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Estemporanea a Pianello, il 2 Giugno, festa della Repubblica.

Estemporanea a Pianello

Estemporanea a Pianello, il 2 Giugno 2016, festa della Repubblica, si è svolta a Pianello (PG) la sagra del prosciutto, hanno partecipato il sindaco di Perugia e una rappresentanza di Bersaglieri; poi tanti pittori.

Estemporanea a PianelloEstemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello

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Che hanno iniziato, quasi, subito a dipingere.

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Estemporanea a Pianello

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Estemporanea a Pianello
Primo giro di pittura

Estemporanea a Pianello
Tutti a tavola rallegrati dalla fanfara dei bersaglieri.

 

 

Poi siamo andati a mangiare qualcosa, ci hanno servito un ottimo pasto, occorre dirlo, poi c’era al banda dei bersaglieri a farci correre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo pranzo ancora a dipingere, velocemente che il tempo passa.

Un secondo valtzer ai tavoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fuori, nel frattempo gareggiavano i trattori:

Potenti trattori si sfidano a tirarsi la fune.

 

 

 

 

 

Poi le opere:

Alcuni quadri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed infine la premiazione.
Quattro primi ex equo, poi gli altri:

I premiati

 

 

Spero di rivedervi presto.

Giancarlo

Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti.

Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti. TTIP

Transatlantic Trade and Investment Partnership. TTIP

Cos’è? E’ un trattato che ha lo scopo di creare una zona di libero scambio tra USA ed Europa. Abbattendo barriere doganali ed uniformando regolamenti e legislazioni si creerebbe un’area commerciale, probabilmente, la più grane del mondo. Vasta e libera. Libera di esportare, senza controlli senza divieti.

Si stima che il pil mondiale aumenterà entro il 2030 di mezzo punto percentuale, se il trattato verrà fatto.

Sarà possibile esportare i nostri formaggi i America senza dazi, finalmente uno sfogo commerciale alla stagnazione di mercato per i pastori Italiani.

Insomma sembra bello, almeno stando a chi è favorevole.

Non è che finora fosse facile giudicarne gli scopi, il trattato è stato ufficialmente desecretato nel 2014 ma solo oggi i deputati Italiani hanno la possibilità di leggerlo, in un’apposita sala di lettura in parlamento. In realtà ci sono alcune limitazioni, ma  altrimenti si può cercare on-line, dove si trova tutto e di tutto.

C’è chi è favorevole, dicevo, ma c’è chi è contrario, come Greenpeace e l’associazione campagna stop TTIP.

Ci sono molte ragioni per condividere le preoccupazioni dei contrari.

In primo luogo la segretezza: non è bello far le cose di nascosto.

In secondo luogo la vaghezza degli scopi dei promotori e dei vantaggi per la comunità.

Terzo la perdita di etica. Non si vive di sola etica ma della sua mancanza si muore.

Aumentare il profitto a scapito della qualità offerta, non è etico. Imporre regole meno stringenti sui controlli e sui limiti accettabili non è etico, è criminale.

Abbiamo veramente bisogno di questo trattato?

Forse che non riusciamo a trovare uno smart-phone americano in vendita nei nostri negozi? O forse ci vorrebbe una maggiore disponibilità hamburger ad un prezzo migliore, si forse sarebbe meglio trovare del vero Gallo Nero Californiano negli scaffali delle nostre enoteche e non quell’insulso Chianti che abbiamo.

Siamo sicuri che i pastori Sardi Toscani riusciranno ad esportare il pecorino o il marzolino in Alabama? O non dovranno chiudere bottega perché non potranno competere con il formaggio della North Carolina, fatto con latte ormonale di mucche ormonate che  producono “latte” a fiumi, come piovesse in Ambrella.

I nostri agricoltori saranno in competizione con i Rancheros, finalmente, era ora che aziende di pochi ettari si confrontassero con altre che coltivano aree più grandi delle nostre ex province. OGM, pesticidi polli al cloro, ci dovremo adattare al loro stile di vita, uno stile “Awuanagana” mentre il “made in Italy” sarà sempre più made e meno in Italy, ma la cola non ci mancherà, colà.

Insomma il TTIP non ci piace.

