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Sting ed il lavoro a pagamento: “NUOVO SCHIAVISTA?”

Sting ed il lavoro a pagamento

La Stampa ha pubblicato un articolo che è subito rimbalzato su internet con commenti unanimi e perse in giro per Sting. Anche l’articolo non è tenero con il cantante o ex tale ora dedito ad agricoltura e turismo. Addirittura paragona la notizia, l’intenzione di Sting di farsi pagare per poter raccogliere le sue olive, la sua uva o, semplicemente, per zappare la sua terra, alla schiavitù, come evoluzione della stessa che permette anche di risparmiare sul vitto e alloggio.

L’articolo sul fatto quotidiano è più serioso e riporta anche il parere positivo della Coldiretti, una organizzazione sindacale degli agricoltori.

Questo articolo riporta anche la fonte dell’informazione, per cui si può controllare la notizia.

Sembra che la notizia abbia scatenato il pandemonio in Italia, tutti contro sting, nuovo conte, nuovo schiavista, che oltre a farsi pagare offre merende e bicchieri di vino sempre a pagamento, nonostante i milioni di euro incassati nell’ultimo tour.

Mi viene da ridere,

mi viene da piangere,

ma davvero siamo arrivati a tanto, scandalizzarsi perché qualcuno offre un servizio e chiede una ricompensa?

Ma che qualcuno di voi pensa veramente che un qualsiasi proprietario di palestra, o di piscina o di campo da tennis o da calcetto, o dove voi andate a sudare  e smaltire calorie, sia uno schiavista perché alla fine vi chiede dei soldi? Oppure pensate di andarci e chiederli voi dei soldi alla fine della giornata? Ma riuscite a ragionare o il cervello vi è andato in pappa?

Ma certo che Sting fa bene a farsi pagare, anche per il bicchiere di vino, e che lo volete gratis? Ma in quale bar vi ubriacate la sera? E siete sicuri che il vino li non lo pagate? Sting ha speso dei soldi per avere le tenute che ha in Toscana, le ha mantenute, sicuramente migliorate, per offrire un paesaggio unico, un ambiente che gli Inglesi, ma anche molti di noi Italiani, se lo sognano e dovrebbe darlo gratis?

Lui non vi cerca per la vostra competenza agricola, vi offre un servizio, voi non dovete farlo per forza, siete voi (o dovrete essere voi) a voler vendemmiare.

Poi, andando sul pratico, credete veramente di essere in grado di vendemmiare o di raccogliere le olive in maniera seria e professionale, e soprattutto remunerativa?

STING

Lui, o chi per lui, perderà tempo a spiegarvi che cosa bisogna fare, come farlo senza danno per voi e per le piante, dovrà fornirvi gli attrezzi, l’equipaggiamento, il vestiario. Le duecento sterline richieste mi sembrano poche, forse lo fa per vendervi, poi, i prodotti fatti da voi, raccolti da voi, e li guadagnarci qualcosa.

Altro che schiavista, lui è un imprenditore, serio ne di quelli veri, che ha costruito qualcosa, qualcosa che rimane per tutti, che possiamo apprezzare, uno che crea ricchezza ed offre esperienze uniche, paesaggi mozzafiato, vacanze da favola.

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Se poi uno vuole provare lavori più umili della vendemmia, come zappare, rastrellare spazzare l’aia è lo stesso e, giustamente, deve pagare, ma che credete che sia tutto gratis a questo mondo?

A volte si deve anche faticare per il gusto di farlo, e lui vi offre un modo, un modo unico in un posto unico.

Altro discorso è per chi ci lavora veramente in quelle aziende, come i trainer in palestra ed i bagnini in piscina. Queste figure professionali devono essere pagate , assicurate e mantenute. Li occorre indagare ed essere severi ed inflessibili, applicare le leggi, i principi morali e non moralisti, verso chi li assume e li controlla.

Statemi bene e, prima di scrivere cazzate su facebook, riflettete, riflettete, riflettete.

Anche qualche giornalista dovrebbe riflettere, ma non credo che giornalista sia sinonimo di specchio.

Giancarlo

Io ho scritto, in risposta a qualche commento balzano:

Però Sting fa bene. Chi non pagherebbe una lezione (pura fatica) in una palestra? Quindi avere l’occasione di fare sano esercizio fisico in Toscana merita un prezzo. Poi quale sia quello giusto va visto in base all’impegno richiesto ai servizi offerti ecc. ecc. Bravo Sting sei un grande.

