Un gatto

Un gatto anzi due

Era tanto che volevo un gatto.

Finalmente ne ho trovato uno.

Non che sia difficile trovarlo, se non lo vuoi di razza.

Io non lo voglio di razza.

Mi basta un bastardo, un piccolo bastardino peloso e miagolante.

Anzi due, che non si sa mai.

Ho due gattini, finalmente, non sono carini?

un gatto

Non è che non ne abbia mai avuti, anzi. Ma quando i vecchi se ne vanno, quando lasciano la casa per il tuo nuovo cane. O quando muoiono. Non puoi stare senza, devi colmare il vuoto.

Un gatto ti dorme sul braccio mentre scrivi su facebook, l’altro ti pesta la tastiera, mandando in tilt la sequenza dei post che vorresti leggere.

Poi se ne vanno entrambi e li vedi a caccia di mosche: Spettacolo.

Un gatto, anzi due

Il primo giorno che li hai portati in casa avevano paura del cane, dopo un mese gli mangiano in bocca e lui ti guarda e si guarda attonito intorno, come per chiederti: “Ma dove? … Ma chi? … Ma cosa?”

Gatti. Signori delle vedove. Appagamento di cuori solitari. Un gatto, anzi due, e catturano pure te. Te che pensavi di essere un duro, un uomo che non deve chiedere mai. Chiamo il cane e viene da me, si aspetta qualcosa anche solo una carezza. Chiamo il gatto, li chiamo entrambi e continuano a dormire. Solo il dito, agitato dietro l’orlo del tavolo, riesce a destare il loro interesse, ma se non sei abbastanza bravo l’interesse dura un attimo. Richiudono gli occhi e continuano a sonnecchiare.

Non sono animali sono amici.

Sono uomini e donne, a volte anche un po stronzi e dispettosi.

Ma se hanno voglia, non potrai che goderti la loro vicinanza. Non parlano ma dicono tutto.

Ti raccontano, ti descrivono, parlano con te e ti fanno sentire importante.

Per poi lasciarti solo il ricordo del loro pelo morbido sul tuo naso.

Giancarlo

Sapori a colori, il tema dell’estemporanea di Ambra di quest’anno

Sapori a colori

Ambra in tela: Sapori a colori, quarta estemporanea di pittura.

Ambra è molto attiva nell’arte e tra le sue attività trova posto domenica nove settembre scorso l’estemporanea di pittura. Quest’anno organizzata dall’associazione Montevarchi Arte in collaborazione con la Pro-loco di Ambra.

La manifestazione si è svolta nel borgo e nei dintorni di Ambra, in contemporanea con altre manifestazioni eno-gastronomiche e ludiche, come la sagra della Lumaca ed il palio della palla tonchiata.

Quest’anno particolarmente ricca la manifestazione ha elargito tre premi in denaro della giuria tecnica e dieci in natura della giuria popolare.

Ecco come è stato interpretato il tema proposto sapori a colori.

sapori e colori

Poi tutti a cena a gustare le prelibatezze degli stand gastronomici.

Ecco qualche pittore:

sapori a colori

E qualche amico dei pittori:

sapori a colori

Naturalmente di gente ce n’era tanta che ha assistito alla premiazione finale e contribuito con il proprio voto alla classifica della giuria popolare.

sapori a colori

Riporto i premi che erano in palio, dalla locandina della manifestazione.

l’associazione Montevarchi Arte in collaborazione la Proloco di Ambra, Vi invita a partecipare al Concorso di pittura in estemporanea all’interno del borgo medioevale di Ambra, Comune di Bucine, che si terrà il giorno 9 settembre 2018.
4° Concorso di Pittura in Estemporanea – Ambra in Tela
Tema: “Sapori a Colori”
ore 8,30-10,30 iscrizione e vidimazione tele
alle ore 18,00 riconsegna delle tele
ore 21,15 premiazione
Info: [email protected][email protected]
Tel: 338 8696589 – 334 1029960 – 339 4148997

Premi-Acquisto della Giuria Tecnica:
1° premio 400 euro
2° premio 250 euro
3° premio 200 euro
Altri premi fino al decimo classificato da parte della Giuria Popolare.
Iscrizione 20 euro comprensiva di buono pasto presso lo stand della festa.
Per bambini e ragazzi sotto i 14 anni di età l’Iscrizione è gratuita.
Cordiali saluti,

Il presidente
Licio Casini

Associazione Culturale
Montevarchi Arte

Via Marzia, 82/84 – Montevarchi

Se volete potete votare voi stessi, nei commenti, i quadri che vi piacciono di più, se saranno espresse abbastanza preferenze proverò a stilare una classifica ad estemporanea finita.
Un saluto

Giancarlo

MORANDI

Morandi

Morandi non è un cantante, era un ingegnere.
Ha costruito alcuni ponti, uno è crollato un mese fa.

Trentuno vittime, Genova divisa in due, monconi di ponte pericolanti su case e impianti industriali.

Un disastro.

Oggi tutta Italia commemora il giorno della tragedia.

Morandi

Voci di Genovesi e di intervistati a vario titolo, all’inizio dei GR e delle trasmissioni di approfondimento, come ormai e diventata consuetudine.

