Ceciliano

Ceciliano

Durante il consueto mercatino del CALCIT del 22 Aprile 2018, si è tenuta a Ceciliano una bella estemporanea, con numerosi e bei premi.

Il CALCIT Comitato Autonomo Lotta Contro I Tumori viene finanziato in vari modi, quest’anno anche tramite l’estemporanea di pittura.

Ecco i quadri realizzati.

Ceciliano

Quadri esposti al mercatino:

Ceciliano

Varie Foto:

Bread & Breakfast Bella di Ceciliano,

un luogo eccezionale dove stare, dipingere, sognare.
Grazie al patron, ospite eccezionale.

Guardate un po’ che posto.

www.belladiceciliano.it

Ceciliano

Premiazione:

Ceciliano

Giancarlo

 

Altre notizie sui prossimi eventi del CALCIT

Domenica 13 Maggio in zona Eden ad Arezzo.

Torna anche quest’anno l’amatissimo “Mercatino dei Ragazzi” in zona Eden.

Come sempre il nobile scopo è quello di raccogliere fondi a favore della ricerca per la lotta contro i tumori.

Anche questa volta, decine di ragazzi con le loro famiglie, confluiranno con l’intento di vendere i propri beni.

Con la gioia e felicità che contraddistingue l’età dei giovani rivenditori.

Di seguito alcune informazioni sul Calcit di Arezzo:

C.A.L.C.I.T. è un’associazione di volontariato fondata il 21 Giugno 1978 dalla COOPERATIVA FIDI 2°, che agisce in seno all’Associazione dei Commercianti della Provincia di Arezzo. Non ha carattere politico-partitico.

GLI SCOPI DEL CALCIT

  • Primo Acquistare strumenti per la diagnosi precoce e la cura dei tumori e donarli all’Ospedale di Arezzo;
  • Secondo Istituire borse di studio a favore di giovani medici aventi oggetto la specializzazione oncologica da svolgere presso l’Ospedale civile di Arezzo;
  • Terzo Organizzare convegni Medico Scientifici, seminari inerenti l’oncologia;
  • Quarto Sostenere in tutto od in parte i costi per l’assistenza domiciliare a favore di malati di tumore.

RACCOLTA FONDI
Le entrate del CALCIT sono alimentate attraverso:

  • Primo Organizzazione di manifestazioni varie. La principale è il Mercatino dei Ragazzi che si svolge una volta all’anno nel mese di maggio.
  • Secondo Offerte in memoria dei defunti
  • Terzo Contributi liberi da persone, enti, aziende etc.
  • Quarto Donazioni e lasciti testamentari

INFO

Segreteria amministrativa
Piazza San Jacopo, 278
tel e fax 0575/22200
[email protected]

Ancora a Bastiola

Ancora Bastiola

Siamo stati a dipingere e siamo andati ancora a Bastiola.

Ancora a Bastiola per una estemporanea lampo, dalle 14 alle 17. Una performance eccezionale, non da tutti. Se poi usi colori ad olio, come me, non c’è verso di fare errori, incorreggibili.

Comunque anche con gli acrilici e gli smalti non è che si possa fare tanto, tre ore son sempre tre ore.

La partecipazione è stata, come sempre imponente, anche l’esposizione all’esterno è stata cospicua.

Una bella giornata, con grandi soddisfazioni nei risultati pittorici.

Questa volta ricorreva un centenario, quello della nascita di Edgardo Giacchetti, padre del mitico Marco. Anche l’altro figlio era, come tradizione, presente in giuria e durante la premiazione.

Il tema, libero come tradizione.

In verità non sapevo che fare, quando Franco Taccogna propone di fare un cavallo. Come non dargli soddisfazione; abbiamo fatto un cavallo, bianco lui e bruno io.
Gli altri partecipanti spalmano i soggetti dai paesaggi più diversi a opere di pura fantasia.

Il più fantastico di tutti, quello di Diego Baglioni. Come al solito si è sbizzarrito in un ritratto fantastico, pieno di icone e tatuaggi molto, molto particolari.

Devo segnalare anche le opere di Marcello Tosti e Lojana Pintora, veramente notevoli dal punto di vista pittorico e compositivo.

Ancora a Bastiola non è che gli altri…

Non è che siano stati da meno, bravi come sempre, a volte perfetti.