Nocino Onicon

Nocino Onicon

Qui trovate la ricetta del Nocino Onicon in formato PDF: 11_Nocino_Onicon

Abbiamo preparato il famoso Nocino Onicon, si fa il giorno di San Giovanni, oggi 24 Giugno, e si beve il più tardi possibile.

Si beve con moderazione perché è maledettamente alcolico.

Se si beve non si guida.

Ingredienti del nocino Onicon
Ingredienti del nocino Onicon
Ingredienti visti da vicino
Ingredienti visti da vicino
Preparazione e tagli noci nel nocino Onicon
Preparazione e tagli noci nel nocino Onicon

Giancarlo

Nocino Onicon o Nocino?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.  

Origine e leggenda

Le origini del liquore sono incerte. Si sa che esistono versioni di liquore di noci in molti paesi europei, dall’Italia, agli Urali, all’Inghilterra. Documenti romani antichi riportano che i Picti, popolo dei Britanni, si radunavano “nella notte di mezza estate e bevevano “da uno stesso calice uno scuro liquore di noce”. Fonti successive riportano che tra i francesi era in uso un liqueur de brou de noix, o ratafià di mallo.

Il liquore fece il suo probabile ingresso in Italia dalla Francia, diffondendosi prima nella zona del Sassello e poi nel Modenese. Il noce mantenne sempre un alone di leggenda, legato alla presenza di streghe e incantesimi, che si trasmise alla preparazione del liquore. Infatti, per tradizione, le noci venivano raccolte nella notte di San Giovanni dalla donna più esperta nella preparazione che, salita sull’albero a piedi scalzi, staccava solo le noci migliori, servendosi delle sole mani e senza intaccarne la buccia.

Lasciate alla rugiada notturna per l’intera nottata, si mettevano in infusione il giorno dopo. La loro preparazione terminava la vigilia di Ognissanti, cioè la notte del 31 ottobre. La tradizione prescrive di non usare attrezzi di ferro per la raccolta dei frutti, in base alla credenza secondo cui quel metallo fosse in grado di compromettere le proprietà delle piante officinali. L’usanza è comunque molto antica e già i druidi la seguivano cogliendo il vischio con un falcetto d’oro.

Abbazia di Sant’Antimo, Osteria Bassomondo e Buonconvento. Che posti.

Abbazia di Sant’Antimo

Ho visitato l’Abbazia di Sant’Antimo,  Osteria Bassomondo e Buonconvento.

Che spettacolo la Toscana.

Che spettacolo il Senese.

A un’ora da casa ci sono tre cose meravigliose:


1 Osteria Bassomondo di Sassetti dove si mangia benissimo (Pappardelle fatte in casa) e si beve meglio (Montecucco e Brunello).

Sassetti2 Abbazia2 L’Abbazia di Sant’Antimo che chi non l’ha vista ha da vederla, in tutti i modi.

Abbazia SANTANTIMO14 Abbazia SANTANTIMO13 Abbazia SANTANTIMO12 Per non esagerare vi faccio vedere solo alcuni fregi architettonici della chiesa.

Che merita una visita solo per questi piccoli, bellissimi, particolari.

SANTANTIMO10 SANTANTIMO9 SANTANTIMO8 I nodi, hanno sempre ossessionato il genere umano: come farli, come scioglierli, mistero e fascino.SANTANTIMO6 SANTANTIMO5 SANTANTIMO4 Potrebbe un barbiere moderno far di meglio?
Barba, baffi e capelli alla maniera del pellegrino o del frate o del vescovo o… bho.SANTANTIMO2 SANTANTIMO13 Buonconvento, un borgo bellino dove si sta proprio bene.

BUONCONVENTO4La via francigena passava di qua.

BUONCONVENTO3 BUONCONVENTO2

La via Francigena attraversa Buonconvento.

si passa di qua, si passa di la, non s può sbagliare.

Comunque siamo vicini a Roma.

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Ma che begli stemmi, nel palazzo comunale.

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E che orologio! Che va, eh? Non è fermo.

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E che stemma coi porcini. Esaustivo.

Che bella zona.

Che bella giornata.

Giancarlo

Marroni

Marroni.

Oggi mangiando alcuni marroni ho riflettuto sui sapori.

Marroni raccolti in Ottobre, messi in purgo in acqua fresca e poi conservati per mangiarli arrosto.

Ogni tanto li sbuccio e li mangio crudi. Sono eccezionali ma di cosa sanno? Non saprei dirlo, oltre ovviamente a sapere di marrone crudo non saprei dire.

