Rapporto DAVOS 2018

Sì, è passato un anno dal precedente

rapporto ed uno nuovo (DAVOS 2018) è stato appena pubblicato da OXFAM.

Nulla è cambiato, se non peggiorato.

I ricchi sono sempre più ricchi i poveri sempre di più e sempre più poveri.

leggi il reportage dello scorso anno Rapporto Uneconomia-per-il-99-percento_gennaio-2017 e quello di quest’anno Rapporto Davos-2018.-Ricompensare-il-Lavoro-Non-la-Ricchezza.

Questo non succede nel mondo, lontano da noi, ma anche in Italia, in mezzo a noi.

Allora mi chiedo perché qualcuno vada dicendo di aver fatto grandi riforme, che hanno migliorato la situazione italiana. Che hanno creato un milione di posti di lavoro. Come, del resto, aveva già fatto qualcun altro prima.

Poi anche se qualcuno dirà che i posti in più sono stati effettivamente creati, come certificato dall’ISTAT, dobbiamo domandarci cosa effettivamente ci abbiano dato?

Metà dei posti sono a tempo indeterminato e gli altri mezzo milione? Precari, come sono precari quelli fissi a tutele crescenti del Jobs Act.

Ma se avete il buon cuore

di leggere il rapporto OXFAM, quello che c’è e lavoro di sfruttamento, pochi, sempre meno, diritti associati a remunerazioni minori, aumenta solo la diseguaglianza e lo sfruttamento di genere.

OXFAM si appella ai politici perché al giorno d’oggi è difficile trovare un leader politico o un dirigente d’impresa che non dica di essere preoccupato a causa della disuguaglianza.

Ma ciò che conta non sono le parole, bensì i fatti, e proprio i fatti sono il punto debole della maggioranza dei nostri leader.
Nella pratica alcuni promuovono attivamente politiche che possono accentuare la
disuguaglianza.
Nel rapporto si afferma, tra l’altro:
I governi esercitano anche un altro ruolo chiave nella riduzione della disuguaglianza:
possono usare l’imposizione fiscale e la spesa pubblica per ridistribuire la ricchezza.

E qui, da noi, i “politici” parlano di riduzione delle tasse. Non ci servono meno tasse ci serve un utilizzo migliore ed onesto dei proventi delle tasse.

Raccomandazioni del Rapporto

Governi ed istituzioni internazionali devono prendere atto degli effetti che il modello
economico neoliberista produce sui poveri del mondo.
Devono inoltre adoperarsi per costruire economie più umane che abbiano quale obiettivo principale una maggiore equità.
La disuguaglianza non è ineluttabile; è una scelta politica. La maggior parte dei leader
politici opera tuttavia scelte sbagliate, nonostante affermazioni di segno opposto e
nonostante le richieste dei propri cittadini. Un po’ in tutto il mondo, i cittadini di molti Paesi rischiano la vita per far sentire la propria voce contro la disuguaglianza e l’ingiustizia.
CIVICUS, un’alleanza che opera in favore dell’empowerment dei cittadini, ha riscontrato gravi minacce alle libertà civili in oltre 100 Paesi i cui governi preferiscono soffocare la democrazia anziché combattere la disuguaglianza.

Importanza del lavoro

La creazione di posti di lavoro dignitosi e l’incremento della quota di reddito nazionale di lavoratori e produttori, specialmente donne, sono indispensabili nella lotta alla
disuguaglianza.
Il lavoro è dignitoso se fornisce:
• Un reddito equo
• Sicurezza del posto di lavoro e tutela sociale per i lavoratori e le loro famiglie
• Migliori prospettive di sviluppo personale e integrazione sociale
• Libertà di esprimere le proprie riserve, organizzarsi e partecipare alle decisioni che
incidono sulla propria vita
• Pari opportunità e pari trattamento per uomini e donne
Insomma leggetevi il rapporto e meditateci sopra.
Chiedetevi cosa ci promettono e cosa fanno e poi votiamo.

link:

Rapporto Oxfam

Articolo precedente

Ceppoduro

L’ultimo teorema di Fermat

Voi non immaginate nemmeno quanto sia bello il

Teorema di Fermat, anzi l’ultimo teorema di Fermat.

