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Pari(gi) e Dispari(gi), un gioco pericoloso.

Pari(gi) e Dispari(gi)

Lo sappiamo, noi gente comune, cosa sta succedendo? Credo di no. Quello che è accaduto a Parigi da Charlie Hebdo a ieri sera non ha niente a che vedere con la religione, con l’immigrazione, con l’accoglienza, con l’etica. Forse neppure con la politica, che con le sue scelte ha certamente facilitato il compito ai terroristi. Pari.

E’ solo una questione economica, che poi si dissimula in politica, religione etica, immigrazione, ecc.

La prima spartizione del mondo è stata fatta tra uomo di Neandertal e uomo sapiens che per le loro diverse capacità intellettive e motorie si sono subito fronteggiati e combattuti. Ad armi pari?

Poi l’uomo sapiens, dall’Africa, ha popolato il mondo, anche il nostro.Map-of-human-migrations

World map of human migrations, with the North Pole at center. Africa, harboring the start of the migration, is at the top left and South America at the far right. Migration patterns are based on studies of mitochondrial (matrilinear) DNA. Dashed lines are hypothetical migrations. Numbers represent thousand years before present. The blue line represents area covered in ice or tundra during the last great ice age. The letters are the mitochondrial DNA haplogroups (pure motherly lineages); Haplogroups can be used to define genetic populations and are often geographically oriented. For example, the following are common divisions for mtDNA haplogroups: African: L, L1, L2, L3 Near Eastern: J, N Southern European: J, K General European: H, V Northern European: T, U, X Asian: A, B, C, D, E, F, G (note: M is composed of C, D, E, and G) Native American: A, B, C, D, and sometimes X

In seguito, con l’impero Romano abbiamo vissuto una nuova spartizione del mondo, I romani, la popolazione più medio orientale d’Europa, forse solo seconda solo agli etruschi, con cui conviveva, hanno conquistato e “civilizzato” i “barbari” del nord, popolazioni che sicuramente avevano perso le caratteristiche somatiche degli antichi sapiens Africani. Mentre civilizzavano, hanno aperto strade che hanno collegato, quindi unito, il mondo; che subito si è di nuovo diviso con la nascita delle grandi religioni monoteiste che devono il loro successo alla capacità di aggregazione e sottomissione della gente e soprattutto alla loro intolleranza fondamentalista, che le contraddistingue almeno per la matrice Cattolica e Musulmana. Da allora in poi la situazione è precipitata e la capacità di convivenza pacifica drasticamente diminuita e il mondo non è più stato unito. Maggiori erano le possibilità di movimento di mezzi e persone, minore era la capacità di convivenza. Nel mondo si sono succedute “invasioni barbariche”, “crociate”, aggressioni, spartizioni e sfruttamenti “coloniali”, “guerre” locali e mondiali. Oggi il mondo occidentale vive sullo sfruttamento, passato e presente, di quello sud-orientale.

E ne vive, ne viviamo, bene! Ma possiamo continuare a farlo? Non se gli sfruttati non ce lo permetteranno più. Prima o poi dovremo abbassare gli standard di vita, nessuno è disposto a farlo, quello che sta accadendo è un buon modo per farlo senza che lo decidiamo noi, ci viene imposto dall’esterno, da popolazioni diverse da noi, con altre religioni. O accettiamo di ridurre il nostro livello di benessere o combattiamo. Ma anche combattendo perderemo benessere, come conseguenza del conflitto. La nostra libertà diminuirà in funzione di leggi speciali che saremo però disposti ad accettare ed anzi evocheremo a gran voce. In periodi di tensione, di conflitto, di guerra aperta, in nome della nostra sicurezza, saremo disposti ad essere più poveri e meno liberi, inoltre saremo disposti ad uccidere ed a farci uccidere.

Poi alla fine si raggiungerà un nuovo equilibrio, una nuova economia globale.

Io credo che neppure allora gli sfruttati, che adesso ci terrorizzano ribellandosi, otterranno quello che chiedono, anzi, saranno più poveri e malridotti di adesso, no non troveranno un mondo migliore. Noi, invece, ne troveremo sicuramente uno peggiore, del nostro anche se forse migliore del loro, torneremo verso un nuovo medioevo, un medioevo avanzato, ma pur sempre buio e minaccioso, dove grandi masse riusciranno a malapena a sopravvivere e dove “Signori” o “Nobili” o “Politici” o “membri del Clero” continueranno, per governarci rettamente, a vivere ben oltre i loro ed i nostri limiti. Dispari.

Insomma non cambierà niente, se non che ci sarà una nuova suddivisione del mondo e noi saremo ricacciati in basso, qualche girone infernale più sotto, per ricominciare, grazie a qualche mente illuminata, a ricercare felicità ed autodeterminazione, che se le trovi non te ne accorgi nemmeno. Pari.

Giancarlo

Croceiffel pari
Croceiffel 2015

Bataclan, è veramente l’inizio della fine?

Bataclan

Ecco! Ci siamo, è la fine, l’inizio della fine, della nostra era. Bataclan.