Ma allora si rischierebbe di parlare sempre dei soliti noti e, pur non demeritando, merita notare gli altri.

Interessante la premiazione, ricca di coppe, medaglie e prodotti del luogo.

A me è toccata una bella bottiglia di olio extravergine di oliva , oltre alla coppa del 1° exaequo..

Nella mia sfida personale con Franco, invece, sono stato premiaato subito dopo di lui. Ha vinto, mi spiace doverlo ammettere, ma ha fato un cavallo meglio del mio.

Le opere prodotte:

Le altre foto:

Ancora a Bastiola

Giancarlo

Nonantola

Nonantola

Il 15 Aprile a Nonantola si è svolta una bella estemporanea di pittura.
Dal tema: “Nonantola eccentrica”.

Quick facts

Nonantola is a town and comune in the province of Modena in the Emilia-Romagna region of northern Italy. It is in the Po Valley about 10 kilometres from Modena on the road to Ferrara. Wikipedia

14 Aprile

Siamo andati, io e Davide, all’avventura. Siamo arrivati il giorno prima, in perlustrazione. Nessuno di noi due conosceva il paese ma abbiamo trovato subito il Bar Ristorante Birreria Petalo’s, in via Roma, un bel bar dove ci siamo tuffati in un ottimo aperitivo.

La gente è speciale nel modenese, al Petalo’s ancor di più.

Abbiamo girato un po per conoscere la cittadina e abbiamo trovato la piazza del pozzo, la torre dei Modenesi o dell’orologio, abbiamo visto gli scavi archeologici ed il palazzo della Partecipanza.

La sera abbiamo cenato alla Cà Rossa a Crevalcore, tortellini in brodo come si deve e poi alle 22:00 musica. Ambiente favoloso, gente speciale, come ho già detto. Da queste parti è facile fare amicizia e con Marco Lenzi non è da meno. E’ un ospite eccezionale.

15 Aprile

Il giorno dell’estemporanea Davide ha deciso di fare il Pozzo, io la torre dei Modenesi. Ma il tema diceva di farla eccentrica. Ho pensato ad una Nonantola speciale, con la torre dell’orologio ed il pozzo ma nel 2118, fra cent’anni.

Nonostante i danni del terremoto recente, la torre sarà ancora li, a presidiare il pozzo, come sempre… anche se…

Anche se il clima sarà diverso, lo scioglimento della banchisa polare sarà andato avanti. Ce lo dicevano di non usare gli spray per le ascelle e le bombolette del lucido per i dipinti acrilici. Ma non ci abbiamo creduto e Nonantola sarà in riva al mare, in mezzo alle palme e sotto il solleone, ma ci sarà.

Intanto al Petalo’s, a mezzogiorno, si è mangiato benissimo e bevuto anche meglio con una bottiglia di lambrusco “Unico“.

E poi una sorpresa, Sergio Cecjo Marcheggiani del Petalo’s ci ha detto che Marco della Cà Rossa ci aveva lasciato una bottiglia di Unico pagata.

Una sorpresa bellissima, grazie Marco, non dovevi, davvero.
Grazie anche a Cecjo per l’ottimo supporto logistico durante tutta la giornata in estempore.

Nella pittura non abbiamo vinto gran che, ma abbiamo trovato qualche nuovo amico.

E’ bello essere stati a Nonantola.

Giancarlo

Le opere realizzate in estemporanea

Sergio Cecjo MarcheggianiSergio Cecjo Marcheggiani Sergio Cecjo MarcheggianiSergio Cecjo MarcheggianiSergio Cecjo MarcheggianiSergio Cecjo Marcheggiani Sergio Cecjo Marcheggiani Sergio Cecjo MarcheggianiSergio Cecjo Marcheggiani Sergio Cecjo MarcheggianiSergio Cecjo Marcheggiani Sergio Cecjo Marcheggiani

In giro per il paese

Nonantola La torre come la vedevo io. Davide Emanuelli: Work in progress. Io la vedevo proprio a quel modo. Giancarlo Arrigucci: Mini personale in strada. Il pozzo come lo vedeva Davide. Petalo’s un bar bellissimo. Opere in mostra per strada. Mazziale: Sergio Cecjo Marcheggiani, uno dei nuovi amici che ho conosciuto. Segue Max Oddone, un pittore, un poeta, un artista.