NHJ
Bigmac_McDonald’s・Tokyo,_Japan photography day, 2006/10/24 photography person kici ja:日本マクドナルド Nessun autore leggibile automaticamente. Kici presunto (secondo quanto affermano i diritti d’autore). – Nessuna fonte
Ci piacciono le cose semplici, Italiane, verdure, salumi, carni fresche o secche, pesci , uova, pasta e riso, ma tutto fatto come sappiamo farlo noi, con i nostri metodi e le nostre regole. Non abbiamo bisogno di altro.
Cheeseburger
A cheeseburger. Renee Comet (photographer) – This image was released by the National Cancer Institute, an agency part of the National Institutes of Health, with the ID 2652 (image) (next). Questo tag non indica lo status del copyright dell’opera ad esso associato. È quindi richiesto un normale tag di copyright. Vedi Commons:Licenze per maggiori informazioni. English | Français | +/− Dettagli dell’autorizzazione This image is a work of the National Institutes of Health, part of the United States Department of Health and Human Services. As a work of the U.S. federal government, the image is in the public domain. Mostra altro Pubblico dominiovedi termini File:Cheeseburger.jpg Creato: 1 January 1994

Guardatevi una di quelle oscene trasmissioni sui cibi americani, Chili con carne o carne (ribs) coperta con salsa barbecue, oppure solo carne tritata e formaggio Cheddar, il tutto addolcito con un mare di sciroppo d’acero è quello che troveremo nelle nostre tavole. Solo quello.

No!

Il TTIP No.

Ceppoduro

fonti:

Campagna stop TTIP

Wikipedia

Commissione Europea

ANSA

Greenpeace

Greenpeace 2

 

 

 

 

 

Pane o pasta o patate.

Pane, pasta e patate

Vi voglio parlare di un avvenimento paradossale, che sembra  sia veramente accaduto, ma che se anche non lo fosse potrebbe, comunque, paradossalmente accadere. Riguarda cibi poveri come pane o pasta o patate.

Secondo teorie economiche ormai affermate il prezzo di beni, prodotti e servizi sale all’aumentare della richiesta. Di contro l’aumento del prezzo porta, inevitabilmente ad una diminuzione della richiesta. Molto chiaro, logico direi, potremmo giurarci; quando mai ad un aumento del prezzo segue un aumento dei consumi? Beh, in realtà, se le condizioni socio-economiche migliorano potremmo avere aumenti di prezzo ed aumenti di consumo. Ma in condizioni normali e comunque statiche no.

Pane o pasta o patate

Ed ecco che per i tre prodotti elencati nel titolo, prodotti poveri, di largo consumo nelle classi meno abbienti, in funzione dell’area geografica che andremo a considerare, la situazione paradossale di un aumento dei consumi a seguito di un aumento, meglio se molto consistente, dei prezzi può puntualmente verificarsi.

Si racconta che nel 1845 in Irlanda si verificò una grave carestia che fece aumentare di molto il prezzo delle patate, e non solo. Le famiglie povere, che già si nutrivano largamente di patate, non poterono comprare cibi migliori, come la carne. Rinunciandovi si videro costretti ad aumentare il consumo del cibo più economico, le patate appunto. Da qui il paradosso del maggior consumo nonostante l’aumento di prezzo.

pane o pasta o patatePiù o meno con le stesse parole si racconta di povera gente che, dopo un aumento dei prezzi sostanziale, poteva permettersi solo pane o pasta. Così facendo ne determinava l’aumento di consumo a seguito di un aumento del prezzo.

pane o pasta o patateSi è poi a lungo disquisito se queste storie fossero vere o meno. Argomentando, ad esempio, come la carestia dovrebbe aver ridotto notevolmente la produzione di patate che erano si aumentate di molto di prezzo, ma non erano state certamente prodotte in maggior quantità. Tanto da poter essere consumate maggiormente.

Quindi la “legge della domanda” di Marshall è salva e non c’è alcun paradosso.

Non sono tutti d’accordo, sembra infatti che si possa applicare una correzione, il paradosso di Giffen, che si applica ai beni poveri, detti “beni di Giffen”, che vedono paradossalmente aumentare la loro domanda all’innalzarsi del loro prezzo. Questo può succedere perché l’aumento di richiesta arriverà dalla parte più povera dei consumatori, che non possono permettersi altro. Mentre una larga fascia di popolazione ridurrà, ma non azzererà il consumo di carne, che non sarò compensata con patate. La minore richiesta da parte della popolazione più abbiente consentirà di far aumentare i consumi del ceto povero pur in condizioni di minor produzione a causa della carestia.

pane o pasta o patate pane o pasta o patate pane o pasta o patatepane o pasta o patateQuindi in area ristretta il paradosso può essere vero, ed un aumento del prezzo determinare un aumento dei consumi.