Non potremo più vivere in pace. Non avremo più Europa, finirà la libera circolazione, saremo meno liberi, più controllati, vivremo una nuova barbarie.

Vivremo, rivivremo, quello che accadde dopo l’undici Settembre.

Bataclan incendio

Di chi è la colpa? Della Siria, ho sentito dire, vedremo a chi la daranno ma spero di riuscire soprattutto a capire chi ci sia veramente dietro. Ci sarà una lotta, senza esclusione di colpi per depistare, coprire, deviare, insabbiare ecc, come quelle che abbiamo già visto più volte in Italia nel secolo scorso.

Certamente il rischio più grosso è che, per paura, cambieremo il nostro modo di vivere. Ma chi andrà, domani, al ristorante, al concerto o in treno?

Certamente…

Certamente la guerra in Siria non è estranea all’accaduto, la Francia è andata a bombardare come se niente fosse, come in Libia, come in altri paesi del mondo, come  fanno gli Americani, gli Inglesi, gli italiani e tutti gli altri ancora assieme ai Francesi, appunto.

Purtroppo se vai in guerra non puoi pensare che la guerra non ti venga poi in casa, la guerra terroristica, che è peggio della guerra militare, specialmente se vuoi vivere in pace in casa tua e non ce l’hai un oceano in mezzo.

Terroristi, kamikaze che non contano di sopravvivere alle loro azioni, non li puoi fermare. Terroristi, kamikaze, Europei, addestrati in Siria, Iraq o altrove non li puoi fermare, fermeranno loro la nostra vita, uccidendoci o non permettendoci più la libertà precedente.

Dicono che i terroristi al Bataclan stiano uccidendo uno ad uno gli ostaggi, ma la polizia non interviene, non è facile intervenire ma anche non intervenire è segno di debolezza, di impotenza, proprio quello che ricercano gli attentatori.

Purtroppo, nonostante i muscoli e gli interventismi, più volte mostrati, siamo deboli ed indifesi.

E’ il tramonto? Chissà!

Giancarlo

Noslot

Noslot

Pare ci sia un emendamento alla legge di stabilità “l’emendamento Endrizzi (Movimento 5 Stelle)” per vietare in maniera assoluta e totale la pubblicità sul gioco d’azzardo: “NOSLOT”.

No Slot, Slot Mob, e le associazioni aderenti alla campagna Mettiamoci in Gioco a 24 ore dal voto in Commissione Bilancio lanciano la campagna #noslot e chiedono a senatori e senatrici di votare l’emendamento del M5S.

Ebbene son d’accordissimo e vi consiglio vivamente di aderire.

E’ vergognoso vedere pubblicizzati i giochi d’azzardo in TV, e in qualsiasi altro mezzo di comunicazione o media che dir si voglia. Come è vergognoso che alcuni giochi siano detenuti dallo stato. Come è vergognoso che programmi televisivi e radiofonici facciano “spottoni” gratis diffondendo le quote su scommesse, partite risultati ecc.

Basta!

£1 noslot

$1 noslot

£ noslot

$ noslot

Finiamola con lo sfruttamento dei vizi degli uomini, vizi che non voglio reprimere ma neppure incoraggiare.

Non possiamo far finta di niente, dobbiamo assolutamente smettere di fargli pubblicità.

Su fb c’è anche una pagina di link a senatori della commissione a cui potete inviare una mail.

 

Ho scritto qualcosa sulla pubblicità ai giochi sul post Che culo!

 

Fonti:

Blog di Beppe Grillo

 

 

 

 

 

 

 

Ceppoduro

Plessi scolastici. Austria batte Italia dimolto a zero.

Plessi scolastici.

Plessi: Klein Sankt Paul è una piccola cittadina Austriaca.

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Klein Sankt Paul (KSP)
Comune in Austria
Klein Sankt Paul è un comune di 2.049 abitanti della Carinzia. Wikipedia
Altitudine: 633 m
Area: 68,58 km²
Popolazione: 1.994 (1 apr 2009)
Ci si reca percorrendo al statale 45 che scorre lungo un affluente del fiume Guck e si incrocia più volte con una piccola ferrovia per il trasporto merci.
A KSP ci sono alcune attività commerciali, un museo, una chiesa, fattorie con le mucche, alberghi e ristoranti, un benzinaio e la scuola, in un unico plesso Elementari, Medie e primo ciclo di medie superiori.
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Per chi

fosse interessato ad approfondire i cicli scolastici Austriaci legga qui.
Vorrei precisare che non sono molto d’accordo sulla suddivisione e sull’indirizzo di studio Austriaco e Tedesco più in generale, ma non voglio affrontare questo argomento per ora.
E’ un bel plesso scolastico, entrate distinte per i differenti gradi ed anche per diverse attività, almeno così mi sembra di capire dall’esterno, ci sono anche gli scacchi, nel giardino interno di fronte all’edificio, ma penso che sia un monumento, penso.