Un tipo in gamba. Che bottiglie lunghe, che vino ci sarà dentro? Un nuovo amico, conosciuto in estemporanea. Fenek Rouhani, pittore eccentrico.

La premiazione:

Il sindaco Famoso gesto amichevole no-nantolese. Non è che mi vergogni… …è che fa proprio freddo. Vincerò? Non vincerò? Non vincerò. Non te la prendere, non vincerò nemmeno io.Ah, ora ti torna. Che ti torna?Nonantola mhm! eh-he.

Mi pare impossibile

Mi pare impossibile

Ero al bar e ancora mi pare impossibile.

A Nonantola non ci sono tante cose da fare ma se vuoi un aperitivo vai al Petalo’s e quando sei stato li, il Cecjo ti farà tornare.

La sera era tranquilla. Una pomeriggio di primavera che se non soffri di allergia non soffri per niente.

Gli amici si davano un gran d’affare perché quella sera suonavano alla Cà Rossa a Crevalcore e non volevamo perderci niente.

mi pare impossibile

Va beh alla CàRossa iniziano alle 22, c’era tempo.

Intanto che arrivavano gli stuzzichini, sempre nuovi e ottimi, arriva un gruppo di tipe. Strafighe, ma strafighe veramente, non per modo di dire.

I ragazzi cominciano a scaldare i diesel, si sente qualche botto e non stanno aprendo un brusco.

Insomma che dire, una strage, gruppo disperso non so se saremo tutti al concerto stasera, ma tanto qualcuno verrà. Va bene che son delle belle ragazze ma non è che i ragazzi non abbiano mai visto niente.

 

Anche se…

Anche se queste… non sono normali.

Devo dire che a primo acchito quasi me lo tiravano su pure a me, l’umore. Poi, come dire, si campa bene anche solo con l’aperitivo.

Anche se …

Anche se siamo una banda di sfigati, in effetti. E ci basta poco.

Oh ci è bastato un nulla e son partiti tutti, con le scuse più cretine, mi han lasciato li a pagare.

Figa, ma son proprio stronzi. “Cecjo quanto è che mi son rotto il cazzo? vado via!”

mi pare impossibile

“Venti! Dove vai?”

“Se trovo qualcuno alla Cà Rossa, ma vedo come mette.”

Pago e lascio il Petalo’s.

Vorrei lasciarlo, ma vedo lei. Mi sorride. Mi dice qualcosa. Non capisco. “Che?” rispondo.

Mi chiede se ho visto le sue amiche. Dovevano trovarsi li per andare a cena fuori. Se c’erano non posso non averle notate: “sono tre schianti” afferma.

Ah, ecco. Sono andate, mi spiace. “Ma tu chi sei” gli chiedo un po’ imbranato.

Lei è gentile, si presenta e dice qualcosa.

Non capisco

Non sono ubriaco, ne sono ubriacato. Sono ebbro di lei, come un moscerino nel tino con l’uva.

Le offro da bere. Accetta. Parla, parliamo, come non ho mai ascoltato ne parlato prima.

Sono cotto.

Ma non mi era mai capitato prima.

Saranno i suoi occhi verdi. Saranno i denti bianchi, sarà il rossetto acceso, il profumo, gli ormoni.

Siamo in perfetta sintonia.

Siamo uno.

Mi sento parte del cosmo ed il Nirvana è intorno a me.

Non è possibile, non mi era mai capitato. Mai avevo incontrato un angelo. Eppure quella sera…

Ho trovato il coraggio l’ho abbracciata, l’ho toccata, era morbida. Profumata.

Poi…

mi pare impossibile

Poi ha finito il suo vino, mi ha dato un bacio. Mi è parso appassionato. Si è alzata ed andandosene mi ha detto:

“Ciao è stato bello, per la prima volta in vita mia mi è piaciuto un uomo, al primo sguardo”.

Ha salutato Cecjo con un cenno ed aggiunto: “ Devo andare, le mie amiche mi aspettano”.

E’ uscita ed è sparita tra la folla in via Roma.

 

Non sono riuscito a fermarla.

Credo di aver sognato.

Non può essere successo davvero.