Marroni

Invidio i miei amici sommelier, che degustando qualcosa decantano il gusto dei cibi e dei vini in maniera esemplare, che te li fa apprezzare ancora di più.

Però è strano ti parlano di qualcosa dicendoti che sa o profuma di qualcos’altro, ma forse i marroni sanno solo di marrone, specialmente da freschi. e vi garantisco che è un gusto unico inconfondibile, impagabile.

Dovessi dire direi di tannino, ecco il marrone sa di tannino, ma non ho mai gustato del tannino puro, e quindi…

marroni

In realtà quando il marrone si secca il gusto cambia, diventa più rotondo, più dolce, si gli zuccheri si fanno sentire, diversi da quelli crudi e cotti freschi.

Comunque provateli, ditemi di cosa sanno i marroni freschi, sono molto curioso.

Giancarlo

Pane vino zucchero

Pane vino zucchero

Giancarlo Arrigucci

2013 n°10

Pane vino zucchero
In paese (particolare)

Pane vino zucchero

Ingredienti

1. Pane toscano (non salato).

2. Vino rosso (Chianti).

3. Zucchero.

Ferramenta

1. Coltello per il pane.

2. Piatto piano.

Preparazione

1. Tagliare il pane a fette.

2. Bagnare le fette di pane con abbondante vino.

3. Ricoprire di zucchero.

Note

1. Ottimo a merenda.

2. Mi raccomando non guidate subito dopo, attendete di aver metabolizzato e smaltito l’alcool.

3. Il vino deve essere rosso e corposo, anche se non usate il Chianti.

Da bere

1. Acqua.

2. Chianti.

3. Fate voi.

Pane vino zucchero is issued under creative commons attributesQuest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA.

Cipolle alla brace

Cipolle alla brace
Giancarlo Arrigucci

2013 n° 9

Cipolle alla brace
In paese (particolare)

Ingredienti

1. Cipolle secche.

2. Sale.

3. Olio extravergine di oliva.

4. Aceto di vino.

Ferramenta

1. Un bel fuoco, con tanta brace.

2. Scodella.

3. Posate.

Preparazione

1. Per prima cosa preparare il fuoco e fare tanta brace.

2. Prendere le cipolle e seppellirle nella brace.

3. Dopo circa venti minuti sono cotte.

4. Toglietele dal fuoco e sbucciatele della parte fogliosa esterna bruciacchiata.

5. Raccogliete la parte interna in una ciotola ed aprite a spicchi (se preferite tagliate in quattro con il coltello).

6. Condite con olio, sale ed aceto.

Note

1. Mangiate calde sono buonissime, ma anche fredde non sono male.

2. Piatto completamente vegetariano, ma contorna bene la carne.

Da bere

1. Acqua in abbondanza, ma del pozzo o della fonte.

2. Vino, buono.

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In autostrada

In autostrada mi sono fermato in un area di servizio. Entro e chiedo un panino e una bottiglia di acqua.

Il cassiere mi chiede, gentilmente, se voglio anche un caffè, al mio diniego non insiste, pago, prendo lo scontrino e vado al bar.

Chiedo il panino, con la mortadella, e l’acqua.

“L’acqua può prenderla dal frigo, il panino glielo scaldo?”

Domando se sia un panino surgelato, mi dice di no. Allora perché scaldare un panino con la mortadella?

“Alcuni clienti lo chiedono così”, mi fa.

“Non io, grazie” rispondo.

Il panino è un po freddo, forse meritava scaldarlo, ma la mortadella, no, mai.

Credo che la scena giusta sarebbe stata quella della sua risposta: l’avventore, io, chiede di scaldare il panino, non il barista.

Qualcosa non va, specialmente per un panino con la mortadella.

Perché succede? Perché non ti danno un panino con qualcosa e basta?

Forse per le norme igieniche o forse per giustificare i prezzi che chiedono in autostrada, te lo devono scaldare per forza, forse è per questo, il prezzo da autostrada, che a volte, assieme alla mortadella, ci sono fette di formaggio. Formaggio??? con la mortadella? Ma anche con il prosciutto, la coppa e quant’altro, perché non ci date pane e companatico? e basta!

Non sarebbe stato meglio usare del pane fresco, a temperatura ambiente, invece che un pezzo di ghiaccio da riscaldare?

Sono esterrefatto.

Devo rifletterci.

Giancarlo