Dice la Fornero

Dice,

Dice la Fornero a sua discolpa che quando era al governo, dovevano trovare i soldi per il mese dopo, che non c’erano alternative.

Lei dice, se guardate il video linkato sentirete anche voi, all’esodato che deve esser soddisfatto del suo lavoro (di lei), che ha fatto la cosa giusta per far tornare i conti che non tornavano, per trovare i soldi che non c’erano.

Ma che debbano pagare sempre i soliti dove è scritto? E che quelli che pagano debbano dirsi contenti, poi?

dice

Ma la Fornero dove vive?

Ah già, dice di avere un ufficio, perché lei è tornata all’università, a lei il lavoro glielo hanno mantenuto. All’altro no! Ma il suo problema non è essere esodato, non riscuotere pensione e non aver idea di quando potrà riceverla e ricominciare a vivere. Il suo problema non sono i figli da mantenere, non sono i lavoretti in nero che deve fare per vivere. Lo dice la professoressa, ex ministro, e se lo dice lei… Ma la proffe non dice proprio così, precisa, puntigliosa, che è il lavoro bianco che manca al suo interlocutore.

“Se ci fossero ancora i Vaucher, peccato siano stati aboliti, se ci fossero ancora potrebbe lavorare e contribuire pagandoci le tasse”. Per fare cosa, per andare in pensione prima? Prima o poi? Ma quando mai un lavoratore con i vaucher ci prenderà la pensione? Che fanno? Si cumulano col lavoro precedente?
E se anche si cumulassero, con alcuni giorni l’anno non andrà mai in pensione. Come con il lavoro nero. Solo che dai vaucher gli detrarranno anche tasse e contributi.

Complimenti.

E’ proprio vero, son tutti bravi.

Tutti professoroni.

Son tutti salvatori della patria.

Tutti: “Se non c’ero io chissà che disastro”.

Signora, lei ha sbagliato tutto, se voleva fare giustizia doveva togliere i soldi a chi se li era fregati, non a chi era stato derubato.

Il contratto sociale non è stato scritto dai lavoratori, i quali si sono limitati a pagare. Se i soldi erano spariti si doveva frugare nelle tasche di chi i soldi li ha chiesti e poi distratti.

Già ma non se ne è accorta, forse lei era un po distratta.

Peccato.

Ceppoduro.

Sotto la luce della luna.

Sotto la luce della luna.

Sotto la luce della luna tutto mi pareva bello.

Ero uscito di casa a sera.

Mentre l’orizzonte si stava inzuppando nel Chianti, sempre più intensamente.

Sotto la luce della luna

Le scure colline, in lontananza, si facevano ancora più scure per la caduta del sole al di là del cielo. I pendii perdevano i dettagli che, fino a qualche minuto prima li caratterizzavano. Restavano solo i contorni. Molte creste sembrano uguali o indistinguibili.

Il rosso, piano piano virò al blu, attraverso un viola profondo per poi perdersi nell’oblio della notte.

Allora tutto scurì ed apparve migliore. La mia vita, persa, sembrava avere riacquistato un senso anche se un senso non poteva averlo più.

Avevo perso il mio lavoro. Ero perso. Non sapevo chi fossi, ne perché fosse capitato proprio a me. Io che avevo sempre aiutato tutti. Ma Dio esisteva? E se c’era, che faceva? Perché non interveniva? Perché non mi aiutava? Aveva sicuramente di meglio da fare!

Dio non c’è!

Non c’è, Dio! Ma nemmeno un dio minore c’è! Uno piccolo, poco importante! Anche usato, liso, consunto, deriso, abbandonato. Come me.

Sotto la luce della luna

Non si vede alcun dio al buio, neppure si vedono le cose della terra, al buio, ma si vedono bene quelle del cielo. Quante cose ci sono in cielo! Ma senza consolazione per noi. La terra è la nostra vita, qui nasciamo e, poi, moriamo. Nel frattempo crediamo di vivere, viviamo credendo. Credendo nelle relazioni che intratteniamo con gli altri. Conoscendoli, riconoscendoli, facendoci conoscere e riconoscere a nostra volta.  Facendoci apprezzare per quel che diciamo, per quel che facciamo, per il nostro lavoro. Quello che facciamo per noi e per gli altri.
Già il lavoro. L’avevano detto che non era importante. C’era tanta gente che voleva lavorare, anche gratis. Schiavi, prostitute schiave, deportati schiavi di ogni colore. Ma ora non si distinguono più i colori, quando è notte fonda, nel buio. Come erano bui i miei pensieri.

