Complimenti

Volevo complimentarmi

Volevo fare i miei complimenti alla classe dirigente del PD, donne e uomini.

Certi risultati fanno impressione.

Il povero Gelli non ha vissuto abbastanza per compiacersene, per complimentarsi con coloro i quali hanno attuato buona parte del programma.

Ho letto su FB: PD = Perde Dappertutto.

Forse a Rignano areranno la piazza invece di intitolargliela. A Laterina si son già fusi con Pergine, per dimenticare Laterina… per dimenticare.

Complimenti

Era difficile fare meglio, nemmeno il PCUS, ha saputo fare peggio. Con le dovute proporzioni, ovviamente.

Meno male che la classe operaia è sparita.

Meno male che i proletari rimasti son solo quelli che ricorrono alla fecondazione assistita o all’utero in affitto.

Ma meno male che il povero Berlinguer è morto, altrimenti sarebbe morto un’altra volta.

PIDDI.

Tutti morti.

Piddi minuscolo, un nulla, niente, nada (niente in spagnolo, non la cantante di Livorno).

Almeno, quando c’erano le provincie, il PD da qualche parte in altItalia si poteva ancora trovare, ma ora, non gli bastava abolire il PD, hanno abolito anche le provincie e di PD non c’è n’è più nemmeno a Padova.

Complimenti

Ma non si dimette nessuno?

No, non si dimette nessuno!

Ma li tenete tutti?

Si, li tenete tutti!

Come al solito non hanno mica sbagliato loro, sbaglia chi ancora insiste a votarli, donne e uomini senza idee, senza fede, senza vergogna (votanti o votati?).

Classe dirigente PD, gente esperta, con una lunga preparazione politica, anni ed anni di scuola di partito, di formazione politica, mica i buzzurri della Lega e dei 5S. Se hanno sbagliato loro, gli esperti PIDDI, che faranno gli incompetenti al governo, i neofiti della politica, i nuovi barbari? Ci porteranno alla rovina? Ci porteranno alla rovina!

Ma forse i giovani muratori non ce la faranno a prendere il potere.

Forse perderemo la libertà, almeno quella d’informazione, se non daranno più soldi alla libera imprenditoria giornalistica.

E allora, se lo faranno, chi ci dirà più cosa dobbiamo pensare e perché. Chi ci dirà perché dovremmo essere contenti? Becchi e bastonati.

Ho sentito un direttore di giornale, persona informata sui fatti, asserire che è una vergogna respingere le navi. Perché a bordo, tra gli altri c’era anche, e non solo, ma anche, un bambino quasi malato. Quasi ???

PD un partito quasi morto. Quasi ???

Complimenti.

Riposa in pace.

Ceppoduro

In memoria di Enrico Berlinguer e Sandro Pertini, uomini veri.

Complimenti Complimenti

 

PD in confusione

PD in confusione

Incredibile vedere il PD in confusione dare la colpa delle sue scelte ad altri.

PD in confusione

Salvini spopola, parla, parla, parla, su tutto: rilanciando sulle sue stesse affermazioni. Entrando in ambiti che non sono di sua competenza (almeno nel governo di cui fa parte).

Lo fa per raccogliere i maggiori frutti da quanto a seminato, dalla sua posizione attuale.

Non vuole i profughi, non vuole i Rom, è in prima linea su tutto, ora anche NO VAX (ma non erano i 5Stelle???).

E tutti che si indignano, specialmente il PD, chi? Il PD.

PD in confusione

Ma con quale coraggio parlano ora?

Salvini al governo ce lo hanno mandato loro.

Quando hanno detto no ai 5Stelle. quando hanno deciso di stare all’opposizione, visto che non potevano ingaggiarsi con Forza Italia.

Se loro avessero formato un governo con i 5Stelle, come avevamo auspicato già, non avrebbero da lamentarsi per le intemperanze leghiste.

Ma già le élite del PD non potevano socializzare con i bruti 5Stelle, che continuano pervicacemente a chiamare grillini.

PD in confusione

Grillini che si son già dimostrati molto più seri dei piddini nella guida del paese.

Inoltre è strano che ci sia ancora chi parla di deriva del Paese, Salvini dice nient’altro che quello che la maggioranza del Paese pensa, magari molti non lo dicono, ma lo pensano, anche nel residuo PD.

PD in confusione

PD in confusione

Chi guida un paese lo deve indirizzare con il periodo PD non si è visto nessun indirizzo: profughi, migranti, clandestini, foreign fighters arrivavano come volevano, senza tregua, senza controllo. Poi non si fermavano da noi? Poco importa il continuo transito fa si che le presenze siano consistenti, sempre.