Per pane o pasta o patate, incredibile.

Giancarlo

Metti una sera a cena, in Svizzera, a Lucerna

Sono andato in Svizzera per lavoro.

Metti una sera a cena

Metti una sera a cena Panorama-Luzern
Veduta di Lucerna col ponte in legno (Kapellbrücke), la Torre dell’Acqua (Wasserturm), la torre e il tetto del municipio. Due torri (Museggtürme) delle mura (Museggmauer) si sporgono sopra i tetti della città vecchia ed oltre la torre di controllo. Olliwalli da de.wikipedia.org

Mi sono fermato a Lucerna, ho visto il ponte di legno, ricostruito dopo l’incendio, ho cenato sul lago dei quattro Cantoni. Ho mangiato leggero, dopo un antipastino un piatto di verdure con uova sode, un piatto semplice, ma appetitoso. Solo che, anche se buono, non riempiva molto la pancia, e chi  mi conosce sa che pancia abbia. Ho chiesto del formaggio, per finire, e mi hanno portato del gruviera.

Metti una sera a cena Gruyère cheese. Photo by Dominik Hundhammer.
Gruyère cheese. Photo by Dominik Hundhammer.

Metti che una sera il formaggio coi buchi non ti riempia tanto.

Non ci crederete nemmeno con questo ho calmato il mio appetito, ecco perché.

Il cameriere, molto gentile, mi a servito un bel piatto con una grossa fetta di gruviera circondata di verdure fresche. Ho osservato la fetta, bella! Bellissima! Con tanti buchi, piccoli e rotondi, fitti fitti.

Ero li che miravo e rimiravo la mia porzione di formaggio che mi sono ricordato un proverbio cantonale sul gruviera:

“Più formaggio, più buchi”

No, no, mi sono detto vogliono fregarmi ed ho subito chiesto un pezzo con più buchi, mi sono raccomandato appellandomi alle specifiche del formaggio di servirmi una porzione di emmentaler, che ha buchi giganteschi nella sua forma.

Metti una sera a cena Emmentaler Switzerland PDO Cheese, image by myself (Dominik Hundhammer - User:Zerohund, 25. May 2004)
Emmentaler Switzerland PDO Cheese, image by myself (Dominik Hundhammer – User:Zerohund, 25. May 2004)

Devo ammettere che il cameriere è stato paziente e cortese e mi ha cambiato portata senza protestare. Solo dopo mi sono reso conto che forse avevo fatto un errore, infatti mi è venuta in mente la conseguenza del proverbio, ovvero:

“più buchi ci sono, meno formaggio c’è”.

Ho deciso di mangiare tacendo, ho pagato e sono andato in albergo  per coricarmi, solo che non ho dormito affatto, tutta la notte a rimuginare sul mio errore.

Infatti, se è vero che più formaggio ha più buchi è anche vero anche che più buchi lascian posto a meno formaggio,  allora sarà pur vero che più formaggio corrisponde a meno formaggio.

  • Più formaggio c’è, più buchi ci sono;
  • ovvero più buchi ci sono, meno formaggio c’è;
  • quindi più formaggio c’è, meno formaggio c’è.

Metti che chiedendo più formaggio ne ho ricevuto meno.

Accidenti ai sillogismi ed ai paradossi logici.

Giancarlo

Per saperne di più

 

Della Siria non si parla più, come del gatto di Bigazzi.

Della Siria non si parla più

L’ANSA titola sulla Siria:

Madaya, nella città assediata da Assad si muore di fame”

Mostrando una foto raccapricciante di un ragazzo denutrito, tutto pelle ed ossa.

Nell’articolo si dice che i bimbi di Madaya mangino, per sopravvivere, foglie, cani e gatti.

Poi dice che il governo siriano si è impegnato a far giungere aiuti umanitari alla città che è sotto assedio delle truppe dello stesso governo, ma… per ora…

Si racconta di come in questa cittadina siano 40.000 le persone assediate su un totale di 400.000 intrappolate nelle stesse condizioni in altre zone, nella maggior parte dei casi dai governativi o loro alleati, ma in altre aree dai miliziani dell’ISIS.