Sotto la luce della luna

Lo avevano detto che occorreva riformare il lavoro, che occorrevano nuove leggi, che superassero i privilegi di molti, per tutelarci di più.

Per tutelare chi?

Non me!

Io sono stato fatto fuori, tutti saremo fatti fuori.

Mi avevano pagato sei mesi.

Quanto mi restava da vivere.

Prima di ammazzarmi.

Ceppoduro

 

Draghi

Draghi

Anche Mario Draghi si è accorto che la qualità del lavoro è peggiorata, ma Renzi no.

Draghi

Renzi continua a dare la colpa del suo fallimento al presidente della Repubblica, che non ha voluto farci votare nelle finestre del 2017, ai populisti, alle campagne d’odio, alle fake news e via discorrendo.

Dice di non voler fare un governo con i 5 Stelle, dice che se lo devono fare con la Lega, perché gli Italiani gli hanno dato mandato e maggioranza.

Perché entrambi sono disseminatori di odio, no vax ecc. ecc.

“Quando gli Italiani si accorgeranno di quanto hanno fatto i governi Renzi e Gentiloni”, dice ancora Matteo, “gli riconosceranno il valore avuto”.

Renzi, oh Renzi, anche Mario Draghi si è accorto che non è stato fatto nulla, che il lavoro, dove aumentato è qualitativamente peggiorato. Anche lui si è reso conto che il Jobs Act rende precari, non liberi.

Renzi, che fake news vai dicendo?

Gli italiani il mandato di governarli non lo hanno dato a te, dopo tutto se ne è accorto anche Draghi, ma al partito democratico si.

Gli italiani non vogliono governissimi con Berlusconi, ma non vogliono neppure la Lega al governo. La lega è aumentata ma ha preso meno del PD, il PD è il secondo partito e deve governare con i 5 Stelle.

Non tu, il PD deve aiutare l’Italia, tu l’hai già rovinata abbastanza e prima vai a sciare, a pescare o fare quello che ti pare, meglio sarà per noi Italiani.

Dai retta.

Dai retta a me, Renzi, lascia.

Draghi

Lascia, vedrai come il mondo sarà migliore ed un governo per gli Italiani sarà possibile.

Anche Draghi lascerà, presto, ed anche lui ha detto di aver creato 7,5 milioni di posti di lavoro, ma ha sollevato dubbi sulla loro qualità. La sua politica ha favorito la quantità, le tue scelte hanno determinato la (bassa) qualità. Non potevi scegliere diversamente?

Che ti mancava?

La ripresa c’è stata.

Potevi scegliere tra salvare banche o utenti.

Potevi scegliere tra riduzione o ampliamento dei diritti.

O potevi scegliere tra non mandare in pensione i lavoratori o non far lavorare i giovani.

Potevi scegliere tra favorire la scuola privata o la pubblica.

Oppure potevi evitare di dare mancette da 80 €/mese, da 500€ una tantum, da contratto collettivo e relativi aumenti (da fame) siglato con le elezioni alle porte.

Potevi scegliere e l’hai fatto, anche tramite Gentiloni, ma hai scelto male e non sei riuscito di evitare quei favoritismi feudali.

Ed ora, con qualche superstite Renziano, pretendete di dettare la linea.

Draghi
Sintel

Draghi

Che draghi!

Lascia, Matteo, lascia come sta per fare Mario.

Ceppoduro

Lettera da qua

Ho scritto una

Lettera da qua

Sono lontano, sono andato a lavorare,  ma nonostante sia lontano, penso a te mio grande amore. Rivedo i tuoi occhi mentre ti sogno, ti sogno sempre di notte e di giorno. E piango, piango piano, pensando a te che sei lontano.

Son qua perché c’è tanto lavoro, posso lavorare ed avere da mangiare, ma ora non posso più restare, dicono che non ci fan più lavorare.

Moglie mia, mia dolce moglie, qui era difficile il lavoro, duro e lungo tutto il giorno, ma io sto bene e potrei farlo, Se non ci faranno lavorare a casa, da te, potrei tornare. Ma per che fare? Vorrei tanto ritornare ma li non c’è nulla da mangiare.

Quindi è inutile che torni, resterò per fare soldi, rimarrò per molti giorni.

