Governo orgasmico

E governo orgasmico

Ma questo governo, per i giornalisti radiotelevisivi e forse anche della cara stampata, è un governo orgasmico.

Governo orgasmico

Finalmente hanno ricominciato a fare domande ai politici, forse qualcuno nemmeno le aveva mai fatte prima. Anzi, sicuramente nessuno aveva mai fatto domande ad un politico, non essendo politici, i politici di prima.

Mai visto un giornalista chiedere conto delle azioni, delle decisioni, delle intenzioni del governante di turno, men che meno obiettare alle loro parole, alle loro affermazioni, alle loro idee.

Mai sentito chiedere ad un presidente o ad un vicepresidente del consiglio: “Ma lo sa lei…?”, “Ma perché gli Italiani dovrebbero credervi?”, “Lei sa che ci sono i mercati?”, “Ma lei sa che la commissione Europea giudicherà anche la vostra prossima manovra, restando in carica fino a Novembre 2019?”

Da orgasmo, come se gli avessero toccato il punto G da tre parti diverse.

D’altronde questi, non cacciano via i giornalisti della RAI, questi non querelano, questi non vogliono fare lo Spoil System.

Eppoi la Fornero

Eppoi la Fornero che viene fatta parlare come un grande opinionista, o come un Cottarelli qualunque che parla come se avesse fatto qualcosa in vita sua.

Poi tutti che sanno quello che faranno quelli al Governo: dovranno aumentare, diminuire, ridurre, riaumentare, patrimoniare tassare, passare al piano B.

Punto G – Piano B.

Patrimoniale -Punto G.

Soldi che non abbiamo – Punto G.

Punto G – Condono.

Ma per non ritornare tristi i giornalisti ed i conduttori di oggi evitano di parlare del passato, di quanto siano stati bravi quelli di prima.

Solo la Fornero continua a dire che se non c’era lei saremmo stati peggio, che saremmo finiti male, che saremmo finiti peggio della Grecia.

Ma meno male che di martedì abbiamo Gene, che non è un giornalista; ma le risate, ma che risate, dovete vederlo e sentirlo dovete, mamma che risate.

 

 

Governo orgasmico

Povere mogli dei giornalisti da qualche mese non copulano più.

C’è lo Spread che sale: niente sesso.

C’è l’Euribor che non sale, ma potrebbe: niente sesso, neanche orale.

E c’è il tasso variabile che non sale ma potrebbe salire se sale quello che ancora non è salito; ma che con la manovra attuale sicuramente salirà: niente, niente sesso, nemmeno manuale.

Perché dobbiamo essere contenti quando le banche  guadagnano a comprarci i titoli di stato? Ma non dobbiamo esserlo se perdono perché lo Spread è salito e non ci guadagnano più?

Mai uno che voglia assumersi un rischio di impresa, tutti che vogliono solo guadagni sicuri: tutti finocchi con il culo degli altri, tutti.

Mutui

Ma perché chi prende un mutuo a tasso variabile non accetta che gli aumenti se cambiano le condizioni? Come le banche, quando cala “tutto bene” quando sale disgrazia e sfacelo. Potevano chiedere un tasso fisso e non avrebbero avuto sorprese. Perché dovrei dispiacermi se pagano di più? Lo sapevano, lo hanno voluto, scelto, loro il rischio, sperando di guadagnarci.

Ma il giornalista ed il conduttore giù a godere della tragedia degli Italiani, colpa dell’inesperienza dei Governanti: Ahh se c’avessimo ancora quelli di prima.

Niente sesso, troppo bello fare il giornalista: Ascesi totale.

Pensioni

Ah la Fornero, che si ricorda per le lacrime e per il sangue degli esodati e dei (non) pensionati.

Non si può mandare la gente in pensione troppo presto, non se la sono pagata, come possiamo fare?

Potreste chiedere i soldi indietro a chi ha sbagliato a fare i conti prima.
Qualcuno avrà pur calcolato quanto si doveva pagare per andare in pensione quando era previsto di andarci? Se ha sbagliato ora paghi. Perché pagare noi gli errori di altri (come sempre, come le banche, come i detentori di mutui)? Perché hanno cambiato unilateralmente le clausole di un contratto in essere? Di cui i lavoratori non hanno nemmeno potuto discutere i termini, li hanno potuti solo accettare e pagare.