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Ma il bello non è il davanti, seppur così ordinato, il bello è il retro:

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La palestra o l’auditorium o l’aula magna, chissà che sarà…
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Che pulizia, appena rimbiancato, macché son venti o trent’anni che capito qua e lo vedo sempre uguale.
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Sono possibili varie attività sportive, ma forse le fanno di rado, pioverà sempre qua
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Si, deve piovere sempre, guarda che giardino curato, comunque mi sa che usano usano degli ormoni che bloccano la crescita dell’erba e dell’erbaccia, si, si… altrimenti come si fa.
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Mah!!! Ma quanto spazio, tutto recintato e recintato alto, che non si perdono i palloni e non si avvicinino pedofili, aggressori e malintenzionati vari.
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Ah, ah, un pezzo incolto, non sarà mica l’orto del custode? Peccato però invece dell’orto ci sarebbero fatte bene gare di salto in lungo. Ma che peccato, che spreco, un posto così grande inutilizzato.
 Insomma una bella scuola, dove i vostri figli si troverebbero bene, naturalmente le nostre scuole sono meglio, niente a che vedere con le loro, proprio non si può fare il paragone.

Plessi, Bucine

Comune italiano
Bucine è un comune di 10 194 abitanti della provincia di Arezzo. Il suo territorio è uno dei più estesi della Toscana. Wikipedia
Area: 131,1 km²
Regione: Toscana
Bucine sorge lungo la valle del torrente Ambra e a lato della strada Statale 541. Ha una stazione ferroviaria servita dalla linea Firenze Roma, ma il tratto che passa per il paese è divenuto secondario, dopo la realizzazione di quello Montevarchi Arezzo ad alta velocità.
Anche noi abbiamo attività commerciali, nessun albergo ma qualche ristorante, il benzinaio, non da molto in verità, la Chiesa ed il plesso scolastico con scuole elementari e medie inferiori.
C’è anche un asilo, ma non le superiori, nemmeno il primo ciclo, ma il sistema scolastico Italiano è diverso da quello Austriaco.

Foto

Plessi, entrata
Entrata. A piedi e per i pulmini, che non possono girare intorno ma vanno sul retro e riescono da qui.
Plessi, medie
Vista da sopra, dove c’era il vecchio campo sportivo. Questa è la parte opposta all’entrata. C’è un grande spazio verde con una piccola piazzetta e dei gradoni, ora qualche alberello cresciuto nel frattempo. La strada che gira intorno alla scuola qui è in discesa (o salita se proprio volete criticare), ed è pedonabile, nel senso che ci possono passare solo a piedi, o in bicicletta e motorino, se fosse permesso. Volendo si percorre bene anche con l’apina 50, sia chiaro.     http://www.arezzoora.it/blog/tag/scuola/

 

 

retro medie
Retro dove sostano e girano i pulmini. Questo piazzale finisce in una rupe che cade di una ventina di metri sulla via maestra di Bucine, ci sono delle scale pedonali per scendere. Questa foto, presa da internet, mostra l’edificio quando era nuovo, anche il piazzale, che non è piccolo, bisogna dirlo.                      http://brunelleschi.imss.fi.it/itineraries/image/img36330.html

 

 

Plessi, La scuola e' posizionata sulla collina non in cima ma a metà.
La scuola e’ posizionata sulla collina non in cima ma a metà. Sopra c’è il vecchio campo sportivo, circa a + 10 m. Di lato delle case a schiera, direi a +5 m sopra il livello del plesso. Dall’altro lato la strada che finisce in un greppo, che cala sugli orti accanto sopra le case di via Roma forse il livello degli orti è a -2 m, di sotto; oltre il piazzale un grande greppo che scende alla via maestra direi fino a -15 m, servito da una scala in cemento per l’accesso ed il deflusso dal e verso il centro.
Plessi, Qui si vede meglio come sia circondata da mura, case e dirupi.
Qui si vede meglio come sia circondata da mura, case e dirupi.
Plessi, piccola

Prima di concludere

vorrei far notare come, da questa foto qui si vede ancora meglio, non ci sia spazio intorno, come non possa essere raggiunta facilmente da un’ambulanza, se non dall’accesso unico che potrebbe essere bloccato in caso di calamità o emergenza. E in caso di incendio, come entrerebbe un camion dei pompieri?
Non è che il plesso dovrebbe essere dichiarato inagibile?
Me lo chiedo spesso, che ci voglia una tragedia per dirlo? Preferirei di no. per fortuna non c’è posto per molte attività sportive, o ludiche se non nella palestra interna, con campo di pallavolo o due canestri (o si gioca a pallavolo o a basket), quindi oltre l’orario scolastico il sito si svuota.
L’accesso all’edificio però, almeno al suo esterno, è praticamente libero e senza controllo, da più lati dell’edificio stesso.

Plessi,

in fondo sono solo plessi scolastici di nazioni diverse.
Bene.
Vi ho mostrato la scuola di Klein Sankt Paul, la piccola San Paolo, come recita il suo nome, ma che ha una grande scuola, ma forse perché serve anche il circondario, come quella di Bucine del resto.
Meno male che non abbiamo un flusso turistico rilevante da KSP, e neanche dall’Austria, rischieremmo il ridicolo, io, per intanto mi vergogno, mi vergogno tanto e profondamente.
Vi vergognereste voi? (io sono nato e cresciuto; vivo ed ho sempre vissuto a Bucine e i miei figli hanno frequentato e frequentano ancora il plesso).
Giancarlo

Renzi contro Camusso, dov’è il problema?