Lettera da qua

lettera

Questo forte sentimento, questo amore che io sento, mi tormenta ancor di più quando penso che sei giù, Vedo i tuoi occhi, poi ti sogno e piango, piango piano, pensando a te che sei lontano.

Non so se passerà ma per ora vado via, qua non vogliono che stia, andrò giù, un po più lontano, sempre troppo distante e piango piano.

Sono un povero Italiano che ti porta dentro il cuore, che pensa a te lontano, amore, che pensa a te e ti offre un fiore.

Non ci resta altro da fare se non che provare a continuare a lavorare.

Questo amore che io provo, mi tormenterà di nuovo, vedrò i tuoi occhi e ancora ti sognerò. E piangendo piano, piango per te che sei lontano.

Questo amore che è lontano lo vorrei aver con me ma se non ci sono speranze, la soluzione è nel mio cuore, che penserà sempre a te mio caro amore. Anche se la distanza non si ridurrà vorrei tanto che fossi qua.

Il tempo passa ed invecchiamo, il tempo passa piano piano.

E vorrei riabbracciarti forte forte, prima che venga la morte.

Vorrei averi qui vicino vicino, per stringerti a me, mio grande amore che sei troppo lontano dal mio cuore.

Ceppoduro

In ricordo Giorgio Gaber, un grande poeta, un grande Italiano.

Aspettando

Aveva speso la vita

Era nato, era cresciuto e andato a scuola, si era sposato ed aveva avuto un figlio, aveva lavorato ed invecchiato, era andato in pensione, senza mai decidere, senza mai decidersi, aspettando qualcosa o qualcuno.

Aspettando

Aspettando che succedesse qualcosa, qualcosa è sempre successo.

Non era voluto. Quarto di quattro figli i suoi genitori non lo avevano cercato. Ma tre o quattro da sfamare…?

Non aveva idea su come approcciare l’altro sesso, ma lei lo sapeva bene ed un figlio arrivò presto. Per fortuna che il padre di lei lo mise al lavoro, un lavoro che non gli piaceva, ma c’era un lavoro che gli piacesse? Non lo sappiamo, nemmeno lui lo sapeva ma…

Aspettando che gliene fosse offerto uno meglio, crebbe un figlio, crebbe anche la moglie, che ingrassava sempre di più. Ma non avrebbe potuto fare nulla, non lui, forse qualcuno lo avrebbe aiutato.

Che fare se non aspettare?

Anche quando si ammalò sua madre attese.

Attese un miglioramento che non ci fu. Anche suo padre, affranto andò a raggiungerla presto, ma lui neppure se ne rese conto.

Aspettando

Aspettando che qualcuno gli cambiasse la vita, la vita andò avanti. Arrivò l’età della pensione. La moglie lo lasciò, non era mai dimagrita ed il cuore non le resse. Anche il figlio partì, ma per l’Australia.

Rimase da solo, in una casa troppo grande, troppo vuota, da far rimbombare ogni parola. Ma lui non parlava, aspettando qualcuno con cui poterlo fare. Anche quando veniva il dottore, a visitarlo, lui rimaneva in silenzio, non era lui che aspettava, non era un medico che voleva, anche se aspettava chi potesse curarlo.

Quando, poi, si ammalò sul serio, si rese conto di essere solo, di aver sempre atteso qualcosa o qualcuno che non sarebbe venuto. Che non sapeva che o chi fosse. Che non sapeva dove cercarlo.

Aspettando aveva speso

Aveva speso tutta la vita nella sua attesa e ora che la vita finiva, non poteva più aspettare, come avrebbe voluto fare, ancora, ancora a lungo.

La vita passata non sarebbe tornata e ancora nessuno era arrivato.

Aspettando

La vita finiva e lui voleva vivere, come non aveva mai voluto, come non aveva mai fatto. Doveva capire il senso di quella vita, voleva dargliene uno, anche se c’era poco tempo. Avrebbe voluto decidersi, finalmente.

Proprio ora che stava vivendo forte era arrivata la morte.

Liberamente tratto da Aspettando Godot di Samuel Beckett e di Claudio Lolli.

Ceppoduro

 

 

Blender

Blender

Blender è un programma open source.
E’ leggero e molto potente.

Blender
Per esempio ho fato un piccolo campetto da calcetto pervoi con una palla semplice semplice, in 5 minuti.