L’articolo si conclude con: “Speriamo di arrivare prima che altre persone muoiano di fame”, ha affermato oggi Melissa Fleming dell’Unhcr”.

Bene, speriamo.

E’ una vergogna, chiunque sia l’assediante che cose del genere succedano ancora. Mi vergogno di non poter fare nulla se non ricordarvi, a tutti, quello che sta accadendo ora.

E’ Interessante ricordare anche che in Italia, la nostra RAI, la televisione pubblica, cinque anni fa abbia revocato il signor Beppe Bigazzi dalla trasmissione “La prova del cuoco” a cui partecipava come presentatore, per aver detto in trasmissione di aver mangiato in passato carne di gatto, e che fosse tradizione comune in tutta Italia farlo in certi periodi dell’anno. Ecco spiegato perché nessuno parla di Madaya ne della Siria.

Comunque la pensiate, sulla RAI, sulla Siria, sul gatto, che volete che mangino in quel paese sotto assedio da tempo? Ecco come si presenta il paese visto dall’alto, quattro case in mezzo al deserto, credo sia difficile anche trovare foglie, figuriamoci gatti o altro:

Siria Schermata del 2016-01-09 00:09:55Che possono trovare in paese ed intorno?

Siria Schermata del 2016-01-09 00:11:45Ricordatevi di Madaya, la prossima volta che vi sembrerà poco appetitoso il piatto della vostra mensa e non continuate così a sostenere questa guerra infame, come le altre, come lo sono tutte del resto.

Giancarlo

Fonte: ANSA

Tonno! La tua scatoletta preferita è sostenibile?

Tonno?

Greenpeace Italia ha compilato la classifica “Rompiscatole”, classifica dei tonni in scatola giunta alla quinta edizione. Con questa classifica si vuole valutare la sostenibilità della tua scatoletta di tonno preferita.

tonno
Public domain This work has been released into the public domain by its author, Robbie Cada. This applies worldwide. In some countries this may not be legally possible; if so: Robbie Cada grants anyone the right to use this work for any purpose, without any conditions, unless such conditions are required by law.

 

 

Segue il risultato riportato.

ASDOMARR#1 ASDOMAR 

ESSELUNGA#2 ESSELUNGA CONAD#3 CONAD            RIOMARE#4 RIOMARE      COOP#5 COOP               NOSTROMO#6 NOSTROMO CARREFOUR#7 CARREFOUR  MAREBLU#8 MAREBLU     MAREAPERTO#9 MAREAPERTOLIDL#10 LIDL             AUCHAN#11 AUCHAN

Bene
Non è abbastanza
Non ci siamo

Per tutte le informazioni correlate e per leggere le motivazioni della classifica finale potete visitare il sito di Greenpeace.

COOP

A me interessa puntualizzare che il tonno Coop è stato giudicato da Greenpeace non abbastanza sostenibile.

Il verdetto che ha meritato il quinto posto è stato il seguente:

“Coop, sempre attenta alle tematiche ambientali, sulla sostenibilità del tonno in scatola ha ancora molto da fare.”

Ora io sono socio Coop, come molti in Italia, e la Coop rappresenta, per me, il commercio buono, senza sfruttamenti e senza arricchimenti. Attento alla qualità, al prezzo, alla condizione dei lavoratori coinvolti nel ciclo produttivo e distributivo.

Attento ai clienti e, più in generale, alla qualità del servizio alla salute dei clienti

Sul tonno, un animale ed un alimento così particolare, non mi accontento del quinto posto, vorrei la Coop in prima fila specialmente sui metodi di pesca e sulle specie catturate, vorrei far cambiare il prossimo giudizio di Greenpeace, che ora recita:

Coop è l’azienda leader della grande distribuzione in Italia, “ma l’offerta di tonno pescato con metodi che non distruggono l’ecosistema marino è ancora troppo limitata. Servono impegni precisi per combattere la pesca eccessiva, illegale e poco etica.”

Per renderlo meglio di quello dato a AsdoMar, prodotto da Generale Conserve, una delle aziende del tonno più importanti in Italia.

“Si sta seriamente impegnando per evitare metodi di pesca distruttivi, e ha scelto di favorire la pesca sostenibile e offrire piena trasparenza ai consumatori.

Deve continuare così, sviluppando la tracciabilità lungo la filiera per garantire un tonno 100% sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale!”

Signori consiglieri della Coop, e prendiamoli questi impegni, dalla mia società, sul tonno, mi aspetto una posizione di testa con scritta in verde pieno.