18 Set, 2015

Renzi contro Camusso

Renzi ce l’ha con i sindacati, un’assemblea di tre ore ha tenuto chiusi i cancelli di alcuni siti archeologici romani, e allora twitta:”Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’Italia. Oggi decreto legge #Colosseo#lavoltabuona”.

Anche il ministro dei beni culturali Franceschini prima di Renzi: “Ora basta, la misura è colma”. “Non lasceremo la cultura in ostaggio dei sindacalisti contro l’Italia”. “Uno sfregio per il nostro paese”.

E la Camusso risponde: “Si vuole togliere democrazia ai lavoratori?”, l’assemblea era stata da tempo richiesta ed approvata dai dirigenti responsabili.

Renzi e Franceschini non accettano le code chilometriche ai cancelli di ingresso, non accettano che non si permetta ai turisti di usufruire della visita ai nostri beni culturali, in un era in cui anche il turismo è diventato “mordi e fuggi”, che se perdi tre ore perdi ogni speranza e allora d’accordo con Renzi, il titolare dei Beni culturali proporrà all’esecutivo di inserire musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali.

Renzi contro Camusso

Questa la cronaca, che potrete gustarvi meglio leggendo la nostra fonte.

Cosa voglio dire a proposito di questi fatti? Per prima cosa che è ridicolo che si cerchi, da parte di un governo che si dice di sinistra, di scaricare le responsabilità dello sfacelo della gestione dei beni culturali (siti architettonici, parchi, musei ecc.) su un’assemblea sindacale.

Renzi contro Camusso Colosseo-Roma_FotoSketcher

E’ vero i dipendenti pubblici sono facilitati negli scioperi e ne hanno massivamente approfittato, nei trasporti ad esempio, dove per lo sciopero di un controllore si fermava un treno, o per un impiegato del traffico aereo ENAV tutti i voli stavano a terra. E’ stata una delle più grandi vergogne d’Italia, ma certo l’Alitalia non è fallita per gli scioperi, il marcio era anche altrove, soprattutto altrove.

Vogliamo parlare dei treni? Degli Autobus? dei Musei? Ecco parliamo dei musei, le file per entrare, in quelli “buoni” ci sono sempre, passi davanti agli Uffizi, a qualsiasi ora di qualsiasi giorno e ci sono code. Anche all’EXPO, ci sono code di alcune ore per vedere i padiglioni migliori o più richiesti, eppure dovrebbero essere stati fatti sapendo bene, o almeno con una buona approssimazione nella previsione del numero di visitatori previsti.

Sarà in corso un’assemblea anche li, chissà?

Renzi contro Camusso

Caro Franceschini, caro Renzi, si vede che siete giovani ed inesperti, per far funzionare le cose, specialmente quelle che coinvolgono ospiti e turisti, ci vuole altro che il servizio pubblico essenziale. Ci vogliono donne e uomini motivati, un organico sufficiente da non dover richiedere straordinari, che neppure sono stati pagati, a quanto mi risulta dalla mia fonte.

Renzi, da grande rottamatore (Matteoooo???), cambia le regole assumi custodi in quantità sufficiente. Trasforma il custode in persona amica, che guida il visitatore e lo fa stare bene. Metti ristori e negozi dai prezzi contenuti. Fai convergere nel museo, trasporti pubblici a sufficienza. Chiudi le buche, rattoppa i marciapiedi, ridipingi le strisce.

Ma fallo fare bene, non come ora che dopo un mese le strisce non si vedono più. Metti cartelli, informazioni ovunque e facilmente accessibili, twittale se vuoi, ma il turista deve trovare aperto. Deve entrare subito. Deve potersi sedere e ristorare senza poi dover digiunare la sera, per rientrare nel budget. Allontana gli ambulanti, non di tanto, ma almeno che all’entrata dei musei ci si possa muovere liberamente.

Il problema, caro Franceschini, non è una, cento, mille assemblee, il problema è trovare il museo aperto, visitabile ed interessante.

Renzi contro Camusso

Il Colosseo è bellissimo e non devi fare nulla, nulla di più che aprirlo alla gente.

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Renzi contro Camusso.

Lascia stare la Camusso, che fa il suo mestiere, anche se ti da fastidio, anche tu fai il tuo mestiere e trova le risorse per attirare i turisti e farli tornare ancora, contenti di poter ammirare e usufruire quello che nonostante tutto vengono ancora a vedere a migliaia, da tutto il mondo.

Datti da fare, non stare sempre li riunito in consiglio, vai nei parchi, vai nei musei, vai a spasso per Roma, Firenze o dove vuoi tu, ma non ci andare avvisato, con la scorta o i bodyguard, vai solo, al limite con la signora e i figli. Raggiungi il centro con i mezzi pubblici, passeggia, chiedi informazioni, guarda e impara.