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
“Blender è un software libero e multipiattaforma di modellazione, rigging, animazione, compositing e rendering di immagini tridimensionali.
Dispone inoltre di funzionalità per mappature UV, simulazioni di fluidi, di rivestimenti, di particelle, altre simulazioni non lineari e creazione di applicazioni/giochi 3D.
Tra le funzionalità di Blender vi è anche l’utilizzo di raytracing e di script (in Python)”.
I blenderisti sono una comunità molto ampia di utilizzatori del programma, io sono un blenderista.

BlenderBlender

Alcuni lo usano a livello professionale altri, come me, amatoriale.
Con Blender posso costruire un oggetto tridimensionale ed in seguito utilizzarlo per realizzarne immagini, da varie angolazioni, luci e ambientazioni.
Posso creare animazioni, anche molto complicate.
Posso fare di tutto, anche se non  ne sono capace. In rete troviamo migliaia di video guide, pagine web o PDF su come realizzare particolari effetti in Blender.


Basta avere un’idea e si può trovare l’informazione utile per realizzarla, anche in Italiano, per chi avesse problemi di lingua. Comunque mi è capitato di seguirne uno in Tedesco e riuscire a fare quello che volevo.
Lo scopo di questo articolo è di farvi conoscere il programma.
Farvelo scaricare ed installare nel vostro computer e incitarvi a provarlo.

Blender

Se utilizzate Linux, non avrete problemi installatelo con un qualsiasi sistema a pacchetti della vostra distribuzione o come meglio preferite.
Anche se utilizzate Windows il software è completamente gratuito e di semplice installazione, lo stesso per Mac OS BSD e tutti gli altri sistemi operativi.
Quando avviate il programma vedrete la finestra iniziale.

blender

Cliccando ovunque la finestra di benvenuto scompare lasciando il posto alla finestra di lavoro.
Già pronto all’uso  c’è un cubo, illuminato da una lampada e ripreso da una camera.
Con il mouse o la tastiera potete muoverlo.

Ingrandirlo:

Cancellarlo  e sostituirlo con altre forme.

Blender

Questi oggetti possono esse modellati o animati in vario modo ed il risultato catturato in un video, in immagine con vari formati.

Provate, provate, provate.
Giancarlo

Piove

Piove.

Stamani piove, ci siamo svegliati con la pioggia.

Dopo un periodo di gelo, con la neve che ha ricoperto ogni cosa.

Non c’era mai stato prima un gelo simile, tutto ghiacciato, anche le ossa. Ora possiamo dire che è finita. La pioggia pulirà tutto il lerciume accumulato sulla neve. Ma non piove solo acqua. Al nord piove acido. Potrebbe far più danni della neve. No! Della neve no, il ghiaccio aveva bloccato ogni cosa. Niente era cambiato da tempo, ne sembrava potesse cambiare.

Certo, nessuno sembrava interessato ad un mutamento, quasi tutti sembravano preferire il gelo ad un disgelo incontrollato, fautore di alluvioni, melma, crolli.

Certo forse andrà così, ci troveremo a lungo in mezzo al fango, in alcune zone a bacìo resterà della neve compattata, ma è solo questione di tempo, piano piano sparirà anche da li.

Resta la conta dei danni, specialmente al nord, dove la pioggia è particolarmente acida.

piove

A questo punto chi pagherà i danni?

I danni, già perché se la neve non possiamo ne prevederla ne spalarla tutta, accumularla ai bordi delle strade non è corretto. La neve si doveva spalare, toglierla dalle strade, per consentirci di andare avanti.

Invece ha avvolto ogni cosa impedendo di sentire le grida di aiuto, che pur si udivano in lontananza.

Quelle grida che avrebbero avuto il soccorso richiesto, dopo la valanga, se solo si potesse passare. Se solo le strade fossero state agibili, dopo la gelata. Ma i soldi sono stati spesi negli arredi e negli uffici, non in attrezzi e macchinari.

D’altronde da quanto tempo le buche non erano state richiuse. Da quanto tempo non si riempivano i serbatoi degli spazzaneve. Da quanto tempo non si facevano previsioni del tempo puntuali. Poi la neve, dopo il gelo. Ora, dopo tanto tempo, finalmente la pioggia.

Una pioggia liberatoria, ma ora non dobbiamo abbassare la guardia, se piove troppo potrebbe fare danni, cerchiamo di incanalare bene l’acqua.

Ceppoduro

Una notte

Una notte

Una notte mi son svegliato d’improvviso.