Ma queste domande non fanno godere un giornalista ed il giornalista non stimolato nel punto G (punto Giornalistico) non le fa, ne mai le farà. Meglio farle ad un governo orgasmico.

A meno che non possa trasformarle in colpa di questi nuovi governanti.

Ceppoduro

Fonte

 

 

 

DIO

DIO

Dio è morto.

Sì, Dio muore ad ogni guerra. Dio muore per ogni sopruso. Dio non può restare vivo, quando un essere umano è reso schiavo. Allora muore.

Dall’inizio di questo millennio abbiamo visto riaprirsi fronti di guerra. Abbiamo assistito a deportazioni di massa, uguali a quelle del secolo scorso, uguali a quelle del secolo prima, sempre le stesse, sempre uguali a se stesse.

Ma come è possibile, mi domando come sia possibile che continuiamo a non vederlo. Nessuno che gridi, si indigni, si arrabbi.

Migliaia di uomini, donne, bambini sono scacciati, ammassati, spediti, ammassati di nuovo e ancora divisi e poi rispediti da altre parti.

Quale sia il loro valore non è chiaro ai più. I derelitti sembrano valere poco, ma no, non è vero.

DIO

Come spazzatura

I poveri, i nullatenenti, gli sconfitti sono oro, sono una miniera d’oro.

sono come la spazzatura che finisce nei forni degli inceneritori ed fumi che ne escono uccidono tutt’intorno, avvelenano l’aria, l’acqua, la terra.

E c’è una filiera in tutto questo come la filiera dello sfruttamento dei rifiuti c’è quella degli schiavi.

Pagano per cercare la salvezza, la libertà.

Pagano per spostarsi a cercarle.

Qualcuno paga per tenerli segregati in attesa di passare il mare.

Pagano e qualcuno paga per portarli oltre il mare.

Arrivano poco oltre la riva, perché qualcuno è pagato per prenderli di nuovo a bordo e portali via.
Qualcuno paga e qualcuno è pagato per tenerli in Italia. Una parte vengono fatti scappare, devono prostituirsi, altri devono raccogliere  pomodori, atri stare in fabbriche del nord o ad elemosinare davanti al Despar, al parcheggio dell’ospedale o a spacciare alle scuole.

Chi può paga ancora per andar via ma non è ripagato  e viene respinto.
Dio è morto o non si sente bene per nulla.

Dio è il bene ma deve star male.

Andremo tutti al suo funerale.

Ceppoduro

Europo

Europo

Europo viveva in Europa, suo padre Italo e sua madre Romana lo avevano chiamato così, per buon auspicio.

Ancora non si era fatta l’Europa, ma si voleva fare. Gli uomini sognavano di divenire cittadini Europei. Di avere una sola moneta e di muoversi liberamente senza frontiere. Di vincere la guerra. La fame. La diseguaglianza.

Italo era un sessantottino, voleva la pace. Faceva l’amore. Con Romana amava fare l’amore in pace.

Poi nacque lui, Europo.

Crebbe si istruì, si illuse, si disilluse.

L’istruzione

Per crescerlo suo padre affrontò la più grande crisi economica che il vecchio continente avesse mai visto. Non era passato molto tempo dall’introduzione della moneta unica e già suo padre si trovava in difficoltà.

Non era facile mantenere il posto di lavoro, impossibile trovarlo se lo perdevi.

La situazione peggiorò sempre di più.

Per mantenere il posto, per mantenere il figlio, il padre accettò qualsiasi cosa.

Gli stipendi smisero di aumentare. Non c’era più l’inflazione, non c’era ragione che aumentassero. Ma le cose costavano sempre troppo e non si poteva comprarle. Le banche non davano più i soldi, nessuno poteva più fare niente.

Ma suo padre, dando fondo ai risparmi e con l’aiuto della pensione della nonna, continuò a farlo studiare.

Ma una volta studiato non c’era nulla da fare, nonostante il numero chiuso all’ingresso, nonostante tutto.

L’illusione

Se non c’era lavoro in patria si poteva sempre emigrare.

Qui i lavori offerti erano troppo poco retribuiti. Continuavano ad arrivare torme di schiavi da sud. Gente disposta a tutto pur di mangiare.

Anche lui voleva vivere e mangiare ed emigrò.