Poi mi dirai, ma l’Italia sarà migliore.

Ceppoduro

 

Fonte : roma.repubblica.it

Che culo, non capita a tutti di avere un culo così

Che culo

Che culo: leggo sul CORRIERE.IT la notizia di due sposi novelli che hanno rinunciato alla lista di nozze e chiesto grattaevinci, invece della solita donazione al CALCIT o a soldi in contanti per spenderli a piacere o farci quello che gli pare.

E pare abbiano vinto, oltre 600.000€, accidenti che…

Che culo 1Ora, devo dire che l’articolo non era molto bello, ne interessante, sembrava più un comunicato stampa dei Monopoli di Stato, o di una qualche società priv-ubblica che lucra sui vizi della gente, e forse lo è (un comunicato stampa), oppure è solo una leggenda metropolitana, riportata per sbaglio, ne ha tutte le caratteristiche.

Non si dice chi siano gli sposi, nemmeno si mostrano i tagliandi vincenti, non si sa niente, di niente, se non i nomi dei giochi coinvolti, quelli si, scanditi a chiare lettere.

Sembra proprio uno spot.

Certo che il Corriere dovrebbe essere un giornale serio anche nella versione on line, serio e non fare pubblicità nascosta, meschinamente, al gioco d’azzardo. Che siano stati fregati anche loro? Qualcuno gli avrà passato un redazionale e si son scordati di leggerlo prima di pubblicarlo, forse lo hanno letto ma non lo hanno capito, troppo ghiotta era la notizia:

Che…

Che culo 2

Ho letto un commento, da qualche parte su un sito che riportava lo scoop del Corriere, il quale rammentava come molti Italiani non riescano a mettere assieme il pasto con la cena, e quindi criticava aspramente la pubblicazione di certe “notizie” tendenziose; come dargli torto.

Certo gli Italiani non se la berranno, non ci sarà nessuna coppia che vorrà imitare gli sposi menzionati nell’articolo. Ma quanta pena, quanto dolore per quei connazionali che nel gioco ripongono tutte le loro speranze e giocano convinti di potercela fare. Quale tristezza il circo Barnum di quelli che contribuiscono a farli illudere e a fargli giocare la vita.

Vere o valse le notizie di questi articoli sono proprio indecenti, come del resto lo sono le pubblicità occulte al gioco d’azzardo. Come quando in TV danno le quotazioni delle scommesse sulle partite, legali, legalizzate, certamente, ma ditemi a cosa servono, di cosa ci informano, se non che possiamo/dobbiamo scommettere sull’evento.

Per leggere l’articolo del corriere clicca qui.

Ah-a dimenticavo,

l’articolo non ci dice neppure il controvalore dei tagliandi ricevuti dalla coppia, solo il numero 5.000, ma non gli avranno mica regalato gratta e vinci pidocchiosi, saranno stati da 5, 10 o 20 €, quindi diciamo gli hanno regalato 50.000€ (Che culo).

In un gioco da 10€ i premi da 100.000€ sono dodici su 34 milioni e mezzo di biglietti (lo 0,000034722% ).

In un altro gioco da 20€ i premi da 100.000€ sono 8 su 60.000.000 (60 milioni) di biglietti (lo 0,000013333%)

Devo dire che nel primo gioco ci sono anche altri 12 e nel secondo altri 8 premi maggiori, premi miliardari, ed anche altri minori. Devo dire che ho fatto i conti per un singolo biglietto. Con 5.000 le probabilità aumentano, ma insomma facevano meglio a farsi dare i 50.000€. 50.000€ che ad una coppia normale che lavora, servono alcuni anni per guadagnarli.

Che pena però, che vergogna, che Italia.

Ceppoduro

Fonte: Corriere.it

Fonti alternative tutte uguali: seguonews.it Fanpage.it Supernotizie.it – Anche assopoker.it si rifà al Corriere ma aumenta la vincita da oltre 600.000 a oltre 2 milioni, pur essendo uno dei pochi a dubitare che la notizia sia seria.

 

 

Sempre LINUX, scopriamo quello che ha e quello che fa

Sempre LINUX

Voglio parlarvi ancora di Linux, Sempre LINUX, ma prima, dato che in questi giorni è uscita la nuova versione di Windows, facciamo qualche premessa: La nuova release di Windows è stata rilasciata gratuitamente, può essere installata dopo averla scaricarla da internet, proprio come una distribuzione LINUX, insomma, quasi proprio come una qualsiasi distribuzione Linux. Sembra uguale ma non lo è. Linux lo scarichi lo installi e lo usi assieme a centinaia di programmi utili e basta, Windows 10 alla fine lo dovrai pagare, o se non lo pagherai l’affitterai, o, se nemmeno l’affitti, lo usi di frodo, ma comunque pagando Windows 7 o 8, che comunque era già installato nel PC quando l’hai acquistato. Molti, comunque fanno come te, non pagano i software che girano sotto Windows, ne gli aggiornamenti del sistema operativo.