Questa massa di schiavi, di sfruttati, di oppressi ed oppressori è stata accettata da quei governi per 80 Euro, per poterli dare, omaggio elettorale, mancia miserabile, sputo in faccia alla miseria, a quegli Italiani indigenti che con quei soldi non hanno superato la loro indigenza ma che dovevano essere pronti a votare in massa il partito di governo.

Il solo fatto che Salvini abbia fatto la voce grossa, senza alcun altro atto formale, senza 80 Euro, lo ha proiettato nell’olimpo dei politici Italiani.
E’ razzista? E’ irresponsabile? O è solo fascista?

Bene, non lamentatevi è li per merito vostro.

PD silenzio.

Vergogna.

Ceppoduro

 

Un numero sbagliato

Un numero sbagliato.

Ma può esistere un numero sbagliato?

Noooo! I numeri sono giusti per definizione. Se non fossero giusti non esisterebbero.

Uno più uno fa due, uno più due fa tre, tre più uno quattro e così via. Non c’è errore, non c’è inganno.

Ma possiamo anche contare in un altro modo, aggiungendo il numero precedente all’ultimo sommato, così: uno, uno (0+1), due (1+1), tre (1+2), cinque (2+3), otto (3+5) ecc. come fece Fibonacci.

A qualcun piace giocare con i quadrati: uno, quattro, nove, sedici, venticinque, trentasei, quarantanove e sessantaquattro come nel gioco degli scacchi.

Possiamo anche, solo, raddoppiare: uno, due, quattro, otto, sedici, trentadue, sessantaquattro, come i bit degli informatici.

E non scordiamoci i cubi: uno, otto, ventisette, sessantaquattro, centoventicinque e avanti fino a quando vogliamo.

Si, continuiamo finché si vuole. Si può fare perché meno male che i numeri sono infiniti e così le loro infinite combinazioni.

Come la lista dei numeri primi, quella seguente:

A una cifra

  • 2
  • 3
  • 5
  • 7

A due cifre

  • 11
  • 13
  • 17
  • 19
  • 23
  • 29
  • 31
  • 37
  • 41
  • 43
  • 47
  • 53
  • 59
  • 61
  • 67
  • 71
  • 73
  • 79
  • 83
  • 89
  • 97

Ora poiché di numeri ne esistono molti, possiamo anche classificarli, se ci fa comodo:

Allora ecco la lista dei numeri

 

  1. Naturali 
  2. Interi relativi 
  3. Razionali 
  4. Algebrici
  5. Reali 
  6. Complessi 

Possiamo notare che i numeri complessi sono compresi nei numeri reali. Mentre questi ultimi sono entro gli algebrici. Che compongono i razionali. I quali a loro volta si trovano negli interi relativi. Che, infine, sono nell’insieme dei numeri naturali. Insomma sono tutti connessi, strettamente connessi.

Una bellezza. E in tutta questa bellezza pensate seriamente che ci sia qualcosa di sbagliato?

No! Eppure “mi hai dato il numero sbagliato”.

Certo se nel tuo numero manca una cifra non torna più niente. Il numero, come dire, non funziona. Certo se la sequenza è completa ma il numero è abbinato ad un utente diverso da quello che cercavo, allora di certo il numero “è sbagliato”, almeno rispetto a chi volevo chiamare. E non riuscirò a parlarci.

Dai!

Un numero sbagliato

Ecco, l’unico numero sbagliato non poteva che essere un numero di telefono.

Giancarlo

 

Francesca Lattanzi

C’è stata una mostra a Castelfranco

Francesca Lattanzi e Maria Letizia Scarpelli hanno esposto assieme.

Si è trattato di un breve ma intenso evento organizzato nello studio “Atelier di Architettura” degli architetti Rosy Gioia e Nicoletta Russo. Interior designer Enrica Morini. La location in via Piave 9 a Castelfranco di sopra (AR). L’inaugurazione è stata sabato 19 Maggio 2018.

La mostra si è inserita nella manifestazione Open, studi aperti, dove l’architettura si è fusa con la pittura ne: “L’atelier si tinge di rosa”. Partecipavano, esponendo alcune opere, la Pittrice Francesca Lattanzi e la pittrice Maria Letizia Scarpelli.

Francesca Lattanzi

Francesca Lattanzi

Le opere di Francesca hanno fatto bella mostra di se sulle pareti dello studio, dietro lo splendido bosco mobile.

Sono dipinti che rispecchiano appieno la sua personalità. Eleganti, femminili e sexy. Tre figure distinte di grande impatto visivo ed emotivo. Figure che risaltano, ce escono dal quadro, che attirano inesorabilmente l’occhio spettatore su di loro.