Grazie

Giancarlo

 

tonno, tonnara
wildlife sanctuary “Zingaro”, prov. Trapani, reg. Sicily, Italy: Tonnara del Uzzo Christof Halbe – Own work

 

 

Fonti:

greenpeace.it

 

Olio

Olio

Olio, Il termine in origine si riferiva unicamente all’olio di oliva ricavato dalla spremitura dei frutti dell’olivo. In seguito questo nome è stato esteso a tutti i grassi che si trovano allo stato liquido a temperatura ambiente e anche ad altre sostanze.

L’olio si divide per la sua origine o per il suo utilizzo ma noi quando parliamo di olio vorremmo sempre parlare di olio extra vergine di oliva (OEVdO) Italiano. Se non Toscano, addirittura solo di Bucine, ma insomma, va bene, parliamo di extravergine.

Si ottiene per spremitura fisica delle drupe di olivo, le olive, che danno olio di qualità in funzione di come esse sono e sono trattate durante e dopo la raccolta. Se le olive sono sane, non troppo mature, raccolte con gentilezza e macinate subito dopo la raccolta con macchinari a basso stress, si otterrà un olio eccezionale. Unico, con caratteristiche correlate alla posizione, alla cultivar ed al terreno.

L’OEVdO non è economico il suo prezzo varia da regione a regione da produttore a produttore, certo per essere veramente remunerativo, per il produttore, dovrebbe costare il doppio, ma non è possibile, ormai l’agricoltura è stata distrutta e i nostri governanti da decenni la stanno destrutturando per trasformarla in un mangimificio.

Titola il fatto quotidiano:

“Olio d’oliva, la proposta Ue che affossa il made in Italy: “70mila tonnellate dalla Tunisia senza dazi doganali”

olio

 

L’incremento della quota di oro verde esente da tasse importata dal Paese africano è stato proposto dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Federica Mogherini: se passasse sarebbe l’ennesima mazzata sulla produzione nostrana

 

Certo non si può chiedere un prezzo fuori mercato. Ma anche far abbassare il prezzo di mercato facendo entrare nel mercato prodotto straniero, a basso costo. Sicuramente scadente rispetto al nostro. Senza dazi (che riequilibrerebbero i maggiori costi di produzione che abbiamo in Italia). E senza ragione, (la ragione c’è, ma non si può dire, si tratta di scambi a livello nazionale di cui è meglio non avvisare la pubblica opinione, che non ha le competenze per capire), è apparentemente senza senso.

Io l’olio Tunisino vorrei anche assaggiarlo, se mi piacerebbe non lo so, ma lo proverei volentieri. Però fatemi sapere che olio ho per le mani. Etichettatelo con la zona di produzione. Datemi modo di scegliere. Fatemi pagare per quello che scelgo. Non datemi quello che volete senza che io possa scegliere e sarò il primo ad apprezzare quell’olio.

Va bene aiutare la Tunisia, come tutti gli altri paesi svantaggiati. Non è da li che partono tanti disperati in cerca di asilo o ristoro? Ma dobbiamo aiutare anche la nostra agricoltura, per permettere ai nostri figli di fare l’agricoltore e vivere onestamente e con dignità. O la Mogherini, ha deciso da sola che il lavoro agricolo è avvilente, non adatto ai nostri figli, e deve essere svolto solo da Tunisini o da altre nazioni extraeuropee?

Signora Mogherini, si calmi, faccia un bel respiro ed assaggi una bella bruschetta di pan agliato con  OEVdO Toscano, le andranno via anche i bachi dal culo.

Giancarlo

 

 

Fonte

Il fatto quotidiano.it

Festival, festa del perdono a Montevarchi

Festival

Sono arrivate le feste del perdono, i festival, che attirano sempre tanta gente.

festivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestivalfestival Venditori ambulanti

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20150905_195844_lzn20150905_195936_lznTante attrazioni giochi e inganni e poi si mangia.

Funziona sempre al festival.

Poi che cosa ci trovi, una persona, nel fare il giro in una giostra, non l’ho mai capito.

Un po’ come nei balli in piazza, in cui tutti si muovono in sincronia, in quasi perfetta sincronia, tanto da sembrare ballerini professionisti. Nelle attrazioni da festa paesana oggi la tendenza è di mettersi tutti in fila, ordinati, e farsi sbatacchiare qua e là, in sincronia, da una ruota in movimento o da altri marchingegni tecnologici.