Mi pare impossibile.

mi pare impossibileCeppoduro

 

Morsi

Morsi d’amore

Morsi, la strinsi, forte, tra i denti e la morsi.

Morsi

Era un morso appetitoso, un boccone da ghiotti ed io l’avevo tra i denti. Quasi non mi pareva vero.

Lo ammetto, era succosa, quasi irresistibile. Ma, d’altronde, era un po che la ciancicavo e la carne, viva, si era irrigidita, turgida, come se sapesse che stavo per addentarla. La paura può far accapponare la pelle e quella non era solo pelle, c’era tutto un sistema ghiandolare sotto.

Mi piaceva molto tenerla tra le labbra, masticarla piano, aspirare e poi soffiare come a tentare di asciugare la pelle, come si fa con l’inchiostro appena scritto.

Eccitanti, i brividi che sentiva erano proprio eccitanti, ed il turgore riempiva le labbra e premeva nel morso. Non frenai.

Si la morsi, forte, forte come non mai, come per farla gridare. Come per staccare quel morso dal resto del corpo e ingoiarlo. per tenerlo per me.

Morsi d’amore, amorevoli morsi.

Ne volevo un po e non sapevo come, non avrei mai affondato i denti, se non su richiesta di lei. Ma lei non lo chiese. Io fremevo, la mia voglia cresceva. Uno spasmo. Un contorcimento. Un crampo. Sapevo che lei lo voleva come lo volevo io, ma non faceva il primo passo. Io non trovavo il coraggio di calmare i morsi della fame.

Morsi

Allora decisi l’avrei costretta a gridare, di un piacere perverso, che mi avrebbe permesso di nutrirmi, un morso, uno solo, ben dato, deciso, pieno.

Albeggiava e capivo che non avevo nulla tra i denti.

Pensavo.

Fantasticavo.

Nessuno era con me e neppure vicino. Ero solo.

MI ha assalito la malinconia, disperato per aver fallito. Per non aver lottato. Perché lei non c’era. Non c’era più. Lei se n’era andata, già tanto tempo fa.

Ma quale morso, provavo solo rimorso.

Ceppoduro

Mi innamoro

Mi innamoro, è venerdì!

Al fine settimana mi innamoro sempre. Sempre di venerdì.

Non mi importa se il lunedì è triste o duro, mi alzo e vado a lavorare.

Non mi importa neppure che il martedì sia pesto, del resto è brutto anche il mercoledì.

Neppure il giovedì mi curo del mondo, ma…

…ma oggi e venerdì e sono innamorato.

Il lunedì vi alzate che cadete a pezzi mentre il martedì e il mercoledì mi spezzate il cuore.

Il giovedì non incomincia neppure che è già venerdì e mi innamoro.

Il sabato attende a lungo prima di cominciare.

La domenica ci mette ancor di più ad albeggiare.

Ma il venerdì non ci fa aspettare…

 

Insomma che mi frega se il lunedì è nero.

Se il martedì o il mercoledì mi verrà un infarto di sicuro.

Tranquillo il giovedì non guarderò indietro.

Che il venerdì mi innamorerò.

 

Per esser chiaro: lunedì potete assomigliare all’urlo di Munch.

Martedì e mercoledì darvi malati e stare a letto.

O giovedì osservare la copertina di “The Wall”.

Venerdì sarò innamorato comunque.

Mi innamoro comunque

Tanto il sabato resta li ad aspettare.

E la domenica si sveglia sempre troppo tardi.

Ma il venerdì non ho paura,

mi vesto a puntino e, ganzo, le mie scarpe si sollevano assieme al mio spirito.

Calpestando la tristezza, giro in giro, immerso nella musica, vestito all’ultimo grido, ingoiando roba.

E’ sempre magnifico prenderla nel mezzo della notte.

Ma non posso averne abbastanza e allora smetto, è venerdì.

E anche questo fine settimana sono innamorato.

Ceppoduro

mi innamoro

Liberamente ispirato e liberamente tradotto da una canzone dei Cure.

Friday I’m in love.