Cordoglio, tanto cordoglio, con un filo conduttore, un filo sottile: guerra al governo.

Piove: governo ladro.

Sembra essere tornati ai tempi, e forse lo siamo, di chi lanciava quello slogan. Gente che oggi dovrebbe essere al governo, invece è all’opposizione.
Un’opposizione feroce, mordace, cagnesca.

Ma che morde per mordere, senza un perché, senza sapere dove.

Morde e basta.

Morde a caso.

Tutto quello che si muove, anche se non si muove.

Quella opposizione che trova ancora credito nei mezzi di informazione, in mano a grandi gruppi industriali o in pugno all’opposizione stessa come la RAI.

Niente Spoil System

D’altronde il nuovo governo non ha voluto buttare fuori a calci quelli messi li da quelli prima, non hanno voluto fare come loro, che prima di tutto hanno cambiato i vertici dell’informazione pubblica e poi dietro tutti gli altri gregari.

Non hanno voluto fare come loro ma ora li hanno tutti contro.

L’informazione non deve essere prona al potere, siamo tutti d’accordo, ma nemmeno falsa e prona all’opposizione, siamo tutti d’accordo.

Si parla di Genova divisa in due, si paventano esodi di massa dei Genovesi, si stigmatizza che ancora non è stato fatto ne deciso alcunché, si ripete, ossessivamente che dal consiglio dei Ministri di ieri è uscito un deCretino, che non è un diminutivo di decreto. Si fanno parlare sfollati che non dicono nulla salvo l’ovvio. “Il crollo ha cambiato la mia vita, ora voglio viverla”, “vogliamo rientrare in casa a prenderci i nostri affetti, le foto, i dischi”, “Ho una vespa del ‘71 in cantina, non posso lasciarla li”.

Ma Morandi, come si fa?

Queste son davvero queste le parole dei Genovesi?

Queste le loro preoccupazioni vere?

Si critica un governo perché con il “decretino” non ha ancora scelto il commissario?

Dovevano fare come gli altri, nominare l’amico dell’amico? E l’amico secondo suo vice?

Cosa hanno deciso (di onesto) gli altri?

Non hanno ancora ricostruito il ponte? Ma le leggi non andavano seguite? I giornalisti e gli esperti le conoscono? Perché la stessa veemenza nel chiedere conto del disastro Ligure non l’ho ascoltata per gli altri ponti crollati? Dove era il Governo, lo Stato? Quanti ne sono stati ricostruiti dopo un mese? Quanti ne sono stati ricostruiti ancora? Nessuno!

Perché si raccolgono le voci degli sfollati, tristi, delusi e giustamente arrabbiati, e non gli si chiede perché la loro casa fosse sotto un ponte autostradale? Fosse ancora sotto un ponte? Potevano e dovevano averli sistemati prima in un luogo più sicuro, anche se quel ponte non fosse mai crollato.

Un giornalista, uno bravo, avrebbe chiesto questo, avrebbe cercato di farci capire di chi è la colpa, non mandarci i “giusti” piagnistei di chi ora è in difficoltà. Persone che, ragionevolmente, dovrebbero essere solo contenti di esser ancora vivi.

Che se fossero morti nel crollo non gliene sarebbe fregato nulla della Vespa del settantuno.

Ceppoduro

 

 

 

Al GRR della Toscana

Stamani

Al GRR della Toscana hanno dato una bella notizia (ascolta al minuto 7:44): una signora di Grosseto vince 5 milioni con un gratta e vinci da venti Euro. Non è la sola, un altro giocatore di Arezzo ha vinto 1.000.000 di Euro poco tempo prima.

E io che avevo asserito più volte che ci prendono per il culo, che non si vince nulla, che non si vince mai. Insomma, sono stato smentito più volte, non solo una. Anche Giancarlo che ne sa più di me.

Si, ebbene si, si vince.
Non posso più dire di no.

Ma come? Come è possibile? Le vincite, i biglietti vincenti, sono poche, pochissime rispetto ai biglietti da grattare. E allora com’è che vincono tutti? Non è che giocano tutti? Non è che se vai a contarli i biglietti venduti sono talmente tanti che nemmeno la vincente da un milione ha fatto pari?
Penso di si.

Siamo fritti (al GRR).

Siamo un popolo distrutto dal morbo del gioco, siamo fritti.

E ci informano pure, ci dicono come cambierà la nostra vita a settant’anni. Quando diventeremo tutti milionari. Dopo aver giocato una vita e grattato anche i muri. Finalmente toccherà a noi, noi che siamo della classe di ferro. Un po arrugginiti ma… abili a grattare.

Ah, dimenticavo, il gratta e vinci deve essere almeno da venti euro, sennò non si vince un tubo, per non dire un’altra cosa, sempre tubiforme.

Dobbiamo grattare, dobbiamo essere diabolici, perseverare. Finirci le unghie, grattando grattando.

Ma siamo già in un mondo al contrario, e grattando grattando non vinciamo mai. Magari vinciamo venti euro, ma ci bastano appena per prendere un altro gratta e vinci che non vincerà.