Per esempio l’ultimo grido nei festival Italiani sembra essere lo SPEED DANCE

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Speed Dance, l’attrazione maggiore del momento

Venti posti, uno di fianco all’altro, che due bracci meccanici fanno ruotare, ti spostano di lato ti mandano su, ti tengono fermo in alto, per poi precipitare giù a capofitto, ruotando (spostandosi) ora idi qua ora di là.

Certo, immagino che le emozioni saranno forti, le accelerazioni o le decelerazioni laterali sono peggio di quelle frontali.

Bisogna dire che però l’effetto scenico di questa macchina è eccellete, centinaia, migliaia di luci. Led di ogni colore possibile che si illuminano creando effetti, animazioni ecc, uno spettacolo solo a guardare. La musica invece lasciava un po a desiderare. Ma sarà stata la scelta del signore in cabina. Comunque penso che quando sei lì sopra della musica ti importi poco.

Ma c’è anche il mitico TAGADA’

Il Tagadà
Il Tagadà

non deve essere male, anche se si vede da tempo. Beh lì sopra c’è sempre lo sfigato,  quello che paga per stare nel mezzo e camminare, in moto contrario alla ruota. Ma non potrebbe camminare in piazza, alla stessa velocità, in tutta la piazza si sente la stessa musica, senza spender nulla?

Il VELIERO è ormai sulla cresta dell’onda da tanto tempo

Ma fa sempre la sua porca figura oscillando ampiamente avanti e indietro. Come sulle creste delle onde più alte, come a navigare, sempre sul punto di spiccare il volo e sparpagliarsi sulla piazza, più in là.

Poi le giostre per ragazzi, dalle più veloci, come il mitico BRUCO,

Dragetto
Dragetto

A quelli più statici e posati come il BECCASOLDI

Buttasoldi
Buttasoldi

o le MACCHININE a COZZI

20150905_195031_lzndette anche autoscontro.

Alla fine il migliore è però lo SCIVOLO

Multiscivolo
Multi-scivolo

ti prendi un tappeto, ti fai le scale e giù per pochi secondi, paghi e fai un altro giro.

Ma è forte, devi salire le scale, è una azione utile e necessaria, devi andare su se poi vuoi scivolare giù, e non senza senso come quella del camminatore del Tagadà.

Io, comunque, pur non capendoli, li apprezzo: giù tutti nella ressa, nel baccano infernale a strillare come matti, non si sa perché. Almeno non lo sa chi è di sotto a vedere, come me; ma strillano, oh-o se strillano, sembrano tante galline spaurite. Ma che ci salgono a fare, se gli fa paura? E’ proprio quello lo stimolo, la paura. Il brivido a poco prezzo (senza ferite nel corpo); è quello che cerchiamo nella giostra. Forse lo scivolo piace poco proprio per quello, offre solo il brivido dell’altezza. Un brividino, da poco, da meno.

Io, comunque, preferisco i negozi ambulanti

20150905_195702_lzndove possiamo gustare quello che chiamano lo “street food”20150905_195656_lzn

Street??? Ma ormai i negozi mobili sono come quelli immobili e non è tutto cibo fatto per strada, quello che offrono.

Quindi, un bel panino con il lampredotto e via.

Altro che brividi e gridolini.

Ah-a poi voglio parlarvi dei venditori ambulanti e della composizione della popolazione, lo farò, lo farò.

Giancarlo

TTIP

TTIP!

Ho ascoltato una trasmissione di RAI 3:

RADIO 3 EUROPA

Il mondo visto da Bruxelles.

Raccontava che all’EXPO, sarà presente il padiglione Europa. Tra l’altro posto di fronte a quello Italia, ma non per fronteggiarsi, no, solo a significare l’importanza dell’Italia per l’Europa,…

…bah!

Comunque, a parte questi francesismi, mi ha incuriosito che il padiglione Europa avrebbe aperto l’otto Maggio- Non oggi, il primo Maggio, il giorno di apertura dell’evento.

In ritardo anche l’Europa, mi son detto, oppure vuole farci un dispetto, e n’avrebbe ben donde, se diamo retta a quel che dicono su quelli che abbiamo fatto noi a Lei.

…Bah, bah, bah!