Lo so, i professionisti pagano, che loro sono controllati e controllabili ed è meglio che righino dritti.

Certo, anche se personalmente non sono d’accordo, molti dicono che Windows ha costruito la sua supremazia proprio così, tollerando, forse auspicando, le installazioni pirate, garantendosi il business con il SO preinstallato ovunque perché standard de facto.

Fortuna che c’è il MAC, che almeno c’è un’alternativa, ma su quanto sia alternativo se ne potrebbe discutere a lungo, anche qui non devi fare nulla fa tutto l’OS di Apple. I software per questo SO ci sono, sono tanti e per ogni gusto, e costano poco. Anche i software per Apple fanno ciò che vogliono, come vogliono, come quelli per Windows, ma almeno lo fanno bene. Poi la qualità dell’hardware i monitor, per esempio, sono bellissimi e funzionali, con una resa di immagine eccezionale.

Ma anche qui, giustamente, paghi; paghi tutto.

Fortunatamente non tutto è in vendita. C’è chi ama condividere le cose che ha, che fa, che pensa, ciò che idea: questa filosofia si chiama Open Source, si chiama GNU-LINUX. Puoi usare tutto e cambiarlo se ti va e se sai programmare, altrimenti ti devi accontentare. Non è semplice programmare, ma se un programma non riesci ne a crearlo, ne a modificarlo, puoi tradurlo, aiutare a tradurlo, puoi fare anche altro, per esempio provarlo e condividere i risultati ed aiutare gli altri, aiutandoli a farlo ed a migliorarlo. Puoi anche pagarlo, con donazioni o pagando qualcuno per la consulenza o l’aiuto che ti può dare nell’utilizzarlo.

Se poi hai voglia di imparare qualcosa di nuovo, impara a programmare, in LINUX ci sono tutti gli strumenti per imparare un nuovo linguaggio, un linguaggio di programmazione, e sono tutti disponibili e gratuiti, per te.

Sempre LINUX.

Quando ti procuri un software libero, open source, a sorgente aperto, il software è tuo, puoi consultarlo, modificarlo, darlo ad altri, anche cancellarlo, sei libero, è tuo.

Solo una cosa non è consentita: non puoi, mai, cambiare la licenza di uso. Non puoi renderlo un software chiuso, non puoi proibire ad altri quello che è concesso a te,. Di controllare cosa hai fatto, di condividere o anche di vendere quello che hai fatto, di ficcare il naso nel codice e vedere, capire e discutere, se del caso censurare, quello che hai fatto. E tutti devono avere la possibilità di capire di vedere, utilizzare, distribuire ecc. la copia di quello che hai modificato o semplicemente di quello che hai ridistribuito. Cioè devi fornire una copia del sorgente del programma, se richiesto, naturalmente, da cui il termine Open Source: sorgente aperto.

Ma per il resto puoi

utilizzare, possedere e distribuire il programma come vuoi; puoi anche solo cambiare lo splash screen e dire che lo hai fatto tu, ma sarebbe gentile mantenere le informazioni su chi lo ha creato e gli altri che vi hanno lavorato, comunque lo puoi fare, e non devi pagare nulla.

Ci sono software in Windows che per pagarli dovresti usarli per lavoro in modo da poterne ammortizzare il costo, in Linux no, il software lo scarichi, lo installi e lo usi. Se non ti piace ne cerchi un altro e via.

Sempre LINUX

I detrattori di Linux spesso criticano la pochezza dei programmi open source; è vero ce ne sono molti che sono semplici e banali, ma tanti altri che sono a livelli comparabili, per certi versi migliori, di quelli commerciali, si deve solo imparare ad usarli e magari usarli assieme ad altri programmi, uno fa una cosa l’altro un’altra, così si riesce a fare tutto.

Molte volte le limitazioni ci sono ma non sono dovute ad impostazioni restrittive, come nelle versioni di prova dei programmi freeware, ma solo al fatto che ancora, quei bug o quelle mancanze non sono state affrontate e risolte. Molti di quelli che realizzano e mantengono programmi open source non vengono pagati, lo fanno per passione, gratis.

Sempre LINUX.

Comunque se vogliamo parlare di programmi open source che sono veri gioielli, posso fare alcuni esempi:

LIBRE OFFICE od OPENOFFICE.ORG che come suite di ufficio offrono un elaboratore di testi, un foglio di calcolo, un programma di presentazione di diapositive, un gestore di immagini ed un database tutti al massimo livello, Naturalmente ogni programma permette di esportare i file prodotti in molti formati, compreso in PDF ed il visualizzatore di questi file è sempre installato di default come una delle due suite più sopra, e funziona benissimo.

Chi si occupa di grafica apprezzerà BLENDER, GIMP, INK SCAPE, PANORAMA – HUGIN e SHOT WELL.

Sempre LINUX Gimp

Sempre LINUX Ink Skape

Sempre LINUX Shot well

Chi si diletta con il Multimedia può gioire di VLC, BRASERO; MIXXX, FFDIAPORAMA, OPEN SHOT, XBMC (media center).

