stanno in bella mostra di se come un monumento al disastro di quelle bufere. Qui c’era un pino che è crollato una notte o un giorno, di qualche tempo fa. Disteso, come gli altri tronchi abbandonati in disparte, in attesa di essere mangiati dalle termiti e dai tarli. Vedi i rami, oramai caduti da anni, in mostra come scheletri spolpati e scarniti.

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Anche i tavoli, mai stati comodi, che furono fatti alla meglio (o sarebbe più giusto dire alla peggio), sono rovinati. Ne restano un paio su sette o otto che erano, marci scavati dall’acqua e dal gelo. Forse pericolosi. Forse neppure igenici, visto il degrado totale.

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Ma, dicevo, Sant’Egidio dovrebbe essere un posto di memorie. C’è una stele con targa:

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Forse ricorda uno che si chiamava Giuseppe ed è morto il 6 4 1955, il cognome, come la data di nascita non riusciamo più a decifrarla tra l’usura del tempo ed i graffiti recenti, l’ultimo sembra del 2013.

Eppure è un bel posto, da cui si vedono panorami mozzafiato.

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Ci sono fiori e piante che combattono contro il secco e l’incuria.

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Gli alberi sono alti e belli, anche se non di particolare pregio.

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E la gente, anch’io con la gente, ci va. Continua ad andarci, sempre di meno, ma ci va.

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SALVATE Sant Egidio SALVATELO.

Non ci vogliono tanti soldi, e noi ne paghiamo tanti.

Dove sono finiti quelli che abbiamo dato per Sant Egidio?

Cosa aspettiamo ad intervenire?

Il fine lavoro dei tarli?

Il fuoco?

Le ruspe?

VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!  VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!

VERGOGNA!!!

Giancarlo

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Personale della pittrice Fosca Agostini

Mostra personale

Personale della pittrice Fosca Agostini

Fosca Agostini
Fosca Agostini

Tanti i quadri esposti a Castiglion Fiorentino (AR) Corso Italia 97:

Fosca Agostini
Fosca Agostini
Fosca Agostini
Fosca Agostini
Fosca Agostini
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Fosca Agostini
Fosca Agostini
Fosca Agostini
Fosca Agostini
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Bella anche la sala:

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Giancarlo

Fosca Agostini e la Pittura

La pittura è l’arte che consiste nell’applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un’immagine che, a seconda delle intenzioni dell’autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto dipinto.

Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, chiamato medium, che li porti a uno stadio di impasto stendibile, più fluido o più denso, e che permetta anche l’adesione duratura al supporto una volta che interviene un processo di asciugamento, di presa o di polimerizzazione.

Tecniche pittoriche

Esistono molti tipi di tecniche pittoriche, che si differenziano sia per i materiali e gli strumenti usati sia per le superfici sulle quali è eseguita l’opera.

Le prime superfici sulle quali l’uomo realizzò primitive forme d’arte pittorica, geometrica e figurativa, furono le pareti di una caverna oppure di una casa o di un tempio.

Nel Medioevo il supporto preferito dai pittori era la tavola di legno, per poi passare con il tempo alla tela, con la quale si ovviò al problema del peso e della relativa instabilità del pannello ligneo.

Altri supporti possono essere: la carta, il metallo, il vetro, la seta, una parete e qualunque altra superficie in grado di mantenere in modo permanente il colore.

Classificazione

In base al supporto:

  • Su intonaco abbiamo l’affresco (che se moderno può essere anche un murale), il graffito e l’encausto.
  • Su tavola abbiamo la pittura a tempera, a olio e i colori acrilici.
  • Su carta il pastello, la tempera, l’acquerello, il guazzo o gouache.
  • Su pergamena la miniatura
  • Su tela abbiamo la tempera, l’olio e la pittura acrilica.
  • Su ceramica abbiamo le pitture vascolari, con i vari ossidi e fondenti.
  • Su seta e altre stoffe abbiamo il batik, lo Shibori, il Serti e l’acquerello.

Su quel che mi piace…

Su quel che mi piace…

Vorrei scrivere qualcosa.

Ho letto la polemica sulla stupenda iniziativa di Google“Celebra anche tu l’orgoglio LGBT”, dove LGBT sta per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender.

Ho colorato anchio la mia immagine del profilo:

Senza un perché ne un percome, Quando è necessario e giusto colorarsi ci dobbiamo colorare, si partecipa alla vita sociale ed affettiva degli altri. Non sei lesbica, non serve esserlo, per colorarti la foto del profilo, se ti colori affermi di non curarti dei comportamenti sessuali di chi ti sta intorno, essi non sono discriminanti, non danno vantaggi ne svantaggi. Mi piace non curarmi di queste cose, poi sappiamo bene che non è vero, i comportamenti sessuali sono metro di giudizio forte, di burle, ammiccamenti, avanzamenti o meno di carriera, ecc. ecc. Ma almeno coloriamoci per un momento, sentiamoci giudicati e non giudici; fa bene. Per capire che una cosa è ingiusta, per valutare quanto sia ingiusta,  bisogna subirla. Ma se la subisci poi vorresti rifarla, è la legge del nonnismo, allora bisogna arrivare a subirla, comprenderne l’ingiustizia e non usarla per il discrimine di altre persone. Ecco, forse, la discriminazione è la conseguenza, sbagliata, di ogni ingiustizia subita.

discriminazione Distinzione, diversificazione o differenziazione, operata fra persone, cose, casi o situazioni.

discriminazióne [Der. del lat. discriminatio -onis “scelta”, dal part. pass. discriminatus di discriminare

Comunque si può scegliere dove stare senza discriminare altri.