Maria Letizia Scarpelli

Le opere di Maria Letizia, molto delicate e sognanti sono state ammirate dall’altra parte dell’ingresso.

Ecco le foto delle pittrici.

Francesca Lattanzi e Maria Letizia Scarpelli
Francesca Lattanzi e Maria Letizia Scarpelli

Poi le altre dell’evento:

Francesca Lattanzi Francesca Lattanzi

E’ stato tutto molto bello ed interessante.

Giancarlo

Il rock è morto

E’ definitivo:

Il rock è morto.

Il rock è morto

E’ morto, anche se non lo sa, anche se molti sembrano convinti che sia ancora vivo e lotti. Non lotta più. Che rimane? Se non il commercio? Gli ideali sono finiti nel conformismo, restano poche idee, mai rivoluzionarie. Fatte solo per vendere un disco o un concerto.
Rocckkeettaarrii gente stempiata che ha perso ogni stimolo, perfettamente (c)entrata nello estabilishment. Classe media che invidia la gioventù a chi ce l’ha o i soldi a chi li spende. O, se volete, la voglia di spenderli per chi non li ha.
Insomma il peggio del peggio del peggio.

Il rock è morto.

Il rock è morto

Non si riprenderà mai, nonostante le varie sotto classi di rock, neanche una dice più niente, fa più niente. Non scandalizza nemmeno. E’ muta. Ma il peggio non sono i nuovi rocckkettari, sono i vecchi fan, che non si rassegnano.
Sono zombi come i vecchi gruppi gloriosi, che non vogliono smettere mai. Suonano sempre le vecchie canzoni, meglio, perché non hanno niente da dire.
Da rivoluzionari si sono trasformati in conservatori, anzi in congelatori, imbalsamatori, sacerdoti di se stessi e delle loro musiche.

Fate posto a chi ha fame, a chi ha sete a chi deve trovare una via, andatevene, state a casa, morite ma non fatevi vedere, mummie di voi stessi, che nemmeno i vermi vi vogliono, non vivrete in eterno ma in eterno dovremo subirvi. Nascondetevi, fatevi seppellire vivi o morti, è lo stesso, nemmeno i vermi vi vogliono, rendetevene conto ed uscite di scena.

Un bravo artista sa uscire di scena se deve. Datevi alla pittura, non disturberete più il mondo e forse riuscirete a lasciarci qualcosa di utile, nuovamente di bello..Il tempo passa e bisogna andare in pensione, occuparsi dei nipoti, dedicarsi a noi stessi.

Dedicatevi a voi, il rock è morto.

Il rock è morto

Ceppoduro

 

In gita a Torre di Mercatale

Un giorno qualunque

In gita a Torre di Mercatale.

Un giorno qualsiasi, uno di fine Maggio, uggioso, piovoso, bello solo per cazzeggiare, reso bello solo dal paesaggio, dalle rose e dagli altri fiori di Maggio. Bello e uggioso, uggioso e piovoso.

Non sai cosa fare ma se hai la fortuna di stare vicino puoi andare a la Torre di Mercatale, un paesino in cui vi voglio accompagnare.

Quando sarete in un agriturismo qua vicino, fateci un salto, si gira in 10 minuti, ma se ti fermi ad osservare ci puoi passare la mattina o il pomeriggio o tutt’e due.

In gita a Torre di Mercatale

Conoscenza

La torre non è così famosa come Mercatale (valdarno), ma proprio per questo vi ho mostrato com’è, perché non la trovate sui libri, la trovare su google eart o maps ma se non sapete che c’è e che c’è a La Torre, non avete chance di andarci. A meno che non siate badanti, ci sono più badanti che badati a La Torre.

MA la Torre, intanto si può girare intorno e ritrovarsi ovunque, anche dove siamo partiti a visitarla.

Ha visto tempi migliori, con più gente e la bottega.

Quei tempi non ci sono più, come la gente, gli abitanti, dispersi ovunque, invecchiati, morti, come è normale che sia.

Normale non è che il paese si sia svuotato, anche se ci sono dei duri, dei resistenti, fuori dal comune, fuori di testa.

Stranieri, badanti, aiutateci a far rivivere La Torre venite anche voi in gita a Torre di Mercatale.

Venite e comprate casa, se non ve la vendono potreste affittarla, ma non posso aiutarvi, non conosco nessuno.

Io ho fatto solo da agenzia immobiliare. O forse da agenzia matrimoniale, da ruffiano, per farvi innamorare di un piccolo borgo disperso nelle campagne toscane.
Se state a la Torre l’altra torre, quella di Galatrona, veglia su di voi e vi protegge.

Venite a La Torre, anzi, alle Torri.