Abbandonò la famiglia, tanto non faceva più l’amore: aveva trovato la pace dei sensi.

Vide la delusione nel volto dei suoi genitori. Vide che non volevano che andasse al nord. Ma non poté farci nulla.

Partì una sera, senza salutarli.

La disillusione

In Inghilterra si trovò bene, faceva il barista in centro a Londra. Guadagnava bene. Poteva andare al cinema, in pizzeria e permettersi una stanza, assieme ad altri due.

Gli inglesi, anche quelli di colore, lo guardavano un po’ storto, forse per la pronuncia di provincia. Forse per il fenotipo.

Si accorse che anche lui, laureato, era del sud.

Era una persona come gli altri, come quelli del nord. Ma non era del nord.

Si accorse che il mondo non era più NORD/SUD, era RICCHI/POVERI e lui era povero.

Anzi, non era povero, non era ricco.

Europo

La realtà

I soldi, in massa, si spostano velocemente su fibre ottiche sotterranee attraverso il mondo.

Le genti, in massa, li seguono in flussi superficiali uguali o contrari.

Nessuno sembra in grado di trovarli e siamo tutti poveri.

Tutti miserabili, tutti tenuti per i fili tranne pochi: politici e finanzieri.

Povera Europa.

Povero Europo.

Ceppoduro

 

Europa

Europa

Europa è il quarto satellite naturale del pianeta Giove per dimensioni e il sesto dell’intero sistema solare scoperto da Galileo Galilei.

E’ una delle Isole sparse nell’Oceano Indiano.

Oppure il XXXII quartiere di Roma, meglio noto come EUR.

Un quartiere di Grosseto.

Una zona del quartiere fiorentino di Gavinana.

Nella nautica è una imbarcazione a vela oppure la nave appoggio idrovolanti e sommergibili della Regia Marina.

In musica è una casa discografica tedesca e un brano di Carlos Santana del 1976 o l’album di Jimi Tenor del 1995.

Europa è tutto questo ed ancor di più.

L’Europa è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente in base a fattori economici, geopolitici e storico-culturali. Detta a volte anche Vecchio continente per la sua storia millenaria e culla del mondo occidentale dal punto di vista fisico-geografico rappresenta l’estremità occidentale del supercontinente euroasiatico, oppure una delle tre parti del supercontinente Eurafrasia.

La storia e la cultura europea hanno influenzato notevolmente quelle degli altri continenti, verso i quali, a partire dal XVI secolo, sono state frequenti e massicce le migrazioni, specialmente in America e in Oceania, dove gli europei hanno quasi sostituito le popolazioni locali.

Ma se questo è l’Europa, l’unione Europea cos’è?

Europa

E’…

dovrebbe essere una cosa seria.

E stata insignita del premio Nobel per la pace nel 2012 perché ha permesso agli Europei di vivere in pace, il più lungo periodo di pace sinora.

Permette ai propri cittadini di muoversi liberamente al suo interno, senza limitazioni.

Permette loro di spendere, quasi, ovunque la stessa moneta.

Insomma consente di fare tante belle cose.

Dovrebbe

Ma perché uso il condizionale?

Perché fintanto che esisteranno gli stati non avremo mai Unione Europea.

Ed anche quando gli stati sparissero non avremo interessi, politiche, mentalità Europee.

Fintanto che avremo mercato e finanza non avremo felicità.

Fintanto che saremo schiavi di qualcuno o terremo schiavo qualcun altro, non avremo Unione Europea.

Cambiamola.

Le prossime elezioni sono vicine.

Ceppoduro

 

 

Una volta

Una volta

Una volta ero giovane.

Non lo sono più.

Non che sia vecchio, se ascolto la radio, se leggo un giornale, se guardo la TV, mi dicono tutti che sono troppo giovane.

Ecco ora sono troppo giovane. Se qualcuno mi chiede quanti anni abbia, rispondo che sono troppo giovane.

Mi sento bene, molto bene, d’altronde esser troppo giovani ha i suoi vantaggi, non devo pensare troppo, l’aggettivo qualificativo è già nella mia condizione, non serve usarlo per quello che faccio.

Non importa se sto bene, il sistema mi suggerisce anche di non stare troppo bene, devo sentire qualche disturbo, qualche malessere, altrimenti non consumerò psicofarmaci. E non sta bene, veramente non sta troppo bene non usare medicine.