Tutti gli altri sono diversi da noi e noi siamo diversi da e per tutti gli altri.

Coloratevi, per un po.

A me piacciono i colori, anche se ne preferisco uno fra tutti.

Giancarlo

 

Era digitale

Siamo nell’era Digitale.

Il mondo diventa digitale:

Home banking.

Acquisti on line.

Orari di aerei e mezzi pubblici in generale.

Email.

Visione di film e programmi TV in streaming.

Videochiamate.

Social ecc. ecc.

Ma tu non usi LINUX, hai un sitema operativo proprietario che, nella maggior parte dei casi, ti fa usare software proprietario, software chiuso.

file:///home/io/Immagini/Tux,%20la%20mascotte%20del%20kernel%20Linux,%20nata%20mediante%20uno%20scambio%20di%20e-mail%20in%20una%20mailing%20list%20pubblica.%0A%0ALarry%20Ewing,%20Simon%20Budig,%20Anja%20Gerwinski%20-%20%5B1%5D
Tux, la mascotte del kernel Linux, nata mediante uno scambio di e-mail in una mailing list pubblica. Larry Ewing, Simon Budig, Anja Gerwinski – [1]
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi dirai che funziona bene, che hai tutto quello che ti serve, che se non ce l’hai o installi e funziona subito e subito si sa come usarlo, insomma c’è tutto ed è tutto facile. Mi dirai che c’hai fotosciop, l’ultima versione uscita ieri ed il trancoder per scaricare i film che ti vedi al sabato sera con gli amici, o mediasette premio o skai o qualche altra bella cosa.

Poi dici: !E i giochi, non hai visto che giochi c’ho?  Paura 16, che non è ancora uscita… mondiale, dovresti giocarci”.

Mha, io non sono d’accordo. Usa LINUX che è bello, è ganzo, è etico, è …

Poi dimmi una cosa usi un sacco di bei programmi, tutti nuovi, ma quanto spendi, alcuni costano migliaia di euro, ma come fai? Non faresti meglio a camprarti un bel computer con tutti quei soldi?

Ma quali soldi, sono tutti copiati, a parte uindov che è preinstallato… aha no, anche quello ho craccato l’upgrade all’ultima versione.

Certo per permetterti tutto il software che c’hai dovresti essere un libero professionista ed ammortizzarlo con le entrate professionali.

Ma allora usa LINUX, è gratis, è aperto, è libero, non stai truffando nessuno se lo usi senza pagarlo, se vuoi puoi anche contribuire con donazioni, ma non è assolutamente necessario, non ci sono malware che ti spiano. magari ti copiano la carta di credito, magari inviano solamente la tua email a quacuno, o forse anche i tuoi preferiti del browser o forse anche quelli che hai cancellato, per non farli vedere, vecchie e nuove password, statistiche sulla tua presenza o line ecc. ecc.

Ma allora usa LINUX, che non ti attaccano nemmeno i virus, ma allora usa linux che c’ha GIMP, Light Zone e Raw Therapee.

downloadsplash
http://www.gimp.org Splash screen

linux_fullscreen
http://www.gimp.org Screen shot

 

http://lightzoneproject.org/

http://lightzoneproject.org/

http://lightzoneproject.org/
http://lightzoneproject.org/

http://rawtherapee.com/blog/
http://rawtherapee.com/blog/

Raw therapeewebsite_headerMa allora usa LINUX che c’ha Gparted e puoi partizionarti i dischi fissi come vuoi senza spendere un cent.

http://gparted.org
http://gparted.org

Usa LINUX c’hai Libre office, una suite d’ufficio completa, c’è anche un datanbase facilissimo da usare.

https://it.libreoffice.org/
https://it.libreoffice.org/

e poi, se usi LINUX, ci sono altre migliaia di programmi per tutti i gusti e le necessità, alcuni funzionano bene, come Blender, altri sono un pò criptici, ma nessuno ti chiederà un soldo.

gooseberry_teaser_image_lo
https://www.blender.org/

TekVSaF
https://www.blender.org/

splash274_cat_manu_jarvinen

Mi dirai che di questi programmi, almeno dei più utili, esiste anche la versione per software proprietario, bhe, a maggior ragione passa a LINUX.

Non è difficile, scaricati una distribuzione, o cerca un dvd di installazione nelle riviste in edicola, se vuoi iniziare fallo con UBUNTU, scarichi la ISO, crei un CD o DVD installabile, anche su un CD/DVD riscrivibile, la inserisci nel lettore, spengi il computere e riaccendio, facendolo partire al boot dal lettore DVD.

Ubuntu

Non devi instalare nulla, scegli la lingua e provalo senza installarlo, in pochi secondi hai un sistema operativo con molto software installato, se la tua scheda WiFi supporta LINUX ti potrai collegare subito a internet, altrimenti devi cercare i driver proprietari su dvd ed attivarli.

Adesso puoi provare tutto, se non è gia installato puoi trovare il programma nell Ububntu software center, installarlo nella RAM, provarlo senza problemi.

Quando ti sei divertito abbastanza, o stufato, spengi il computer e tutto sparisce oppure, puoi installare Ubuntu, eliminando il sistema proprietario o mantenendolo assieme a LINUX. Al boot il computer t chiederà quale aprire.

Quando sarai più esperto potrai provare altre distribuzioni, molte nello stesso modo di Ubuntu, senza doverle installalre, puoi fare a meno dei sistemi proprietari, te ne accorgerai

Insomma non usi LINUX? Ma perché? Ma cosa stai aspettando, sii libero, sii aperto sii te stesso,

Giancarlo