Sul lavoro

Ho ascoltato la radio.

Lo faccio sempre in macchina, intervallando con buona musica rock, ascoltavo un programma di radio uno che, tra l’altro, riportava le statistiche ISTAT sul lavoro.

Mi domando come facciano ad essere sempre così ottimisti, allegri, quasi felici. Almeno così sembravano i tre conduttori. Occupati in aumento, di conseguenza, meno disoccupati un Bengodi, un Eden, l’Italia che va.

M dove va? va male. Male, male. e non vogliono il governo del cambiamento. Magari cambierà poco ma peggio di così non penso.

Le politiche di Renzi, il jobs act, prima poi la continuità di governo con Gentiloni ci hanno messo in ginocchio.

Si è vero sono cresciuti gli occupati, ma dove? Non nei lavori a tempo indeterminato, che comunque definirei finti lavori a finto tempo indeterminato, i famosi contratti a tutele crescenti, che dovevano stupire il Mondo o almeno l’Europa per come i nostri governicchianti erano stati bravi e quali idee profonde ed innovative avevano avuto, seguendo le tracce di sedicenti-suddetti studiosi della materia.

sul lavoro

Ma che dice l’ISTAT?

“Continua una tendenza alla crescita degli occupati (+0,3% rispetto a marzo, pari a +64 mila). Il tasso di occupazione si attesta al 58,4% (+0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente)”.

Gli occupati sono in crescita??? + 0,3%??? + 0,1%???

Ma che ci prendete per il culo???

Ed anche questi pochi dove trovano lavoro? Ma nel tempo determinato. E’ ovvio!

Dice sempre l’Istat:

L’aumento interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Crescono i dipendenti a termine (+59 mila) e in misura più lieve gli indipendenti (+14 mila), mentre restano sostanzialmente stabili i dipendenti a tempo indeterminato“.

 

Alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna un aumento dei disoccupati (+0,5%, +14 mila) associato a un forte calo degli inattivi (-0,7%, -95 mila)”.

Insomma un disastro sul lavoro.

Ed hanno il coraggio di parlare? Di voler dettare le regole? E i tempi?

Ma che si nascondano bene, che si possa non rivederli più.

Forza!

Facciamo ‘sto governo e mandiamoli tutti a lavorare, almeno quell’aumento, seppur piccolo, sarà efficace.

Ceppoduro

Collettiva di Bucine

Collettiva di Bucine

E’ in corso oggi e domani la collettiva di Bucine, collettiva di arte contemporanea nel paese di questo Blog.

Pittori, scultori e autori di libri.

Venite numerosi o accontentatevi di questo report.
Ecco le foto

Riccardo Franci:

Giancarlo Arrigucci:

Renato Cocca:

Licio Casini:

Giancarlo Arrigucci:

collettiva di bucine

Sculture:

Aldo del Vita:

collettiva di bucine

Attilio Nenci:

Valentina Massai

collettiva di bucine

Giancarlo

Bucine is a lively village lying among Florence, Arezzo and Siena.  Because of its particular position, it has been strategically momentous since the Roman Age. This lovely place became even more important during the Middle Ages, when contended among local seigniories and big cities.

Bucine is located in the Valdambra, at 207 metres above the sea level, and counts nearly 9000 inhabitants.

In the XIII century, the main local authorities were the Counts Guidi of Modigliana, that in 1225 put themselves under the municipality and protection of Arezzo. Afterwards Bucine has been contended between the noble families Ubertini di Chitignano and Tarlati… squabbles among nobles swept away from the Republic of Florence, that made Bucine residence of the podestà in 1335.

Here you will be able to admire the Romanesque parish church of Galatrona, as well as the church of St. Apollinare and the Castle of Galatrona.

Set up into a league known as “Lega di Valdambra”, Bucine supported Florence during its campaign in order to annex the properties of the Counts Ubertini, which were conquered between the fourteenth and fifteenth century.