Le campagne

A cosa servono, a cosa sono serviti, anni di campagne di raccolte fondi in TV, di fondi per la ricerca se poi nessuno si droga. Mi devo drogare. E’ un dovere civico, prima che una necessità. Non scherziamoci sopra. Ma non devo neppure prendermi troppo sul serio: sono o non sono troppo giovane?

Lo sono, lo sono.

Me lo dicono sempre.

Non posso capire perché i politici abbiano preso quelle decisioni che ci hanno portato sull’orlo del baratro. Forse che convenivano a loro e non a me? Ma no! Sono troppo inesperto di politica, non posso aver ragione.

Ma questi nuovi, questi di ora, questi partiti nuovi, dai nomi strani. Questi che non stanno mai fermi, sempre in movimento, questi con la capa tra le stelle: perché sbraitano contro i vecchi politici?

Che abbiano ragione? Che quelli di prima mi abbiano fatto fesso?

Ma noooooooo! Subito un coro dai media. Ma noooooooo! Figurati, son questi nuovi che son giovani ed inesperti. Son troppo giovani ed inesperti. Che vuoi che ne sappiano? Ed anche te che vuoi saperne?

La penso come i giovani

una volta

Anch’io la penso così, i loro ragionamenti mi convincono, son come quelli che ho sempre fatto io. Viva i giovani ed i troppo giovani.

No! No! Sei scemo? Sei troppo scemo. Non pensare.

Sei troppo giovane per pensare, lascialo fare ai vecchi.

Va beh, allora smetto e vado in pensione.

Noooooooo, ma sei matto? Sei troppo giovane per andare in pensione.

Ma allora che cazzo faccio?

Fai un po’ che ti pare ma attento, se sgarri potremmo ricordarci di te, quando sarai troppo vecchio.

Ceppoduro

In ricordo della Fornero.

R.I.P.

Scommetti?

Ma scommetti?

Scommetti.

Scommetti che se ragioniamo come un matematico non scommettiamo più?

In realtà la dipendenza dal gioco è difficile da combattere.

Non sono mai i giocatori a rendersi conto di avere una dipendenza.

Se se ne rendono conto non riescono a far niente per smettere di giocare.

Ma perché smettere? Meglio non cominciare, come fumare, meglio non iniziare mai.

Certo è difficile, con tutta la pubblicità, con tutte le promesse, con tutte le aspettative che nascono dal gioco d’azzardo.

Nel decreto dignità, finalmente, viene proibita ogni forma di pubblicità a questi giochi.

Sapete quanti sono i diversi giochi d’azzardo “legali” offerti?

51 e già ora forse di più!

Da quelli reali, video lottery, slot ecc. A quelli virtuali, su internet, sui telefonini ecc.

Da quelli al bar, a quelli in casa.

Sapete quando e cosa si vince a questi giochi?

Mai e niente!

“Come niente? Come mai?” direte voi che avete sicuramente vinto qualche volta al gratta e vinci.

Ma scommetti che tu non hai vinto al gratta e vinci?

Di solito non si vince, si “vincono” i soldi pagati per il tagliando. Si fa pari, se non si usa la vincita per acquistare un nuovo tagliando (e quindi si perde).

Giocando una volta si può anche vincere ma alla lunga, giocando regolarmente, si perde.

Non ci credete?

Fatevi un giro su internet: sul sito web: http://betonmath.polimi.it/

Il laboratorio di “Bet on Math” si basa sulle conoscenze matematiche per affrontare e capire i giochi d’azzardo.

Il titolo del laboratorio significa letteralmente “Scommettere sulla Matematica”; è un corso che è stato creato online dal Politecnico di Milano in modalità MOOC (Massive Open Online Course), rivolto a tutti i cittadini.

Il laboratorio si propone di utilizzare concetti matematici (frazioni, probabilità, elementi di statistica) per capire i giochi d’azzardo, con le loro criticità, rischi e meccanismi decisionali erronei in situazioni di incertezza.

scommetti
se seguiamo il corso, lo si fa in pochi minuti, otterremo il nostro bel certificato.

Potrete capire meglio cosa c’è dietro il gioco d’azzardo e come noi valutiamo male le nostre possibilità di vincita.

Sognando di diventare ricchi, sperperiamo soltanto i nostri soldi.

Giancarlo