I don’t care if Monday’s blue
Tuesday’s gray and Wednesday too
Thursday I don’t care about you
It’s Friday I’m in love

Monday you can fall apart
Tuesday Wednesday break my heart
Oh, Thursday doesn’t even start
It’s Friday I’m in love

Saturday wait
And Sunday always comes too late
But Friday never hesitate

I don’t care if Monday’s black
Tuesday, Wednesday heart attack
Thursday never looking back
It’s Friday I’m in love

Monday you can hold your head
Tuesday, Wednesday stay in bed
Or Thursday watch the walls instead
It’s Friday I’m in love

Saturday wait
And Sunday always comes too late
But Friday never hesitate

Dressed up to the eyes
It’s a wonderful surprise
To see your shoes and your spirits rise
Throwing out your frown
And just smiling at the sound
And as…

Dressed up to the eyes
It’s a wonderful surprise
To see your shoes and your spirits rise
Throwing out your frown
And just smiling at the sound
And as sleek as a shriek
Spinning round and round
Always take a big bite
It’s such a gorgeous sight
To see you in the middle of the night
You can never get enough
Enough of this stuff
It’s Friday
I’m in love

I don’t care if Monday’s blue
Tuesday’s gray and Wednesday too
Thursday I don’t care about you
It’s Friday I’m in love

Monday you can fall apart
Tuesday, Wednesday break my heart
Thursday doesn’t even start
It’s Friday I’m in love

Promo

Promo

Primo. La radio, RAI Radio 1, manda in onda in questi giorni, da qualche settimana, un promo, di se stessa.

E’ un bel pezzo audio si parte con un frammento coinvolgente di telecronaca in diretta di un gol, recitandoci sopra che RAI Radio 1 è la tua radio sportiva con “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Un incipit veramente coinvolgente, devo congratularmi con gli autori, probabilmente aziendali, ma se fossero pubblicitari esterni si sono ben guadagnati il compenso pattuito.

Lo spot è suddiviso in tre parte, brevi e concise, tutte molto belle e coinvolgenti come la prima che vi ho descritto, però…

Promo

Però io dico

Penso che la RAI dovrebbe essere laica aconfessionale e non partigiana.

Considerazione smentite, completamente, con il prosieguo dello spot.

Secondo. La seconda parte ci fa sentire alcune parole del Pontefice sull’indifferenza, male dei nostri tempi.

Ora dirò che un monito religioso non è il massimo che ci possiamo aspettare dal servizio pubblico Italiano e voi ribatterete che esagero, in fondo il Papa rappresenta molto per l’Italia e gli Italiani, che il Papa è uno di noi.

Beh forse è vero ma lo spot chiosa così alla sue parole: RAI Radio 1 la tua informazione.

Ma come il Papa fa informazione? La nostra informazione? Al massimo può fare proselitismo oppure opinione, non informazione. Ma forse è l’informazione RAI che attinge dai pensieri del Papa.

Promo

In fondo

Terzo. La terza parte del promo, anch’essa bellissima, ci fa sentire una musica, che mi pare etnica e penso voglia rimandare ad una cultura (musicale) multietnica, che dovrebbe essere nostra. Che non si fermi e soffermi a Sanremo, etichettandola come: RAI Radio 1, la tua musica.

Bella anche se la mia musica è altra, non necessariamente Italiana, sicuramente non limitata a quelle sonorità esotiche.

Comunque che la RAI pretenda di farmi passare per ULTRA’, informato dal Vaticano ed amante della musica Africana, o che pretenda di rappresentare così tutti gli Italiani, no, non mi piace e non mi va.

RAI Radio 1, uno di voi.

Ceppoduro

Attraverso di te

Attraverso di te

Attraverso di te posso vedere il mondo, io che il mondo non lo vedo più.

Sono un pittore fallito. Non nel senso commerciale del termine, altrimenti non avrei neppure iniziato l’attività.

Non ho mai venduto un quadro, anche a regalarlo ho trovato sempre tante difficoltà. D’altronde non ho mai studiato, non ci sono maestri nel mio curriculum, neppure le immagini dei quadri di altri pittori famosi, mi hanno mai ispirato. Non è che non mi piacciano Modigliani, Dalì, Picasso o il Botticelli, ma non posso rifare quello che è già stato fatto, non posso dire quel che è già stato detto.

Io devo dire quello che penso io. Io devo dipingere quello che vedo io. Ma non so farlo. Credevo che bastasse avere un’idea per poterla realizzare. Credevo che bastasse dipingerla, perché gli altri la vedessero come la vedo io e l’apprezzassero.