Fino a pochi attimi prima dormivo profondamente e sognavo. Non ricordo esattamente cosa, ma sognavo. Forse sognavo un mondo migliore? Non credo, questo è il migliore dei mondi possibili, l’unico che conosca. L’unico che possa esistere.

Si sente dire in giro degli universi paralleli. Di cosa può capitarci dentro.

Possiamo trovarci l’antimateria, che se lo visitassimo sul serio esploderebbe subito, tutto. Almeno noi materici esploderemmo. Potremmo trovarci l’opposto universo, che ha la superficie terreste interna, con le nubi e le stelle al centro della sfera. Con la luce che irradia verso l’esterno, invece di essere assorbita. Anche se l’esterno del mondo inverso corrisponde all’interno e viceversa. Ma, per non confonderci, potremmo trovarci anche il nulla ed allora sarebbe come l’aldilà, come quello che ci aspetta dopo la morte.

Una notte mi sono svegliato mentre sognavo il nulla.

Forse non sognavo.

Forse non dormivo.

Una notte

Mi sono svegliato ed ho cercato di ricordare perché mi fossi svegliato e che cosa stessi sognando.

Perché?

Potevo evitarlo, non mi sarei reso conto che dopo la morte ci attende il nulla.

Niente sarà più.

Avrei voluto continuare a pensare ad un aldilà. Immaginarlo bello, fiorito, pacifico, wireless.

Dove non c’è bisogno di niente ma hai tutto. Soprattutto il tempo, infinito.

Comunque, ora che mi sono svegliato, mi rendo conto di quanto fossi in errore.

In un posto del genere il tempo non può scorrere perché nulla cambia, mai.

Noi misuriamo il tempo con i cambiamenti. E’ passato del tempo nel frattempo che qualcosa è successo.

Quindi è facile dedurre che quel posto non esiste. In un posto dove non scorre il tempo non scorrono nemmeno gli eventi.

Saremo solo morti. Il tempo passerà sul nostro corpo disgregandolo, ma non ne avremo contezza, non potremo capirlo.

una notte

Solo un lombrico.

Si accorgerà, magari, del tempo che scorre su di noi.

Ceppoduro

 

Renzi lascia…

Renzi lascia

Renzi lascia, anzi no, resta fino all’insediamento del parlamento e poi del governo.  Ha detto.

Se quegli impenitenti dei Cinque Stelle hanno i numeri per governare governino, ha detto. “Ma sintanto che non governano io resto”.

Poi la Lega, non l’ha nominata come non ha nominato chiaramente i Cinque Stelle, ma in cuor suo spera non riesca a fare un governo, così per intanto non si dimette.

“Orfini” che si aprano le danze, ma non prima che governino bene come lo facevamo noi”.

Renzi lascia

Renzi lascia

Lascia un vuoto incolmabile, nei voti del PD, mai caduto così in basso. “Ma perché, perché, non ci hanno votato nonostante la bella campagna elettorale”. Ha gridato. “Perché ci hanno lasciato, nonostante i toni pacati della nostra campagna elettorale, mai contro, mai urlata, sempre a favore”! Del centro destra gli ha gridato qualcuno.

“Nonostante tutte le cose che abbiamo fatto, cose belle, utili per il paese, da forza di governo Europeista e responsabile”.

Renzi lascia

Renzi lascia

Lascia stare Renzi. Ma davvero vuoi prenderci ancora per il culo? Cosa cazzo hai fatto per noi, per gli Italiani?

Il Jobs Act?

La riforma costituzionale (fortunatamente bocciata dagli Italiani)?

La legge elettorale?

Le leggi elettorali perché anche quelle precedenti e indecenti come questa erano passate dai vostri voti, con i vostri voti.

Renzi lascia stare, vai a casa alla svelta, che un paese normale avrebbe bisogno di una forza di sinistra: DI SINISTRA, non quella pagliacciata in cui hai trasformato un partito che fu serio.

Renzi lascia

Renzi lascia

Che bella notizia, fosse vera e senza se e senza ma. Ma già una volta doveva andarsene e non se ne andò. Va beh! Partire è un po morire, ma non prenderlo alla lettere, vedrai che se te ne vai in pensione, senza prendere il vitalizio però, vedrai che un posto in banca te lo danno.

Ah già di quello non c’è bisogno, il posticino l’hai già trovato in Senato, ma te lo sei meritato?

Ma lascia, Renzi, lascia.

Ceppoduro