Under the the Medicean Grand Duchy, Bucine became a marquisate, given to the family of Vitelli by Ferdinand II, in 1654.

The village underwent another change during the Napoleonic Empire becoming, in 1811, one of the “mairies” (town hall) of the Prefecture of Arno. When the Empire collapsed in 1815, Bucine was reintegrated into the Grand Duchy, getting the status of “Podesteria del Bucine Valdambra”: a huge territory including 24 towns under the municipality of Arezzo. That is why the area of Bucine still has such a wide extension.

 

Bobbio

Bobbio

Il primo di Maggio del 2018 si è svolta un’estemporanea a Bobbio.

Ho deciso di andarci con degli amici.

Abbiamo trovato un bell’agriturismo per pernottare il 30 Aprile, che un viaggio anda e rianda ci sembrava troppo impegnativo, e poi che Bobbio e la valle del Trebbia meritava una visita più approfondita.

Poi, sopra Bobbio, c’è un centro sciistico al passo Monte Penice da dove si godono panorami mozzafiato.Bobbio Una vecchia chiesa, peccato non più in uso, peccato sia un po disastrata, peccato, peccato. Usata come magazzino.

Usata come parcheggio.

Chissà dove sono finite le opere che sicuramente la abbellivano. Sopra vedete sei cristi a reggere tre croci. La definirei una situazione imbarazzate, surrealistica.

Dire che è bella, Bobbio, è dire una banalità.

A Bobbio succedono miracoli.

Che spettacolo, quasi quasi lo rifaccio. Rosa, giallo, senape e grigio, apoteosi di colori. E le chiese?  E i corvi attendono che qualcosa succeda… Anche le fragole abbiamo trovata, quante… quante, quante…

Peccato sia troppo presto. Riusciremo a tornare? No! Lo so già, non torneremo in tempo e le fragole saranno di altri.

Eccoci nella residenza dei Malaspina.
Mia vicina di casa. Eccolo, eccolo, eccolo, il fiume Trebbia. E il ponte gobbo. Alla fine , il giorno primo Maggio, iniziamo l’estemporanea.

bobbio Alla fine la mostra dei quadri per la decisione della giuria.

Bobbio Voi godetevi i quadri, grandi realizzazioni , qualcosa di stupefacente, se  non fossimo già abituati.

BobbioInfine la premiazione e poi tutti a casa.

Tra i vincitori il babbo di un mio carissimo amico. Bobbio Bobbio Che dire di più.
Ci siamo divertiti, anche se stancati tanto.
Bobbio è bellissima, la valle meravigliosa.
Il Trebbia, dall’acqua pura e cristallina, richiederebbe un bel bagno, se la stagione ce lo permettesse.

Il ponte vecchio o gobbo è un manufatto che da solo giustifica il viaggio.
Il resto è tutto in più.

Giancarlo

 

 

 

401

401

Ero di fronte al 401 senza sapere che fare.

401

Ma un uomo deve prendere una decisione, a volte.

Deve saper prendere una decisione… ma quale? E perché?

Sono arretrato dalla porta, ancora incerto, poi ho pensato a lei…

Erano giorni che non riuscivo a vederla, avrei voluto che la porta si aprisse ed il suo sorriso illuminasse la strada, ma non successe nulla.

Primetta se ne era andata; chissà dove. Con quel suo nome d’altri tempi. Con quel suo fascino speciale, veramente una cifra distinta dalle altre.

Oggi è cambiato tutto, forse non abiti più al 401, forse stai più indietro al 397 o forse il tuo portone è avanti, con il 409 d’ottone lucidato da poco.

Non so più dove sei.

Come posso ritrovarti, prima della prossima primavera?

La verità è che non voglio dividerti con nessuno. In un primo momento avevo pensato avessimo qualcosa, un denominatore comune, ma uno solo è riuscito a stare con te.

E non sono io, neppure sembra che possa esserlo mai.

Resteremo sempre divisi.