A volte penso come sarebbe bello non aver bisogno di nulla, perché non c’è nulla di cui aver bisogno, nemmeno di quei maledetti venti Euro per diventare milionari.

Al GRR

Ceppoduro

Lo sconto

Si può risparmiare su tutto.

Tutto si può avere scontato, chi volete che non ci faccia uno sconto?

E’ uno dei cavalli di battaglia della pubblicità di molti prodotti e servizi.

Alcune aziende usano lo sconto come fattore principale di promozione. Ma nell’uso corrente ha perso il suo senso corretto.

A me piace risparmiare, a voi no?

Sconto

Normalmente ricevo sconti su prodotti e servizi ma non al supermercato. Lì un prodotto che costa dieci Euro e cinquantacinque centesimi lo pago esattamente dieci Euro e cinquantacinque centesimi. A meno che non ci siano sconti sul prezzo o sulla spesa. Alla cassa non posso contrattare sconti ulteriori, il totale in cassa è quello che devo sborsare. Su un preventivo di dieci Euro e cinquantacinque centesimi, invece, posso chiedere uno sconto ed ottenerlo ed alla fine pagare quanto nuovamente pattuito che diventa il nuovo prezzo ufficiale per me di quel prodotto o servizio.

Questo mi piace, mi fa sentire importante, capace di ottenere qualcosa in cambio del mio impegno a comprare, della mia intenzione di comprare. Sono un cliente importante, sono così importante che il venditore è disposto a sacrificare parte del suo ricavo pur di avermi tra i suoi clienti. Certo non andrà in rosso, non sconterà più di quanto guadagni, ma sacrificherà parte del suo per farmi spendere meno.

Questo mi piace.

Lo sconto è un atto d’amore del venditore per il compratore. In un paese veramente civile lo sconto dovrebbe essere obbligatorio e diverso da persona a persona, hai capito? (Così parlò Bellavista)

Sconti preconfezionati.

Ma quando gli sconti sono preconfezionati?

Quando già nella pubblicità, già nel prezzo è indicato lo sconto che ti sarà applicato, quello non mi gratifica.

Sconto

Con quello non sacrificano niente, il loro margine è già calcolato nel prezzo scontato, il prezzo a cui vogliono vendere è già quello scontato.

Che senso ha dire che mi scontano il cinquanta percento? Per me significa che prima hanno aumentato il costo del prodotto del cento per cento: il prodotto costa 50, voglio venderlo a 100, metto il prezzo 200 scontato del 50%. Che sconto è? E’ solo una presa in giro. Se vuoi farmi risparmiare rinunci a qualcosa di quello che avevi previsto di incassare.
Questo è uno sconto.

Sconteranno lo sconto?

No!

Siamo proprio fessi, ci facciamo abbindolare e prendere per il naso.

Siamo un gregge e ci fanno pascolare in un recinto facendoci credere che sia un campo aperto.

Giancarlo

Estemporanea a San Gusmè

Oggi 2 settembre 2018

Estemporanea a San Gusme ‘.

San Gusme’ è un bel paese nel Chianti, oggi tra calici e bottiglie di vini locali si è tenuta l’Estemporanea di pittura, con mostra di opere da studio e scultura.

San Gusmè è molto piccolo, cinto di mura pressoché intatte, è ben inserito nel Chianti senese.

Nella chiesa di Cosma e Damiano c’è un quadro del Sorri, bellissimo. Una pala d’altare dai colori delicati assolutamente da vedere. Merita fare una visita a San Gusmè anche solo per vederla.

dig

La storia del Luca

Una tradizione locale è la festa del Luca Cava, una iniziativa intitolata a una statuetta fatta costruire nel 1888 da un contadino della zona.

Rappresentava un ometto nella tipica posizione del bisogno corporale e serviva ad indicare che era ben accetto farla lì, così da poter usare il refluo come fertilizzante per gli orti.

La statua fu distrutta intorno agli anni ’40 proprio dai sangusmeini, stanchi delle prese in giro della gente dei paesi vicini.

Quando Silvio Gigli conobbe la storia, fece realizzare una nuova statua su disegno di Emilio Giannelli, noto vignettista. La realizzazione in terracotta fu affidata al maestro Neri delle ceramiche Santa Caterina di Siena.

Da quell’anno ebbe inizio la Festa in onore di Luca Cava, che grazie all’interessamento di Gigli, ogni anno poteva annoverare tra gli ospiti nomi di spicco del panorama musicale italiano.

La festa ha avuto 10 anni di interruzione tra il 1988 ed il 1998, per proseguire da allora fino ai giorni nostri, tutti i primi due fine settimana di settembre.

La festa ha il suo clou nel premio giornalistico intitolato a Silvio Gigli.

Assegnato ogni anno ad un personaggio di spicco del mondo televisivo nazionale.

Ecco i quadri prodotti in Estemporanea a San Gusme ‘.

Altre opere presentate da studio alla Estemporanea a San Gusme ‘.

Spero di essere riuscito a darvi un’idea della manifestazione.
Grazie per l’attenzione.
Giancarlo