Fortunatamente ho scoperto che non è così, niente ripicche, ne riquadri, ne rifiori, insomma non è un azzardo. Il nove Maggio è l’anniversario dell’Europa, quindi apriranno l’otto. Beh, ma allora potevano aprire anche il primo, no?

Mi sa che è una ripicca davvero, vogliono far passare male il Tramaglini, porello.

Comunque abbiamo sentito lo spot dell’Europa sulla sua partecipazione all’EXPO e la rassicurazione, della conduttrice che l’Europa c’è! Anche se ufficialmente solo dall’otto. Ma se c’è perché non apre? Insomma un’Europa contraddittoria, che non sa quel che vuole, ne quel che fa, ma lo fa e lo vuole. Comincio ad innervosirmi, davvero).

E l’Europa c’è perché… come ha tentato di spiegare un dirigente di padiglione Europa Matteo Fornara, perché è presente nonostante la pioggia. Se pioveva stava a casa sua l’Europa. Meno male che al sud fa sempre bello!

Intanto Fornara ci ha detto che la posizione (del padiglione) vicino all’Italia è strategica, perché l’Europa conta e deve contare per tutti i paesi dell’unione, ma allora doveva averceli tutti intorno in cerchio (i padiglioni), non solo quello dell’Italia. Ma forse allora quelli dietro si sarebbero offesi, chissà? Questo aspetto non siamo riusciti a coglierlo. Comunque oltre al padiglione Italia c’è, vicino all’Europa, l’albero della vita. A dimostrare la faccia amichevole e serena dell’Europa, in momenti, come l’attuale, in cui questo rasserenamento non viene colto dai cittadini. Forse nemmeno l’amicizia.

La conduttrice, che sinceramente non sembrava averci capito molto, ha chiesto infine se questo  significasse che l’Italia è “cool”, Nonostante tutto? Ripetendo la domanda ripetutamente. Ora io non credo che si possa dare del “cool” all’Italia? Non mi sembra corretto! Poi mi chiedo perché “cool” e non “ganza”, “figa” o “simpaticona”?

Anche per voi è meglio il “cool”?

E lui prontamente ha detto che hanno dei personaggi divertenti. (Chi???)

Hanno però uno “show” (Cosa?) molto divertente (???).

Poi si è capito, hanno fatto un cartone animato con dei personaggi che spiegano tante cose. Anche usando effetti speciali tipo “Disney”, per esempio”.

Insomma ci sono due personaggi, con dei cani, che iniziano male e finiscono bene. Nonostante i cambiamenti climatici, lavorando insieme, lavorando insieme tramite gli effetti speciali, effetti speciali che “vorrebbero essere visti anche dai cittadini”, chioccia la conduttrice. Lavorano con i numeri, i numeri che l’Unione da nel sito dell’EXPO Con la sicurezza alimentare, che dopo settant’anni di storia è stata raggiunta in Europa. Anche se non dovunque, la sicurezza alimentare c’è, c’è quasi dovunque, in Europa. Quasi. Quasi?

Mi domando se è quasi dovunque, dov’è che non c’è? Questo mi preoccupa, da consumatore e da cittadino. In settant’anni d’Europa ancora non siamo riusciti ad esser sicuri di mangiare bene ovunque, senza rischiare di avvelenarci. E questo sarebbe un successo? Mi sa che non ci ho capito nulla.

Io.

Eppure ero convinto di essere stato attento; mi interessava davvero.

E’ così, il dirigente afferma che questi settant’anni sono stati utili, Ci sono serviti per parlare, per portare avanti importanti discorsi, con partner commerciali importanti Europei e non. E comunque c’è sempre il discorso della “sostenibilità” che ci vede, come Unione Europea, in prima linea. Comunque questi temi saranno trattati meglio nella parte istituzionale del programma, circa 200 eventi scientifici, per i visitatori (incapaci di capire) anche solo il cartone animato.

Comunque è stata lanciata una consultazione on line sui temi dell’EXPO, insomma chiederanno ai cittadini se sono d’accordo sulla linea Europea: “mettere insieme tradizione e innovazione”. Questo per riuscire a nutrire i 9.000.000.000 di persone, che sono previste affollare il pianeta, nel 2050.