In internet puoi navigare con FIREFOX, Email THUNDERBIRD, FILE ZILLA. LINPHONE.

Poi c’è il  lettore di schermo ORCA, c’è un programma che cattura la schermata, che gestisce la WEB CAM e ci sono strumenti di sviluppo, e poi giochi e tanto, tanto altro.

Tutto gratis e libero.

Poi parleremo delle distribuzioni:

Distribuzione Linux

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Sempre LINUX Tux

Una distribuzione Linux (detta anche distribuzione GNU/Linux, gergalmente distro), è una distribuzione software che costituisce un sistema operativo basato sulla famiglia dei sistemi utilizzanti un kernel Linux, spesso corredato da elementi applicativi del progetto GNU.

Tali distribuzioni appartengono ad una famiglia dei sistemi operativi detti Unix-like, perché derivati da Unix.

A presto

Giancarlo

Quando bisogna affermare le proprie idee?

Quando bisogna affermare le proprie idee?

Quando? Sempre!

Insomma andrebbe tolto il quando e l’interrogativo.

Bisogna affermare le proprie idee!

“That’s all” , basta così non c’è altro da dire, le nostre idee non devono essere represse ne nascoste, sono le nostre idee, dobbiamo esserne orgogliosi, devono garrire al vento come bandiere.

Ma non sempre è così. Direi: quasi mai è così. Abbiamo paura, di urtare il nostro interlocutore, di essere mal considerati da lui, di farcelo nemico con tutte le conseguenze possibili.

Perché?

Perché non siamo sicuri delle nostre idee, della loro correttezza. Temiamo il giudizio, negativo, di chi le ascolta. Allora ci rifugiamo nel luogo comune, nella banalità, in quello che dicono gli altri, nel qualunquismo, nel fascismo. Per non essere surclassati da un giudizio, giudichiamo gli altri e il mondo nel modo più becero.

Allora ne consegue che taciamo le nostre idee quando pensiamo siano deboli, e sbagliate ed è giusto tacerle, direi, se non ne siamo convinti neppure noi.

Ma non esprimere idee, se non le altrui, anche se sono le più popolari, idee che sempre sono altrettanto, se non più,  inconsistenti e stupide delle nostre, è ancora più sbagliato e pericoloso. Se dai per buone le idee altrui, le supporti e le diffondi. Se sono cattive idee, anche se li per li non ti sembrano male sulla scia del consenso generale, stai potenziandole, aggiungendoti alla folle folla che non pensa da se, le stai diffondendo, come fa del “verbo” la religione, senza ragione.

Ecco, il mondo è pieno di stupidi, che proclamano idee stupide di altri e che contribuiscono ad affermarle.

NON E’ UNA BELLA COSA.

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Questo sistema non ha portato pace e benessere, solo guerre e devastazioni.

Gente ragionate con la vostra testa ed esprimete i vostri pensieri, siate pronti a confrontarli con quelli degli altri, senza preclusioni e chiusure mentali, valutate, confrontate le diverse idee e fatevene una terza, vostra, nuova e più forte, più corretta, più vera.

Gridatela, se necessario. Diffondetela, ma pronti a confrontarvi con gli altri e le loro idee.

Grazie

Giancarlo

Venditori ambulanti, un business?

Venditori ambulanti

Ve lo avevo detto che volevo parlare di venditori ambulanti.

Mentre stavo sul muretto a mangiarmi un panino ed osservavo il mondo, ho notato un venditore ambulante, anzi due. Arabi? Indiani? Non so. Sicuramente non Europei. Forse padre e figlio, sicuramente assieme, vendevano giocattoli (peluche), aste per selfie e luci a led stroboscopiche. Magari anche altro, ma non ho potuto veder bene.

L’anziano era il boss, una cinquantina di anni, ma forse quaranta, mentre il giovane venti, ma forse trenta. Il magazzino merci in uno zaino, il bancone, parte per terra sopra un cencio, ben piazzato sulla via di accesso al viale delle giostre, chi passava di li doveva rallentare, mettersi in fila e osservare la merce.

Altra merce in un banco, fatto da un piano di cartone sopra una scatola, sempre di cartone, messa fra lo zaino ed il banco. L’altra parte della strada era chiusa, tutti passavano davanti alla merce e rallentavano. Una bella lampada da lettura, a led, illuminava l’offerta, sia nel cencio in terra che, all’occorrenza, sul bancone.

L’altro più avanti di un metro illuminava con il led la strada per attirare la gente, alla luce faceva fare giochi sui piedi dei passanti, col buio li sollecitava a guardare nella sua direzione, a volte anche il vecchio giocava con la luce, più o meno allo stesso modo.

Affari

Nei venti minuti che son stato li non hanno venduto niente, dopo è arrivata più gente e spero abbiano fatto meglio, più affari.

Poi è arrivata una comitiva di connazionali, si sono animate molte voci, ma poi non mi pare abbiano comprato niente neppure loro, peccato. Qualcun altro si è fermato a contrattare o chiedere prezzi, ma penso che neppure loro abbiano acquistato alcunché, però magari mi sbaglio, non sono stato troppo attento.