Eppure…

Eppure sento che saprei essere speciale. Io saprei esserti pari.

Ma non posso raggiungerti e congiungermi a te, per quanto moltiplichi i miei sforzi e mi divida per te, non riesco ad averti. Mi contengo, ma ti contendo, contando di arrivarti.

Ma rimani sempre un passo avanti od uno indietro.
Ti vedo e non ti vedo, ti sento e non ti sento. Mi sfuggi.

Sfuggi come la mia vita che passa, inesorabile, e me ne accorgo solo ad ogni compleanno.

Ho pensato che…

Se ti avessi incontrato al 41, senza quella nullità in mezzo, il nostro rapporto sarebbe stato più fortunato. Anzi il 41 era proprio l’ultima chance di essere tra i fortunati, primo tra i primi e non ultimo dei diseredati, come mi sento ora senza il tuo affetto, senza di te.

Ah, i numeri, come sanno, a volte, essere crudeli con noi.

E prima di tutti, i numeri primi.

Ceppoduro

 

Compleanni

Compleanni

40 anni lei, 60 anni io, che compleanno centenario, 2 compleanni in 1.

compleanniNello splendido sito dell’agriturismo “Villa Prato al Sole” a San Pancrazio di Bucine si è radunata un po di gente per festeggiarci. si mangiava si beveva c’era musica c’eravamo noi, i festeggiati (per chi non l’avesse ancora capito). Si ballava Compleanni

Insomma tra questo e quello, tra fare e disfare il tempo è passato in compagnia di amici, conoscenti, parenti.
Un bel mondo, tanti tanti.
Grazie a tutti grazie di tutto.

Per ringraziarvi tutti vi faccio un regalino anch’io.

potete scaricarlo qui come timmermans_bruegel.pdf

oppure nel sito di liber liber

è un opera di Felix Timmermans

intitolata BRUEGEL (come ti ho sentito nei tuoi quadri)
di cui vi riporto l’incipit (spero per invogliarvi a leggerla):

IL VILLAGGIO

Il piccolo pesco tutto stellato di rosei fiori, sotto il quale la madre incinta era intenta a preparare il burro, brillava di sole e di pioggia. Il gallo raggiante cantava con voce prolungata. Proprio in quel momento Pieter volle uscire dal grembo di sua madre. Fu avvolto in fasce nell’osteria «La terra promessa».
Sul tetto c’era un nido di cicogne e in alto, al di sopra, si stendeva l’arcobaleno…
Mentre la madre sedeva sul letto e porgeva al piccolo il seno turgido di buon latte, le lacrime brillavano nei suoi occhi: ella vedeva laggiù nel camposanto la croce nera e il piccolo tumulo sotto cui giaceva da un mese suo marito.
Era la vedova di un contadino scarno, che aveva lavorato molto e parlato poco; però prima di morire le aveva detto sospirando: «Peccato che il nostro unico figlio venga quando siamo già vecchi… e che io non possa più vederlo… Se è un maschio, fanne un marinaio… anch’io avrei voluto essere un marinaio…».
Ed ora ella rispondeva con tristezza al marito morto, come se egli sedesse accanto al suo letto lisciandosi la barba color di stoppa: «Ah, Teodoro, io ho quasi cinquant’anni! … (continua)

Giancarlo

 

Numeri perfetti

Numeri perfetti

Cosa esprime perfezione nei cosiddetti numeri perfetti?

Non è la bellezza estetica ma la perfezione ideale.

Un numero è perfetto se la somma dei suoi divisori rende il numero stesso.

Non è stato sempre così, per Speusippo, un filosofo Greco nipote di Platone, un numero perfetto diceva che per i Pitagorici 10 era il (solo) numero perfetto. Esso aveva un numero pari di numeri primi (2, 3, 5 e 7)e non primi (4, 6,8 e 9) nella sequenza da 1 al numero stesso.

I Pitagorici hanno poi allargato la loro idea di perfezione includendo i numeri amicali e quelli socievoli (Nicomaco).