Sono sicuro che tutti voi ne avete sentito parlare, ma se ciò non fosse…

… quella sopra è una formula che, molto semplicemente, dice che la somma di due numeri corrisponde ad un altro numero. Però questo è vero per  n=1

ad esempio 1+2=3

Cioè si possono sommare due numeri interi qualunque ottenendo, sempre, un numero intero.

In certi casi è possibile ottenere una somma intera anche per n=2.

Come nel teorema di Pitagora. In un triangolo rettangolo la somma dei quadrati  è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa. Un esempio facile da capire senza calcoli complessi è quello di un triangolo rettangolo i cui cateti misurano: uno 3 e l’altro 4 unità, l’ipotenusa conseguentemente misurerà 5 unità. Quindi (3×3)+(4×4)=(5×5) –>(9)+(16)=(25) –> 25=25.

Pierre de Fermat affermò che non esistono soluzioni intere positive all’equazione:

se  .

Cioè non ci sono numeri

Cioè non ci sono numeri interi che risolvano questa equazione per esponenti maggiori di 2. Cubi, potenze di 4 ecc. Questa asserzione fu detta congettura di Fermat. Il quale affermò di poterla dimostrare nel 1637. Quando annotò nel margine di un libro: “Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina”. Dimostrazione che però poi non trascrisse da nessun’altra parte. E nessuno, seppur molti provassero, riuscì nel tentativo di dimostrare la veridicità della congettura. Qualcuno trovò dimostrazioni per l’esponente 3 (Eulero) o per l’esponente 5 (Legendre) ecc. Solo nel secolo scorso (1994) Wiles è riuscito a dimostrarlo per qualsiasi esponente, ma la dimostrazione è difficile, complicata e coinvolge conoscenza matematiche superiori. Tanto che la maggior parte dei matematici la mastica a malapena.

Non tenterò certo di spiegarla io, qui, ora.

Quello che vorrei farvi notare del teorema di Fermat

Quello che vorrei farvi notare, invece è come intuitivamente sia semplice capire che l’equazione non può essere vera per esponenti maggiori di 2.

L’esponente uno ci pone in un mondo unidimensionale per cui ad ogni unità posso aggiungerne altre e queste daranno sempre un numero intero di unità.

L’esponente 2 ci pone in un mondo bidimensionale, anche qui si possono sommare quadrati per ottenere altre figure bidimensionali, di queste ultime quelle quadrate saranno meno frequenti ma ce ne saranno.

la prima delle tante è

 

 

 

cioè 9 + 16 = 25

Teorema di Fermat+Teorema di Fermat

= Teorema di FermatOra, se adiamo avanti, l’esponente 3 ci porta in un mondo tridimensionale.

E’ intuitivo che in questo mondo la somma di due volumi, qualunque siano i loro valori unitari, non potrà mai dare un altro cubo uguale alla somma degli stessi. Cioè se si sommano le unità di volume in una direzione non ci saranno più unità da espandere nell’altra.

Teorema di Fermat

Teorema di FermatTeorema di Fermat

Se raddoppiamo il volume o lo aumentiamo di una unità nelle tre direzioni non otteniamo mai un cubo.

Teorema di FermatPer ottenere ancora un cubo dobbiamo raddoppiare i lati, ma il volume diviene di otto unità (una dietro non si vede).

e non si possono sommare due cubi ottenendo un altro cubo, è fisicamente impossibile. Se triplichiamo il lato il volume aumenta di 27 volte.

Teorema di Fermat

Assumiamo lo stesso andamento  per spazi superiori al tridimensionale, che però non posso rappresentarvi.

Ecco, in modo empirico, abbiamo risolto la congettura di Fermat. Che quindi è vera. Ma questa dimostrazione, seppur mi piaccia, non è matematicamente corretta o accettabile.

Sarebbe stato troppo bello, troppo facile. Dovrete studiarvi meglio la matematica se vorrete affrontare la dimostrazione ufficiale del teorema di fermat, dell’ultimo teorema.

In realtà per raddoppiare il cubo occorre ampliare i lati del cubo di circa 1,259921049894873164767210607… (sequenza A002580 dell’OEIS) che è il valore della radice cubica di 2.

Mi domando, comunque, come potrà mai, l’utilizzo di questo valore, dare un risultato intero nel raddoppio del cubo?

Giancarlo