Mi domando quanto si possa fare, incassare, in una sera particolarmente buona? I prezzi al consumo saranno stati di pochi euro, 5, 10, non credo di più, per ogni articolo.

E se veramente l’uomo ha conquistato 10 clienti ha fatto cento euro lordi, certo non paga le tasse, ma l’IVA forse sì, e chissà quanto gli costa ogni pezzo.

Insomma è un business povero, di sopravvivenza, ma fatto dignitosamente.

Epperò campano e devono campare con qualche euro e magari inviarne un po a casa.

Non mi sembra giusto, non mi sembra normale.

Magari mi sbaglio, e vende decine di oggetti, uno zaino pieno, e…

…e poi, in fondo in fondo, chi ci guadagna?

Beh, qualcuno ci sarà.

 

Giancarlo

Immigrati

Montevarchi 6 settembre 2015

Immigrati

Ero alla festa del perdono a Montevarchi, mi mangiavo un panino ed osservavo il mondo.

Il mondo perché Montevarchi non è più Italia ma Mondo.

A parte i profughi, che scappano dalla guerra, ci sono tante persone da noi che scappano dalla fame, quelli del Mondo intorno a me, credo siano scappati dalla fame, dalla povertà e dall’indigenza.

Gli stranieri in Italia non sono tanti, ufficialmente nel 2012 circa il 10%, fra regolari e irregolari

Schermata del 2015-09-06 17:36:00
Fonte ISMU https://it.wikipedia.org/wiki/Fondazione_Ismu

2012_12_stime_irregolari_XVIII_rapporto_ismu

Guardando il mondo alla festa sono molti di più, più che gli Italiani.

Non li ho contati, ma se sono Pakistani o Indiani, si vede. Se hanno la pelle scura e si vestono fasciati di ampi veli. Se anche solo nei capelli hanno il velo è improbabile che siano di Montevarchi. Ma ce ne sono tanti che non li riconosci in questo modo: i Balcanici non sono diversi dai Toscani e dai Polacchi, dai Rumeni, dai Macedoni e dagli Albanesi. Anche qualche Marocchino o Tunisino si vede poco di dove venga.

Insomma tra evidenti e non evidenti, siamo diventati un mondo.

Per ora non vedo problemi, sembrano tutti brava gente, che col vestito della festa, si diverte con noi e come noi. Sono noi, che continui così, altrimenti chissà che potrebbe accadere.

La ex Jugoslavia di Tito ce lo ha mostrato chiaramente. Non si possono mischiare etnie e culture come se niente fosse, le diversità, le divergenze, prima o poi vengono fuori, ed allora so’ cazzi.

Non si può nemmeno governare la cosa, ovvero, si governa bene con la pancia piena. Se ce l’hanno tutti, si sta bene ed in pace tutti, ma se qualcuno soffre e qualcuno no, son dolori.

Immigrati

Per ora la pancia di tutti sta bene, almeno sembra, ma se i flussi continuano, senza regole, chissà. Mi domando se i nostri governanti ci abbiano pensato? Credo di no. Ma se la globalizzazione è stata fatta, ora è tardi per la retromarcia, dobbiamo andare avanti.

Ma chi ha voluto questo avrà pensato alle conseguenze? Credo di no, o forse si? In un mondo come il nostro, in un continente come l’Europa nessuno vuole più fare la guerra e non dovremmo più vederla.

Ma in questa è una situazione delicata potrebbe facilmente scatenarsi un conflitto, magari dopo un periodo di tensioni sociali, o di altro tipo, causate dai mal di pancia che non auspicavo sopra.

Se vi sembro eccessivo, controllate la vostra pagina FACEBOOK, cercate i post ed i commenti contro i Tedeschi, i Francesi, gli Immigrati e chi più ne ha più ne metta, vedrete che sono solo realista.

Nessuno vuole una guerra in Europa! Penso che questa sia un’affermazione vera, poi penso al ponte di Mostar distrutto senza che nessuno abbia mosso un dito contro (come i Bussha Afghani del resto). Penso alle bombe sganciate sui Balcani (se non finivano sganciate in Adriatico, sulla via del ritorno). Tutte immagini spettacolari per l’apertura dei TG. Penso anche a cose successe vicino a noi: i bombardamenti sulla Libia, dei nostri caccia, le bombe sui treni, i missili contro gli aerei (sopra Ustica o sopra le lande Russe), più indietro nel tempo ma sempre uguali.

Che ci sia qualcuno…

Mah! Che ci sia qualcuno che veda di buon occhio un nuovo conflitto in Europa? Per azzerare tutto e partire di nuovo da capo, dalla distruzione e dalla fame? Mah!

Fame che fa accettare tutto, dalle migrazioni di massa ai lavori di merda con salari da fame. Ricominciando un ciclo, ormai troppo sbilanciato verso il benessere diffuso, che forse non piace a tutti.

Chissà?

I segni ci sono, i semi sono stati gettati, speriamo solo che trovino un terreno arido, una pietra, dove sia impossibile germinare. Noi cercheremo di non innaffiarli.

Giancarlo