Non è così

Non è così!

Centinaia di persone, uomini e donne, sono passati davanti ai miei dipinti. Alcuni di loro non hanno neppure indirizzato lo sguardo sopra la tela. Immaginatevi se possono averlo desiderato.

Eppure a me sembrano così intensi, autoesplicativi, a volte anche ridondanti ma mai banali. Ho dipinto persone straziate, dai corpi deformi, corpi che riflettevano il loro spirito: distorto, corrotto, incasinato.

Ho dipinto palazzi sezionati, stravolti, la cui struttura copiava, pari pari, quella del mondo, della nostra (in)civiltà, portando in evidenza i difetti strutturali del nostro vivere, costruire, amare.

Attraverso

Poi ho trasformato un quadro in un vocabolario, pieno di tutte le parole che servono e del loro significato.

Forse non ho usato la sintassi giusta.

Forse sono stato sgrammaticato, ma volevo solo capire e poi spiegare il mondo al mondo.

Non ho capito nulla e nessuno mi ha capito.

Sono fallito.

Non vedo più niente, non sento più niente, non parlo, non dipingo.

Poi

Poi ti ho trovato, per caso. Non mi sono neppure accorto di te.

Anche tu avevi una tua idea del mondo, ma non trovavi nessuno che la capisse, che la condividesse.

Hai parlato per ore.

Mi hai detto di metter il rosso nei miei dipinti.

Di metterci il cuore.

Mi hai detto che vedevi oltre la tela, dietro la vernice e che vedevi il mare.

Attraverso

Un mare nero, tempestoso. Io sto remando e non voglio affogare tu mi lanci una cima.

Riuscirò a prenderla?

Arriverò alla riva?

Vivrò di nuovo attraverso di te?

Il guaio è che mi sono innamorato di te ed ancora non sono capace di dirtelo.

Ceppoduro

Attraverso Attraverso

Titti

Titti non è il nome di un famoso canarino animato.

Si! Titti è il mio cane!

Un cane bastardo, come tutti i cani che ho avuto, come tutti i cani che avrò.

Nella conformazione assomiglia ad un alano anche se leggermente più basso.

Si muove ondeggiando, sempre con la coda allungata all’indietro e con alla bocca un filo di bava. Come tutti i bastardi è molto intelligente, ma anche un po scemo. Sicuramente curioso, non perde occasione di esplorare il mondo.

Non è un cane da caccia ma gli piace ormare e seguire i pulcini dei fagiani, per poi farsi fregare, perché non può entrare e seguirli, nella fitta macchia della lama del borro.

Con i ricci ha smesso di giocare, sono ispidi e non si riescono a rosicchiare come gli ossi di prosciutto che ogni tanto gli getto.

titti

Gli animali

Gli animali gli fanno tutti. Amico dei i gatti e avversario dei cani, quelli maschi, specie nella competizione per quella cagnetta in calore. Una femmina che, pur mezzo metro più bassa di lui, trova così irresistibile da volerla ad ogni costo. Perdendo, regolarmente il duello, con quei maschi più bassi che ci arrivano prima, sempre prima di lui.

Non è che abbia più fortuna con le gatte, almeno le neo mamme. Quella volta che la gatta aveva figliato dietro la stufa nella loggia, lui era così eccitato nel vedere i gattini che li annusava come fossero suoi. Come fossero ossi, avrà pensato la mamma che dopo qualche “FFFHHHFFF” con tutti i peli e i baffi ritti gli ha rifilato due unghiate sul naso da fargli uscire il sangue a fiotti.

O come con la chioccia che, pur avendo covato uova di tacchino, considerava i piccoli tacchini come figli suoi, ed a ragione direi. E che quando lui gli si avvicinava curioso gli dava dietro ad ali basse ed aperte, rincorrendolo per tutta l’aia assolata, spolverando come un trattore al lavoro nei campi.

Le macchine

Quello che lo eccitava di più però, era l’agguato all’automobile.

In campagna ne passano poche ma fanno un gran rumore per via delle buche sulla strada a sterro.