Ma le dobbiamo nutrire tutte noi dall’Europa? Mi chiedo un po imbarazzato. Considerando che negli ultimi decenni l’agricoltura Europea e quella Italiana in particolare è stata smantellata come non era mai successo prima. Che non abbiamo più un campo coltivato a cereali, nemmeno a cercarlo col lumicino. Che oramai seminiamo i campi solo e solo se per farlo prendiamo un contributo Europeo. E su molti campi non seminati il contributo Europeo lo prendiamo lo stesso per lasciarli incolti. Noi: che non c’è rimasto un cane in collina ed in montagna a coltivare il terreno. Il che non vuol dire solo seminarlo il campo, ma anche regimare le acque dentr e intorno allo stesso. Si, si! Avete capito bene. Fare i fossi, per evitare che l’acqua, caduta con la pioggia, corra. Corra come Nuvolari e si porti via tutto. Anche quel poco coltivato, e poi le strade e le case. Tutto.

Ed il tutto dovrebbe già essere “sostenibile dal punto di vista dell’ambiente”. Per la EU.

Siccome per il 2050 dovremo offrire un +70% di risorse alimentari, non solo gli stati dell’unione ma anche il mondo intero, dovrà offrire di più.

Ora comincio a capire meglio: l’EXPO offre un occasione per discutere con gli altri paesi del mondo, i 28 membri Europei sono già allineati, le politiche e le strategie di crescita.

E sono arrivate subito le critiche via SMS, “vedrete con il TTIP, che casino” dice un ascoltatore e la giornalista chiede al dirigente: “Ma voi direte qualcosa di rassicurante su questo tema controverso?”, “Certo” ci rassicura il tale “i temi verranno trattati ad EXPO, le politiche economiche e commerciali Europee saranno ben trattate”. Ed il padiglione apre anche con qualche giorno di ritardo, mah!. Continuo ad avere dei dubbi. Ma vengo subito rassicurato dal portavoce della mia comunità: “Gli Americani hanno un approccio al cibo più “business oriented” , ma noi Europei ci parleremo lo stesso. Perché noi vogliamo far riflettere i nostri partner commerciali, anche i più consolidati, sui temi di EXPO: NUTRIRE IL PIANETA ed ENERGIA PER LA VITA”.

Conclude con: “Questo è il concetto che l’Unione vuol mettere dentro, anche dentro al TTIP. Una sfida non facile ma che in nome dell’agricoltura e della ricerca Europea sarà portata in discussione”.

Bene.

Ora mi sento molto meglio. Sono contento di non aver buttato al vento tutti i soldi che sarà costato EXPO.

Abbiamo dato una mano e argomenti all’Europa per discutere con i suoi  più forti partner commerciali americani. Usando i temi etici legati ad EXPO.

A questi ultimi son convinto che non gliene fregherà niente di queste ciance. E con un piccolo ossicino spolpato accontenteranno i nostri cani, distratti a litigarselo.

E il mondo sarà sfamato, con un gran bel saporito hamburgerone con patatine fritte.

Giancarlo

 

Fonte:AUDIO RAI.TV

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TTIP per l’Europa.

Ancor TTIP, spiegato bene.

E poi cercate un po da soli, eh, mica è difficile.

Merenda

Che si fa?

merenda.

merenda

Oggi ho visto la pubblicità di un dolcetto da ragazzi.

Il bimbo escluso dagli altri, non so perché, ma non mi interessava gran che, riesce a farsi accettare portando una borsa piena di merende agli altri coetanei, come astutamente suggerito dall’adulto dello spot. I compagni dopo aver consumato e gustato l’offerta, lo accettano, finalmente, tra loro come compagno di giochi.

Ora, se ci fermiamo alle apparenze, è tutto molto bello e molto buono, è il dono, l’Eucarestia, la Pasqua che ti introduce alla comunità, te ne rende membro, partecipe, è la condivisione, la comunione; ma si può anche  leggere in modo diverso.

Merenda

Non importa chi sei, come sei, cosa pensi, cosa dici e cosa fai, non conta la tua individualità, le tue capacità, conta se porti roba, specie se ne porti molta, se hai soldi, tanti, per te e per gli altri, sarai ben accetto e rispettato subito e comunque. Perché perdere tempo a studiare, perché sudare per migliorarsi, basta pagare.

Poi perché essere aperti e condividere, se quello che hai, il potere che detieni, ti porterà altro, da altri che non vorranno che una scorciatoia.

La corruzione e la concussione portate a modello.

Sicuramente il significato originale dello spot è il primo, ma il fatto che si possa leggere in altro modo…Inutile dire che non mi è piaciuto.

Peccato, magari il dolcetto era anche buono.

Mah.
Giancarlo