I numeri con la somma dei divisori diversa dal numero stesso si definiscono abbondanti o difettivi.

Ma vediamo i numeri perfetti

Il primo è il 6.

I divisori di 6 sono 1, 2 e 3, sommandoli si ottiene ancora 6.

Il secondo perfetto è 28, i cui divisori sono 1, 2, 4, 7 e 14.

Il terzo non è così vicino ai primi due: 496: diviso da 1, 2, 4, 8, 16, 31, 62, 124 e 248.

La formula dei numeri perfetti è la seguente: 2n1∗(2n 1) dove (2n 1) è un numero primo di Mersenne.

6 si ottiene con la potenza di 2:

22-1 * (22-1) = 21 * (4-1) = 2*3=6.

Ogni numero perfetto pari è anche:

un numero triangolare

un numero esagonale

è anche un numero pratico.

Non si sa se i numeri perfetti continuino all’infinito né se esistono numeri perfetti dispari, però tutti i numeri perfetti pari terminano con un 6 oppure con un 8.

Infatti, da 2n-1 × (2n − 1) si ha che: 2n-1 è pari e termina per 2, 4, 8, 6;

(2n − 1) è dispari e termina per 3, 7, 5, 1.

La cifra finale ‘5’ va scartata perché sappiamo che (2n − 1) dev’essere primo, quindi le coppie che rimangono sono (2,3), (4,7) e (6,1), i cui prodotti danno le cifre 6 e 8 come finali di ogni numero perfetto pari.

Numeri perfetti

Giancarlo

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Non lo faranno

Non lo faranno

i Piddini hanno deciso: non lo faranno.

Non lo faranno
I ministri del governo Gentiloni

Non andranno a governare con i Cinquestelle, nonostante gli abbiano copiato il programma elettorale, ma andranno a sostenere un governo della destra, con Berlusconi più forte che prima.

E’ strano. Non si capisce il perché si rifiutino ostinatamente di farlo, quando hanno fatto una legge elettorale, il Rosatellum, che favorisce, rende necessarie, le alleanze.

Ma forse bisogna pensar male e le alleanze le volevano fare ma con Forza Italia, e sarebbero state forzate, richieste dal Presidente, dal Paese, dall’Europa.

Ma come si fa a comportarsi come Renzi, come la Serracchiani e chissà chi altri, continuando a dire che con i Cinque Stelle non possiamo farlo, perché non sono democratici (lo è Forza Italia?), che non hanno a cuore il lavoro (perché lo aveva il Jobs Act?), che non vogliono stare nella Nato (???).

Non lo faranno…

Ma se Renzi e la sua direzione hanno portato il partito a perdere tutte le ultime elezioni, se l’ultima emorragia di elettori è continuata anche nelle regionali, possibile che nessuno in quel partito lo butti fuori a pedate? Lui e tutta la sua classe dirigente, i cosiddetti Renziani.

Ma se gli elettori del PD erano di sinistra, può un partito come il PD fare, aver fatto, solo politiche di destra e voler governare con la destra?

Lo faranno.

Sembra inevitabile.

Forse ci sono troppe collusioni con i cosiddetti “poteri forti”, forse è scritto nel patto del Nazareno. O forse aveva ragione il Comunismo Reale a dire che le masse vanno guidate perché non sanno dove vanno, ne dove devono andare.

Se l’Americano medio ha preferito Trump alla Clinton per quale ragione l’Italiano medio dovrebbe votare PD?

Avevamo scritto che il voto al PD era per farlo governare, ne siamo sempre convinti, ma non con Berlusconi. Con Berlusconi lo hanno già fatto e gli elettori si sono sciolti come la neve di Marzo ad Aprile.

Lo faranno ancora.

Gli elettori PD si scioglieranno anche loro, alla prossima elezione, ed il PD finalmente si dissolverà. La classe dirigente potrà tornare a destra.

La base scegliere un altro partito di sinistra.

Ceppoduro