Il rombo del motore lo sente da lontano. Quando lo sente si prepara, sul margine della via, dietro la curva della stradella che viene a casa. Poi parte all’assalto della diligenza e abbaia. Se riesce tenta di mordere l’auto al fianco. Cerca di superarla, ma l’auto è di solito più veloce, nemmeno con le sue leve lunghe riesce a passarla.

Non c’è mai riuscito.

Non c’è mai riuscito, ma ieri sera si. Forse l’auto era più vecchia e lenta od il guidatore era anziano, non lo so.

Ma ieri Titti ha coronato il suo sogno ed ha superato la macchina.

Chissà che gioia, che emozione.

Quale orgoglio avrà provato? Che gli avrà voluto dire abbaiando? Schermirla perché lui aveva vinto e lei perso la corsa?

Che voleva fare quando le si è fermato davanti e l’auto lo ha travolto?

L’ho trovato stamani, nel fosso, al lato della strada, ed ho pianto.

Ceppoduro

Ascoltalo su you tube

Ho visto un quadro

Ho visto un quadro

Ho visto un quadro, di un artista a me sconosciuta. Ma non è sconosciuta a tutti, anzi è famosa. Olga Carolina Rama, si chiamava, nota come Carol Rama (Torino, 17 aprile 1918 – Torino, 24 settembre 2015), ed è stata una pittrice italiana.

ho visto

E’ famosa, da autodidatta e per il primi decenni di lavoro non è che lo fosse tanto, ma poi dopo un premio alla biennale di Venezia lo divenne.

Molte sue opere sono discusse e discutibili, per la sua visione del mondo, della donna, dell’uomo e della loro sessualità. Arti, organi, protesi, falli e vagine, tutto in bella mostra. Tutto che mostrava un eros, un’interiorità diversa dal comune. O forse tanto comune da piacere a molti, anche i più critici.

L’ho visto su Facebook

Sul gruppo Facebook dove è apparsa l’immagine che ho visto è iniziata subito una discussione accanita. I pro per lo stile, per la realizzazione, per l’impatto visivo, per la notorietà dell’artista e/o per il valore commerciale dei suoi dipinti.

I contro per la bruttezza, per la mancanza di stile, l’infantilismo, per il soggetto e/o per l’oggetto del dipinto.

Si sono prodotte due fazioni.

Non sono partiti ceffoni perché tutti erano solo in contatto virtuale con gli altri. Ma non sono mancate porte sbattute in faccia agli altri e parole di scherno e derisione.

E’ chiaro il sesso ha sempre offeso, irritato, diviso, animi e corpi.

L’arte che esplicita il sesso ancora di più.

Dipingere in maniera infantile, ancorché voluto e cercato fornisce una scusa per denigrare l’argomento dell’opera, anche se non lo ammettiamo, neppure a noi stessi.

D’altro canto la rappresentazione del sesso, della sessualità o di altri emozioni estreme può servire a giustificare la scarsezza di mezzi pittorici.

Volevo chiedervi su quello che ho visto

ho visto
Il dipinto oggetto della discussione del gruppo

Ma il risultato visivo è importante per voi o no?

Intendo dire che, a parte il significato dell’opera, voi guardate la tela come un oggetto, che può essere bello anche con tre tagli, o giudicate lo stile utilizzato, la tecnica appresa o meno dal pittore?

Voi l’appendereste quel manufatto in salotto? Perché?

Alcuni non lo farebbero mai, gli sembrerebbe di avere un foglio del figlio all’asilo appeso in parete.

Altri senz’altro lo vorrebbero possedere, se non altro per il valore che sembra avere.

Alcuni ancora lo vorrebbero per il messaggio.

Altri ancora lo farebbero perché gli piace, perché è bello, indipendentemente da tutto.

Io non so, se guardo questo soggetto defecante non lo vorrei in bella mostra dove e mentre mangio.

Il disegno del soggetto è bruttino, la composizione carente.

Ma il dipinto in se non è male, le varie macchie di colore rosse e brune stanno bene assieme e nell’interezza del quadro si colgono spunti emozionali.

Che sono quelli che un’opera d’arte deve avere, anche se non ha altro, se non è ben disegnata, ben inserita nella scena e gradevole alla vista.

Se poi fa tanto discutere ed accende gli animi come ha fatto questa di Carol Rama, voi come la volete definire?

Se non un’opera pittorica di primo piano?

Giancarlo