Giancarlo

Estemporanea a Passignano

Estemporanea a Passignano

Abbiamo fatto una bella estemporanea a Passignano sul Trasimeno.

Non era competitiva, ci siamo solo divertiti, molto.

Estemporanea a Passignano Giancarlo

 

Passignano sul Trasimeno

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Passignano sul Trasimeno
Comune
Comune di Passignano sul Trasimeno
Passignano 2.jpg
Coat of arms of Passignano sul Trasimeno
Coat of arms
Passignano sul Trasimeno is located in Italy

Passignano sul Trasimeno
Passignano sul Trasimeno
Location of Passignano sul Trasimeno in Italy
Coordinates: 43°11′N 12°8′E
Country Italy
Region Umbria
Province Perugia (PG)
Frazioni Castel Rigone, Col Piccione, Oliveto, Pischiello, San Donato, San Vito, Trecine
Government
 • Mayor Claudio Bellaveglia
Area
 • Total 81.1 km2 (31.3 sq mi)
Elevation 289 m (948 ft)
Population (31 December 2010)[1]
 • Total 5,713
 • Density 70/km2 (180/sq mi)
Demonym(s) Passignanesi
Time zone CET (UTC+1)
 • Summer (DST) CEST (UTC+2)
Postal code 06065
Dialing code 075
Patron saint St. Christopher
Saint day July 25
Website Official website

Passignano sul Trasimeno is a comune (municipality) in the Province of Perugia in the Italian region of Umbria, located about 20 km northwest of Perugia.

Passignano was home to a historic Italian airplane factory, the SAI Ambrosini, now abandoned as an industrial center but still used as an association center. Its buildings still exist near the Passignano sul Trasimeno railway station.

Aircraft were tested at Eleuteri airport, only a few kilometers away from the factory. SAI was involved mainly with Macchi during World War II, although Eleuteri was also used as a test center for the Ambrosini SS.4.

Scuderia Coloni, a former Formula 1 and GP2 Series racing team which currently organizes the Auto GP Series, is located in Passignano sul Trasimeno.

Altri riferimenti qui

Palle di sughero

C’era una volta un ragazzo

Uno che tutti chiamavano palle di sughero.

Aveva tredici anni, o poco più, non aveva ancora raggiunto la pubertà: era un ragazzo, appunto. Per questo era palle di sughero.

Non era certo delicato con i coetanei, maschi e femmine. Ma non era cattivo, forse era solo timido.

Palle di sughero

Fatto sta che a menar le mani non ci pensava due volte, giù scazzottate per un nonnulla. Nessuno che riuscisse ad andarci d’accordo.

Magari poi si pentiva, ma non lo dava a vedere. Voleva essere considerato grande ed i grandi, si sa, non hanno pentimenti. E forse non hanno neppure sentimenti, per questo non dava mai a vedere quello che provava.

Anzi lo nascondeva bene, Palle di sughero.

Ogni tanto passava davanti ad un’edicola. L’edicola della stazione.

Vedeva le riviste stese davanti e quelle appese alle pareti, ma non gli interessava no più di tanto se non per i colori vivaci o per i titoli strillati.

Un giorno entrò dentro fino al bancone ed oltre. Lateralmente il tunnel dell’edicola continuava tra giocattoli e plasticacce varie.

Cercava qualcosa per sua sorella, per il compleanno. Vide qualcosa che attrasse la sua attenzione. Li accanto, appoggiata sopra degli album per le figurine, una rivista, una diversa dalle altre, che non aveva mai visto prima, con tante donne nude in copertina.

La rivista erotica

Palle di sughero

Si guardò attorno, l’edicolante era distratto a far di conto, svelto la prese e se la mise tra pancia e pantaloni, sotto la maglietta. Uscì. Salutando senza prendere nulla. Il cuore gli batteva sempre più forte. Un po per l’accelerazione dei suoi passi, un po per l’attesa di guardare  quei fogli.

Raggiunse un orto, lungo la strada per la scuola, e si infilò dentro due filari di fagiolini. Seduto per terra, iniziò a guardare.

C’erano immagini di uomini e donne che, nudi o seminudi, si baciavano, dappertutto l’un l’altra. Gli uomini non si vedevano quasi mai per intero, le donne si. Che strano. Però erano bellissime, anche se con molti peli, peli erano cominciati a crescere anche a lui, anche sotto il mento, in una specie di pizzetto vano.

Non capiva bene, sapeva o credeva che stessero facendo all’amore, ma pensava fosse diverso. Poi non avrebbe mai detto che si potesse fare in tanti, eppure…

Strano, aveva un uggia addosso, un’uggia che… strano.

Palle di sughero

La storia di Palle di sughero, che non aveva niente dentro (sentimenti e quant’altro).

Ceppoduro